Filosofia e apologetica/Sara Young: cristianizzare pratiche occultistiche
Sara Young: cristianizzare pratiche occultistiche "a fin di bene"?
Stanno preparando un'edizione italiana del libro di Sarah Young "Jesus Calling" (suFaceBook): un libro di meditazioni giornaliere che sta avendo molto successo in America. [Thomas Nelson; Reprint edition (3 Dec. 2015)].
Il libro è pubblicizzato"Jesus+Calling"&sa=D&sntz=1&usg=AOvVaw0LKVX_wnuzdaCrpIYnfaUS in questo modo: "Fa' esperienza di pace alla presenza del Salvatore che è più vicino a te di quanto tu possa immaginare. Questo popolare Bestseller à un libro devozionale contenente 365 meditazioni scritte come se Gesù stesso ti rivolgesse direttamente parole di incoraggiamento, conforto e rassicurazione per il suo amore che non verrà mai meno. Sara Young condivide il suo personale diario di preghiera e riflessioni basate sulle parole di Gesù di speranza, guida e pace dalla Scrittura. Scritto da una donna che ama Gesù e onora la Sua Parola, questi scritti ti aiuteranno ad aumentare il tuo amore per Gesù e a crescere quando passerai ogni giorno del tempo con lui. Fa esperienza di un rapporto più profondo con il Signore gustando la presenza di Colui che non ti lascerà mai". (2)
"Scritte come se Gesù stesso ti rivolgesse direttamente parole" :'un artificio letterario? Ahimé no: l'autrice è davvero persuasa che "Gesù" l'abbia usata direttamente per mettere per iscritto quelle riflessioni, che Gesù le parli direttamente (non con voce udibile). Benché questo ci ricordi il modo in cui gli scrittori biblici siano stati ispirati, per Sara Young si tratta di "una tecnica" che ha voluto apprendere da presunte veggenti dell'inizio del XX secolo, di fatto un libro New Age di Channelling (comunicazione con gli spiriti e scrittura automatica) e quindi occultista.
Ecco che cosa Sara Young stessa afferma in un'intervista, tradotta qui dal sito della CBS (Christian Broadcasting Network). Ne diamo la traduzione italiana con il testo originale per confronto:http://www1.cbn.com/books/q-sarah-young
Dopo aver letto la seguente intervista le nostre riflessioni in merito continuano con l'articolo che riportiamo aquesto indirizzo. L'entusiasmo che "il mondo evangelico" sembra avere per questo libro è non solo ingenuo e mal riposto, ma avalla una pratica esplicitamente condannata dalla Parola di Dio, nello spirito di "il fine giustifica i mezzi".
D & R con Sara YoungSarah Young nasce a Nashville, Tennessee e cresce nel sud degli USA. Dopo essersi laureata, visita per quattro volte l’Europa in meno di cinque anni. Durante il quarto viaggio, diventa cristiana alla Comunità dell’Abrì in un piccolo villaggio alpino in Svizzera. Con una laurea in filosofia dal Wellesley College, Sara consegue pure una laurea in psicologia-conselling presso la Tufts University, Covenant Theological Seminary e la Georgia State University. Incontra quel che diventerà suo marito al Covenant Seminary e insieme servono l’agenzia missionaria Mission to the World, lavorando in diversi luoghi del Giappone e dell’Australia, fondando chiese giapponesi e svolgendo attività di consulenza spirituale. Steve e Sarah attualmente svolgono un ministero fra giapponesi che vivono a Perth in Australia. Dove hai imparato a “dialogare” con Dio? Il mio viaggio è iniziato con un libro di devozioni (God Calling) scritto negli anni 1930 da due donne che praticavano l’attesa alla Presenza di Dio, mettendo poi per iscritto i messaggi che ricevevano mentre “ascoltavano”. Un anno dopo aver cominciato a leggere questo libro, ho cominciato a chiedermi se anch’io avessi potuto ricevere messaggi durante i miei periodi di comunione con Dio. Per anni avevo scritto un mio personale diario di preghiera, ma si trattava di una comunicazione a senso unico, un “monologo”. Sapevo certo che Dio comunica attraverso la Bibbia (e facevo tesoro della Sua Parola). Mi sono chiesta, però, che cosa Egli avrebbe potuto dirmi personalmente in un dato giorno. Ho deciso così di “ascoltare” Dio con la penna in mano, mettendo per iscritto tutto ciò che sentivo che Egli mi diceva. Naturalmente, non mi attendevo una voce udibile; io cercavo “un mormorio di vento leggero”, quello di Dio, nella mia mente e cuore. Non ti sembrava strano, imbarazzante, all’inizio, iniziare “un dialogo” con Dio? La prima volta che l’ho provato mi sono sentita imbarazzata, ma ho ricevuto un breve messaggio. Il contenuto era biblico e riguardava temi che erano attuali nella mia vita: fiducia, paura e vicinanza a Dio. Ho risposto come al solito riportandolo nel mio diario. A quel punto il mio diario si è trasformato da monologo a dialogo. Giorno per giorno, i messaggi cominciavano a fluire più liberamente. Questo nuovo modo di comunicare con Dio è diventato il punto più alto della mia giornata. Sapevo che i miei scritti non erano ispirati (solo la Scrittura lo è), ma mi aiutavano a crescere più vicina al nostro vivente Signore. Che cosa diresti a qualcuno che volesse iniziare ad “ascoltare” Dio? Lascia che inizi con qualche parola di avvertimento. È essenziale rammentarci che la Bibbia è la sola registrazione infallibile del parlare di Dio. Sempre subordinato al tuo ascolto personale è l’assoluta verità biblica. Se “senti” qualcosa che non sia coerente con l’insegnamento biblico, non metterlo per iscritto - non è da Dio. In particolar modo i nuovi cristiani, devono fare molta attenzione ad ascoltare Dio in questo modo. Io sono stata cristiana per 20 anni prima di iniziare questa pratica. D’altro canto i credenti sono istruiti a “Fermatevi e riconoscere che io sono Dio” (Salmo 46:10). Io credo che vi sia un valore immenso nell’imparare ad attendere quietamente alla presenza di Dio. Per me, il beneficio principale è stato quello di giungere a conoscere Dio intimamente, piuttosto che semplicemente di sapere di Lui. Questo ha aumentato il mio amore per Lui, la mia fiducia in Lui e il Suo amore che non viene mai meno (Salmo 13:5), e la mia consapevolezza della Sua Presenza accanto a me sempre (Matteo 28:20). Puoi descrivere come di solito tu ascolti Dio? Ogni qual volta mi trasferisco in una nuova casa, cerco un posto dove posso incontrare Dio in quieta comunione. Quello diventa il mio santuario per ascoltarlo. Prima di iniziare prego a che la mia mente sia protetta da distrazioni, distorsioni ed inganni. Chiedo di poter udire solo la voce di Gesù, ciascuna singola parola che egli vuole che io oda. Poi semplicemente prego: “Aiutami, Spirito Santo”, e mi metto all’ascolto. Quando poi “odo” una frase, la metto per iscritto. Mentre ascolto e scrivo, continuo a chiedere l’aiuto dello Spirito Santo. Ringrazio Gesù per il messaggio che ricevo da lui. Posso fare brevi pause dall’ascolto per leggere quel che già ho scritto. Cerco di rilassarmi e di godere della Presenza di Gesù, senza focalizzarmi troppo sullo scrivere. Brani della Bibbia spesso mi tornano in mente, e li metto pure per iscritto nella versione che li ricordo. Condividi un’esperienza memorabile quando hai cominciato ad ascoltare Dio con la penna in mano. Ho iniziato la mia avventura di ascolto-scrittura mentre vivevo a Melbourne, Australia. Subito dopo aver iniziato questa pratica mi sono sottoposta ad una visita medica di routine che mi ha portato a dover programmare un’operazione di isterectomia. Durante quel tempo di incertezze in attesa dell’operazione, ero confortata dai messaggi raccolti dall’ascolto di Dio. Mi domandavo se avessi potuto ricevere quei messaggi in ospedale, ma nella valigia ho messo il mio diario e così l’ho portato con me. Con mia grande sorpresa, ero pure in grado di “ascoltare” Gesù tanto in ospedale come facevo a casa. A causa di alcune complicazioni post-operatorie, sono stata per tre settimane dentro e fuori dall’ospedale, ma i preziosi messaggi di Dio continuavano a fluire nel mio diario. Questo mi ha aiutato a stare stretto a Gesù per tutto quel tumultuoso periodo. Quali sono alcune fra le più importanti verità che hai imparato attraverso lo scrivere quel diario? Ne elenco alcune: (1) La riconoscenza è una fonte di gioia profonda e di ricche benedizioni; essa cambia la mia prospettiva e mi aiuta ad avvicinarmi di più a Dio. (2) Sebbene la mia tendenza naturale è quella di analizzare e di capire come stiano le cose, confidare in Gesù è il modo migliore per vivere. Mi sono resa conto quanto fosse limitata la mia capacità di comprendere. (3) Quando mi rivolgo a Dio nella mia debolezza, ricevo il suo aiuto e compassione in misura abbondante. (4) La pace è inerente alla Presenza di Gesù; così, più vicino vivo a Lui, più godo della sua pace. (5) Dio vede i suoi figli rivestiti della perfetta giustizia di Cristo, (6) Nulla ci può separare dall’amore di Gesù. (7) Indubbiamente vi è “pienezza di gioia” alla Sua Presenza (Salmo 116:11). In che modo i tuoi studi di filosofia e di counseling ti hanno aiutato nel tuo cammino con Dio? Quando mi sono specializzata in filosofia a Wellesey, ero un non-cristiano che cercava la verità. Ogni volta che iniziano a studiare una nuova filosofia, ero entusiasta perché pensavo di porre così fine alla mia ricerca. Però, più studiavo, più rilevano difetti. Alla fine sono diventata delusa e ne ho concluso che non esistesse una verità assoluta. Pochi anni più tardi, però, quando ho letto il libro di Francis Schaeffer: “Fuga dalla ragione”, la mia competenza filosofica mi ha aiutato a comprendere il suo ragionamento. In quel libro ho trovato risposte a quelle domande che un tempo consideravo prive di risposta. Mentre vivevo e studiavo lì, sono diventata cristiana. I miei studi di counseling mi hanno aiutato a trattare delle profonde ferite del mio passato. Mentre perdonavo e guarivo, ho fatto esperienza di una nuova libertà di crescere spiritualmente. Era come se fossero stati rimossi dei blocchi che mi hanno messo in grado di aprirmi a Dio più pienamente. Questo è stato un passo necessario lungo la via di una maggiore intimità con Gesù. I miei studi di counseling mi hanno pure fornito risorse per aiutare altre persone ferite: una strada di servizio alla quale dò un grande valore. |
Q & A with Sarah Young Sarah Young was born in Nashville, Tennessee, and grew up in the South. After graduating from college she made four trips to Europe in less than five years. During her fourth trip, she became a Christian at L'Abri Fellowship in a tiny Alphine village in France. With a degree in philosophy from Wellesley College, Sarah also holds graduate degrees in psychology/counseling from Tufts University, Covenant Theological Seminary, and Georgia State University. She met her husband Steve at Covenant Seminary. They are employed by Mission to the World and have worked in various sites in Japan and Australia, planting Japanese churches and counseling. Steve and Sarah currently minister to Japanese people living in Perth, Western Australia. How did you learn to "dialogue" with God? My journey began with a devotional book (God Calling) written in the 1930's by two women who practiced waiting in God's Presence, writing the messages they received as they "listened." About a year after I started reading this book, I began to wonder if I too could receive messages during my times of communing with God. I had been writing in prayer journals for years, but this was one-way communication: "monologue." I knew that God communicates through the Bible (and I treasure His Word), but I wondered what He might say to me personally on a given day. So I decided to "listen" to God with pen in hand, writing down whatever I sensed He was saying. Of course, I wasn't listening for an audible voice; I was seeking the "still, small voice" of God in my mind/heart. How awkward was it initially to begin a "dialogue" with God? It felt a little awkward the first time I tried it, but I did receive a short message. The content was biblical, and it addressed themes that were current in my life: trust, fear, and closeness to God. I responded by writing in my journal as usual; at that point my journaling changed from monologue to dialogue. Day by day, messages began to flow more freely. This new way of communicating with God became the high point of my day. I knew that my writings were not inspired (as only Scripture is), but they were helping me grow closer to our living Lord. What would you tell someone who wants to begin "listening" to God? Let me begin with some cautions. It's essential to remember that the Bible is the only infallible record of God's speaking. Always subordinate your personal listening to absolute biblical truth. If something you "hear" is inconsistent with biblical teaching, don't write it down–it's not from God. New Christians, especially, need to be cautious about listening to God in this way. I had been a Christian for 20 years before I began this practice. On the other hand, believers are instructed to "Be still and know that I am God" (Psalm 46:10). I believe there is immense value in learning to wait quietly in God's Presence. For me, the main benefit has been coming to know God intimately, rather than simply knowing about Him. This has increased my love for Him, my trust in Him and His unfailing love (Psalm 13:5), and my awareness of His Presence with me always (Matthew 28:20). Can you describe how you actually go about listening to God? Whenever I move to a new home, I look for a place where I can meet God in quiet communion. That becomes my sanctuary for listening to Him. Before I begin, I pray for protection of my mind from distractions, distortions, and deception. I ask that I will hear only the voice of Jesus, yet every single word He wants me to hear. Then I simply pray, "Help me, Holy Spirit," and I listen. Eventually, I "hear" a phrase or sentence, and I write it down. As I listen and write, I continue asking for the Holy Spirit's help. I also thank Jesus for the message as I receive it from Him. I may take short breaks from listening, to read what I've already written. I try to relax and enjoy Jesus' Presence, not becoming overly focused on writing. Scripture often comes to mind, and I write that in whatever version I remember it. Share a memorable experience when you began listening to God with pen in hand. I began my listening-writing adventure while living in Melbourne, Australia. Soon after beginning this practice, I had a routine medical check-up that led to scheduling a hysterectomy. During that uncertain time of awaiting surgery, I was comforted by messages gleaned from listening to God. I wondered whether I would be able to receive messages in the hospital, but I packed my journal and took it with me. To my delight, I was able to "listen" to Jesus in the hospital as readily as in my home. Because of post-op complications, I was in and out of the hospital for three weeks, but God's precious messages continued flowing into my journal. This helped me stay close to Jesus throughout that tumultuous time. What are some of the most important truths you have learned from journaling? I'll list a few: 1) Thankfulness is a source of deep joy and rich blessing; it changes my perspective and helps me draw closer to God. 2) Though my natural tendency is to analyze and try to figure things out, trusting Jesus is a far better way to live. I've realized how very limited my understanding is. 3) When I turn to God in my weakness, I receive His help and compassion in abundant measure. 4) Peace is inherent in Jesus' Presence; so the nearer I live to Him, the more I enjoy His peace. 5) God sees His children clothed in the perfect righteousness of Jesus. 6) Nothing can separate us from Jesus' love. 7) There is, indeed, "fullness of joy" in His Presence (Psalm 16:11 NKJV). How have your studies in philosophy and counseling helped you in your walk with God? When I majored in philosophy at Wellesley, I was a non-Christian searching for truth. Each time I began studying a new philosophy I'd get excited, thinking this one might end my quest. However, further study always revealed flaws. Eventually, I became disillusioned and concluded there was no absolute truth. A few years later, though, when I read Francis Schaeffer's Escape from Reason, my background in philosophy helped me to understand his reasoning. I found in that book answers to questions I had previously considered unanswerable. This opened the way for me to study at L'Abri, a Christian community begun by the Schaeffers. While living and studying there, I became a Christian. My counseling studies helped me deal with deep woundedness from my past. As I forgave and healed, I experienced a new freedom to grow spiritually. It was as if old blockages had been removed, enabling me to open up to God more fully. This was a necessary step along the path to intimacy with Jesus. My studies in counseling also equipped me to help other wounded people: an avenue of ministry that I value highly.. |
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