Teopedia/Potere della Chiesa
Il potere della Chiesa
L'espressione "potere della chiesa" è stata tanto abusata nel corso dei secoli che ci si sente spesso molto imbarazzo persino ad usarla. Quante volte, infatti, esso è stato abusato da organizzazioni ecclesiastiche e sétte per opprimere le persone. Si tratta, però, di ricondurla sui suoi legittimi e biblici binari, riscoprendone la valenza.
E' necessario così ribadire preliminarmente che potere ed autorità appartengono soltanto a Dio ed al Suo Cristo e che essa non è delegata ad alcuno. Gesù disse: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra" (Matteo 28:18). Solo le Sacre Scritture, inoltre, in quanto Parola di Dio, sono l'autorità prima ed ultima sulla fede e sulla condotta del cristiano, la regola suprema di fede. La Chiesa ha autorità solo in senso derivato ed è soggetta ad esse. L'articolo XX dei "Trentanove articoli di religione" della Chiesa anglicana, bene ribadisce: "La chiesa ha il potere di decretare riti o cerimonie e ha autorità nelle controversie di fede; tuttavia, non e lecito alla chiesa comandare qualunque cosa che sia contraria alla Parola scritta di Dio, ne può spiegare un passo scritturale in modo che esso sia in contraddizione con un altro. Per cui, benché la chiesa sia testimone e custode della sacra Scrittura, ciò nondimeno, come non deve decretare nulla contro la stessa, così non deve prescrivere nulla, oltre la stessa, che debba essere creduto come necessario per la salvezza".
Detto questo, è possibile, anzi necessario, parlare dell'autorità e del legittimo potere della Chiesa nei termini seguenti. La fonte dell'autorità della Chiesa è Gesù Cristo, sul quale essa è fondata come su una roccia. "Io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell'inferno non la potranno vincere" (Mt. 16:18; cfr. De. 32:6).
Gli ufficiali della Chiesa sono investiti della loro autorità non da uomini, ma da Cristo stesso (1 Ti. 3). Come tale la Chiesa esercita un potere spirituale sui suoi membri: "Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt. 16:19).
Il suo potere è esercitato soprattutto sullo spirito dei credenti (Galati 5:22-25) e questo si riflette su come essi si conducono nel corpo e servono il Cristo. Il governo della Chiesa è una giurisdizione autentica e valida, derivata dalla Parola di Dio.
Ad ogni cristiano Iddio comanda di sottomettersi al governo biblico e legittimo della Chiesa come un'obbedienza rivolta a Cristo. Quando le decisioni degli ufficiali della Chiesa sono rese secondo i precetti della Scrittura. "Allora l'Eterno disse a Mosè: «Radunami settanta uomini degli anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come suoi funzionari; conducili alla tenda di convegno e là rimangano con te. Io scenderò e là parlerò con te; prenderò quindi dello Spirito che è su di te e lo metterò su di loro, perché portino con te il peso del popolo, e tu non lo porti più da solo" (Nu. 11:14-17); cfr. Atti 15.
Il potere della Chiesa è triplice ed è attraverso di esso che i suoi ufficiali esercitano giurisdizione, guida, e ordine. Il triplice potere della Chiesa: (1) "Potestas dogmatica" o "potestas docendi", (2) "Potestas gubernans", o "potestas ordinans". (3) "Potestas misericordiae".
1. Potestas dogmatica
La potestas dogmatica o docendi è il mandato che Dio affida alla Sua Chiesa rispetto alla verità, verso la quale essa ha precisi doveri. Essa deve essere testimone della verità verso quelli di fuori e testimone ed insegnante di coloro che sono nell'ambito della Chiesa. Dato che la Chiesa è depositaria delle Scritture, i suoi ministri devono difendere questo prezioso retaggio ed usare ogni possibile mezzo per la divulgazione del loro messaggio. La Chiesa esercita questo potere in modi diversi:=
La Chiesa preserva la Parola di Dio dall'errore e ne espone il contenuto con diligente ricerca del suo significato ispirato e stabilito internamente da Dio. Testimonia della verità amministrando rettamente le ordinanze, cioè predicando la Parola e ed amministrando i sacramenti. Imposta con precisione la sua confessione di fede come esposizione derivata della Parola. Coltiva lo studio della teologia e dell'etica.
"Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato"; "E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di annunziare la buona novella: che Gesù è il Cristo" (At. 5:42); (Mt. 28:18-20); "O Timoteo, custodisci il deposito che ti è stato affidato, evitando i discorsi vani e profani e le argomentazioni contrastanti di quella che è falsamente chiamata scienza" (1 Ti. 6:20). "Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera" (2 Ti. 3:16,17); "predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina" (2 Ti. 4:2).
2. Potestas gubernans
La potestas gubernans è il compito divino per il quale la Chiesa regola e governa i suoi affari affinché "ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine" (1 Co. 14:40). Come tale la Chiesa porta ad effetto tutte le leggi comandate da Dio alla Chiesa. Inoltre, sorgono numerose occasioni in cui deve stabilire delle regole al fine di applicare in modo appropriato i precetti di Dio nelle situazioni specifiche in cui Dio l'ha posta. Al fine di realizzare l'amministrazione di "decoro e decenza", le è data autorità di proteggere la santità della chiesa ammettendone coloro che sono approvati ed escludendone coloro che vivono in modo disonorevole o che si allontanano dalla verità.
"Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt. 16:19); "Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare. Tocca forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Ora è Dio che giudica quelli di fuori. Perciò togliete il malvagio di mezzo a voi" (1 Co. 5:13); "Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato" (Tt. 1:5).
Vedi: Disciplina della Chiesa
3. Potestas misericordiae
La potestas misericordiae è il compito divino per il quale il Signore comanda alla Chiesa di provvedere per i poveri come sua prima responsabilità, e andare presso i poveri per portare loro mezzi di carità e benevolenza secondo i modi prescritti nella Legge di Dio. Tale carità e benevolenza include l'amministrazione della Parola. Con tali mezzi la Chiesa si impegna in atti di misericordia che tendono alla debilitazione del regno di Satana, spogliando il suo potere predatorio e usurpato da ogni ingannevole coltre di bontà e tenerezza.
"Se vi sarà qualche tuo fratello bisognoso in mezzo a te, in alcuna delle tue città del paese che l'Eterno, il tuo DIO, ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la tua mano davanti al tuo fratello bisognoso; ma gli aprirai generosamente la tua mano e gli presterai quanto gli occorre per venire incontro al bisogno in cui si trova. Bada che non vi sia alcun cattivo pensiero nel tuo cuore, che ti faccia dire: "Il settimo anno, l'anno di remissione, è vicino", e il tuo occhio sia cattivo verso il tuo fratello bisognoso e tu non gli dia nulla; egli griderebbe contro di te all'Eterno e ci sarebbe del peccato in te. Dàgli generosamente, e il tuo cuore non si rattristi quando gli dai, perché proprio per questo, l'Eterno, il tuo DIO, ti benedirà in ogni tuo lavoro e in ogni cosa a cui porrai mano. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese, perciò io ti do questo comandamento e ti dico: "Apri generosamente la tua mano a tuo fratello, al tuo povero e al tuo bisognoso nel tuo paese" (Deuteronomio 15:7-11); "Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove venivano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana. Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: «Non è bene che noi, lasciata la parola di Dio, serviamo alle mense. Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compiti" (At. 6:1-3); "Mentre dunque abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede" (Ga. 6:10); istituzione dei diaconi (Atti 6:1-7).
L'autorità investita su tutta la Chiesa. Il potere e l'autorità di cui è investita la Chiesa di Cristo, appartienea tutti i suoi membri e non solo ai suoi ufficiali. Ogni cristiano è sacerdote gode dello Spirito dell'Iddio vivente ed è chiamato da Cristo a partecipare al culto, all'edificazione ed alla testimonianza della Chiesa. Ogni Chiesa funziona e cresce come corpo di Cristo quando è ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l'edificazione di se stesso nell'amore (Cfr. Efesini 4:11-17).
Il potere del corpo dei cristiani in ciascuna comunità locale include l'autorità sia di desiderare che di chiamare speciali ufficiali che la servano. Il potere di sovrintendere di cui sono investiti gli ufficiali di una chiesa particolare è eseguito da coloro che i membri della comunità avranno chiamato a tale autorità mediante elezione. La comunità cristiana è responsabiledi fronte a Dio di eleggere a quest'ufficio gli uomini meglio adatti per esso.
"Scegliete dalle vostre tribù degli uomini saggi e dotati di discernimento e di esperienza, e io li costituirò vostri capi". E voi mi rispondeste, dicendo: "La cosa che tu proponi di fare è buona". Allora presi i capi delle vostre tribù, uomini saggi e dotati di esperienza e li costituii vostri capi, capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine, capi di decine, e ufficiali delle vostre tribù. In quel tempo diedi quest'ordine ai vostri giudici dicendo: "Ascoltate le dispute tra i vostri fratelli e giudicate con giustizia tra un uomo e suo fratello o il forestiero che sta con lui. Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo e al grande; non temerete alcun uomo, perché il giudizio appartiene a DIO; il caso che è troppo difficile per voi lo recherete a me, e io lo ascolterò" (Deuteronomio 1:13-17); "Esorto gli anziani che sono fra voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sono anche partecipe della gloria che dev'essere rivelata: pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà, e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati, ma essendo i modelli del gregge. 4 E quando apparirà il sommo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce" (1 Pi. 5:1-4).
Gli anziani (chiamati nella Scrittura presbiteri) sono gli unici governanti della Chiesa e, insieme, sono chiamati ad essere il collegio degli anziani (o presbiterio) della comunità. Il presbiterio consiste del ministro (pastore o anziano con compiti di insegnamento) e gli anziani con compito di governo della chiesa. Solo i membri del presbiterio rappresentano la comunità nei presbiteri sinodali o assemblee generali.
Il governo della Chiesa è affidato dalla Scrittura agli anziani della chiesa locale. La giurisdizione congiunta della comunità locale e nei presbiteri sinodali è presentata in entrambi i Testamenti. E' organizzata ed amministrata secondo il modello presentato dal Nuovo Testamento, con precedenti derivati dall'Antico Testamento, in particolare nelle regole di condotta e nei principi stabiliti dalla Legge di Dio (il Pentateuco). Cfr. De. 1:13-17, Atti 15.
La Parola di Dio stabilisce pure la presenza di corti di giudizio (in prima istanza e d'appello). Tali corti sono investite dell'autorità di giudicare secondo l'autorità affidata loro dalle chiese, come data dal Capo della Chiesa, Gesù Cristo.
Dio solo è Signore sulla coscienza e l'ha liberata da tutte le dottrine ed i comandamenti umani in qualche modo contrari alla sua Parola, o collaterali ad essa per quanto riguarda la fede o il culto. Perciò credere a tali dottrine o obbedire a tali comandamenti per motivi di coscienza significa tradire la vera libertà di coscienza. Esigere una fede implicita o un obbedienza assoluta e cieca, significa annientare la libertà di coscienza ed anche la ragione (CFW 20:2). Il potere della Chiesa è solo ministeriale, non è indipendente né sovrano rispetto alla Chiesa.