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Realismo politico

Per "realismo politico" si intende una dottrina economica e politica elaborata da Hans Morgenthau (1904-1980), uno dei più importanti teorici della politica internazionale del XX secolo. Nato in Germania e poi emigrato negli Stati Uniti, Morgenthau è stato professore di scienze politiche presso l'Università di Chicago e l'Università di New York.

Il realismo politico è una teoria della politica internazionale che si concentra sulla natura del potere e delle relazioni tra gli Stati. Secondo il realismo politico, gli Stati sono gli attori principali della politica internazionale e sono motivati principalmente dall'interesse nazionale, ovvero dal desiderio di acquisire e mantenere il potere e la sicurezza.

Il realismo politico sostiene che gli Stati non agiscono sulla base di ideali come la giustizia o la morale, ma piuttosto cercano di massimizzare il loro potere e la loro influenza. Questo porta a una visione del mondo che è spesso cinica e pessimista, in cui la cooperazione internazionale è vista come difficile da raggiungere e le guerre e le crisi sono considerate inevitabili.

Morgenthau ha sviluppato il concetto di realismo politico nel suo libro del 1948 "Politics Among Nations", che è diventato uno dei testi fondamentali della politica internazionale. Nel libro, Morgenthau sostiene che il realismo politico è una teoria scientifica della politica internazionale, che si basa sulla comprensione della natura umana e delle relazioni di potere tra gli Stati.

Il realismo politico ha avuto una forte influenza sulla politica internazionale durante la Guerra Fredda e oltre, e ha guidato la politica estera di molti paesi, inclusi gli Stati Uniti. Tuttavia, il realismo politico è stato anche oggetto di critica da parte di altre teorie della politica internazionale, che mettono in dubbio la sua visione pessimistica e la sua enfasi sull'interesse nazionale come unica motivazione degli Stati.

La visione di Morgenthau può essere considerata pessimista per vari motivi.

  • In primo luogo, il realismo politico parte dall'idea che gli Stati siano motivati principalmente dall'interesse nazionale e dal desiderio di acquisire e mantenere il potere e la sicurezza. Questo porta a una visione della politica internazionale in cui gli Stati sono in costante conflitto tra loro, e la cooperazione internazionale è vista come difficile da raggiungere.
  • In secondo luogo, Morgenthau sostiene che la politica internazionale sia governata dallalegge del potere, e che i paesi debbano fare affidamento sulla forza militare per proteggere i propri interessi e garantire la sicurezza. Questa visione può essere considerata pessimistica perché suggerisce che la guerra e la violenza siano inevitabili nella politica internazionale.
  • In terzo luogo, Morgenthau afferma che la natura umana sia fondamentalmente egoistica e che gli individui e gli Stati agiscano principalmente per il proprio interesse. Questa visione pessimistica della natura umana suggerisce che la moralità e la giustizia siano spesso sacrificate in favore del potere e dell'interesse nazionale.

Infine, Morgenthau sostiene che le sfide globali, come la guerra nucleare o il cambiamento climatico, siano difficili da affrontare a causa della natura egoistica degli Stati e della mancanza di una governance internazionale efficace. Questa visione pessimistica suggerisce che il mondo sia intrinsecamente instabile e che le sfide globali siano difficilmente risolvibili.

I sei principi del realismo poltico

Hans Morgenthau ha enunciato sei principi fondamentali del realismo politico nella sua opera principale, "Politics Among Nations: The Struggle for Power and Peace", pubblicata nel 1948. Questi sei principi sono i seguenti:

  1. Il primato del concetto di interesse nazionale: secondo il realismo politico, gli Stati agiscono principalmente per il loro interesse nazionale, ovvero per acquisire e mantenere il potere e la sicurezza. L'interesse nazionale è quindi il principale criterio di valutazione delle azioni degli Stati.
  2. La natura conflittuale della politica internazionale: il realismo politico sostiene che la politica internazionale sia caratterizzata dalla competizione e dal conflitto tra gli Stati. Questo conflitto può assumere forme diverse, come la guerra, la diplomazia coercitiva, la guerra economica, ecc.
  3. La centralità del concetto di potere: il potere è il fattore chiave della politica internazionale. Il realismo politico considera il potere come la capacità di un attore di influenzare gli altri, sia attraverso la forza militare che attraverso la diplomazia o l'economia.
  4. La comprensione della natura umana: il realismo politico si basa sulla comprensione della natura umana come essenzialmente egoista e motivata dall'interesse. Secondo Morgenthau, questa comprensione della natura umana è fondamentale per la comprensione della politica internazionale.
  5. La centralità delle relazioni tra gli Stati: il realismo politico si concentra sulle relazioni tra gli Stati, piuttosto che su questioni come i diritti umani o la giustizia. Questo perché gli Stati sono i principali attori della politica internazionale e le loro relazioni determinano in gran parte il corso degli eventi internazionali.
  6. La necessità di bilanciare i valori e gli interessi nazionali: il realismo politico sostiene che gli Stati debbano bilanciare i loro valori e gli interessi nazionali. Ciò significa che gli Stati devono essere disposti a sacrificare alcuni valori, come la libertà o la giustizia, se questi valori entrano in conflitto con l'interesse nazionale.

Si potrebbe dire che la dottrina di Morgenthau abbia elementi di pragmatismo, in quanto si concentra sulla realpolitik, ovvero sulla valutazione delle relazioni di potere tra gli Stati e sul perseguimento dell'interesse nazionale. Tuttavia, il realismo politico di Morgenthau va oltre il semplice pragmatismo, in quanto fornisce una teoria complessiva della politica internazionale che tiene conto della natura umana, del conflitto tra gli Stati e dell'importanza del potere.

Ha osservato nella rivista Christianity and Crisis [1] che "nessuna trasformazione qualitativa così radicale della struttura delle relazioni internazionali si è mai verificata nella storia"[2].

Per quanto riguarda la pratica degli Stati e dei blocchi di potere oggi, è possibile che molte nazioni utilizzino elementi del realismo politico di Morgenthau nella loro politica estera. Ad esempio, gli Stati possono cercare di massimizzare il loro potere e la loro influenza, e possono concentrarsi sulla sicurezza nazionale e sugli interessi nazionali. Tuttavia, ci sono anche molte altre teorie della politica internazionale che influenzano la pratica degli Stati, come il liberalismo, il costruttivismo e il marxismo.

Si sostiene che, in contrasto con le interpretazioni tradizionali, la teoria della politica internazionale di Morgenthau si occupa principalmente della normativa e che, in contrasto con i resoconti revisionisti, la teoria morale che genera è radicata nella tradizione giudaico-cristiana del pensiero morale. Morgenthau adotta un quadro morale agostiniano, piuttosto che hobbesiano-machiavellico, riconciliando i principi cosmopoliti con una realtà recalcitrante rappresentando il loro rapporto come una tensione dialettica. Questo lo porta a sviluppare una moralità pratica che sottolinea la continua applicazione degli imperativi cosmopoliti all'azione, mitigata da un orientamento consequenzialista che richiede che siano applicati con cautela e sempre adattati alle circostanze. Ciò genera una moralità politica che concilia gli imperativi della moralità e della sopravvivenza nazionale affermando che, mentre l'interesse nazionale deve essere protetto, deve essere sempre soggetto a rigide limitazioni morali. Si conclude quindi che il suo approccio alla fine culmina in un'etica tradizionale, giudaico-cristiana, non perfezionista [3].

In ogni caso, è importante sottolineare che il realismo politico di Morgenthau non è l'unico approccio alla politica internazionale e che ci sono molte altre prospettive e teorie che possono fornire una comprensione diversa e più ampia degli eventi internazionali.

Riferimenti

Note

[1] La rivista "Christianity and Crisis" non esiste più. La rivista è stata pubblicata per la prima volta nel 1941 e ha cessato le pubblicazioni nel 1992, a causa di difficoltà finanziarie. Durante la sua lunga storia, "Christianity and Crisis" ha avuto diversi editori e direttori. Tra questi, ci sono stati Reinhold Niebuhr, uno dei più importanti teologi del XX secolo, e Paul Tillich, un altro noto teologo e filosofo. Altri editori e direttori della rivista includono John C. Bennett, Walter W. Van Kirk, William Adams Brown, Jr., e William H. Adams. Negli anni '50 e '60, "Christianity and Crisis" è stata una rivista influente e rispettata nel mondo accademico e religioso degli Stati Uniti. La rivista ha affrontato molte questioni sociali e politiche, tra cui la guerra fredda, il razzismo, la povertà e la giustizia sociale. La sua influenza si è estesa anche oltre gli Stati Uniti, poiché la rivista ha avuto una vasta diffusione internazionale e ha attirato contributi da intellettuali e leader religiosi di tutto il mondo.

[2] Hans Morgenthau ha scritto diversi articoli per "Christianity and Crisis" tra il 1941 e il 1968. "Christianity and Crisis" era una rivista pubblicata negli Stati Uniti che si occupava di questioni religiose, politiche e sociali. Ecco alcuni degli articoli più noti di Morgenthau pubblicati su "Christianity and Crisis":

  • "The Moral Dilemma of Modern Warfare", pubblicato nel 1941: in questo articolo, Morgenthau discute dei dilemmi etici associati alla guerra moderna e sostiene che l'unico modo per ridurre la sofferenza umana causata dalla guerra sia quello di prevenirla attraverso la diplomazia.
  • "The New Belief in Progress and the Crisis of Western Civilization", pubblicato nel 1954: in questo articolo, Morgenthau critica l'idea del progresso come fondamento della civiltà occidentale e sostiene che questa idea ha portato a una crisi culturale e morale.
  • "The Purpose and Policy of the United States in Asia", pubblicato nel 1958: in questo articolo, Morgenthau discute della politica estera degli Stati Uniti in Asia e sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sulla diplomazia piuttosto che sulla forza militare per raggiungere i loro obiettivi nella regione.
  • "The United States and the World Revolution", pubblicato nel 1960: in questo articolo, Morgenthau discute della politica estera degli Stati Uniti nei confronti dei paesi del Terzo Mondo e sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero cercare di evitare di interferire negli affari interni di questi paesi.
  • "Ethics and Foreign Policy: A Symposium", pubblicato nel 1968: in questo articolo, Morgenthau partecipa a un dibattito su come l'etica dovrebbe influenzare la politica estera degli Stati Uniti.

Questi sono solo alcuni degli articoli che Morgenthau ha scritto per "Christianity and Crisis". La sua opera completa può essere consultata negli archivi della rivista o su altri siti web di archivio.

[3] https://www.cambridge.org/core/journals/review-of-politics/article/abs/moral-politics-of-hans-morgenthau/00C47F19898E3034D8A5C34C7FDCB54A