Sionismo/Un equivoco abilmente sfruttato

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 11 set 2024 alle 13:40 di Pcastellina (discussione | contributi) (Creata pagina con "Ritorno ---- miniatura|Un equivoco abilmente sfruttato == Un equivoco abilmente sfruttato == <blockquote>''«Gesù le disse: “Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


Un equivoco abilmente sfruttato

Un equivoco abilmente sfruttato

«Gesù le disse: “Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Dio è Spirito e quelli che l'adorano bisogna che lo adorino in spirito e verità”. La donna gli disse: “Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto, ci annuncerà ogni cosa”. Gesù le disse: “Sono io che ti parlo!”» (Giovanni 4:21-26).

Il “problema” è avere una Bibbia che parla continuamente di Israele (quello antico), sentire sempre inevitabilmente parlare dell’Israele (quello biblico) nelle predicazioni e poi sentire sempre ancora parlare di Israele (quello moderno) nelle notizie dei media. La gente così, in genere, pensa che sia la stessa cosa e che fra uno e l’altro vi sia continuità. No, non è la stessa cosa. Si tratta di un equivoco abilmente sfruttato. Quello che ha preso il nome oggi di Israele è il risultato di un’operazione politica di potentati occidentali congiunta alle ambizioni religiose di parte del Giudaismo (non di tutto), sostenuto dal molto discutibile apocalitticismo di parte del mondo cristiano - che vi riversa molto denaro e molta abile propaganda.

Dal punto di vista cristiano, quello che oggi prende il nome di Israele è fondamentalmente un’iniziativa “senza Cristo”, quando non avversa a Lui (salvo, quando serve loro, sfruttarne abilmente ingenui cristiani). Di fatto, tutto ciò che era l’antico Israele, in Cristo Gesù è superato, trasceso - in quanto tale finito per sempre. Quanto riguarda l’Israele biblico, in Cristo è da intendersi spiritualmente. Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle molto discutibili interpretazioni delle profezie bibliche di certa letteratura soprattutto dell’ambito evangelicale. “Qui non c'è Greco e Giudeo, circoncisione e incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti” (Colossesi 3:11).

Il vicino oriente, quello che un tempo era Israele o la Palestina, come cristiani non ci deve più interessare dal punto di vista religioso come fanno certe religioni in concorrenza fra di loro che si fanno la guerra per un pezzo di terra... In Cristo non ci deve interessare né la Gerusalemme terrena, né un tempio in muratura. Il nostro “tempio” è il corpo di Cristo, il Dio che può e deve essere adorato dovunque “in spirito e verità”. In Cristo siamo chiamati a promuovere pace e riconciliazione, non a erigere muri di divisioni. La “terra promessa” oggi è appunto la Terra, il globo terracqueo - che appartiene a Dio e che insieme gli esseri umani sono chiamati a gestire in pace, accordandosi fra di loro.