Discussione:Predicazioni/1Corinzi/Come cristiani siamo “casa” e “tempio” di Dio

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Predicazione del 2003

Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 1 di 1 Un architetto ed una costruzione particolare… Architetti e chiese… L’architettura è veramente un’arte affascinante. Concepire, disegnare, costruire edi fici ed altre opere, e saperlo fare con perizia, è veramente un grande dono. Questa stra ordinaria perizia si acquisisce con lo studio diligente nelle facoltà universitarie di architet tura e la pratica “sul campo”, ma implica pure molta creatività e senso estetico. Molti og gi sono gli architetti che hanno acquisito notorietà, successo e ricchezza per le loro opere e competenza: a loro si affidano progetti anche ambiziosi. Ecco così che portano la loro firma edifici di ogni tipo: abitazioni, uffici, centri commerciali, scuole, chiese, ecc. Questi edifici sono spesso fotografati e studiati come autentiche opere d’arte. Non poche loro opere, però, lasciano spesso perplessi e suscitano molte discussioni, come certe chiese dalla conformazione folle ed anticonformista che, oltre ad essere spes so molto costose, riflettono l’idea che l’architetto ha di che cosa dovrebbe essere una chiesa e di quale messaggio dovrebbe dare la sua stessa struttura a chi la guarda o la frequenta. Il corrispettivo moderno delle antiche cattedrali suscita molti punti interrogati vi sulla loro effettiva opportunità e sul fatto se l’architetto abbia davvero compreso a che cosa debba servire una chiesa ed a quali criteri essa debba rispondere. Le chiese ideate da certi architetti, infatti, benché geniali e anche artisticamente notevoli, lasciano con la netta impressione che l’architetto, e forse anche il suo committente, non abbia idea alcu na dello spirito di Cristo, lo spirito dell’Evangelo, al cui servizio soltanto la chiesa deve porsi ed armonizzarsi! Edificare chiese, dunque. Qualcuno ha osservato come spesso si costruiscano gran di e straordinarie chiese proprio nei tempi di crisi e di prevalente indifferenza religiosa, tempi in cui ci si chiede quanti siano, poi, coloro che effettivamente le frequentino, cioè ben pochi fedeli. Queste “chiese” sembrano costruite soltanto per glorificare i loro archi tetti e la gente di potere che le ha commissionate. E’ la solita vecchia storia delle pateti che e proverbiali “cattedrali nel deserto”. Un libro scritto qualche anno fa su questo tema, di Cesare Marchi. era intitolato: “Grandi peccatori, grandi cattedrali”i. Se poi mettete in contrasto le grandi cattedrali semivuote con la presenza di comunità cristiane vivaci e numerose che si riuniscono piuttosto in locali di fortuna, capannoni industriali, magazzini e vecchi negozi, comprendete di che cosa io stia parlando. Che intende Dio per “chiesa”? Quando Dio, nella Sua Parola, la Bibbia, parla di “edificare chiese”, però, non inten de affatto quanto vi ho descritto fin ora, anzi, il Dio di Gesù Cristo non sembra per nulla interessato a “costruire chiese” al cui servizio e gloria (?) noi le vorremmo destinare. Nel Nuovo Testamento, infatti, non si fa menzione alcuna di chiese nel senso di edifici eccle siastici. Nel Nuovo Testamento l’edificio dove si incontrano i cristiani non è affatto impor tante, anzi, l’idea ste ssa di “tempio” è radicalmente criticata. Nel senso che le dà la Bibbia, infatti, la chiesa non ha a che fare con un bell’edificio. Campanili, travi, soffitti, serramenti, pareti intarsiate e dipinte artisticamente, l’organo, un impianto di amplificazione, banchi, pulpito… non è questo la chiesa! Al massimo, que ste sono strutture di servizio totalmente secondarie, relative. "Gesù ... disse: «...credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. (...) l'ora vie ne, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità»" (Gv. 4:21-24). La “chiesa” nella Bibbia, è ben altro da costruzioni in muratura progettati da valenti architetti. Nel Nuovo Testamento si parla di “edifici di Dio” e di “esperti architetti”, ma ci si ri ferisce ad altro. Ascoltate che cosa scrive l’apostolo Paolo nella prime sua lettera ai cri stiani di Corinto, al capitolo 3: Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 2 di 2 “Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio (9). Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fonda mento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra (10); poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù (11). Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, le gno, fieno, paglia (12), l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno (13). Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa (14); se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco (15)” (1 Co. 3:9-15).


1. Persone in carne ed ossa La prima cosa che rileviamo in questo testo è che “l’edificio di Dio” non è una co struzione in muratura o legno, ma si tratta di persone in carne ed ossa. L’Apostolo, rivol gendosi alla comunità cristiana di Corinto, dice “voi siete … l’edificio di Dio” (9). La chiesa del Signore Gesù è fatta di “materiale umano”. La Scrittura chiama i credenti “pietre vi venti” di un unico edificio, quello della Chiesa cristiana. Dice: “anche voi, come pietre vi venti, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sa crifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pi. 2:5). “Andiamo in chiesa oggi?” dice qualcuno. Se è però un cristiano, lui è parte della chiesa, e “chiesa” non vuole dire altro che incontrarsi con gli uomini e le donne che la compongono. La chiesa non è un edificio in muratura! Giocando un poco sulle parole, si potrebbe anche dire che è assurdo dire: “Raccogliersi nel silenzio di una chiesa”. A volte può essere necessario, ma non ci può essere “silenzio” in una vera chiesa, perché “chie sa” sono i credenti, ed è bello e importante parlare, comunicare, con la chiesa, cioè con i fratelli e sorelle nella fede. Una chiesa “che tace” è una chiesa malata, e per “parlare” non intendo inutili chiacchiere, ma dire ciò che veramente edifica, come dice la Scrittura: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che e difichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta” (Ef. 4:29). Si sente talvolta anche un’altra assurdità: c’è chi critica “la chiesa” perché fa o non fa questo o quello. La “chiesa” per queste persone è sempre “qualcun altro in qualche al tro posto”, spesso chi la dirige. Spesso non si rendono conto che loro stessi sono la chie sa, che i loro nomi sono scritti sui suoi registri come membri. Così. quando la criticano, in realtà dovrebbero criticare sé stessi, perché la fanno mancare del loro stesso contributo creativo e costruttivo. Anche chi dirige la chiesa è lì perché qualcuno ce lo ha messo… Magari è la persona sbagliata… ma chi ha permesso che occupasse quel posto? Bisogne rebbe allora dire: “E’ anche colpa mia se nella chiesa ci sono dei problemi, perché io non vi faccio ciò che dovrei fare, o peggio, io sono assenteista! Essa soffre a casa della mia negligenza”. 2. Gli esperti di “architetture spirituali” In secondo luogo, quando qui si parla di un “esperto architetto” si in tende l’Apostolo, îl ministro di Dio, cioè colui che Dio ha mandato per annunciare il messaggio dell’Evangelo e raccogliere ed organizzare come comunità coloro che a questo messaggio il Signore ha convertito. Gli apostoli qui sono chiamati “collaboratori di Dio”. Paolo affer ma di essere stato fatto, per la grazia di Dio, “architetto”. La sua competenza e perizia, in questo compito, deriva da Dio: è Lui che lo ha reso “esperto” (10). Insieme ai profeti, le colonne portanti della chiesa cristiana sono gli antichi apostoli, testimoni oculari della vicenda di Cristo, coloro che conservano “il deposito della fede”. Essi continuano a parlarci autorevolmente oggi nella Bibbia. Sono loro coloro ai quali co stantemente bisogna fare riferimento ed “insistere”, altrimenti l’edificio (della chiesa) ca drebbe. La chiesa cristiana è chiamata, nella Bibbia, “colonna e sostegno della verità” (1 Ti. 3:15). Essa però rimane tale nella misura in cui è sostenuta dalle colonne portanti di questo edificio: “Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 3 di 3 Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Ef. 2:20). Queste colonne sono essenziali, come disse l’apostolo Paolo, e a loro egli stesso fa riferimento per il suo ministero: “…riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne” (Ga. 2:9). Ecco perché oggi la Bibbia è fondamentale, essenziale, e dev’essere strumento costante nelle mani di un credente per la sua fede e la sua condot ta. L’architetto, o costruttore, ha una funzione essenziale nell’edificio. Il costruttore è quello che porta assieme i materiali, e li compone nel modo più appropriato, per assicu rarne la simmetria, la forza, la coerenza e la bellezza. Un costruttore saggio nella chiesa di Dio cerca anima dopo anima, la assicura alla salvezza dal peccato affinché ciascuna di esse possa prendere il posto che le spetta nel tempio del Signore Gesù Cristo. Il costrut tore deve essere esperto e competente nel suo lavoro, ed allora l’edificio sarà edificato nel modo migliore. I profeti e gli apostoli, che ci hanno lasciato le Scritture, godevano di una particolare assistenza ed ispirazione dello Spirito Santo. Per questo tutte le Scritture della Bibbia sono pienamente adeguate a guidare la Chiesa del Signore. E’ meraviglioso come Iddio abbia provveduto ed ancora provveda, affinché la Sua Chiesa sia di nulla mancante. Abbiamo ogni risorsa a nostra disposizione! "È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affin ché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stes so nell'amore" (Ef. 4:11-17). Queste risorse le dobbiamo utilizzare! 3. L’unico fondamento possibile di quest’edificio Se i mattoni dell’edificio della chiesa cristiana sono i singoli credenti, se le colonne sono gli apostoli ed i profeti, su che cosa deve poggiarsi il tutto? Non certo sulla sabbia, ma sulla salda roccia, e questa roccia non può altro che essere il Cristo. Infatti, e questo è il terzo punto, il testo mette in evidenza come questo edificio spirituale non possa che avere un unico fondamento: la Persona e l’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo: “poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” (11). Questo significa che la comunità cristiana, la chiesa, conserva la sua identità e può “reggere” solo quando si fonda su Cristo, sulla Parola di Dio, ed a questa rimane fedele. Qualcuno direbbe: “…è scontato che sia così!”. Invece non è affatto scontato che il fon damento della chiesa cristiana sia Cristo. Magari lo è solo formalmente, ma non in prati ca! Spesso è la sapienza umana e la ragione ad essere il fondamento di certe chiese, chiese che permettono ad essa di essere l’unica a determinarne la prassi e persino a giu dicare se la Bibbia sia o non sia autorevole. Il fondamento, però, deve essere il Cristo delle Scritture! Altre chiese mettono come propria base la loro tradizione, che onorano, in pratica, praticamente più che la stessa Parola di Dio. Vi è poi chi mette come fondamento della chiesa degli uomini, delle autorità, i loro “onorati fondatori”. Fondamento della chie sa, però, non è “un magistero”, “un papa”, un grande predicatore, un onorato fondatore denominazionale. E’ ai limiti della bestemmia dire: “Noi apparteniamo alla chiesa lutera na, o alla chiesa valdese, o a chissà che altro”. E’ cristiano dire: “Io appartengo alla chie sa di Cristo, della quale Cristo è l’unico fondamento ed elemento determinante”. Ricorda te che cosa disse Martin Lutero ai suoi seguaci in Germania? “Non chiamate questa, la “chiesa luterana”. Io, infatti, sono solo un sacco pieno di escrementi! Voi siete la Chiesa di Cristo. Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 4 di 4 L’apostolo Paolo, infatti, poco prima del nostro testo, diceva: “Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali? Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1 Co. 3:4-7). 4. I materiali da costruzione Su quel fondamento, Cristo, la comunità cristiana deve “edificare”. Come lo fa? “Con che cosa” costruisce? Quali sono i “materiali” con i quali i cristiani “costruiscono”, “allargano” la casa di Dio? Il testo usa, al riguardo delle metafore, e dice: “se uno co struisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia…” (12). Per rispondere allo scopo per il quale la comunità cristiana è stata istituita, essa deve crescere, crescere in numero, crescere nella fede e nell’amore, crescere qualitati vamente e spiritualmente. Cresciamo noi nella qualità della nostra vita cristiana, inte riormente e esternamente, nella nostra condotta, carattere, capacità comunicativa, im pegno, contribuzioni? L’apostolo prega dicendo: “…prego che il vostro amore abbondi sempre più in cono scenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio" (Fl. 1:9-11); “…perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e cre scendo nella conoscenza di Dio” (Cl. 1:10). La comunità cristiana deve crescere svolgen do sempre meglio i compiti che le sono stati affidati, cioè, nell’annunzio dell’Evangelo e nel praticare e promuovere quelli che la Bibbia chiama “i frutti dello Spirito Santo”, cioè: “… amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Ga. 5:22). Come singoli cristiani e come comunità noi ci adoperiamo per crescere moralmente e spiritualmente oppure siamo ammalati di rachitismo, infantilismo e sottosviluppo? Iddio, nella Scrittura ci esorta e ci dice: “…consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri” (1 Ts. 5:11); “…voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna" (Gd. 20,21). 5. Un edificio costantemente verificato In quinto ed ultimo luogo, deve essere chiaro che la “consistenza” di quell’edificio spirituale che è chiamato “chiesa”, è costantemente sotto giudizio critico da parte di Dio: “…l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poi ché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno” (13). Gli edifici invecchiano e si logorano, e se non si applica loro la necessaria manuten zione, se non li si ripara, se non li si restaura di tanto in tanto, vanno in rovina come cer te vecchie case nei centri storici delle città oppure certe stalle e fienili non più utilizzati in montagna. Soprattutto se si tratta di edifici pubblici il comune, o enti appositi, manda re golarmente degli ispettori per verificarne la tenuta e “l’agibilità”. Vi sono scuole che, prive della necessaria manutenzione, sono crollate addosso agli studenti ed agli insegnanti. Sono anche crollate palazzine di recente costruzione, edificate non secondo adeguati cri teri di sicurezza, soprattutto in presenza della minaccia di terremoti. Gli ispettori, quindi, le esaminano e possono ordinarne la riparazione, oppure, l’abbattimento, quando essa non è più possibile. A volte una vecchia casa la si deve smantellare e svuotare e qualcosa di più solido e funzionale ne prende il posto sul fondamento antico. Lo stesso accade per l’edificio spirituale della chiesa: Dio ne giudica regolarmente la consistenza, se essa risponde effettivamente agli scopi per la quale è stata fatta, se “chi la abita” può davvero, in essa, “trovarsi al sicuro”. Sotto l’attenta verifica: Iddio potrebbe Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 5 di 5 imporre la riparazione ed il restauro, e perfino l’abbattimento, se da Lui è giudicata irre cuperabile. Su quello stesso antico fondamento potrebbe essere costruita una nuova chiesa. Si, una chiesa può anche essere sciolta quando non risponde più a ciò a cui Dio l’ha chiamata, ed un’altra può prenderne il posto. Lo ritenete forse impossibile? Vi sembra impossibile che Dio giudichi così la chiesa? Egli la giudica costantemente! Certo, sarà il mondo incredulo e ribelle alla volontà di Dio ad essere giudicato colpevole e condannato da Dio: non c’è nulla di più sicuro di questo. Al giudizio, però, non sarà eso nerata la comunità cristiana. Iddio, un giorno, verificherà la fedeltà di coloro che dicono d’essere membri della chiesa. L’apostolo Pietro scrive: “Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?” (1 Pi. 4:17). Quale sarà, per noi, il verdetto di Dio, la conseguenza di quel Suo “fuoco” che met te ogni cosa in luce e che prova la consistenza del nostro essere cristiani? “…se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco” (15). E’ una verità indiscutibile che la nostra fede, sia personale che comunitaria, sia sot toposta a prove di ogni genere. Scrive Pietro: "... è necessario che siate afflitti da svaria te prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa del l'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo" (1 Pi. 1:6,7). Così anche Giacomo: “Fra telli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sa pendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Gm. 1:2-4). Ecco perché la fede evangelica afferma un principio troppo spesso solo teorico, cioè “Ecclesia reformata semper reformanda”, cioè “La chiesa riformata è sempre sottoposta alla riforma”, alla revisione, all’esame. Se essa non passasse all’attento esame da parte di Dio, potrebbe essere demolita e un’altra ricostruita. Ne siamo coscienti? Se non siamo fedeli, Dio non rimarrà privo di una chiesa: altri prenderanno il nostro posto. Conclusione Per concludere, dunque, l’architettura è un arte veramente affascinante. Architetti famosi progettano chiese che passano persino alla storia per la loro imponenza, confor mazione, simbolismo, collocazione e pregio artistico. E’ stato sempre così nella storia. Questi architetti possono, anzi, devono essere duramente criticati e contestati quando concepiscono chiese che difficilmente si armonizzerebbero con lo spirito di Cristo e dell’Evangelo, spirito pragmatico ed essenziale, teso a relativizzare il tempio come luogo di culto, per privilegiare l’elemento umano e di autentico servizio di Dio e del prossimo. Non dobbiamo, però, dimenticarci di quanto le Scritture dicono della Chiesa autenti ca: essa non è un edificio o un’istituzione, la chiesa sono persone di carne ed ossa, la chiesa è la comunità dei credenti. Essi sono le “pietre viventi” della chiesa, ed è un gran de onore e privilegio essere stati chiamati a farne parte. Gli architetti di questa “chiesa vivente” sono soprattutto i profeti e gli apostoli ispirati da Dio, che ci hanno lasciato i loro scritti nella Bibbia, autentico ed insostituibile “manuale per l’uso” della fede e della con dotta per ogni credente. L’unico fondamento possibile di questo edificio, però, è e non potrebbe essere altro, che la persona e l’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo, di cui la chiesa è “corpo”. Egli deve essere il fondamento unico della chiesa, e …non solo a pa role. Su questa base, secondo le strutture apostoliche, la comunità cristiana deve cresce re e svilupparsi in larghezza e profondità, numericamente, spiritualmente e moralmente, servendo sempre meglio, in questo mondo, il Signore Gesù. Questo è l’unico motivo per la sua esistenza. Questo lo dobbiamo fare anche perché saremo chiamati a rendere con to, come credenti, di come abbiamo costruito la chiesa del Signore, con quali “materiali”, con quanta diligenza. Ci verrà chiesto se e come avremo contribuito allo sviluppo della Chiesa del Signore. Un architetto ed una costruzione particolare… 10/30/2003, p. 6 di 6 E’ per questo che l’autentica chiesa di Gesù Cristo non potrà mai essere un corpo immobile, immutabile, sempre uguale a sé stesso. La vera chiesa di Gesù Cristo è una chiesa riformata sempre pronta a riformarsi per conformarsi sempre meglio alla volontà rivelata del Suo Signore e Salvatore Gesù Cristo. O è così, o non sarà nulla, anzi, potrà solo essere d’ostacolo al Suo Signore, il quale non esiterà a sbarazzarsene se essa non Lo servirà come deve farlo. Iddio, che non ha avuto scrupoli nell’accantonare l’antico Israele quando non lo serviva più come doveva e che si è scelto altri al suo posto, potrebbe forse non accantonare anche noi, qualora non svolgessimo il nostro dovere? Si, Egli l’ha fatto e lo sta facendo. Riascoltiamo gli ultimi versetti del nostro testo, che dicono: “Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco” (14,15). Il Signore Iddio non scherza con le cose sante, ed Egli è fedele alle Sue promesse, sia in bene che in male! Paolo Castellina, giovedì 30 ottobre 2003. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversa mente indicato, sono tratte dalla versione “La Nuova riveduta”, a cura della Società Bibli ca di Ginevra, prima edizione 1994. Culto a Stampa, del 2 novembre 2003, ore 10.30, Festa della Riforma. Testi per il culto: (1) Salmo 19:7-14; (2) De. 8; (3) 1 Tess. 4:1- 12; (4) Predicazione: 1 Cor. 3:9-15. Canti per il culto: (1) n. 133 (In questo dì, Si gnor); (2) n. 182 (Io sento la Tua voce); (3) n. 132 (Gloria al Signore della Chiesa); (4) n. 131 (Sol Cristo è della Chiesa…).



i MARCHI, Cesare, Grandi peccatori. Grandi cattedrali, Rizzoli, XI ediz.,1989, premio Bancarella, 1988.