Teopedia/Iconoclastia
Iconoclastia
L'iconoclastia è una parola che deriva dal greco "icono" (immagine) e "klastes" (che distrugge). In ambito cristiano, l'iconoclastia si riferisce al movimento storico che ha condotto alla distruzione delle immagini sacre (iconografia) e delle statue nelle chiese.
L'iconoclastia si diffuse nell'impero bizantino nell'VIII secolo, dove si sviluppò una forte polemica riguardo alla venerazione delle immagini sacre. Questo movimento fu guidato dall'imperatore Leone III, che promosse una politica di distruzione delle immagini sacre nelle chiese e la loro rimozione dalla liturgia. Questo comportò una forte resistenza da parte dei cristiani che erano legati alla tradizione di venerazione delle immagini, soprattutto nell'Impero d'Oriente. Il conflitto raggiunse il culmine durante il regno dell'imperatore Leone V, quando le immagini furono bandite completamente dalle chiese, ma questo portò a una forte reazione da parte del popolo che portò alla loro reintroduzione.
Il Concilio di Nicea II, nel 787 d.C., sancì la vittoria dei sostenitori delle immagini, confermando la legittimità della loro venerazione. Tuttavia, l'iconoclastia continuò ad esistere in diverse forme, anche dopo la vittoria degli iconoduli.
In Occidente, l'iconoclastia non ebbe mai molto seguito, e le immagini sacre continuarono a essere venerate. Nel corso dei secoli, il ruolo delle immagini nella liturgia cristiana è stato oggetto di discussioni e dibattiti, ma la maggior parte delle confessioni cristiane oggi considera le immagini sacre come parte integrante della propria tradizione religiosa.
In sintesi, l'iconoclastia è stata un movimento storico nel cristianesimo che ha cercato di eliminare l'uso delle immagini sacre nella liturgia. Nonostante i sostenitori dell'iconoclastia abbiano avuto successo per un breve periodo nell'impero bizantino, la maggior parte dei cristiani ha continuato a venerare le immagini sacre, considerandole una parte essenziale della loro fede.
Iconoclastia nel Protestantesimo
L'iconoclastia ha svolto un ruolo significativo anche nel contesto del Protestantismo, in particolare durante la Riforma Protestante nel XVI secolo.
Il movimento protestante nacque in opposizione alla Chiesa Cattolica, in parte a causa della crescente preoccupazione per la corruzione e l'idolatria all'interno della Chiesa. Molti dei primi riformatori, come Martin Lutero e Jean Calvin, erano critici nei confronti delle sacre nella liturgia e nella devozione popolare.
In particolare, i riformatori protestanti erano preoccupati per il fatto che l'uso di immagini potesse portare alla venerazione degli oggetti e degli elementi creati, piuttosto che a una focalizzazione sulla divinità. Questo li portò a promuovere l'eliminazione delle immagini sacre dalle chiese protestanti e dalla pratica religiosa in generale.
Il movimento iconoclasta protestante si diffuse in particolare in Inghilterra, dove nel XVI secolo, durante il regno di Edoardo VI, furono eliminate le immagini sacre e gli altari dalle chiese. La maggior parte delle statue e delle pitture religiose vennero distrutte, e molte chiese furono ridotte ad ambienti spogli e semplici.
Tuttavia, l'iconoclastia protestante non fu universale. Alcune chiese protestanti mantennero l'uso di immagini sacre, in particolare le chiese luterane e anglicane. Inoltre, molte chiese protestanti, soprattutto quelle di tradizione calvinista, mantennero un atteggiamento critico verso le immagini sacre, ma non eliminarono completamente la loro presenza dalla liturgia.
In sintesi, l'iconoclastia ha avuto un ruolo importante anche nel contesto del Protestantesimo, in particolare nella lotta contro la corruzione e l'idolatria all'interno della Chiesa. Mentre alcuni riformatori hanno promosso l'eliminazione completa delle immagini sacre, altri hanno mantenuto la loro presenza nella liturgia protestante.
Secondo Calvino, l'uso di immagini sacre nella liturgia e nella devozione popolare è contrario alla volontà di Dio e costituiva una forma di idolatria. Calvino sosteneva che la Bibbia vietava l'adorazione di immagini e oggetti sacri, e che il loro uso avrebbe distratto la gente dalla vera fede. Inoltre, Calvino riteneva che l'uso delle immagini sacre fosse stato introdotto dalla Chiesa Cattolica come una forma di controllo sulla popolazione, e che questo avesse contribuito alla corruzione della Chiesa.
Per questi motivi, l'iconoclastia calvinista promuoveva l'eliminazione completa delle immagini sacre dalle chiese e dalla pratica religiosa in generale. Molti luoghi di culto protestanti calvinisti sono stati privati di statue, pitture e altre immagini sacre, con l'obiettivo di ridurre l'attenzione dei fedeli su elementi creati piuttosto che sulla divinità.
Tuttavia, l'iconoclastia calvinista non fu universalmente accettata all'interno del Calvinismo, e ci furono diverse correnti di pensiero che difesero l'uso delle immagini sacre nella liturgia. In particolare, alcune chiese calviniste come la Chiesa di Scozia, mantennero l'uso delle immagini sacre nella loro liturgia.
In sintesi, l'iconoclastia calvinista si basava sulla convinzione che l'uso di immagini sacre nella liturgia e nella devozione popolare fosse contrario alla volontà di Dio e costituisse una forma di idolatria. Questo movimento promuoveva l'eliminazione completa delle immagini sacre dalle chiese e dalla pratica religiosa in generale, anche se non fu universalmente accettato all'interno del Calvinismo.
Riferimenti
Articolo sull'iconoclastia della Wikipedia molto bene documentato: https://it.wikipedia.org/wiki/Iconoclastia