Predicazioni/Romani/Gli effetti della disinformazione nel mondo e nelle chiese

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Gli effetti della disinformazione nel mondo e nelle chiese  

Le guerre non sono combattute solo sul terreno ma sempre di più oggi nel campo cognitivo.  Armi efficaci possono essere la diffusione attraverso i media controllati di disinformazione, distorsione e manipolazione della verità, notizie false, ecc. Hanno appreso a farlo bene dal loro "padre", il bugiardo ed assassino per eccellenza. E non solo nel mondo, ma anche infiltrandole nelle chiese. Non a caso l'apostolo Paolo ce ne mette in guardia al termine dell'epistola ai cristiani di Roma (Romani 16:17-18) e "seducono il cuore dei semplici”. Vediamo oggi come.

La disinformazione come arma 

Le guerre oggi non avvengono più soltanto nei classici ambiti di terra, mare e cielo, ma sempre di più nella cosiddetta “infosfera” cioè attraverso i mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione, stampa e reti sociali nell’Internet). Nazioni o gruppi di potere studiano scientificamente e realizzano strategie per manipolare l’opinione pubblica attraverso notizie false o abilmente distorte e questo per raggiungere i loro obiettivi e sconfiggere i loro avversari. Per questo scopo si avvalgono di servizi informativi da loro controllati o di loro proprietà dove giornalisti compiacenti o corrotti operano servendo gli interessi dei loro padroni. Questo è il campo della guerra psicologica [1] e della “guerra dell'informazione” [2], che consiste nell'uso pianificato della propaganda e di altre azioni psicologiche allo scopo di influenzare opinioni, emozioni, sentimenti, atteggiamenti e comportamenti della popolazione in modo tale da favorire il raggiungimento degli obiettivi che si intendono conseguire. Ne siete coscienti?

Colui che divide è sempre all’opera  

Nella guerra dell’informazione la questione della verità non ha alcuna importanza. Importa solo comunicare “quel che serve” al raggiungimento di determinati fini: il classico “il fine giustifica i mezzi”. Non si tratta, però, di un fenomeno moderno, perché il maestro nell’arte della disinformazione, bugiardo e assassino per biblica definizione, lo troviamo già in azione nel giardino dell’Eden a diffondere “le sue verità”. I “figli” di tale padre imparano sempre molto bene da lui (cfr. Giovanni 8:44). Rammentate? “Ora il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che l'Eterno Iddio aveva fatto; ed esso disse alla donna: ‘Come! Dio vi ha detto: 'Non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino?’” (Genesi 3:1). A queste pseudo-verità Adamo ed Eva, persuasi da ragionamenti ingannevoli, vi credono perché il loro fine sembra loro convenire maggiormente. La manipolazione ha dunque successo: vengono sviati, separati da Dio e rovinati.

Il termine stesso “Satana” letteralmente significa “colui che divide” perché da sempre, attraverso la menzogna, si propone di causare divisioni, promuovere il peccato e tentare di separare gli esseri umani da Dio. Indubbiamente Satana continua ad essere particolarmente attivo nell’ambito dello stesso movimento cristiano per sviare i credenti dalla verità rivelata e rovinarli, tentando di vanificare l’annuncio dell’Evangelo. Di questo era ben cosciente l’apostolo Paolo che, al termine della sua lettera ai cristiani di Roma, mette loro e noi in guardia da falsi fratelli che, insinuandosi a diverso titolo nelle comunità cristiane, diffondono con pretesti vari idee non conformi alla rivelazione biblica, quella che troviamo esposta nella Bibbia, che è stata ricevuta una volta per sempre e che rimane normativa per ogni cristiano.

L’Apostolo Paolo ci avverte 

L’Apostolo scrive: “Ora io vi esorto, fratelli, tenete d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali contro l'insegnamento che avete ricevuto e allontanatevi da loro. Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici” (Romani 16:17-18).

È il testo sul quale ci soffermiamo oggi. Esaminiamolo.

Un avvertimento 

Paolo dice: “Ora io vi esorto...”. Non si tratta semplicemente di una raccomandazione rivolta ai cristiani, ma di un ammonimento, un accorato appello, un monito che li mette in guardia da una reale evenienza. Partendo dalla comunità cristiana di Efeso egli pure aveva detto ai suoi responsabili: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge, e anche fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinare i discepoli dietro a sé. Perciò vegliate, ricordandovi che per un periodo di tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime” (Atti 20:28-31).

La necessità di vigilare

Il nostro testo poi dice dell’esigenza di: “tenere d'occhio” determinate persone. Nell’originale questo vuol dire guardarsi da, mettere in guardia, vigilare, avere gli occhi sempre aperti e addosso a chi arriva con intenzioni che presto si rivelano ostili e malvagie. La comunità cristiana, quella stabilita con l’annuncio dell’Evangelo conformemente alle Sacre Scritture, deve guardarsi da chi vi giunge con intenzioni eversive spesso nascoste. Questo non deve certo scadere nella paranoia, ma la vigilanza è necessaria. La comunità cristiana deve avere attente sentinelle dagli occhi bene aperti che vigilano “per far suonare l’allarme” di fronte ad un possibile pericolo. Satana per sé considera una minaccia l’annuncio e la pratica salvifica dell’Evangelo di Gesù Cristo. Farà così di tutto e astutamente per rovinarne l’opera. Di questo dobbiamo essere sempre coscienti.

Alla comunità cristiana di Corinto l’Apostolo scrive: “Temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti siano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza rispetto a Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno Spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi ben lo sopportate! (...) Quei tali sono dei falsi apostoli, degli operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. E non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce” (2 Corinzi 11:3-14).

Chi sono questi disinformatori?

Contrastare e annientare l’Evangelo, “contro l'insegnamento che avete ricevuto”, trasmesso autorevolmente dagli apostoli di Cristo, facendo distogliere da esso i credenti, è infatti l’obiettivo ultimo dei disinformatori. Chi sono questi “operai fraudolenti”? Ce n’erano allora e ce ne sono anche oggi in abbondanza.  Essi, pur vantando grandi titoli: “non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre”. L’espressione “il proprio ventre” o “i loro appetiti” potrebbe stare per molte cose: guadagno e interesse privato, ambizioni di potere e influenza,o oppure servizio reso a potentati, ideologie o tradizioni estranee. In ogni caso bisogna “smascherarli” perché costoro “non servono il nostro Signore Gesù Cristo”.

Il commentatore John Gill (1697-1771) dice al riguardo: “Non predicano lui, ma sé stessi; non cercano le cose di Cristo, il suo onore e la sua gloria, la diffusione del suo Evangelo e l'ampliamento del suo regno e dei suoi interessi; cercano le proprie cose, l'onore e gli applausi mondani, la ricchezza e la grandezza; cercano di piacere agli uomini, e perciò non sono servi di Cristo (...)  hanno trascurato le dottrine della giustizia e della pace, da cui scaturisce la gioia nello Spirito Santo, e quindi in queste cose spirituali non servono Cristo (...)  si dedicano al servizio di tutte le loro opinioni per gratificare e assecondare il loro appetito sensuale. A questo vizio erano particolarmente dediti [allora] i falsi maestri giudaizzanti: per questo l'apostolo li chiama talvolta cani (Filippesi 3:2), a causa della loro voracità  ed erano come si diceva fossero i Cretesi, “sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri” (Tito 1:12), riluttanti a lavorare e vivevano del bottino altrui”.

Che cosa provocano ?

Come realizzano i loro piani i disinformatori? Provocano astutamente le divisioni le divisioni (secondo la classica strategia del “Divide et impera” [6]), il futile dissenso. Creano fazioni inutili (prive di fondamento) come pure scandali. Il termine “scandalo” indica nella Bibbia generalmente qualcosa che fa inciampare (dal cammino della fede), un laccio per intrappolare, sedurre una persona e trascinarla nell’errore o nel peccato. 

Giovanni Calvino scrive al riguardo: “[Ecco] un'esortazione, dalla quale tutte le Chiese hanno spesso bisogno di essere stimolate; poiché i ministri di Satana sono sempre pronti a cogliere l'occasione per disturbare il regno di Cristo: e tentano di disturbare in due modi. Infatti o seminano discordia, allontanando gli animi degli uomini dall'unità della verità, oppure causano scandali, allontanando gli uomini dall'amore dell’Evangelo. Il primo male si realizza quando la verità di Dio si mescola con nuovi dogmi ideati dagli uomini; e quest'ultima avviene quando mediante varie arti viene resa odiosa e spregevole. Perciò [l’Apostolo] ordina a tutti coloro che hanno fatto l'una o l'altra di queste due cose di essere osservati, affinché non ingannino e catturino gli incauti (...). Né senza motivo richiedeva questa attenzione da parte dei fedeli; infatti accade spesso, per nostra negligenza o per mancanza di cura, che tali uomini malvagi facciano un grave danno alla Chiesa, prima di essere contrastati; e si insinuano anche, con sorprendente astuzia, allo scopo di fare del male, a meno che non siano attentamente sorvegliati”.

Qual è la loro strategia? 

Qual è la loro strategia? Appunto efficace seduzione: “con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici”. Un “dolce e lusinghiero parlare” è un discorso fluido, scorrevole, apparentemente plausibile, il parlare bene, il discorso pacato e con concetti non complicati che simula la verità e trae in inganno come la moderna disinformazione che passa attraverso i media principali o anche nelle comunità cristiane disavvedute ed acritiche. Sempre Calvino scriveva:  “[l’Apostolo] menziona un segno invariabile, mediante il quale si distinguono i falsi profeti dai servi di Cristo (...) Poiché essi si insinuavano con l'inganno e, assumendo un altro carattere, nascondevano la loro malvagità, allo stesso tempo indicava, affinché nessuno potesse essere ingannato, le arti che usavano: che si ingraziavano con una dolcezza di espressione. Anche i predicatori e hanno la loro cortesia e i loro modi piacevoli, ma uniti all'onestà, in modo da non consolare gli uomini con vane lodi, né adulare i loro vizi; ma gli impostori attirano gli uomini con l'adulazione, e risparmiano e assecondano i loro vizi, affinché possono mantenerli attaccati a se stessi” (Calvino).

Chi sono le loro vittime favorite? 

Chi sono le loro vittime favorite? Il nostro testo dice: “seducono il cuore dei semplici”. Il termine originale per “persona semplice” è “ἄκακος” cioè privo di malizia, senza astuzia e frode, che si fida di tutti, che non teme il male dagli altri, ignaro, innocente, ingenuo. Potrebbe essere il ritratto di una persona desiderabile, dal carattere amabile e positivo, ma talvolta è anche disavveduta, con scarso discernimento. Già nell’Antico Testamento è scritto “L'ingenuo crede tutto quello che si dice, ma l'uomo prudente bada ai suoi passi” (Proverbi 14:15)., come pure: “Fino a quando, o ingenui, amerete l'ingenuità?” (Proverbi 1:22). Absalom (o Assalonne) figlio degenere di Davide, aveva tentato di prendere il potere spodestando lo stesso Davide. Aveva con questo profittato della buona fede di israeliti ignari tirandoseli dietro nella sua rivolta:  “Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla” (2 Samuele 15:11).

È vero che una persona ripiena d’amore cristiano è descritta come colui o colei che: “non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non sospetta il male” (1 Corinzi 13:5). Soprattutto è il Signore Gesù stesso ad essere descritto come: “santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori” (Ebrei 7:26). Fintanto che ci troviamo in questo mondo decaduto, però, dobbiamo fare molta attenzione a chi ci sta attorno perché viviamo nel contesto di quello che la Scrittura chiama: “un secolo malvagio” (Galati 1:4). Anche la comunità cristiana, benché essa sia chiamata ad essere l’ambito in cui i credenti sono sulla via della santificazione, essi rimangono al tempo stesso giusti e peccatori e, come abbiamo già visto, vi potrebbero ben essere pure “falsi fratelli”. La semplicità deve sempre essere accompagnata dall’accortezza di una comunità cristiana che vigila su sé stessa. È il compito dei suoi pastori ed anziani, ma non solo.

Che fare allora? 

Di fronte a coloro che, con un’abile disinformazione, provocano divisioni e scandali promuovendo abilmente dottrine non conformi all’insegnamento autorevole degli apostoli e perché non seguono veramente il Signore Gesù, l’apostolo dice: “allontanatevi da loro”. Vuol dire: evitateli, tenetevi in disparte da loro, non lasciatevi coinvolgere. John Gill dice nel suo commentario: “...allontanatevi da loro come persone disordinate, che agiscono contrariamente alla dottrina e all'ordine dell’Evangelo, e dopo debita ammonizione respingeteli da ogni comunione con voi”.

In questo particolare testo non abbiamo evidentemente tutto l’insegnamento di come debba praticarsi la necessaria disciplina nella comunità cristiana - è presente altrove nelle Scritture. Questo, poi,  non preclude il dialogo e il dibattito nella comunità cristiana, fatto a modo e a tempo. Inoltre, sotto l’insegna della salvaguardia dell’unità e dell’ordine non si intende preservare tradizioni umane, sempre discutibili, ma solo la Parola di Dio.

Giovanni Calvino scrive: “... osservate che [l’Apostolo qui] parla a coloro ai quali era stata insegnata la pura verità di Dio. È sì un tentativo empio e sacrilego di dividere coloro che concordano nella verità di Cristo: ma tuttavia è un vergognoso sofismo difendere, sotto il pretesto della pace e dell'unità, un'unione nella menzogna e nelle dottrine empie. Non vi è quindi alcun motivo perché i papisti cerchino il consenso di questo testo al fine di suscitare ostilità contro di noi. Noi infatti non contestiamo né facciamo a pezzi il vangelo di Cristo, ma le falsità del diavolo, dalle quali è stato finora oscurato. Anzi, Paolo mostra chiaramente di non condannare ogni sorta di discordie, ma quelle che distruggono il consenso nella fede ortodossa; poiché la forza di questo brano sta nelle ‘parole che avete imparato’; poiché era dovere dei Romani, prima che ricevessero un giusto insegnamento, allontanarsi dalle abitudini ereditate dei loro padri e dalle istituzioni dei loro antenati”.

Insomma, attenzione ai provocatori e a chi, per i suoi malvagi disegni, non teme di manipolare la verità per dividere, creare ostacoli all’Evangelo e distruggere. “State alla larga da quelli che provocano divisioni e scandali, e insegnano di Cristo cose che sono contrarie a ciò che vi è stato insegnato. Questi «maestri» non lavorano per il nostro Signore Gesù Cristo, ma soltanto per riempirsi la pancia. Hanno la parola facile e riescono spesso a mettere nel sacco la gente semplice” (versione “La Parola è Vita”).

Paolo Castellina, 4 novembre 2023

Note

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_psicologica

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dell%27informazione

[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Post-verit%C3%A0

[4] https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Teopedia/Fine_giustifica_i_mezzi 

[5] https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Teopedia/Divide_et_impera  

Wars are not only fought on the ground but increasingly today in the cognitive field.  Effective weapons can be the spread through controlled media of disinformation, distortion and manipulation of the truth, fake news, etc.  They learned to do it well from their "father", the liar and murderer par excellence.  And not only in the world, but also by infiltrating them into churches.  It is no coincidence that the apostle Paul warns us about this at the end of the epistle to the Christians of Rome (Romans 16:17-18) and "they seduce the hearts of the simple". Let's see today how.