Liturgie/Per la domenica di Cristo Re

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Per la domenica di Cristo Re

L'ultima domenica dell'anno liturgico, i cristiani di tutto il mondo celebrano la festa di Cristo Re. Questa aggiunta relativamente recente al calendario della Chiesa, istituita nel XX secolo, ha uno scopo profondo: riconoscere il dominio del nostro re, Gesù Cristo, su tutta la creazione e su ogni aspetto della nostra vita.

Noi comprendiamo che la regalità di Cristo significa che Gesù ha autorità su tutta la creazione. Questa autorità si basa sulla sua identità di Figlio di Dio e sulla sua opera di redenzione. Egli è un re che serve, sacrifica e redime, un sovrano che stabilisce un regno non con la potenza militare ma con l'amore, la giustizia e il sacrificio supremo di se stesso sulla croce. La sua resurrezione è la rivendicazione della sua regalità e la sua ascensione come sua intronizzazione.

Una realtà presente e una casa futura

La fede in Cristo come Re affonda le sue radici nella comprensione cristiana di Gesù come Messia, il cui regno esiste sia come realtà presente che come speranza futura. Qui e ora, il suo regno si manifesta nelle vite dei credenti che cercano di vivere sotto la sua signoria. Ma la festa di Cristo Re porta con sé anche un senso di anticipazione escatologica, che segnala il culmine ultimo del tempo quando il regno di Cristo è pienamente realizzato. Come dice San Paolo nella sua lettera ai Filippesi,

Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore. – Filippesi 2:9-11

Il calendario della chiesa colloca perfettamente la festa di Cristo Re nell'ultima domenica dell'anno liturgico prima dell'inizio dell'Avvento. Concludiamo l'anno proclamando trionfalmente Cristo come Re e iniziamo il nuovo anno liturgico aspettando e pregando con fervore per il trionfo definitivo di Cristo alla fine dei tempi.

Le origini di Cristo Re

La festa di Cristo Re è un'aggiunta relativamente recente al calendario liturgico occidentale. Le sue radici risalgono al XX secolo, quando l'Europa era alle prese con le conseguenze della prima guerra mondiale. La guerra aveva devastato l'Europa, lasciando dietro di sé distruzione. La perdita di vite umane fu più significativa che in qualsiasi guerra precedente della storia. Si stima che morirono 20 milioni di persone e che altri 20 milioni rimasero feriti. I governi barcollarono sull'orlo del collasso economico e la disoccupazione aumentò vertiginosamente. In alcuni luoghi, le persone erano sull'orlo della fame.

La guerra portò significativi cambiamenti politici e sociali. Il secolarismo era in ascesa e le istituzioni tradizionali, tra cui sia le monarchie che la Chiesa, stavano affrontando sfide da parte di ideologie politiche emergenti come il comunismo e il fascismo.

Il vecchio mondo, con i suoi ordini sociali e politici consolidati, si stava disintegrando. Il pessimismo e un senso di impotenza contagiavano le persone, esacerbati dall'amarezza tra le nazioni. In questo terreno fertile per la tirannia, figure come Benito Mussolini, Adolf Hitler e Joseph Stalin iniziarono a emergere. Nella loro angoscia, le persone gravitavano verso chiunque potesse offrire loro speranza.

In questo clima di disperazione, Papa Pio XI vide le persone allontanarsi da Cristo, cercando speranza, guida e sostentamento da dittatori emergenti. In mezzo a questo cambiamento, c'era una crescente inclinazione a relegare la moralità e gli insegnamenti della Chiesa agli annali della storia, ritenendoli irrilevanti nell'era moderna. In questa moderna visione del mondo, Cristo potrebbe essere accettato come una figura storica ma non ha alcun posto nella vita moderna.

Istituzione della festa

Riconoscendo che le persone stavano voltando le spalle a Cristo in favore del secolarismo, del materialismo e delle false promesse dei tiranni, Papa Pio XI sapeva di dover agire. Nel 1925, pubblicò la sua lettera enciclica "Quas Primas" e istituì la festa di Cristo Re. La sua motivazione era chiara: riaffermare la regalità di Cristo, sottolineando che Gesù detiene l'autorità ultima su tutti gli aspetti della vita umana, incluso il regno politico ed economico. Pio intendeva che la festa contrastasse la secolarizzazione e l'ateismo dell'epoca, proclamando con coraggio che il regno di Cristo trascende i poteri mondani. Attraverso di essa, invitò i fedeli a consacrarsi alla signoria di Gesù, ricordando loro che Cristo deve regnare nelle nostre menti, volontà e cuori e che devono amare Dio sopra ogni cosa e aderire a lui solo.

Cristo Re di oggi

Il nostro mondo odierno non è poi così diverso dal mondo di Papa Pio XI. La pace resta sfuggente, gli ordini politici, sociali ed economici continuano a vacillare e la maggior parte delle nazioni rifiuta la regalità di Cristo nelle proprie vite. La festa di Cristo Re rimane rilevante oggi come lo era nel 1925.

Mentre celebriamo la festa di Cristo Re, accogliamo il regno di Gesù in ogni aspetto della nostra vita e teniamo salda la promessa che egli tornerà con potenza e grande gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

E così facciamo la nostra preghiera,

Dio onnipotente ed eterno, la cui volontà è di restaurare tutte le cose nel tuo amato Figlio, il Re dei re e Signore dei signori: concedi misericordiosamente che i popoli della terra, divisi e resi schiavi dal peccato, possano essere liberati e riuniti sotto il suo governo più grazioso; che vive e regna con te e lo Spirito Santo, un solo Dio, ora e per sempre. Amen.

Domenica "Ravviva"

Molto prima dell'istituzione della domenica di Cristo Re, l'ultima domenica prima dell'Avvento era nota come "Stir Up Sunday" ("ravviva"). "Stir Up Sunday" è un termine informale che prende il nome dalle parole iniziali della colletta del giorno nel Book of Common Prayer del 1549 (e successive edizioni).

“Ravviva, ti preghiamo, o Signore, la volontà del tuo popolo fedele; affinché essi, producendo abbondantemente il frutto delle buone opere, possano da te essere ampiamente ricompensati; per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Amen.”