Sionismo/Sionismo e teologia riformata calvinista
Sionismo e teologia riformata (calvinista)
Il rapporto tra teologia riformata (calvinista) e sionismo è un tema complesso che ha suscitato diverse interpretazioni nel corso dei secoli. La tradizione riformata classica non ha generalmente sostenuto il sionismo in termini teologici, poiché la sua visione della storia della salvezza si basa sulla teologia del patto, che considera la Chiesa il "nuovo Israele", erede delle promesse fatte al popolo ebraico. Tuttavia, nel corso del tempo, alcune correnti della teologia riformata e, in particolare, i Puritani hanno mostrato un precoce interesse per la restaurazione di Israele, influenzando indirettamente figure successivamente associate al sionismo cristiano, come Charles Spurgeon.
1. La posizione tradizionale della teologia riformata
Nella teologia riformata classica, dominata dalla visione della teologia del patto, Israele e la Chiesa non sono visti come entità separate, ma piuttosto la Chiesa è considerata il compimento delle promesse fatte a Israele nell'Antico Testamento. Questo approccio si oppone a una lettura delle Scritture che veda un futuro ruolo nazionale per il popolo ebraico separato dalla Chiesa cristiana. Le promesse di Dio a Israele sono interpretate in chiave spirituale, e la restaurazione fisica e politica del popolo ebraico non è ritenuta una necessità teologica.
R.C. Sproul e John Piper, due teologi contemporanei influenti nel contesto riformato, hanno sostenuto questa visione. Per loro, le promesse di Dio trovano il loro compimento nella persona di Cristo e nella comunità cristiana, senza la necessità di un ritorno politico di Israele in Palestina.
2. Le eccezioni moderne: influenza del dispensazionalismo
Negli Stati Uniti, il dispensazionalismo, una corrente teologica nata nel XIX secolo e diffusa tra molti evangelici, ha introdotto una nuova interpretazione che separa Israele dalla Chiesa, sostenendo che il popolo ebraico ha ancora un ruolo specifico nel piano di Dio. Questa visione ha dato origine al sionismo cristiano, che vede la creazione dello Stato di Israele nel 1948 e altri eventi storici come l'adempimento di profezie bibliche.
Sebbene il dispensazionalismo non faccia parte della tradizione riformata classica, alcune frange del calvinismo, specialmente negli Stati Uniti, hanno subito l'influenza di queste idee. Tuttavia, queste posizioni rimangono marginali all'interno del calvinismo tradizionale.
3. Charles Spurgeon e la restaurazione d'Israele
Un esempio di apertura verso la restaurazione di Israele si trova in Charles Spurgeon (1834-1892), un importante predicatore battista calvinista del XIX secolo. Spurgeon credeva che gli ebrei fossero destinati a tornare nella Terra Promessa e che questo facesse parte del piano divino per la loro conversione al cristianesimo. In uno dei suoi sermoni, affermò:
"Non possiamo mai rinunciare al fatto che il popolo ebraico sarà di nuovo raccolto in Canaan e che essi godranno ancora di quegli antichi privilegi."
Pur non sostenendo un sionismo politico come quello che emergerà nel XX secolo, Spurgeon parlava di una restaurazione fisica degli ebrei in Palestina legata a una dimensione spirituale, anticipando in qualche modo alcuni temi del sionismo cristiano.
4. Il contributo dei teologi puritani
Il pensiero di Spurgeon potrebbe essere stato influenzato da teologi puritani del XVII secolo, che mostrarono un interesse precoce per la questione della restaurazione di Israele. I Puritani, con la loro enfasi sull'interpretazione letterale delle Scritture e le loro aspettative escatologiche, furono tra i primi a proporre l'idea di un ritorno del popolo ebraico in Palestina.
Alcuni nomi significativi tra i teologi puritani sono:
- Thomas Brightman (1562-1607), che propose l'idea che gli ebrei sarebbero tornati nella Terra Promessa come parte dell'adempimento delle profezie bibliche.
- John Owen (1616-1683), importante teologo puritano che sosteneva una futura conversione di Israele, sebbene non enfatizzasse tanto il ritorno fisico quanto la restaurazione spirituale.
- Increase Mather (1639-1723), che scrisse in modo esplicito sulla restaurazione sia fisica che spirituale del popolo ebraico, credendo che fosse una parte centrale del piano escatologico di Dio.
I Puritani combinavano una visione postmillenarista, in cui il ritorno di Cristo sarebbe avvenuto dopo un periodo di prosperità e pace, con l'idea che la restaurazione degli ebrei fosse un elemento chiave per l'instaurazione del Regno di Dio sulla Terra. Questa visione ha avuto un impatto duraturo sul pensiero protestante, influenzando predicatori successivi come Spurgeon e, indirettamente, il sionismo cristiano del XX secolo.
5. Il movimento ricostruzionista e la questione del sionismo
Il movimento ricostruzionista o teonomista, emerso nel XX secolo sotto la guida di teologi come Rousas John Rushdoony e Greg Bahnsen, non ha mai sviluppato una posizione ufficiale sul sionismo. La loro attenzione era concentrata sull'applicazione della legge biblica alla società piuttosto che sulle questioni di politica estera o sul ruolo di Israele.
Sebbene non abbiano espresso un sostegno particolare al sionismo politico o teologico, i teonomisti ritenevano che tutte le nazioni dovessero sottoporsi alla legge di Dio. Rushdoony, in particolare, fu critico verso il moderno Stato di Israele, vedendolo come una realtà secolare piuttosto che come una manifestazione del popolo di Dio. La loro visione rimane quindi lontana dalle correnti dispensazionaliste o sioniste.
Conclusione
Il rapporto tra la teologia riformata e il sionismo è variegato e complesso. La teologia riformata classica non ha sostenuto il sionismo, vedendo le promesse fatte a Israele compiute in Cristo e nella Chiesa. Tuttavia, esistono eccezioni storiche e moderne che hanno mostrato un interesse per la restaurazione del popolo ebraico. I Puritani, con la loro lettura letterale delle Scritture, furono pionieri nell'anticipare un ritorno degli ebrei in Palestina, influenzando successivamente predicatori come Charles Spurgeon. Sebbene Spurgeon non fosse un sionista politico, le sue idee riflettono una tradizione che considerava la restaurazione d'Israele come parte del piano divino.
Alcuni settori della teologia calvinista moderna, influenzati dal dispensazionalismo, hanno adottato una visione positiva del sionismo, ma questa rimane una posizione minoritaria all'interno del pensiero riformato. Al contrario, il movimento ricostruzionista ha mantenuto un approccio critico verso il moderno Stato di Israele, focalizzandosi maggiormente sull'applicazione della legge di Dio a tutte le nazioni.
In definitiva, l'interesse per la restaurazione d'Israele all'interno della tradizione riformata è stato principalmente di natura escatologica e spirituale, piuttosto che politica. Questo interesse ha contribuito, seppur indirettamente, alla formazione di alcune delle idee che avrebbero influenzato il sionismo cristiano contemporaneo. index.php?title=Categoria:Sionismo