Teopedia/Gnosticismo

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Gnosticismo

Lo gnosticismo è un insieme di dottrine e pratiche spirituali che sono emerse in diverse forme nel mondo antico, soprattutto nell'ambiente cristiano delle prime due o tre generazioni dopo Gesù. Gli gnostici enfatizzavano la conoscenza segreta o la "gnosi" come mezzo per raggiungere la salvezza spirituale e la liberazione dal mondo materiale, che vedevano come un luogo di prigionia e sofferenza.

Gli gnostici svilupparono una vasta gamma di insegnamenti e pratiche, che comprendevano la visione del mondo come un'opposizione tra il divino e il materiale, la creazione del mondo da parte di un dio inferiore e la necessità di raggiungere la gnosi per liberarsi dal mondo materiale e tornare alla fonte divina.

Oggi, alcune persone vedono elementi di gnosticismo presenti in diverse tendenze religiose e filosofiche, come il neoplatonismo, l'hermetismo, il manicheismo, il sufismo e alcune correnti del Cristianesimo. Queste tendenze possono essere influenzate dall'idea gnostica di una conoscenza segreta o divina che porta alla liberazione spirituale, o dalla visione del mondo come un'opposizione tra il divino e il materiale.

Tuttavia, è importante notare che non esiste una definizione univoca di gnosticismo e che le sue forme e il suo significato possono variare notevolmente a seconda del contesto storico e culturale. Inoltre, non tutte le tendenze che vengono associate con lo gnosticismo condividono necessariamente tutte le sue caratteristiche e dottrine originali.

Lo gnosticismo costituisce una delle più antiche tendenze religiose dei primi secoli del cristianesimo e designa una notevole varietà di movimenti per cui non è sempre facile da definire. Anche se esistono numerose opinioni tra gli studiosi, si può però ritenere che lo gnostici­smo con tutte le sue caratteristiche teologiche e spirituali, si manifesti solo verso la fine del primo secolo e conosca il suo pieno sviluppo so­lo nel secondo.

Origini e caratteristiche

Il ritrovamento di una biblioteca gnostica a Nag Hammadi in Egitto verso la metà di questo secolo e la pubblicazione del relativo materia­le hanno permesso di fare maggior luce su questo movimento. Fino al XIX secolo, infatti, lo gnosticismo era conosciuto solo attraverso la descrizione polemica che ne forni­vano i padri della chiesa (Giustino Martire, Ireneo, Ippolito, Origene, Tertulliano) ora è invece possibile accedere direttamente ai suoi testi.

Lo gnosticismo cerca di combina­re il cristianesimo con la filosofia greca. Esso s'ispira così al duali­smo della filosofia platonica, al manicheismo, ma anche alle reli­gioni misteriche e orientali e a cer­te idee proprie del cristianesimo. I padri della chiesa hanno reagito re­spingendo l'idea d'un connubio tra fede e filosofia1, anche se tra stu­diosi recenti come A. Harnack, si nota la tendenza a guardare allo gnosticismo come a qualcosa d'ac­cettabile. Secondo questi ultimi, lo gnosticismo non sarebbe altro che una forma sofisticata di cristianesi­mo secolarizzato. Così, se il mon­tanismo predica la fuga dal mondo, lo gnosticismo cerca di adattarvisi. Se per i montanisti il mondo sta per essere distrutto e l'unico ideale cri­stiano è quindi quello di rinunciare ad esso ed ai suoi piaceri, per gli gnostici, bisogna assorbire i valori dell'ambiente e in particolare della filosofia greca. Mentre il montani­smo rischia di mettere in discussio­ne la missione della chiesa, lo gno­sticismo rischia d'eliminarne le basi cristiane.

L'esistenza di una relazione in­tercorrente tra gli scritti del NT e quelli della gnosi è una questione assai complessa e sarebbe troppo facile risolverla in termini globali. Certe convergenze e similitudini non dimostrano automaticamente dei legami e vanno approfondite.

Comunque sia, si possono deli­neare alcune specifiche caratteri­stiche che favoriscono una valuta­zione di fondo.

La salvezza è costituita da una forma di conoscenza segreta ed in­tima. La gnosi è, in greco, la cono­scenza. In questo contesto la sal­vezza consiste in ciò che l'uomo stesso raggiunge o fa attraverso la conoscenza e l'azione. L'accento viene così posto su ciò che l'uomo la piuttosto che su quanto Cristo ha fatto. La salvezza non proviene dalla grazia sovrana di Dio, ma dal­la conoscenza cui l'uomo giunge. E tuttavia tale conoscenza non deriva dall'aver imparato in modo gradua­le ed usuale, ma prende corpo per mezzo d'una rivelazione non me­glio definita che ha una valenza fortemente individualista. Lo gno­stico porta in se stesso la salvezza perché è il suo io che gli permette d'identificarsi col divino2. La sal­vezza consiste proprio nell'essere spirito e quindi si riduce ad un pro­cesso interiore di autoredenzione.
La storia d'Adamo e del peccato è trasformata, e l'albero della cono­scenza del bene e del male di cui parla la Scrittura viene reinterpreta­to come veicolo di conoscenza, mentre l'albero della vita è conce­pito come una limitazione voluta dal Demiurgo che bisogna cercare di superare. Non Adamo ma l'am­biente in cui egli venne a trovarsi sarebbe responsabile del peccato.

La religiosità è di tipo piuttosto astratto. Il carattere speculativo dello gnosticismo traspare nel mo­do in cui esso tratta l'AT. Nei suoi confronti vi è infatti una forte oppo­sizione. Esso viene considerato co­me una dispensazione superata che non ha più importanza per la storia attuale. In questa cornice di pensiero si finisce col concepire Dio come Colui che è rivelato più attraverso il silenzio che attraverso la parola. Secondo lo gnosticismo Dio è sconosciuto e non conoscibi­le. Egli è al di là del bene e del ma­le.
La spiritualità gnostica risulta co­sì estranea alla storia. Mentre la predicazione evangelica è annun­cio d'un avvenimento storico, quel­la gnostica sostiene una verità atemporale sempre valida, che corrisponde a qualcosa di molto elevato senza contatti con la storia reale degli individui ed è fonda­mentalmente preoccupata della salvezza dell'anima nel quadro di un mondo che è totalmente perdu­to. La distanza tra lo spirito ed il mondo è qualcosa di totale.

La cornice generale della realtà è spiccatamente dualistica. Tale qua­dro, derivato da influenze orientali, permette di contrapporre il corpo allo spirito, questo mondo di tene­bre al mondo della luce, Dio tra­scendente ad un demiurgo creato­re. La creazione sarebbe determi­nata dalla caduta di Sofia (cioè la sapienza) per cui la materia sareb­be un male. Nei corpi di alcuni indi­vidui "spirituali" sarebbero comun­que state seminate scintille di divi­nità, tali da permettere la salvezza. L'anima umana è pensata come una scintilla divina esiliata nel cor­po incapace di liberarsi da sola. Af­finché gli "spirituali" non ignorino d'essere destinati a tale salvezza, Dio invia loro un redentore capace di procurarla istruendoli segreta­mente sulla via del ritorno. Questi individui evaderebbero così dalla prigionia dei loro corpi per ricon­giungersi con Dio una volta risve­gliati dalla conoscenza. Lo gnosti­co non ha più vincoli col mondo materiale. Nello spirito egli gode di una totale libertà e il mondo costi­tuisce appunto la cornice in cui vi­ve l'illusione della sua assoluta li­bertà.

La relativizzazione dei comportamenti etici. Siccome la salvezza non ha a che fare con il mondo sensibile e lo schema di fondo è sostanzialmente astratto e dualisti­co, i canoni etici possono essere relativizzati. In seno alle varie cor­renti gnostiche si possono così tro­vare eccessi d'ascetismo, come pure di libertinaggio. Se la salvez­za consiste in una conoscenza che permette di sfuggire al mondo fisi­co e con questo al proprio corpo, ciò che in definitiva vale è lo spirito. La carne ha un ruolo del tutto rela­tivo per cui sia le passioni morali che quelle immorali non hanno gran significato. L'io dello gnostico non è toccato dalle influenze ester­ne.

Il peccato stesso non è associato al cuore dell'uomo, ma piuttosto a qualche aspetto del mondo reale. lì peccato si troverebbe nella carne, nell'ambiente, e si potrebbe forse prolungare...nella città, nella tecno­logia, etc... Una fortissima devozio­ne per il tema della libertà dalle va­rie convenzioni accompagna tale pensiero.

Osservazioni critiche

In base a quanto illustrato fin qui si possono già avanzare certi rilievi critici, per questo non ci sembrano necessarie ulteriori precisazioni. Vale però forse la pena di evocare il fatto che tale corrente di pensiero ha esercitato, nel corso del tempo, un forte impatto su diversi movi­menti. J. Guitton affermava che "lo spirito gnostico è sempre presen­te". E' assai frequente constatare come elementi gnostici colorino la fede di molte persone pie. Anche per questo alcuni scritti del NT si preoccupano di respingere le idee di coloro che sostengono la ripulsa del mondo per proclamare la bontà della creazione di Dio (Col 2,21-23; I Tm 4,3 cf. anche scritti come Gal e I Gv in cui sono riportate le eco di tali polemiche).

Lo gnosticismo ha conosciuto una forte diffusione nelle società e nelle logge segrete. In esse si tro­vano simboli, riti e dottrine di sapo­re tipicamente gnostico. Movimenti quali la teosofia, l'antroposofia, l'e­soterismo, tendenze panteistiche in campo filosofico, nonché tutte le dottrine che negano l'oggettività dell'espiazione, esprimono ancor oggi interessi assai simili a quelli dell'antico gnosticismo, la cui cono­scenza potrà certamente aiutare a capire certi "moderni" processi di ristrutturazione sociale, ideologica e religiosa propri del nostro tempo.

Si capisce che il trascurare l'AT per privilegiare alcuni testi del NT comporta un allontanamento da Dio. Se il cristianesimo primitivo poté evitare di scivolare nel duali­smo gnostico, lo si deve al fatto che esso mantenne l'importanza dell'AT. Lo gnosticismo, tralascian­do l'AT, ha invece finito per sfuggi­re a qualunque immediata concre­tezza e alle responsabilità della storia. Ma quando tra la vita con­creta dell'individuo e la sua inte­riorità si crea tale distanza, si fini­sce col rendere impossibile la prati­ca degli autentici valori del cristia­nesimo in tutte le sfere dell'esisten­za. Solo prendendo sul serio tutta la Scrittura come Parola di Dio, si può conoscere e riconoscere il Dio che ha parlato per salvare e redi­mere ciò che era perduto.
 

Bibliografia

In generale cf. E. Buonaiuti, Lo gnostici­smo, Roma 1907, rist. Genova, F.lli Melita 1987; Id., Frammenti gnostici, Roma 1923; H. Jonas, Lo gnosticismo (1951-54), Torino 1983; U. Bianchi (a cura di), Le origini dello gno­sticismo, Leiden, Brill 1967; D.M. Scholer, Nag Hammadi Bibliography 1948-1969, Lei­den, Brill 1971; poi i supplementi su NT; Ed­win Yamauchi, Pre-Christian Gnosticism, Grand Rapids, Eerdmans/London, Tyndale 1973, rist. Grand Rapids, Baker 1983; Id. "Pre-Christian Gnosticism, the NT and Nag Hammadi in recent debate" Themelios (Sept. 1984) pp. 22-27; J.M. Robinson "The Coptic Gnostic Library Today" NTS XIV (1968) pp. 356-401; W. Foerster (et. all.), Die Gnosis, I­II, Gõttingen 1969-1980; K. Rudolf, Die Gnosis, Lipsia 1977, Gõttingen 1978, 1980; L. Moraldi (a cura di), Testi gnostici, Torino, Utet 1982; Id., I vangeli gnostici, vangeli di Tommaso, Maria, Verità, Filippo, Milano, Adelphi 1984; G. Filoramo, L'attesa della fine. Storia della gnosi, Bari, Laterza 1983; per i rapporti con il NT; J. Dupont, Gnosis: la connaissance religieuse dans les épitres de St. Paul, Louvain 1949; C.H. Dodd, L’interpretazione del quarto vangelo (1953), Brescia, Paideia 1984; R. Bultmann, Teologia del NT(1952-5), Brescia, Querinia­na 1986; G. Quispel "Gnosticism and the NT" The Bible in Modem Scholarship, J.P. Hyatt (ed.), 1965, pp. 252-271; Id., Gnosis als Weltreligion, Zürich 1951; P. Le Cour, Hellénisme et christianisme, Paris, PU 1951; E. Peterson, Frühkirche, Judentum und Gnosis, Roma 1959; R.M. Grant, Gno­sticismo e cristianesimo primitivo (1959), Bologna, il Mulino 1976; Id., Gnosticism. A Source Book of Heretical Writings from the Early Christian Period, New York 1961; W. Schmithals, Neues Testament und Gnosis, Darmstadt, Wissenschafliche Buchgesel­lschaft 1984.

 

Note
1 Cf. Tertulliano, Prescrizione contro gli eretici 7, "Che ha quindi a che fare Atene con Gerusalemme, l'Accademia con la Chiesa?"
2 Ippolito <Refutatio VIII,15,1-2> riporta il consiglio di un certo Monoimo: "Abbandona la ri­cerca di Dio e della creazione e di simili cose. Cercalo prendendo te stesso come punto di partenza. Impara che chi è in te fa propria ogni cosa.. se tu investighi attentamente queste cose le troverai in te stesso".