Preghiera/Il libro di preghiera quotidiana del ministro cristiano

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 21 mag 2020 alle 18:14 di Pcastellina (discussione | contributi) (Creata pagina con " Ritorno ---- = Il libro di preghiera quotidiana del ministro cristiano = <span style="font-size:medium"><span style="color:#000000"><span style="font-family:"...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


Il libro di preghiera quotidiana del ministro cristiano

ORDINE SUGGERITO

per le devozioni di mattina, mezzogiorno e sera

Mattino

Invito

Preghiera del mattino

Salmo

Letture dal lezionario annuale

Meditazione e preghiera libera

Intenzioni della settimana

Benedizione

Mezzogiorno

Invito

Inno della settimana

Testo della settimana

Letture sul ministero

Preghiera

Benedizione

Sera

Invito

Confessione

Salmo

Letture dal lezionario annuale

Lettura dall’antologia

Consacrazione serale

Intercessioni

Preghiera della sera

Benedizione

INTRODUZIONE

Questo libro, il cui intero contenuto riguarda il ministero cristiano, è stato consapevolmente limitato alla vita ed all’opera del patore. Ciononostante, pure altri che siano in tutto o in parte consacrati al servizio del prossimo potranno trovarlo utile, dato che il ministero pastorale è solo uno dei molti ministeri della Chiesa. Il compilatore, però, nel preparare questo libro per le devozioni private, non ha tenuto presente solo i pastori in servizio, ma pure gli studenti di teologia. Esso è il risultato di più di vent’anni di letture e di "saccheggio" di biblioteche, eppure è acutamente consapevole delle sue mancanze. A nostra conoscenza non esiste però altro libro che abbia voluto venire incontro ai bisogni del pastore evangelico per aiutarlo ad impostare una vita disciplinata di preghiera.

Nessuno potrà negare che nella vita del ministro sia centrale la preghiera e la lettura. Eppure si odono costantemente confessioni che rivelano come i pastori onestamente ammettano di aver sempre meno tempo per la preghiera e lo studio. Considerate per esempio la vita di un indaffarato pastore di città o di campagna e pensate a tutto il traffico che lo coinvolge giorno dopo giorno. Dove potrà trovare, il ministro, preso in una miriade di responsabilità, la necessaria tranquillità in grado di dargli forza ed autorità per la sua predicazione e la sua cura pastorale? Quando si concentrerà egli sulla preghiera quando proprio lo Spirito Santo esige che egli sia sensibile alle voci del mondo, ma pure in grado di liberarci dalle loro catene?

La vita devozionale non è una pseudo-spiritualità che sia troppo santa per interessarsi alle cose pratiche. Non è introspezione morbosa e preoccupazione con sé stessi: in questo caso diventerebbe un narcisismo maledetto ed auto-distruttore. Si tratta piuttosto dell’aspetto interiore e più nascosto della vita di un ministro, un lato che è inaccessibile alla vista umana, un lato conosciuto solo da noi stessi e da Colui che vede ogni cosa in segreto. Si tratta però di un lato determinante. Solo quando siamo completamente soli con Dio cadono tutte le maschere, diventiamo del tutto onesti, aperti ai nostri reali ed ultimi obiettivi ed ambizioni. La preghiera rivela se la direzione di fondo della nostra vita sia veramente rivolta verso Dio e il Suo regno. Questo è l'entroterra stesso da cui proviene ogni ricchezza vi possa essere nel ministero di un uomo. Da questi momenti di studio, meditazione e preghiera, di fruttuosa solitudine, verrà il meglio della nostra testimonianza tanto da poter dire a chi ci ascolta: "Io vi trasmetto quello che pure io ho ricevuto". Per molti di noi, però, il testo più scottante della Bibbia è: "Ti avevo fatto custode delle mie vigne, ma la mia vigna tu non hai custodito".

La cura pastorale, nel senso pieno della totalità del proprio ministero, è sempre proclamazione della Parola rivolta ad una reale situazione umana. Io però, come ministro, devo ricevere pure io cura pastorale; anch'io devo udire la Parola di Dio indirizzata alla mia situazione. Questo è un requisito di opgni fruttuosa amministrazione di cura pastorale, dato che il ministro deve sempre essere testimone, uno di quelli, come disse Daniel T. Niles "che osano citare sé stessi come parte delle evidenze di ciò che Dio ha operato". Vi sono altri requisiti, come l'introspezione psicologica basata sull'osservazione o sull'esperienza, il dono naturale di sapersi porre nell'altrui situazione, l'analisi sistematica, psicologica o sociale: tutto questo può acuire e chiarificare la nostra conoscenza della situazione spirituale alla quale viene rivolta la Parola. L'esperienza di ricevere cura pastorale, però non è semplicemente conoscere la situazione spirituale oggettivamente, come un buon psicologo o sociologo; significa conoscere la benedizione della Parola di Dio, udita personalmente in tutta la sua severità ed amore.

In che modo, allora, io, il ministro, debbo ricevere questa cura pastorale senza la quale non posso essere ministro? Lo si può fare in molti modi.

Posso ricevere cura pastorale da chi è stato stabilito per questo scopo in virtù del suo ufficio ecclesiastico, ad esempio dal decano del Sinodo, dal vescovo, oppure da qualcuno che abbia un compito equivalente. I doveri, però, che noi abbiamo imposto su questi uomini, che dovrebbero essere "pastori dei pastori" di fatto li squalificano dall'assolvere al ruolo di padre confessore.