Predicazioni/Romani/Buoni motivi per essere un Bastian Contrario
Non conformatevi: le implicazioni sociali e politiche di un appello evangelico La Parola di Dio esorta i cristiani in questo modo: “Non conformatevi'a questo mondo,ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio,'la buona, gradita e perfetta volontà1” (Romani 12:2 NR).
Lo studio dei concetti neotestamentari che stanno dietro ai termini originali greci per ciò che viene generalmente tradotto come “non conformarsi” [il verbo συσχηματίζω (suschematizó)] e “questo mondo” [τῷ αἰῶνι τούτῳ (tò aióni touto)] può essere molto illuminante, soprattutto perché le attuali versioni bibliche italiane da sole non rendono completamente il significato di questi termini e potrebbero persino sviarci!
Occupiamoci prima di tutto di αἰών (aión).
αἰών (aión) Gli ebrei distinguevano fra due ere o epoche: הַזֶּה הָעולָם (hazé haolam, quest’epoca) il tempo prima dell’arrivo del Messia, e הַבָּא הַעולָם (habba’ haolam, l’era che verrà) il tempo dopo l’avvento del Messia. Nello stesso modo, la maggior parte degli scrittori del Nuovo Testamento fanno una distinzione fra ὁ αἰών οὗτος (aion outos oppure semplicemente ὁ αἰών questa epoca), il tempo prima del ritorno del Cristo [cioè la παρουσία (parusìa)] e quella futura (ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος).
L’epoca che stiamo vivendo, l’attuale epoca è caratterizzata come un periodo di instabilità, debolezza, empietà, malvagità, calamità e miseria. L’era futura [anche αἰών μέλλων (aion mellon)], l’era dopo il ritorno di Cristo in maestà come il periodo del compimento, dello stabilimento del regno di Dio con tutte le sue benedizioni.'Il cristiano anticipa quel tempo testimoniando 'fin da oggi 'lo stile di vita che caratterizzerà 'l’era nuova. C’è dunque una contrapposizione fra l’attuale “stile di vita” e quello che caratterizzerà la nuova era.
Questo tempo, quest’era, “questo secolo”, tradotto anche “questo mondo2” (NR) è caratterizzato da interessi e sollecitudini futili (gli “impegni mondani” NR, “cure mondane” Riv., “la sollecitudine di questo secolo” Di.), quelli in cui si ingaggiano coloro che soffocano la Parola di Dio seminata in loro come suun terreno spinoso, Matteo 13:22, Marco 4:19.
Il Signore e Salvatore Gesù Cristo è centrale in questa trasformazione di epoche. Egli è “...al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e d'ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire” '('E'fesini'1:21, “non solo in questo secolo, ma ancora nel secolo avvenire” Di).
Egli è venuto per “strapparci”, sottrarci, dallo stile di vita che caratterizza questa epoca. Infatti, Egli “ha dato se stesso per i nostri peccati affin di strapparci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre”(Galati 1:4) (ὁ ἐνεστὼς αἰών “dalla presente malvagia età” ND).
Quei cristiani che sono ricchi “nel presente secolo” (ὁ νῦν αἰών“) “in questo mondo”, secondo i criteri di questo mondo, vengono così esortati: “...ordina che non siano d'animo altero, che non ripongano la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci somministra copiosamente ogni cosa perché ne godiamo”(1 Timoteo 6:17).
Dema, collaboratore dell’apostolo Paolo, sedotto dai valori di questo mondo, aveva abbandonato l’apostolo, “...avendo amato il presente secolo”(2 Timoteo 4:10), o “questo mondo”. Egli aveva “preferito il secolo presente” (CEI1974).
La grazia di Dio “ci ammaestra a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze [passioni mondane], per vivere in questo mondo[“nel presente secolo” Di.] temperatamente, giustamente e piamente”(Tito 2:12). Infatti: “...ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo (κατά τόν αἰῶνα τοῦ κόσμου τούτου), seguendo il principe della potestà dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli”(Efesini 2:2)
Gesù stesso descrive la nuova futura era come sostanzialmente diversa da questa: “quelli che saranno reputati degni d'aver parte al secolo avvenire (ὁ αἰών ἐκεῖνος, quel mondo, quel secolo, l’altra età ND) e alla risurrezione dai morti, non sposano e non sono sposati” (Luca 20:35).
“Ed egli disse loro: Io vi dico in verità che non v'è alcuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figliuoli per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nel secolo avvenire [ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος - nell'età futura Riv. nel tempo che verrà CEI, nell’età a venire ND, nei secoli avvenire Di.] la vita eterna” (Luca 18:29-30; Marco 10:30).
Fin da oggi, dunque, i cristiani sono stati “… risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne' luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire [οἱ αἰῶνες οἱ ἐπερχόμενοι nei tempi futuri NR, nelle età che verranno ND] l'immensa ricchezza della sua grazia, nella benignità ch'e 'Egli ha avuta per noi in Cristo Gesù” (Efesini 2:6-7).
L’artefice, il protagonista della trasformazione di questo mondo è lo Spirito Santo, così importante che: “… chiunque parli contro il Figliuol dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo [né in questa età né in quella futura ND; né in quello avvenire]” (Matteo 10:32). I cristiani sono coloro che stanno pregustando l’opera dello Spirito Santo: “...e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire [δυνάμεις τοῦ μέλλοντος αἰῶνος, le meraviglie del mondo futuro CEI1979]” (Ebrei 6:5).
Le cose, quindi, che appartengono a questa epoca sono menzionate negativamente nel N. T. come qualcosa che i cristiani devono abbandonare, perché saranno presto superate.
I “figlioli di Dio” sono messi in contrapposizione ai “figlioli di questo secolo” (omondo), sono caratterizzati da tratti diversi. “E il padrone lodò il fattore infedele perché aveva operato con avvedutezza; poiché 'i figliuoli di questo secolo', nelle relazioni con que'i'della loro generazione, sono più accorti dei figliuoli della luce” (Luca 16:8).
Fra chi appartiene a questo mondo, che sta bene in questa epoca, e i figlioli del mondo a venire c’è pure una differenza cognitiva: “Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de' principi (ἄρχων)di questo secolo che stan per essere annientati” (1 Corinzi 2:6). “...per gl'increduli, dei quali l'iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro” (2 Corinzi 4:4). E’ Satana che domina i pensieri e la condotta di chi appartiene a questa età. Tale sapienza è piena di errore, arrogante, ostile all’Evangelo.
“Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? [“il sottile ragionatore di questo mondo” CEI1973] Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondo?” (1 Corinzi 1:20 NR).
“...ché, in questo caso, avrebbe dovuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine de' secoli [συντέλεια τῶν αἰώνων, nel compimento de' secoli, Di.], è stato manifestato, per annullare il peccato col suo sacrificio” (Ebrei 9:26).
L’attuale epoca sta per concludersi. Che senso avrebbe rimanere attaccati ai suoi valori?“Or queste cose avvennero loro per servire d'esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi [τά τέλη τῶν αἰώνων la fase conclusiva delle epoche NR, noi, che ci troviamo alla fine delle età ND]” (1 Corinzi 10:11).
Συσχηματίζω Ecco allora il senso dell’appello a non conformarsi a tutto ciò che caratterizza questa epoca, questo mondo. Che cosa significa questo verbo?
Συσχηματίζω [suschématizó] da syn e schématizó (schema) vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, stampo, conformarsi allo stesso modello.
Sebbene συσχηματίζεσθε [suschēmatizesthe] possa essere un passivo o un medio-passivo, il passivo è più probabile poiché altrimenti dovrebbe essere un medio diretto ("conformatevi") e, come tale, sarebbe piuttosto raro per il greco del N.T. È molto significativo che l'essere "conformati" al mondo presente sia visto come una nozione passiva, poiché potrebbe suggerire che ciò accada, in parte, inconsapevolmente. Allo stesso tempo, il passivo potrebbe benissimo essere un "passivo permissivo", suggerendo che potrebbe esserci una certa consapevolezza del conformismo in atto, una certa compiacenza: passivamente ed attivamente. Molto probabilmente, è una combinazione di entrambi. Questo verbo ricorre nel nuovo Testamento solo due volte. L’altro versetto è:'“...come figliuoli d'ubbidienza, non vi conformatealle concupiscenze del tempo passato quand'eravate nell'ignoranza” (1 Pietro 1:14). I “figlioli di ubbidienza sono le persone caratterizzate dall’ubbidienza a Dio.
E’ consuetudine intendere il “non conformatevi” soltanto in ambito morale privato, individuale, al conformismo rispetto al mondo ribelle a Dio, a ciò che esso ritiene un valore, all’immoralità (v. concupiscenza). Il “mondo” in questo senso esercita un’influenza che riguarda la moralità e l’etica. Quando però il mondo si struttura ideologicamente e pretende ed impone l’omologazione, quest’esortazione assume tutto un altro peso, di opposizione sistemica e militante ad un mondo che Dio ha condannato all’estinzione. Non si tratta, quindi solo di “usi e costumi” da respingere a livello personale. Spesso i regimi politici ci vorrebbero omologare ad un modello, il loro, ad uno schema prestabilito di cittadini o sudditi sottoposti al loro potere, controllare se e come lo facciamo, e reprimerci se opponiamo resistenza o ci ribelliamo. E’ tipico di tutti i regimi totalitari come quelli fascisti o socialisti.
Il “non conformatevi”, quindi, implica la nostra resistenza e lotta contro le forze politiche e sociali che ci vorrebbero forzosamente omologare ai loro modelli. Si tratta, quindi, molto di più che di un imperativo morale, ma qualcosa che ha implicazioni sociali e politiche. E’ a questo punto che si collega la pretesa di certi circoli cristiani a sottometterci acriticamente a tutto ciò che le autorità civili ci comandano e questo sulla base di una malintesa interpretazione di Romani 13. Si può quindi ben chiedere loro come essi vedano in quel quadro l’esortazione della Parola di Dio di cui abbiamo trattato oggi: “Non conformatevia questo mondo,ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio,'la buona, gradita e perfetta volontà3” (Romani 12:2 NR).'
Paolo Castellina, 22 dicembre 2021
Dalla predicazione dell'11-1-2004
Conformisti ed anticonformisti
La seconda conseguenza dell’aver compreso e ricevuto le multiformi misericordie che Dio ci dà in Cristo, è quella di vivere in modo critico, vivere come persone che hanno il senso del discernimento. Il mondo ragiona, vive e si comporta in molti modi avversi e sgraditi alla volontà di Dio. Il cristiano identifica ciò che è sgradito a Dio e se ne distanzia, assumendo come sua regola di pensiero e di condotta la volontà rivelata a Dio. Egli non si conforma a questo mondo e trasforma il proprio modo d’essere secondo la volontà rivelata di Dio. L’Apostolo, infatti, dice: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”. La “conformazione mentale” del cristiano deve essere determinata e modellata dalla conoscenza che ha dell’Evangelo, mediante l’azione efficace dello Spirito di Dio e dagli interessi dell’età a venire, non dalle mode passeggere del tempo in cui vive. L’Apostolo approfondisce questo tema nelle sue epistole, ma soprattutto nel capitolo 8 e 13 di questa lettera. Il mondo “pensa alle cose della carne”, cioè vive in funzione della soddisfazione dei propri impulsi animali incontrollati con nessuno o scarso riguardo a criteri etici e morali stabiliti da Dio per il nostro miglior bene. I cristiani, “che sono secondo lo Spirito”, invece, quelli cioè che lo Spirito di Dio ha riscattato in Cristo dal peccato e che sta rinnovando ad immagine Sua, “pensano alle cose dello Spirito”, hanno come prima preoccupazione quella di compiacere Dio, perché sanno che questo è buono e giusto, promuove la vita, l’armonia e la pace. Il mondo vive come nemico di Dio e “non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo” e, come unico risultato, produce solo morte, in ogni accezione del termine. I cristiani, invece, quelli che sono stati riscattati “dal vano modo di vivere” di questo mondo, sono quelli che non si muovono più secondo i criteri prevalenti in questo mondo, perché lo Spirito di Dio abita in loro. Essi “appartengono a Cristo”, seguono e servono Lui. Non sono e non possono essere “come gli altri” (Ro. 8:5-9). I cristiani “gettano via le opere delle tenebre”, perciò con gioia si adeguano all’esortazione dell’Apostolo che dice: “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Ro. 13:11- 14). I cristiani hanno "lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne" (2 Co. 4:18). Essi sanno che: "...il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (1 Gv. 2:17). Solo attraverso un tale rinnovamento (che la Scrittura chiama “santificazione”) il cristiano è reso sufficientemente sensibile a discernere il comportamento che in ogni situazione concreta e reale (quello che qui chiama “esperienza”) è maggiormente in linea con la volontà rivelata di Dio, quella che egli ha visto buona, gradevole e perfetta. Egli è stato fatto oggetto, in Cristo, di una misericordia sconfinata da parte di Dio. Egli è stato beneficato e gratificato da Dio, perfettamente salvato (benché non lo meritasse). Come non potrebbe essere altrettanto buona, gratificante, perfetta e produttiva quella Sua volontà rivelata destinata a regolare il nostro comportamento quotidiano? L’esperienza cristiana potrebbe essere definita un’autentica “metamorfosi”. Il problema è che chi si affida a Cristo ed è da Lui rinnovato, continua a vivere in un mondo “vecchio” ed egli stesso deve combattere in sé stesso contro molte forze che lo vorrebbero spingere a tornare nella forma, nello schema, di questo mondo. C’è tensione ed incompatibilità fra l’essere del cristiano e questo mondo. Non per nulla lo stesso Cristo chiama i Suoi discepoli “non di questo mondo”. Il cristiano sa di essere in situazione di conflitto e di tensione. Che fa allora? Molla la presa ed acconsente a tornare al “così fan tutti” di questo mondo, “per amor di pace”? No, anche se gli può costare molto, egli resiste e non si fa incasellare, resiste e “non si conforma”. Egli sa che, a suo tempo, sarà lui a vincere la sua battaglia sul mondo, sarà lui ad aver ragione. “Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1 Gv. 5:4).
Note
[1] Μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ, ἀλλὰ μεταμορφοῦσθε τῇ ἀνακαινώσει τοῦ νοὸς εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τί τὸ θέλημα τοῦ θεοῦ, τὸ ἀγαθὸν καὶ εὐάρεστον καὶ τέλειον.
[2] Tradurre “questo mondo” può darci una falsa impressione, perché l’Evangelo non si propone di trasportare i credenti su “un altro mondo” e quindi di farli disinteressare a questo, ma di cambiare i loro valori, di trasformare il loro stile di vita in questo mondo.