Etica/Odio per i nemici di Dio
Odio per i nemici di Dio?
"O Eterno, non odio forse quelli che ti odiano? E non detesto io quelli che insorgono contro di te? (Salmo 139:21)
Questa affermazione di Davide (come pure innumerevoli altre nelle Scritture, incluse molte e significative altre dell'apostolo Paolo), senza dubbio suonano strane - e forse anche offensive - alle orecchie di molti credenti d'oggi. L'idea che un cristiano debba odiare non solo la malvagità, ma anche la gente malvagia, è largamente incompatibile con il sentimentalismo religioso che pervade la moderna cristianità occidentale. Sebbene sia necessario andare cauti nel trarre conclusioni per cui non si possano addurre prove schiaccianti, è plausibile presumere che questo sentimentalismo possa essere attribuito in un certo grado all'influenza del liberalismo teologico. Anche se questo non fosse, un atteggiamento sentimentale verso i nemici di Dio non quadra con i precedenti biblici: se infatti noi imitiamo l'esempio di Dio e del Suo popolo come rivelato nelle Scritture, le nostre disposizioni verso i malvagi dovrebbero essere molto più severe.
La disposizione dei santi nella Bibbia verso gli empi
Per esempio, i santi martirizzati in cielo pregano Iddio al riguardo dei loro malvagi persecutori con queste parole: «Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e veritiero, non giudicherai e non vendicherai il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» (Apocalisse 6:10). Ho il sospetto che molti cristiani oggi avrebbero invece detto: "Signore, non far del male a questi tuoi malvagi avversari. Da' loro tempo per salvarsi. Non essere cattivo con loro". L'apostolo Giovanni osserva come "una folla immensa" in cielo si rallegri della totale distruzione dell'empia Babilonia (Apocalisse 19:1-3). Oggi, senza dubbio, la totale distruzione di una società malvagia sarebbe occasione di grande tristezza da parte di molti cristiani, più che di lode e di contentezza, come invece lo è per i santi di cui si parla in Apocalisse 19!
Una concezione difettosa di Dio. In molti casi, si suppone, gli scrupoli di coscienza che molti cristiani si fanno al riguardo dei propositi di Dio di giudicare severamente gli empi, sorgono dall'idea distorta che essi coltivano di Dio stesso. Ho letto recentemente, per esempio, l'affermazione di un predicatore contemporaneo che così scrive: "L'onnipotenza e la sovranità di Dio sono poca cosa rispetto alla [sic] SUA SANTITA'. Questo grande attributo [l'amore] troneggia spalle e testa ben al di sopra della sovranità di Dio come un grattacielo troneggia al di sopra di un chiosco per giornali!". Quando i credenti si servono a piene mani dell'insegnamento fallace che un attributo di Dio "troneggi" su un altro, non protesteranno altresì a viva voce quando la Bibbia stessa presenta Dio che agisce proprio sulla base di quegli attributi che, secondo loro, sarebbero così "superati"? Essi non riconoscono che, proprio perché Dio è un Essere perfettamente equilibrato, i Suoi attributi sono ugualmente importanti e operanti. Egli è allo stesso modo un Dio di generosità e di giustizia, di misericordia e di giudizio, di amore e di odio. Noi non abbiamo alcuna facoltà di conformare Dio all'immagine distorta che ce ne facciamo, dobbiamo accettarLo nei termini in cui Egli ha rivelato Sé stesso nella Sua Parola. E' del tutto biblico affermare che "Dio è amore" (1 Giovanni 4:8), ma è altrettanto vero e biblico affermare che "Dio è odio"! "Il SIGNORE scruta il giusto, ma detesta l'empio e colui che ama la violenza" (Salmo 11:5); "com'è scritto: «Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù»" (Romani 9:13).
Il vero amore. La logica del Salmo 139:19-22 non fa una piega. Rileggiamo queste parole: "Certo, tu ucciderai l'empio, o Dio; perciò allontanatevi da me uomini sanguinari. Essi parlano contro di te malvagiamente; i tuoi nemici si servono del tuo nome per sostenere la menzogna. SIGNORE, non odio forse quelli che ti odiano? E non detesto quelli che insorgono contro di te? Io li odio di un odio perfetto; li considero miei nemici". Per esempio, se qualcuno odia con tutto sé stesso mio figlio, il quale io amo in modo altrettanto forte, come potrei coerentemente manifestare verso quella persona un atteggiamento d'amore o di sentimentalismo? Davide fa a sé stesso la domanda retorica: "E non detesto quelli che insorgono contro di te?". Egli intende che, visto che egli ama Dio veramente, non potrà che odiare coloro che odiano il Dio che ama. Cfr. 2 Cronache 19:2 "Il veggente Ieu, figlio di Canani, andò incontro a Giosafat, e gli disse: «Dovevi tu dare aiuto a un empio e amare quelli che odiano il SIGNORE? Per questo fatto hai attirato su di te l'ira del SIGNORE".
Pregare affinché l'empio venga condannato
Sebbene la Scrittura mostri chiari esempi di credenti consacrati a Dio che implorano il Signore che ritardi o che ritiri il giudizio che sta per cadere sul capo del Suo popolo (ad es. Abramo per Lot, Mosé per Israele), essa è reticente al riguardo di tali appelli in favore dei pagani e dei malvagi da parte del popolo di Dio. E' esattamente il contrario: nella Bibbia abbiamo esempi ovvi e frequenti che mostrano figlioli di Dio che di fatto invocano che l'ira di Dio cada sui pagani. I salmi imprecatori (7, 35, 55, 58, 59, 69, 79, 109, 137, 139) contengono preghiere di Davide e di altri a che Dio faccia del male e distrugga individui malvagi. Essi sono chiamati salmi imprecatori perché un'imprecazione è una richiesta a che Dio maledica qualcuno. Queste sono preghiere del tutto bibliche cioè fanno parte della pura e santa Parola di Dio. Le imprecazioni di Paolo sono registrate in Galati 1:7-9 e sottintese in 5:12, e sono del tutto parallele a quelle sel salmista. "Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. (...) Si facciano pure evirare quelli che vi turbano!". Come è chiaro da Apocalisse 19:2, coloro che si rallegrano della disfatta dei nemici di Dio sono spinti a farlo dal desiderio a che trionfi la giustizia di Dio. Essi, cioè, sono più interessati alla giustizia ed alla rettitudine di Dio che del benessere dei malvagi. Essi fanno attenzione a non rovesciare l'ordine dei primi due grandi comandamenti: amare Dio con tutto il nostro cuore ed amare il prossimo come noi stessi.
Ciò che in realtà rivelano i sentimentalisti
Ciò che in realtà rivelano i sentimentalisti quando recalcitrano di fronte al desiderio ed alla preghiera che Dio condanni i malvagi è il loro imbarazzo nei confronti del rapporto di causa ed effetto fra il peccato ed il giudizio di condanna. Se noi odiamo per esermpio i risultati cattivi e viziosi dei pornografi, degli abortisti e delle sétte, ed al tempo stesso esitiamo nel chiedere un severo giudizio di Dio su chi opera queste cose, in realtà riveliamo il nostro disagio per un mondo dove il giudizio sia la conseguenza del peccato. Quando i sentimentalisti concedono che di fatto essi siano d'accordo che il giudizio sia la conseguenza del peccato ma che desiderino che tale giudizio sia ritardato ad una data più lontana o al giudizio finale, in realtà, con i loro scrupoli verso il giudizio di Dio sui malvagi, è come se essi si dichiarassero disposti a tollerare tutte le conseguenze negative di tali malvagi comportamenti. In altre parole, essi preferiscono tutte le malefiche conseguenze dell'omosessualità, la molestia dei bambini e la carneficina di esseri umani non ancora venuti alla luce, più di quanto vogliano che Dio manifesti oggi la Sua riprovazione colpendo severamente omosessuali, abortisti e molestatori di bambini.
Il modello manifestato dai santi nella Bibbia è diverso: i santi nella Bibbia pregano Dio affinché Egli giudichi i malvagi e Lo implorano a che Egli agisca immediatamente e senza ritardo. "Fino a quando, SIGNORE, sarai tu adirato? La tua gelosia arderà come fuoco per sempre? Riversa l'ira tua sulle nazioni che non ti conoscono e sui regni che non invocano il tuo nome" (Salmi 79:5,6). "Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»" (Apocalisse 6:10). In qualche modo essi sono impazienti con Dio; anche se non possono penetrare nei Suoi profondi consigli, essi disprezzano gli orribili risultati dell'opera dei malvagi e sanno che quei risultati cesseranno quando finalmente quegli operatori di malvagità saranno eliminati.
Giudizio come grazia. Essi sono consapevoli, come noi dovremmo esserlo, che il giudizio è una forma di grazia, proprio come la grazia è una forma di giudizio. Dio eseguì il Suo giudizio su Cristo affinché Egli potesse estendere a noi la Sua grazia, "Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" (2 Corinzi 5:21). Allo stesso modo, Dio estende al Suo popolo la Sua grazia (ed all'umanità in generale) quando distrugge i malvagi, perché nel distruggere i malvagi Egli ci libera dalle opere malvagie che piagano i figli di Dio e l'umanità in generale. Quando Egli storpia ed uccide aderenti di sétte e liberali in teologia, Egli impedisce la diffusione di dottrine eretiche che dannano anime. Quando Egli induce spacciatori di droga ad ammazzarsi fra di loro, egli salva la vita (e talora l'anima) di numerosi bambini ed adulti. Quando Egli riduce all'impotenza gli abortisti, Egli salva la vita di centinaia di migliaia di bambini che gli abortisti avrebbero ucciso. Isaia conosceva la verità di cui i cristiani sentimentalisti sono ignoranti: "Con l'anima mia ti desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me, ti cerco; poiché, quando i tuoi giudizi si compiono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia. Se si fa grazia all'empio, egli non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine e non considera la maestà del SIGNORE" (Isaia 26:9,10). E' il giudizio di Dio, non il Suo favore, che conduce il mondo alla giustizia. Dovremmo implorare Dio affinché operi giustizia sui malvagi perché il giudizio è una forma di grazia.
Pregare per la salvezza o per il giudizio? Alcuni si fanno degli scrupoli e contestano che si debba invocare il giudizio di Dio sui malvagi perché, a dir loro, Dio non vorrebbe la condanna dei malvagi, ma la loro salvezza. Tutto questo suona molto pio, ma è errato. Nonostante il fatto che in nessun luogo la Bibbia comandi ai credenti di pregare per la salvezza degli increduli, se noi dovessimo seguire il modello offerto dal Signore e dai Suoi discepoli noi dovremmo e pregare e operare per la salvezza degli irrigenerati. "Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola", "E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato" (Giovanni 17:20; Marco16:15,16). E' interessante però osservare come l'atteggiamento del popolo di Dio come rivelato dalla Bibbia su questo argomento non sia privo di apparenti contraddizioni. E' chiaro che Paolo desideri la salvezza dei suoi fratelli malvagi ma ignoranti, e sappia per rivelazione che questa preghiera non sarebbe stata esaudita: "Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati", "Isaia poi esclama riguardo a Israele: «Anche se il numero dei figli d'Israele fosse come la sabbia del mare, solo il resto sarà salvato" (Romani 10:1; 9:27). Eppure Asaf, nel Salmo 79 (e Davide in numerosi altri), prega: "Riversa l'ira tua sulle nazioni che non ti conoscono e sui regni che non invocano il tuo nome" (Sl.79:6). Paolo non prega che i sovvertitori della sana dottrina in Galati 1 siano salvati; egli prega che siano dannati. Questo atteggiamento non si riferisce all'umanità in generale; si riferisce ad individui apertamente malvagi e viziosi le cui azioni distruggono vite e dannano anime, cioè, coloro che attivamente cercano di sovvertire il Regno di Dio.
Elevare senza vergogna "imprecazioni" a Dio
Non è irragionevole, quindi, ritenere che la terribile condizione morale e spirituale del mondo occidentale sia dovuta in parte ai sentimentalisti ed all'atteggiamento sentimentalista della Chiesa cristiana. Essi sono come quei cittadini che in democrazia si lamentano dei politici corrotti e pure trascurano di andare a votare. Odiano la perversione, l'aborto, e le sétte, ma si fanno scrupoli nel pregare che Dio castighi severamente fin da oggi pervertiti, abortisti e settari. Essi soffrono di quella patente illogicità che accompagna coloro che rifiutano di affermare e di eseguire l'intero consiglio di Dio.
Peggio, senza dubbio alcuni fra loro sono riluttanti nel praticare la preghiera imprecatoria, perché credono che l'aumento della malvagità sia foriero dell'imminente ritorno del Signore. In altre parole, godono del fatto che il male si diffonda perché esso indicherebbe che il Signore stia presto per tornare. ("Si, le cose si stanno mettendo male, ma sia lode al Signore che stanno aumentando gli omicidi, che si stia diffondendo l'AIDS e la molestia dei bambini, perché questo significa che la venuta di Gesù è dietro l'angolo". Se questo atteggiamento vi sembra perverso, non abbiate paura di dirlo, perché di fatto lo è!
Quando odiamo i nemici di Dio (non i nostri, cfr. Mt. 5:44), noi dimostriamo il nostro amore per Dio (Salmi 139:19-22). Quando gridiamo a Dio che distrugga prontamente i malvagi, esprimiamo la nostra radicale avversione alle opere malvagie e le loro conseguenze, ed il desiderio che esse vengano frustrate (Apocalisse 6:9-11).
Per riassumere, se noi amiamo Dio ed odiamo il male, dovremmo pure odiare i Suoi nemici e pregare che essi, e di conseguenza le loro opere malvagie, siano distrutti?
Andrew Sandlin
P.C. 971227