Letteratura/Non dice forse/04

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Indice generale

Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson)

Capitoli: PREFAZIONE - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20

 

CAPITOLO 4 - ...E L'AMORE DI DIO? (prima parte)

Una delle ragioni principali per cui alcuni cristiani respingono la comprensione riformata (ed io credo biblica) dell'Elezione divina è a causa delle tradizioni associate con il concetto di amore di Dio. La forte reazione di alcuni contro la dottrina della Sovranità di Dio nell'Elezione è spesso dovuta al desiderio di difendere ciò che essi credono essere l'intero messaggio della Bibbia. Essi credono che una tale dottrina metta in questione l'attributo divino dell'amore, anzi, ne sia un attacco frontale. E' facile vedere come esso possa essere per loro una questione particolarmente sensibile ed emotiva.

E' necessario avere molta cura nel indicare quei testi biblici che possano chiarire ciò che viene detto. Non tutti sembrano essere aperti a riesaminare le loro persuasioni e presupposti perché queste tradizioni sono molto potenti. La tradizione che Dio ami tutti esattamente allo stesso modo è molto forte. Devo dire che, per molti anni, questo è stato esattamente il caso nella mia vita.

Molti credono di non aver bisogno di esaminare quei testi perché, nella loro mente, il loro concetto di amore corrisponderebbe già a ciò che insegna la Bibbia. Lo considerano come qualcosa di assodato ed indiscutibile. Giustamente, il dott. James White ha detto: "Coloro che maggiormente sono schiavi della loro tradizione sono proprio quelli che non pensano di averne alcuna".

Per giungere ad una comprensione autenticamente biblica èdi importanza vitale riconoscere che i presupposti sui quali ci fondiamo potrebbero non essere giusti, e così sottoporli ad attenta verifica alla luce della Scrittura affinché sia la Bibbia a confermare che essi siano validi oppure no. Abbiamo tutti la tendenza, infatti, a proiettare nella Scrittura cose che non vi sono esplicitamente affermate e poi venircene via con tradizioni che non sono di fatto insegnate dalla Bibbia. Ecco perché avere un cuore ed una mente aperta, in spirito di preghiera, è essenziale se davvero vogliamo permettere alla Scrittura di governare il nostro pensiero.

IL BISOGNO PIÙ GRANDE

Qual è il bisogno più grande della Chiesa? Io credo che ciò di cui la Chiesa ha maggiormente bisogno è DIO come Egli è realmente, e dell'EVANGELO come realmente esso è. Se uno di questi è distorto, lo sarà pure l'altro.

Se siete dei cristiani autentici, avrete il desiderio di conoscere l'unico e vero Dio così come Egli si è rivelato. Vorrete conoscerlo e distanziarvi da tutte le idee a Suo riguardo che non siano bibliche. Questo è ciò che presuppongo su di voi, i lettori, allorché esploriamo il primo capitolo sull'amore di Dio.

L'amore è uno degli attributi di Dio. La Bibbia afferma praticamente in ogni pagina quanto meraviglioso sia l'amore di Dio."Dio è amore"(1 Giovanni 4:8). Che vi potrebbe essere di più chiaro?

Beh, di fatto, quanto studiamo la Bibbia, la dottrina dell'amore di Dio si rivela molto più complessa di quanto sulle prime noi si sia pronti a riconoscere.

Il compito del teologo è quello di prendere tutto ciò che la Bibbia ci dice su un certo argomento ed esporlo in modo ordinato e sensato. La teologia è una scienza. Un tempo la teologia era chiamata "la regina delle scienze" ed una persona non poteva dire di avere avuto un'istruzione piena senza almeno completare un corso di teologia. Teologia semplicemente vuol dire "studio di Dio", e tutti sono teologi, nel senso che tutti hanno una qualche idea su Dio. Anche gli atei credono a qualcosa su Dio: essi negano la Sua esistenza. La questione, quindi, non è se noi siamo o non siamo teologi. Che siamo "teologi" è un fatto. La vera questione è: "Siamo dei buoni o dei cattivi teologi?".

Allora, da dove possiamo partire quando si tratta di delineare l'amore di Dio? Partiamo dal vedere come l'amore di Dio si inserisca nel grande schema delle cose. Ecco ciò che noi sappiamo:Dio è. Dio è del tutto perfetto e non ha bisogno di cambiare, perché ammettere che Egli possa cambiare vorrebbe dire ammettere che quel che era prima non era del tutto perfetto. Dio è perfetto nel Suoi attributi ed è stato così da sempre. Egli sempre agisce in conformità con ciò che Egli è e quindi tutto ciò che Egli fa è perfetto. In Deuteronomio 32:3-4, Mosè scrive:"...poiché io proclamerò il nome del SIGNORE.Magnificate il nostro Dio! Egli è la rocca, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto".

Dio non è cambiato mai in alcun modo. Né ora né mai. Dio stesso dice:"Io, il Signore, non cambio"(Malachia 3:6). Ciononostante, in gran parte delle chiese oggi, molte delle caratteristiche o attributi di Dio sono stati deliberatamente oscurate alla vista. Certo, sono ancora presentati gli attributi più popolari di Dio, come il suo amore, la Sua grazia, e la Sua misericordia. Eppure si assiste ad un grande oscuramento di certi altri Suoi attributi, come la Sua santità, giustizia, rettitudine, ira e sovranità. Indubbiamente questo è un problema, un grosso problema.

Ecco ciò che intendo. Ad un buffet, non troviamo alcuna Polizia del Buffet che ci osserva per vedere se mettiamo nel piatto ogni singolo tipo di cibo che sia offerto, accusandoci poi di non averlo fatto, magari di "discriminazione" contro determinati cibi, se prendiamo per mangiarli solo alcuni tipi e non tutti. Noi siamo liberi di scegliere quale tipo di cibo mangeremo e quali no. Lo facciamo "con impunità", perché non avremo nessuna conseguenza penale per aver passato oltre un certo cibo o non aver messo nel nostro piatto un pezzo di torta di mele...

Diciamolo chiaramente: gli attributi di Dio non sono una linea di un buffet dal quale prendiamo ciò che preferiamo. Non siamo invitati a scegliere gli attributi di Dio che preferiamo lasciando gli altri. Non abbiamo alcun diritto di dire: "Lascio la sovranità e prendo solo l'Amore", Dio non ci permette di lasciare da parte alcuni dei Suoi attributi. Dio è tutto quello che Egli dice di essere. Credere solo in alcune delle Sue caratteristiche ed ignorare le altre, significa inventarci il Dio che più ci fa comodo o preferiamo.Per questo c'è un termine biblico: idolatria!Un idolo può essere fabbricato e messo in piedi non solo con le mani, ma anche con il nostro cuore e la nostra mente. Vi è un solo Dio e qualsiasi altro dio che non corrisponda a quello che di Sé Egli ha rivelato nella Scrittura è un falso Dio.

Romani 5:8-9 dichiara:"Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira".

Ogni peccato che la creatura umana commetta è un atto di "tradimento cosmico" e Dio, essendo santo e giusto, non è solo nei Suoi diritti quello di essere irato con noi, ma deve esserlo. È per questa ragione che trattare alla leggera il peccato, o un qualche peccato, e dire che Dio "ci passa sopra", significa affermare che a Dio non importi più di quel tanto della Sua santità. Una tale cosa è impossibile. Il peccato deve ricevere una sanzione penale, quella che Lui per esso ha stabilito, altrimenti Dio non sarebbe giusto. Dio ha pieno diritto di manifestare verso le Sue creature la Sua ira santa e giusta. Eppure, l'ira non è l'unico attributo che Egli manifesti. Egli pure manifesta grande misericordia. Difatti, Dio, nel Suo amore, ha inviato Suo Figlio nel mondo per salvare creature umane dalla Sua stessa intensa ira, quella che giustamente si manifesta verso tutti coloro che peccano verso di Lui.

Romani 11:22"Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio...". Se noi ci concentriamo su uno solo di questi attributi ad esclusione degli altri, distorciamo l'immagine biblica di Dio. E pure distorciamo l'Evangelo.

Ebrei 10:31 dice:"È terribile cadere nelle mani del Dio vivente". La calamità ultima in cui potremmo cadere è finire nelle mani del Dio vivente, non essere trovati "a posto" con Lui e dover affrontare il giudizio pieno dell'ira di Dio per l'eternità. Se questo è, com'è, il più grande pericolo in cui potremmo incorrere, allora, essere salvati da esso è la liberazione e salvezza più grande in assoluto che potremmo avere.

Alla croce, Gesù ha preso su di Sé la conseguenza ultima dei peccati di tutti quelli che avrebbero creduto in Lui ed ha assorbito in Sé stesso la condanna che la giusta ira di Dio Padre prevede come conseguenza penale del peccato. Egli era il Sostituto, il Vicario perfetto che ha portato su di Sé la santa e giusta ira di Dio, realizzando riconciliazione e piena propiziazione in favore di quelli che Gli appartengono, il Suo popolo (la propiziazione è un sacrificio che distoglie l'ira di Dio dai peccatori). L'ira di Dio è distolta solo dai credenti. Gli increduli rimangono sottoposti all'ira di Dio. Giovanni 3:36 dice: "Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui". Se essi perseverano nell'atteggiamento di sfida e di negazione di Dio e del Suo Cristo, essi dovranno patire nella sua pienezza tutta l'ira di Dio. Il ritorno di Gesù in terra sarà un avvenimento segnato sia da grande gioia che da gran terrore, perché sebbene Egli sia scudo per tutti coloro che credono in Lui, la Sua ira sarà riversata su tutti coloro che non saranno riconosciuti come Suoi soggetti.

Apocalisse 19:11-16 descrive il terrore che incoglierà molti al Suo ritorno:"Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI".

Questa sicuramente non è l'immagine di Cristo che la chiesa ama rappresentare, ma è quella biblica. Gli increduli non passano oggi notti insonni nel timore di incontrare Dio, perché la chiesa ha detto loro: "Dio vi ama ed ha un meraviglioso piano per la vostra vita". A loro non è stato detto della necessità di fuggire dall'ira che sta per piombargli addosso, perché sono stati rassicurati che questo loro non avverrà... È stato loro detto che Dio li ama incondizionatamente, il che, per loro, significa che come hanno vissuto e vivono non avrà per loro alcuna conseguenza e che, anzi, van bene così come si trovano. Certo essi non sentono la minaccia del giudizio di Dio. Perché dovrebbero?

Eppure il messaggio dell'Evangelo è questo: Tutti coloro che ripongono la loro fiducia in Cristo come loro Salvatore e Signore sono salvati da Dio in Cristo, ma anche da Dio nel senso di "dalla Sua giusta ira") e per Dio.

IL PENDOLO

C'è stato un tempo, nella storia della Chiesa, dove si evidenziava troppo l'ira ed il giudizio di Dio. Vi erano predicatori che ardentemente minacciavano sempre il loro uditorio con il fuoco e le fiamme della dannazione e dell'inferno. Ora sembra che il pendolo sia andato completamente in direzione opposta tanto che la gente sente solo parlare di un non meglio definito "amore di Dio", sentimentale e superficiale. Il che è inteso come molto rassicurante: un amore che è tutto "accoglienza" e nessuna condanna.

Ricordo che qualche tempo fa, mentre leggevo il libro degli Atti degli apostoli, prendevo particolare nota di come essi avessero predicato l'Evangelo. Che cosa predicavano? Che cosa mettevano in particolare evidenza? Qual era la somma e la sostanza della predicazione apostolica?

Ero rimasto scioccato dai risultati del mio studio. Sapete quale? Che gli apostoli non menzionavano mai l'amore di Dio, nemmeno una volta!

Questo non vuol dire che Dio non ami le Sue creature umane, anzi. Ma sono rimasto scioccato nel rendermi conto che l'amore di Dio, in quelle predicazioni, non fosse mai in prominenza, specialmente se le confrontiamo con quanto prevalentemente si sente oggi predicare: l'amore è l'unica cosa che si sente.

Nel Nuovo Testamento si parla molto dell'amore di Dio, ma la maggior parte dei casi in cui se ne parla, nelle epistole, questo discorso è fatto alla chiesa, e non agli increduli.

Nel prossimo capitolo considereremo la natura multiforme dell'amore di Dio.