Articoli/Il culto delle chiese evangeliche moderne

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 9 mag 2020 alle 00:11 di Pcastellina (discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Indietro


Il culto delle chiese evangeliche moderne

Intrattenimento ed evangelizzazione: è questo che dev'essere il culto della chiesa cristiana?

Il culto comunitario di molte chiese evangeliche sta trasformandosi radicalmente ed assomigliando sempre di più ad uno spettacolo di intrattenimento. Dopo diverso tempo che visito diverse chiese evangeliche "di successo" di Londra non ne ho più alcun dubbio. "Le chiese stanno svecchiandosi", dicono molti, "La gente così tornerà in chiesa". Un coraggioso ragionamento pragmatico? Ma è questo il culto che vuole il Signore dal Suo popolo nella Sua Parola? E' questa l'alternativa a chiese "tradizionali" semivuote e in crisi che molti snobbano? La generazione della televisione lo esige?

Il "culto spettacolo", così, assume tutti gli elementi tipici del "varietà televisivo" con tanto di presentatore: l'animatore (della "lode"), come nei club di vacanze, partendo dal presupposto che la spiritualità debba essere eccitata, incoraggiata. Vari "numeri" musicali (orchestre e gruppi musicali sul "palcoscenico" di buona qualità) scandiscono i vari momenti dello spettacolo, mimi, scenette, ospiti da intervistare, "reality"... Vi sono brevi "talk show" e proiezioni di video clip. I canti dell'assemblea poi, abbandonati gli innari individuali, assumono la caratteristica del karaoke con testi animati proiettati sullo schermo di fronte a tutti. Telecamere e schermi televisivi giganti, ripropongono, con sapiente regia, i momenti del "culto". Non manca il discorso del "predicatore". Questi, però, deve avere le caratteristiche di un bravo attore che "trascinando l'uditorio" con storie ed aneddoti interessanti, non sta più dietro ad un pulpito, ma si muove liberamente sul "palcoscenico" o scende fra "il pubblico" interpellando talvolta personalmente lo "spettatore" e parlando prevalentemente di temi di psicologia spicciola, spesso in modo divertente. La lettura e la spiegazione ragionata della Bibbia tende così a scomparire o a limitarsi a pochi versetti, quelli più "popolari". Per "salvare le apparenze", alcuni elementi del "culto tradizionale" come la preghiera, la confessione di peccato e la Cena del Signore, vi vengono incastonati ma brevemente e, naturalmente, in modo il più possibile "informale" per non imbarazzare nessuno..

.Perché questa "forma di culto" si impone sempre di più? Perché, molto pragmaticamente così si vorrebbe "evangelizzare", cioè attirare e coinvolgere la persona moderna e secolarizzata, magari giovane e "non abituata" al culto tradizionale, affinché si senta "più a suo agio" in chiesa con forme "più adatte" alla sua mentalità. Chiesa? Quando "ancora" il culto avviene in una chiesa e non in un auditorium, scompaiono i tradizionali banchi e vi si pongono sedie facilmente ri-orientabili su una comoda moquette dove si può anche sedersi per terra o permettere ai "fedeli" di muoversi liberamente, magari improvvisando passi di danza ispirati dal ritmo di suggestive musiche dall'effetto "coinvolgente" e ipnotico. Tutto questo, per molti, è "una buona idea", anzi, qualcosa di entusiasmante e "adatto ai tempi moderni". Dicono: "Basta con la somma noia e freddezza del culto tradizionale", "basta con l'atmosfera da museo e da rievocazione storica" che i pochi cultori rimasti della tradizione anche loro a malapena sopportano... Davvero le cose stanno in questi termini?
Certamente vorremmo tutti vedere molti giungere alla fede in Cristo, "riempire le chiese" e, dicono le dirigenze delle chiese, aumentare le offerte per le casse ecclesiastiche sempre più vuote. Per realizzare questo fine, sembrano disposti ad accettare qualsiasi cosa, "basta che la gente venga". Chi mai vorrebbe essere, infatti, contro "l'evangelizzazione"?

A prima vista tutto questo sembra essere molto attraente, ma è questo il culto che piace a Dio e che Lui comanda? Non dovrebbe essere forse il culto "di Dio" o è diventato "il nostro" culto, che deve piacere a noi e soddisfare noi e la gente d'oggi? Perché allora non introdurre anche le ballerine? Non c'è problema. C'è chi l'ha già fatto.

L'intrattenimento sarebbe "evangelizzazione" e il culto evangelizzazione? Come siamo arrivati a questo punto? La gente, però, non si evangelizza con mimi e giocolieri, ma con la presentazione dell'Evangelo della croce di Cristo che li deve condurre al ravvedimento. O no? E il culto non può essere evangelizzazione ma l'incontro del popolo di Dio con Dio. Idee vecchie da rivedere?

In 1 Corinzi 14:24-25 l'Apostolo Paolo commenta sulla presenza di non credenti in un culto. Raccomanda forse di intrattenerli e di metterli a proprio agio? No, di fare udire lo scomodo messaggio della croce che deve persuaderli di essere peccatori condannati che hanno bisogno di un Salvatore, un messaggio così incisivo che l'incredulo "convinto da tutti, e scrutato da tutti, i segreti del suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi". Un culto fedele, dove lo scopo primario sia l'incontro di Dio con il Suo popolo attraverso la Sua Parola potrà avere l'effetto secondario che i non credenti giungano alla fede. Il culto non deve però essere adattato all'incredulo, ma è per Dio e la Sua chiesa.