Teopedia/Dona superaddita

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Dona superaddita

I "dona superaddita" sono un termine giuridico che si riferisce a doni o regali che vengono aggiunti a un contratto o a una transazione commerciale, al di là di quanto stabilito nel contratto stesso. In altre parole, si tratta di benefici o vantaggi che vengono offerti come aggiunta a quanto precedentemente pattuito tra le parti.

Un esempio potrebbe essere una clausola aggiuntiva a un contratto di lavoro che prevede un bonus annuale in base alle prestazioni dell'impiegato, oppure un'offerta di sconto aggiuntivo su un prodotto acquistato online. I "dona superaddita" possono essere previsti o meno nel contratto, e la loro inclusione dipende dalle trattative tra le parti.

In campo giuridico, i "dona superaddita" possono avere implicazioni diverse a seconda della loro natura e delle circostanze in cui sono stati offerti. Ad esempio, in alcuni casi potrebbero essere considerati un incentivo per concludere un contratto, mentre in altri potrebbero essere considerati un regalo incondizionato e quindi soggetti a norme diverse rispetto al contratto principale.

In teologia, i "dona superaddita" si riferiscono ai doni o alle grazie che Dio concede ai credenti oltre a quanto già loro promesso nella salvezza. Sono dei benefici aggiuntivi alla salvezza che un credente può ottenere attraverso la preghiera, la meditazione, la penitenza o altre pratiche spirituali. I "dona superaddita" non sono essenziali per la salvezza, ma sono piuttosto un modo per i credenti di avvicinarsi a Dio e di ricevere la sua grazia in modi più profondi e significativi. La dottrina dei "dona superaddita" è stata oggetto di dibattito all'interno della teologia cristiana, con alcune correnti che ne enfatizzano l'importanza e altre che ne minimizzano il valore rispetto alla fede e alla grazia di Dio.

La teoria dei "dona superaddita" nella teologia cattolica ha avuto origine nell'opera del teologo e filosofo medievale San Tommaso d'Aquino (1225-1274), che la sviluppò come parte della sua dottrina sulla grazia divina.

San Tommaso d'Aquino credeva che la grazia divina potesse essere suddivisa in diverse categorie, tra cui la grazia santificante (che riguarda la salvezza e la vita eterna) e i "dona superaddita", che sono invece dei doni aggiuntivi che arricchiscono la vita spirituale del credente.

Tommaso d'Aquino parla dello stato naturale.   Secondo Tommaso, quest'uomo in puris naturalibus è un uomo completo.   Ma è un uomo senza la dona superaddita - i doni soprannaturali, che sono spesso indicati da Tommaso come la vera immagine di Dio.   Quest'uomo in puris naturalibus è un uomo buono; infatti è un uomo dalle molte virtù.   Ed è a questo stato che l'uomo è ritornato quando è caduto, perdendo l' immagine di Dio.   Inoltre, l'uomo in questo stato naturale consiste di stati superiori e inferiori.   Ueberweg, nel volume I della sua Storia della filosofia, lo delinea molto chiaramente come segue: lo stato inferiore si manifesta nelle virtù etiche (pratiche), vale a dire coraggio, temperanza, liberalità, nobiltà e amore per l'onore, mitezza, sincerità, urbanità, amicizia e giustizia.   Lo stato superiore dell'uomo nella pura natura è esibito nelle virtù dianoetiche (intellettuali) dell'arte e della saggezza pratica - suscettibili di variazione - e della scienza e della ragione - non modificabili dalla nostra agenzia.   Queste virtù dianoetiche l'uomo deve seguire nella sua ricerca della felicità ultima; ma è ostacolato in questa ricerca dalle virtù etiche, in cui è, a sua volta, ostacolato dalla carne.   In tutto ciò va ricordato che l'oggetto di ogni azione morale è il raggiungimento della felicità, e che la più alta felicità è connessa con la più alta virtù. In secondo luogo, Tommaso d'Aquino distingue lo stato di grazia .   In questo stato, Adamo si trovava in Paradiso.   Nell'uomo in puris naturalibus sono infuse le tre virtù cosiddette teologali della fede, della speranza e dell'amore.   Questa infusione è nota come dona superaddita , il dono soprannaturale e aggiuntivo al quale l'uomo in puris naturalibus è adattabile.   Tuttavia, anche in questo stato di grazia, l'uomo non perviene alla felicità ultima, al puro atto, alla pura intellezione.   Questo si raggiunge solo nel terzo stato, lo stato di beatitudine , dove l'uomo conosce e ama Dio perfettamente.

La teoria dei "dona superaddita" di San Tommaso d'Aquino ha avuto un'influenza significativa sulla teologia cattolica e su molte altre correnti del cristianesimo. 

La teoria dei "dona superaddita" ha influenzato la teologia cattolica in vari modi, ad esempio fornendo una base concettuale per comprendere i miracoli e le esperienze mistiche, e offrendo una visione dell'essere umano come un essere capace di crescere spiritualmente attraverso la pratica della virtù e della preghiera.

Inoltre, la teoria dei "dona superaddita" ha contribuito a sviluppare una visione della salvezza come un processo graduale che può essere arricchito dalla ricezione di doni aggiuntivi da parte di Dio. Questa visione ha avuto un impatto significativo sulla spiritualità cattolica, dando luogo a pratiche come la devozione ai santi e alla Vergine Maria, la meditazione e la contemplazione mistica, e ha ispirato molte opere letterarie e artistiche di rilievo.

Infine, la teoria dei "dona superaddita" ha avuto un'importante influenza su altre correnti del cristianesimo, tra cui la teologia luterana, che ha sviluppato la dottrina della giustificazione per fede, ma ha comunque sottolineato l'importanza dei "dona superaddita" nella crescita spirituale dei credenti.

La teoria dei "dona superaddita" ha avuto un'importante influenza sulla teologia luterana, in particolare attraverso la figura di Philipp Melanchthon (1497-1560), uno dei principali collaboratori di Martin Lutero. Melanchthon sosteneva che, sebbene la salvezza fosse garantita solo dalla fede in Cristo, i credenti avrebbero comunque ricevuto dei doni aggiuntivi da parte di Dio che avrebbero arricchito la loro vita spirituale. Questi doni includevano la grazia del battesimo, la capacità di pregare, la conoscenza della Scrittura e altri doni spirituali.

In questo modo, Melanchthon ha sviluppato una visione della salvezza che includeva sia la fede in Cristo che l'importanza dei "dona superaddita" nella crescita spirituale dei credenti. Questa visione ha avuto un impatto significativo sulla teologia luterana, e ha contribuito a delineare una concezione della salvezza come un processo graduale e continuo, che richiede una costante crescita spirituale e una stretta collaborazione con la grazia divina.

La teoria dei "dona superaddita" ha inoltre svolto un ruolo importante nella definizione delle dottrine luterane sulla predestinazione, sulla chiamata divina e sulla santificazione, e ha ispirato numerose opere letterarie e artistiche di rilievo nella tradizione luterana.