Istruzioni e Dichiarazioni/Affermazione di Ligonier sulla Cristologia: differenze tra le versioni

Da Tempo di Riforma Wiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 277: Riga 277:


 
 


=== <font face="georgia, serif"><font size="3">Per la comune causa dell’Evangelo</font></font> ===
=== <font face="georgia, serif"><font size="3">Per la comune causa dell’Evangelo</font></font> ===

Versione delle 08:30, 18 mag 2020

 

Affermazione di Ligonier sulla Cristologia

Prefazione

Chi è Gesù? Quasi ogni persona adulta si è fatta una qualche opinione su Gesù. Queste opinioni possono essere superficiali, poco informate, oppure apertamente eretiche. Quel che conta, però, è la verità su Gesù, perché la cosa comporta conseguenze eterne. Coloro che portano il nome di cristiani professano di seguire Cristo come Suoi discepoli. Quel che credono di Lui costituisce la loro Cristologia - la dottrina su Cristo - che riflette la loro concezione del Cristo. 
 
Questa Cristologia può essere articolata implicitamente o esplicitamente. Può corrispondere alla profondità della rivelazione biblica ed alla riflessione che i cristiani hanno fatto nel corso della storia sulle Scritture, oppure può essere un’innovazione che non trova riscontro nella Parola di Dio. Nessun cristiano professante, però, è privo di una Cristologia. Dato che al centro della fede cristiana sta il seguire Cristo, la Chiesa per secoli ha lavorato per proclamare il Cristo della storia e delle Scritture, non il Cristo della nostra immaginazione. 
 
In affermazioni storiche della fede come il Credo di Nicea, la definizione di Calcedonia, il Catechismo di Heidelberg, e i Canoni di Westminster, i cristiani hanno articolato l’insegnamento biblico su Cristo. Oggi queste affermazioni sono spesso neglette ed incomprese, il che risulta in una diffusa confusione sulla Persona ed opera di Cristo. 
 
Pet la gloria di Cristo e l’edificazione del Suo popolo, l'Affermazione del Ligonier Ministries sulla Cristologia cerca di incapsulare la Cristologia ortodossa storica, e biblica della fede cristiana in una forma che sia semplice da confessare, utile per insegnare la fede durevole della Chiesa ed in grado di servire come confessione comune che i credenti di diverse chiese possano utilizzare per la loro comune missione. Questa Affermazione non intende sostituirsi ai Credi ed alle Confessioni storiche della Fede, ma possa essere un supplemento che articoli il loro insegnamento collettivo su chi è Cristo e ciò che Egli ha compiuto. Possa il Cristo farne uso per il Suo Regno.

R.C. Sproul (primavera 2016)

Il Ligonier Ministries è un’organizzazione internazionale cristiana riformata che ha sede nell’area di Orlando, Florida, USA. È stata fondata da R. C. Sproul nella Valle Ligonier, vicino a Pittsbourgh, Pennsylvania negli anni 1970 con l’esplicito proposito di “risvegliare la consapevolezza del più grande numero di persone possibili alla santità di Dio, proclamando, insegnando e difendendo la santità di Dio in tutta la sua pienezza”. Sproul e il Ligonier sono particolarmente riconosciuti per insegnare la teologia riformata classica, di cui il Calvinismo è un’importante aspetto. L’originale dell’Affernazione “La Parola diventata Carne” in lingua inglese si trova a questo indirizzo: http://christologystatement.com/


Affermazione

Noi confessiamo il mistero e il miracolo di Dio che si fa carne e ci rallegriamo della grande nostra salvezza realizzata per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Con il Padre e lo Spirito Santo il Figlio ha creato ogni cosa sostiene tutte le cose, e rinnova tutte le cose. Veramente Dio, Egli divenne veramente uomo, due nature in un’unica persona. Egli nacque dalla Vergine Maria e visse fra di noi. Crocifisso, morto e sepolto, Egli risorse dopo tre giorni, ascese al Cielo,e tornerà in gloria come Giudice. Per noi, Egli osservò la Legge,espiò il peccato, e rese soddisfazione all’ira di Dio. Egli fece Suoi i sudici stracci con i quali eravamo vestiti e ci rivestì della Sua veste di giustizia. Egli è il nostro Profeta, Sacerdote e Re, edifica la Sua Chiesa intercede per noi,e regna su ogni cosa. Gesù Cristo è Signore; noi lodiamo il Suo santo Nome per sempre. Amen.

Affermazioni e Negazioni

con prove scritturali

Articolo 1

Noi affermiamo che Gesù Cristo è l’Incarnazione nella storia della Parola eterna, o Logos, di Dio, la seconda Persona della Santa Trinità.1

Noi neghiamo che Gesù Cristo sia stato un semplice uomo o una creazione della fantasia della chiesa antica.

Articolo 2

Noi affermiamo che la natura divina di Dio sia con-sostanziale (homoousios) e quindi co-eguale con il Padre e con lo Spirito Santo.2

Noi neghiamo che Gesù sia semplicemente “come” Dio (homoiousios) o che Egli sia stato semplicemente “adottato” dal Padre come Suo Figlio.

Articolo 3

Noi affermiano, con il Credo di Nicea e di Calcedonia, che Gesù Cristo è al tempo stesso vero Dio e vero uomo, due nature in un’unica persona.3

Noi neghiamo che Gesù semplicemente sembrasse uomo, e neghiamo che Gesù sia in qualsiasi modo meno che Dio.

Articolo 4

Noi affermiamo l’unione ipostatica, che le due nature di Cristo sono unite nella Sua unica divina Persona, senza mescolanza, confusione, divisione o separazione.4

Noi neghiamo che fare una distinzione fra le due nature significhi separarle.

Articolo 5

Noi affermiamo che nell’Incarnazione sia la natura divina che quella umana conservano i propri attributi e rimangono intatte.5

Noi neghiamo che la natura umana di Gesù abbia attributi divini; neghiamo che la natura divina abbia comunicato attributi divini alla natura umana; e neghiamo che Gesù abbia accantonato o rinunciato ad uno qualsiasi dei Suoi divini attributi quando Egli si è “svuotato” nell’Incarnazione.

Articolo 6

Noi affermiamo che Gesù è la perfetta e suprema immagine di Dio, e che essere veramente umani significa essere conformi alla Sua immagine.6

Noi neghiamo che la natura umana di Gesù sia stata quella di un semplice fantasma o che a noi solo “sembrasse” essere quella di carne ed ossa.

Articolo 7

Noi affermiamo che in quanto vero uomo, Cristo possedeva tutte le limitazioni naturali e comuni infermità della natura umana. Egli era sotto ogni aspetto simile a noi, eccetto che nel peccato.7

Noi neghiamo che Gesù abbia mai commesso peccato. E neghiamo una qualsiasi concezione che sostenga che Gesù non abbia veramente patito sofferenze, tentazioni e difficoltà. Pure noi neghiamo che il peccato sia inerente alla vera umanità o che l’impeccabiltà di Gesù sia incompatibile con il Suo essere veramente umano.

Articolo 8

Noi affermiamo che il Gesù storico fu, nella Sua umanità, miracolosamente concepito dalla Vergine Maria e che ne naque dalla sostanza.8

Noi neghiamo che Gesù abbia ricevuto la Sua divina natura da Maria o che l’assenza in Lui di ogni traccia di peccato sia derivi in qualsiasi modo da lei.

Articolo 9

Noi affermiamo che, avendo Adamo fallito nel realizzare sua vocazione, Gesù sia il secondo o nuovo Adamo che ha pienamente realizzato i compiti che gli erano stati affidati9

Noi neghiamo che Gesù abbia ereditato da Adamo gli effetti o conseguenze della caduta di Adamo o che Egli, nella Sua umanità, portasse in Sé la corruzione del peccato originale.

Articolo 10

Noi affermiamo che Gesù ha completamente adempiuto a ciò che la Legge esige con la Sua ubbidienza sia attiva che passiva, e che Egli portò su di Sé la pena del nostro peccato con la Sua vita priva di peccato e la Sua morte sulla croce.10

Noi neghiamo che Gesù abbia mai fallito in qualsiasi punto nell’ubbidire alla Legge di Dio o scartato dalla la legge di Dio.

Articolo 11

Noi affermiamo che Gesù è il solo mediatore fra Dio e l’uomo.11

Noi neghiamo che Dio abbia avuto o avrà altre incarnazioni o che vi siano o saranno mediatori umani di sorta, altri che il Signore Gesù Cristo. Inoltre noi neghiamo che vi siano altri mezzi di salvezza diversi dal solo Cristo.

Articolo 12

Noi affermiamo che sulla croce Gesù ha operato la nostra redenzione dal peccato, soddisfacendo vicariamente l’ira e la giustizia di Dio.12

Noi neghiamo che la morte di Gesù fosse solo un esempio, o semplicemente una vittoria su Satana, o un pagamento di un riscatto reso a Satana.

Articolo 13

Noi affermiamo che a causa della vita d’ubbidienza e morte di Cristo, il nostro peccato gli è imputato e la Sua giustizia è stata imputata a noi per fede.13

Noi neghiamo che il nostro peccato sia semplicemente ignorato o bypassato, e noi pure neghiamo che la giustizia di Cristo non ci sìa accreditata.

Articolo 14

Noi affermiamo la dottrina della giustificazione per sola fede, che un peccatore è dichiarato giusto davanti a Dio per sola fede nella persona ed opera del solo Cristo, indipendentemente da qualsiasi personale merito od opera. Noi affermiano, inoltre, che negare la dottrina della giustificazione per sola fede equivale a rinnegare L’Evangelo.14

Noi neghiamo che siamo giustificati sulla base di una qualsiasi infusione in noi di grazia; che siamo giustificati solo quando diventiamo in noi stessi giusti; o che una qualche futura giustificazione sarà basata sulla nostra fedeltà.

Articolo 15

Noi affermiamo che il terzo giorno Gesù risorse dai morti per la nostra giustificazione e che fu visto nella carne da morte.15

Noi neghiamo che Egli sia semplicemente parso essere morto, o che solo il Suo spirito sia sopravvissuto. O che la Sua risurrezione sia avvenuta semplicemente nel cuore dei Suoi seguaci.

Articolo 16

Noi affermiamo che Gesù è la primizia della risurrezione, che Egli ha sconfitto sia il peccato che la morte, e che anche noi risorgeremo a novità di vita.16

Noi neghiamo che il corpo glorificato di Gesù fosse un corpo totalmente nuovo e diverso da quello che era stato deposto nella tomba del giardino. Noi neghiamo, inoltre, che la nostra risurrezione sarà solo una realtà simbolica o spirituale.

Articolo 17

Noi affermiamo che Gesù ascese al Suo trono celeste alla destra di Dio Padre, che Egli sta regnando al presente come Re, e che ritornerà visibilmente in potenza ed in gloria.17

Noi neghiamo che Gesù si sbagliasse a proposito del Suo ritorno, o che il Suo regnare sia stato rimandato ad un qualche tempo futuro.

Articolo 18

Noi affermiamo che Gesù, nel giorno di Pentecoste, ha elargito il Suo Spirito, e che nella Sua presente sessione Gesù stia edificando la Sua chiesa, della quale Egli è il capo supremo e solo re.18

Noi neghiamo che Gesù abbia stabilito come Suo vicario il vescovo di Roma, o che qualsiasi altra persona diversa da Gesù Cristo possa essere capo o re della chiesa.

Articolo 19

Noi affermiamo il ruolo mediatoriale di Gesù come Profeta, Sacerdote, e Re.19

Noi neghiamo che l’opera di Gesù possa essere semplicemente ridotta agli uffici di Profeta, Sacerdote e di Re.

Articolo 20

Noi affermiamo che come Profeta Gesù abbia proclamato la volontà di Dio, profetizzato avvenimenti futuri e sia, in Sé stesso, l’adempimento delle promesse di Dio.20

Noi neghiamo che Gesù abbia mai pronunciato una falsa promessa o parole false, o che Egli abbia fallito o fallirà nell’adempire tutte le promesse che Lo riguardano.

Articolo 21

Noi affermiamo che Gesù è il nostro grande Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedech, che ha offerto il sacrificio perfetto in nostro favore e che continua ad intercedere per noi di fronte al Padre.21

Noi neghiamo che Gesù, discendendo dalla tribù di Giuda e non da quella di Levi, non sia qualificato a servire come nostro sacerdote; noi neghiamo che Cristo, come vittima e sacerdote, offra continuamente Sé stesso come sacrificio nella Messa; inoltre neghiamo che Cristo sia diventato sacerdote solo in cielo e non un sacerdote sulla terra.

Articolo 22

Noi affermiamo che come Re, Gesù regna supremamente su tutta la terra e le potenze soprannaturali ora e per sempre.22

Noi neghiamo che il regno di Gesù fosse semplicemente un regno politico di questo mondo, e neghiamo che tutti i governanti terreni non dovranno alla fine rendere conto a Lui del loro operato.

Articolo 23

Noi affermiamo che Gesù Cristo tornerà in gloria per giudicare tutte le nazioni e che alla fine Egli sconfiggerà tutti i Suoi nemici, distruggerà la morte e darà adito ai nuovi cieli ed alla nuova terra in cui regnerà la giustizia.23

Noi neghiamo che il Suo ritorno finale sia avvenuto nel 70 AD e che la Sua venuta e gli avvenimenti che l’accompagneranno devono essere intesi in maniera semplicemente simbolica.

Articolo 24

Noi affermiamo che coloro che credono nel nome di Gesù saranno accolti nel Suo regno eterno, ma che quelli che non credono a Gesù dovranno patire un consapevole castigo eterno nell’inferno.24

Noi neghiamo che alla fine tutti saranno salvati; noi inoltre neghiamo che coloro che muoiono senza la fede in Cristo saranno completamente distrutti.

Articolo 25

Noi affermiamo che quando Gesù avrà sconfitto tutti i Suoi nemici, Egli consegnerà il Suo regno al Padre; che nei nuovi cieli e nella nuova terra, Dio sarà tutto in tutti; e che i credenti vedranno Cristo faccia a faccia, saranno resi come Lui e godranno per sempre della Sua presenza.25

Noi neghiamo che la condizione futura sia soltanto spirituale o semplicemente simbolica, o che vi sia un’altra speranza per l’umanità, o in qualche altro nome, o maniera in cui la salvezza possa essere trovata se non in Cristo Gesù soltanto.

Saggio esplicativo

Con suggerimenti per l’uso

 

Un bel giorno, la terra intera risuonerà univoca con la confessione“Gesù Cristo è il Signore” (Filippesi 2:11). Questa breve espressione è pregnante di significato. Dire che Gesù è il Cristo significa dire che Egli è Dio vero da Dio vero. Significa dire che Egli è il Messia promesso e lungamente atteso. L’Incarnazione è la meraviglia delle meraviglie, un mistero stupefacente. Dio è diventato carne. Persino chiamarlo Gesù significa dire che Egli è l’unico ed il solo Salvatore. Egli venne nel mondo con la missione di salvare dai loro peccati coloro che Gli appartengono, il Suo popolo (Matteo 1:21).

“Gesù Cristo è Signore” è un Credo - una concisa confessione di fede. Il termine Credo deriva dal latino e appunto significa “io credo”. Questo breve Credo dichiara ciò che noi crediamo su Cristo. Alcuni ritengono che pure 1 Timoteo 3:16 sia un Credo. Due ne sono le ragioni. In primo luogo Paolo dice “Dobbiamo confessare”, in secondo luogo le frasi sono espresse in maniera ritmica e profetica. Queste frasi formano un sommario conciso dell’Incarnazione di Cristo:

Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà:

Egli si manifestò nella carne,

fu giustificato nello Spirito,

apparve agli angeli,

fu annunziato ai pagani,

fu creduto nel mondo,

fu assunto nella gloria.

 

Il modello biblico è importante. Quando la chiesa antica convocava concili e prodiceva Credi, essa non stava creando un nuovo metodo per confessare la fede. Essa portava avanti una tradizione biblica consolidata.

 

Moltiplicandosi le voci di contestazione, la chiesa antica prendeva chiara posizione per la verità rivelata. Molti, inoltre, pensano che fosse le necessità della liturgia, o il desiderio di un culto puro, a sollecitare la chiesa ad impegnarsi a scrivere dei Credi. Questo è particolarmente vero al riguardo della dottrina su Cristo. La verità essenziale sulla persona ed opera di Cristo è stato il segno caratteristico della fede cristiana attraverso i secoli.

 

Gli scrittori stessi del Nuovo Testamento combattevano idee errate al riguardo dell’identità e dell’opera di Cristo. Nei primi secoli della chiesa vari gruppi contestavano che Cristo fosse stato un vero essere umano. Uno di questi gruppo, i Docetisti, sosteneva che Gesù solo “appariva” essere umano. Altre eresie, come l’Arianesimo, contestava la vera divinità di Cristo. Queste eresie sostenevano che Egli fosse meno che Dio Padre. Altri gruppi, più tardi, erravano esprimendo la maniera in cui le due nature, la vera umanità e la vera divinità di Cristo, fossero unite nella Sua unica persona. La chiesa antica rispose a queste contestazioni ed errori convocando dei concili e scrivendo dei Credi che riassumono l’insegnamento della Bibbia al riguardo delle verità centrali della fede cristiana. Questi Credi sono un prezioso retaggio che ci è stato tramandato da una generazione all’altra. Oggi, così, siamo in possesso delle risorse del Credo apostolico, il Credo niceno e la Definizione di Calcedonia. Questi Credi segnano dei confini, tracciano chiare linee di demarcazione che distinguono l’ortodossia dall’eresia. Questi Credi hanno avuto la funzione di fissare saldamente la chiesa nella verità e, con la mano misericordiosa e la guida di Dio, hanno guidato i cristiani a proclamare fedelmente l’Evangelo. Questi Credi sono recitati oggi come testimonianza del loro valore permanente. Essi ci rammentano che Cristo sta al centro della nostra teologia ed al centro del nostro culto. Questi Credi chiamano la chiesa a “combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 1:3).

 

Questi Credi, però, solo accennano all’opera di Cristo. Essi non espongono pienamente l’Evangelo. Un’autentica divisione è avvenuta nella chiesa visibile al tempo della Riforma. L’opera di Cristo ne era la questione chiave. Più specificamente, il dibattito sulla questione della Giustificazione per sola Fede era il tema centrale della controversia che aveva diviso il Protestantesimo dal Cattolicesimo romano. Il Protestantesimo afferma la dottrina della Giustificazione per sola Fede (sola fide), mentre il Cattolicesimo romano, seguendo i decreti del Concilio di Trento, respinge la dottrina della Giustificazione per sola Fede, optando, invece, nel considerare la Giustificazione come il risultato fra la fede e le opere. La Riforma, inoltre, rivelava una differenza su un’altra questione, vale a dire la suprema e sola signoria di Gesù Cristo sulla Sua chiesa e, di fatto, su ogni cosa.

 

Presi insieme, i Concili ecumenici della chiesa antica e questi accenti della Riforma tracciano delle linee guida per la chiesa affinché essa proclami un Evangelo biblicamente fedele. I Credi insieme a le varie Confessioni di fede e catechismi della Riforma forniscono utili sommari della fede e portano chiarezza alla fede ed all’Evangelo.

La Parola diventata carne: l’Affermazione del Ligonier sulla Cristologia” umilmente cerca di offrire alla chiesa di questa generazione - e, con la benedizione di Dio, delle generazioni che verranno - una succita Affermazione al riguardo della persona e dell’opera di Cristo, la quale attinge dalle ricchezze del passato, sia dai Credi ecumenici che dalla teologia della Riforma. Questa Affermazione, insieme ai 25 articoli di affermazioni e negazioni che l’accompagnano, potrà forse servire come catalizzatore per ulteriori discussioni e riflessioni su queste materie di importanza cruciale. È stato compiuto ogni tentativo per rendere questa Affermazione utile ad essere recitata pubblicamente. Desideriamo che ogni persona che incontri questa Affermazione sappia che “Gesù Cristo è il Signore”.

L’Affermazione

L’Affermazione consiste di sei strofe o sezioni. La prima serve come prefazione, con due verbi chiave: confessare e rallegrarsi. Dio ha rivelato sia Sé stesso che la Sua volontà attraverso le pagine della Sacra Scrittura. Eppure vi sono ancora “cose occulte” che appartengono a Lui solo (Deuteronomio 29:29). Dobbiamo così rammentarci sempre dei limiti del compito della teologia. Iniziamo, così, con il confessare il mistero e la meraviglia dell’Evangelo. Punto focale di questa Affermazione è l’Incarnazione, che succintamente definiamo con le parole Dio fattosi carne. La persona di Cristo conduce immediatamente all’opera di Cristo: è per questo motivo che collettivamente ci rallegriamo nell’opera di salvezza compiuta da Cristo.

 

La seconda strofa mette in evidenza la vera divinità di Cristo, considerandolo ugualmente collocato fra le persone dell’Essere trinitario di Dio. Questa strofa termina con la riaffernazione della formula calcedoniana dalla Definizione di Calcedonia. Dall’Incarnazione, Cristo è stato e sarà sempre due nature in una persona.

 

L’esposizione dell’Incarnazione occupa la terza strofa, che mette in rilievo la vera umanità di Cristo. Egli nacque. Egli è l’Emmanuele, che significa “Dio è con noi” (Matteo 1:23). Qui confessiamo la Sua morte, sepoltura, risurrezione, ascensione e seconda venuta. Questi sono i fatti storici dell’Incarnazione.

 

I fatti teologici dell’Incarnazione seguono nella quarta sezione, che attingono dalle introspezioni ristabilite nel tempo della Riforma. Per noi, Gesù è stato perfettamente ubbidiente. Egli ha osservato la Legge (ubbidienza attiva) ed espiato la pena che la legge prevede per il peccato (ubbidienza passiva). Egli era l’Agnello immacolato, che in maniera vicaria (al posto nostro) ha conseguito la nostra riconciliazione con Dio (redenzione). Egli ha risolto il problema più pressante che deve affrontare l’umanità: l’ira del Dio santo che grava su di essa. Questa strofa termina dichiarando la dottrina dell’Imputazione. I nostri peccati sono stati imputati (o accreditati, messi sul conto) di Cristo, mentre a noi è stata imputata (accreditata) la Sua giustizia.

 

Il triplice ufficio (munus triplex) di Cristo è un utile concetto teologico che esprime in che cosa consista l’opera di Cristo. I tre uffici (funzioni, ministeri) di profeta, sacerdote e re, nell’Antico Testamento erano ruoli separati. Gesù li congiunge tutti e tre nella Sua unica persona, ed Egli li esercita perfettamente. Qui noi riflettiamo non solo sull’opera mediatoriale di Cristo nel passato sulla croce, ma pure sull’opera presente come nostro intercessore alla destra del Padre.

 

La strofa conclusiva afferma la singolare e concisa confessione: Gesù Cristo è il Signore. Ogni vera teologia conduce alla dossologia, o culto. Di conseguenza, l’Affermazione termina con il verbo chiave lodare. Rendendo ora il nostro culto a Cristo, ci prepariamo per la nostra opera eterna.

 

Le venticinque affermazioni e negazioni

Le frasi di queste Affermazioni sono porte di accesso allo studio della Cristologia che ci invitano ad esplorare le ricchezze dell'insegnamento biblico sulla persona e l’opera di Cristo. Per guidarci ulteriormente, sono state aggiunte 25 Affermazioni e Negazioni, ciascuna accompagnata da testi biblici in loro sostegno. Un testo biblico pertinente a ciascuna è stato scritto per intero, accompagnato da riferimenti biblici supplementari. Questi articoli sono di importanza cruciale. Essi delimitano i confini dell’insegnamento biblico sulla persona e opera di Cristo.

  • L’articolo 1 serve come prefazione, affermando l’Incarnazione.
  • L’articolo 2 afferma la vera e completa divinità di Cristo.
  • Gli articoli da 3 a 5 espongono la Cristologia delle due nature presentata dalla Scrittura.
  • Gli articoli da 6 a 9 sviluppano la vera umanità di Cristo.
  • Gli articoli da 10 a 22 si volgono dalla persona di Cristo all’opera di Cristo. Essi iniziano affermando le dottrine della Salvezza e terminano delineando il triplice ufficio di Cristo.
  • Gli articoli da 23 a 25 si rivolgono alle questioni che riguardano la seconda venuta di Cristo e la condizione eterna.

Le Negazioni sono di estrema importanza. È piuttosto fuori moda oggi, nell’epoca della “tolleranza” presumere di negare la validità di una credenza, ma questi articoli di affermazione e negazione non sono un esercizio di presuntuoso orgoglio. Al contrario, sono presentate nella speranza di aiutare la chiesa di rimanere nei confini sicuri e verdeggianti dell’insegnamento biblico. 2 Giovanni 9 dichiara: “Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio”. Questo si riferisce a “andare oltre”, andare al di là, non rimanere nei confini prescritti della Cristologia come sono rivelati nella Parola di Dio. Quando i 25 articoli espandono le varie linee dell’Affermazione, questi articoli stessi possono condurre ad un insegnamento più profondo su Cristo.

 

Alcuni potrebbero giustamente chiedersi perché mai sia necessaria una nuova Affermazione. Si tratta di una buona domanda. A questo fine presentiamo tre ragioni. Confidiamo che possa servire per il culto e l’insegnanento della chiesa oggi rispondendo alle sfide e contestazioni correnti. Confidiamo pure che essa fornisca a coloro che servono l’Evangelo un mezzo per riconoscere coloro che davvero sono loro compagni nel ministero. Infine, siamo consapevoli che all’orizzonte, davanti a noi, vi siano tempi difficili per la chiesa: confidiamo così che questa Affermazione possa rammentare a noi tutti l’essenza dell’Evangelo - la sua bellezza, la sua necessità e la sua urgenza. Considerate ciascuna di queste ragioni:

 

Per il culto e l’edificazione

È con umiltà che il Ligonier offre questa Affermazione alla chiesa. Sin dai primi secoli, i cristiani si sono avvalsi dei Credi nell’ambito della liturgia della chiesa. Si auspica che questa Affermazione possa servire lo stesso proposito. I Credi possono essere utili strumenti di insegnamento per esplorare i vasti orizzonti dell’insegnamento biblico. Si spera pure che questa Affermazione ed i 25 articoli che l’accompagnano possa essere usata nella chiesa come guida per l’ulteriore esplorazione biblica e riflessione. Le dottrine sulla persona e l’opera di Cristo sono essenziali per l’identità e la salute della chiesa. Ogni generazione della chiesa ha bisogno di studiare ed affermare sempre di nuovo la comprensione ortodossa della persona e opera di Cristo. Confidiamo che questa Affermazione possa essere d’aiuto.

 


Per la comune causa dell’Evangelo

Nel mondo vi è un numero crescente di chiese, organizzazioni e movimenti non-denominazionali - molti dei quali sono impegnati nel diffondere l’Evangelo. Talvolta è difficile discernere dove vi possa essere con loro sana collaborazione ed associazione. Questa Affermazione forse potrà servire per poter identificare chi siano i fratelli e sorelle in Cristo e consolidare così i comuni sforzi per l’Evangelo.

 

In tempi come questi

Nella città universitaria di Oxford in Inghilterra vi è il Monumento ai Martiri che commemora il sacrificio di un certo numero di Riformatori britannici come Thomas Cranmer, Nicholas Ridley e Hugh Latimer. Parla di loro come di cristiani che hanno consegnato il loro corpo alle fiamme rendendo testimonianza alle sacre verità che affermano e sostenevano contro gli errori della chiesa di Roma e rallegrandosi non solo di aver creduto in Cristo, ma anche di aver sofferto per amor suo. Essi credevano, affermavano e sostenevano le sacre verità dell’Evangelo di Gesù Cristo. Nel rendere testimonianza a queste verità, essi per loro hanno proclamato, difeso e sofferto. Attraverso i secoli molti si sono uniti a questi Riformatori. Gran parte della chiesa nel moderno Occidente ha goduto della libertà religiosa. Quanto a lungo possa durare è una questione oggi aperta. Questa generazione o le generazioni che verranno, potrebbero verosimilmente essere chiamate s soffrire per la loro fede in Cristo. Non è saggio arrivarne impreparati, e non è pure saggio lasciare impreparata la prossima generazione. Queste verità al riguardo della persona ed opera di Cristo sono indubbiamente degne di essere credute, affermate, sostenute e per essere dare la nostra stessa vita. In Cristo vi è la vita.

Vi era un momento nella vita terrena di Cristo in cui le folle Lo avevano del tutto abbandonato, ed era stato lasciato solo con il suo piccolo gruppo di seguaci. Egli aveva loro chiesto se pure essi Lo avrebbero abbandonato. Pietro, così, prende la parola e, a nome di tutti loro afferma: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Giovanni 6:68-69). Poco tempo più tardi, uno dei Dodici avrebbe espresso i suoi dubbi. Gesù era stato crocifisso e sepolto. Poi Gesù appare a Tommaso. Egli tocca le ferite di Cristo, quelle che aveva patito per i nostri peccati. Così Tommaso confessa: “Signor mio, e Dio mio!” (Giovanni 20:28). Così noi crediamo e così noi confessiamo.

Note

1 “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio (...) E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:1,14). Vedasi anche Salmi 110:1; Matteo 3:17; 8:29; 16:16; Marco 1:1, 11; 15:39; Luca 22:70; Giovanni 10:30; 20:28; Galati 4:4; Filippesi 2:6; Colossesi 2:9; Ebrei 5:7; 1 Giovanni 5:20.

2 “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19). Vedasi anche Giovanni 3:15–16; 4:14; 6:54; 10:28; Romani 5:21; 6:23; 2 Corinzi 13:14; Efesini 2:18; 2 Timoteo 1:9; 1 Pietro 5:10; Giuda 1:21.

3 “perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Colossesi 2:9). Vedasi anche Luca 1:35; Giovanni 10:30; Romani 9:5; 1 Timoteo 3:16; 1 Pietro 3:18.

4 Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli (Matteo 16:16–17). Vedasi anche Luca 1:35, 43; Giovanni 1:1, 3; 8:58; 17:5; Atti 20:28; Romani 1:3; 4:1; 9:5; 2 Corinzi 8:9; Colossesi 2:9; 1 Timoteo 3:16; 1 Pietro 3:18; Giuda 1:4; Apocalisse 1:8, 17; 22:13.

5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini (Filippesi 2:5–7). Vedasi anche Matteo 9:10; 16:16; 19:28; Giovanni 1:1; 11:27, 35; 20:28; Romani 1:3–4, 9:5; Efesini 1:20–22; Colossesi 1:16–17; 2:9–10; 1 Timoteo 3:16; Ebrei 1:3, 8–9; 1 Pietro 3:18; 2 Pietro 1:1.

6 Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui (Colossesi 1:15–16). Vedasi anche Romani 8:29; 2 Corinti 4:4–6; Efesini 4:20–24; Ebrei 1:3–4.

7 Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati (Ebrei 2:17–18). Vedasi anche Michea 5:2; Luca 2:52; Romani 8:3; Galati 4:4; Filippesi 2:5–8; Ebrei 4:15.

8 6 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria (Luca 1:26–27). Vedasi anche Matteo 1:23; Luca 1:31, 35; Romani 1:3; Galati 4:4.

9 “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... Poiché, fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge. Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti. Riguardo al dono non avviene quello che è avvenuto nel caso dell'uno che ha peccato; perché dopo una sola trasgressione il giudizio è diventato condanna, mentre il dono diventa giustificazione dopo molte trasgressioni. Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l'ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti. La legge poi è intervenuta a moltiplicare la trasgressione; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:12–21). Vedasi anche 1 Corinzi 15:22, 45–49; Efesini 2:14–16.

10 Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti (Romani 5:19). Vedasi anche Matteo 3:15; Giovanni 8:29; 2 Corinti 5:21; Filippesi 2:8; Ebrei 5:8.

11 Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù (1 Timoteo 2:5). Vedasi anche Giobbe 33:23–28; Giovanni 14:6; Ebrei 9:15; 12:24.

12 Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù (Romani 3:25–26). Vedasi anche Isaia 53; Romani 5:6, 8, 15; 6:10; 7:4; 8:34; 14:9, 15; 1 Corinti 15:3; Efesini 5:2; 1 Tessalonicesi. 5:10; 2 Timoteo 2:11; Ebrei 2:17; 9:14–15; 10:14; 1 Pietro 2:24–25; 3:18; 1 Giovanni 2:2; 4:10.

13 Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio (2 Corinti 5:21). Vedasi anche Matteo 5:20; Romani 3:21–22; 4:11; 5:18; 1 Corinti 1:30; 2 Corinti 9:9; Efesini 6:14; Filippesi 1:11; 3:9; Ebrei 12:23.

14 Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (Romani 5:1). Vedasi anche Luca 18:14; Romani 3:24; 4:5; 5:10; 8:30; 10:4, 10; 1 Corinti 6:11; 2 Corinti 5:19, 21; Galati 2:16–17; 3:11, 24; 5:4; Efesini 1:7; Titus 3:5, 7.

15 Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici (1 Corinti 15:3–5). Vedasi anche Isaia 53; Matteo 16:21; 26:32; 28:1–10; Giovanni 21:14; Atti 1:9–11; 2:25, 32; 3:15, 26; 4:10; 5:30; 10:40; Romani 4:24–25; 6:9–10; Efesini 4:8–10.

16 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. (...) Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? (1 Corinti 15:20, 55). Vedasi anche Romani 5:10; 6:4, 8, 11; 10:9; 1 Corinti 15:23; 2 Corinti 1:9; 4:10–11; Efesini 2:6; Colossesi 2:12; 2 Tessalonicesi. 2:13; Ebrei 2:9, 14; 1 Giovanni 3:14; Apocalisse 14:4; 20:14.

17 Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (Atti 1:6–11). Vedasi anche Luca 24:50–53; Atti 1:22; 2:33–35; Efesini 4:8–10; 1 Timoteo 3:16.

18 Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, (Efesini 1:22). Vedasi anche Atti 2:33; 1 Corinti 11:3–5; Efesini 4:15; 5:23; Colossesi 1:18.

19 Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato (Ebrei 1:1–4). Vedasi anche Luca 1:33; Giovanni 1:1–14; Atti 3:22; Colossesi 1:15; Ebrei 5:5, 6.

20 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti. Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà (Atti 3:17–22). Vedasi anche Matteo 20:17; 24:3; 26:31, 34, 64; Marco 1:14–15; Luca 4:18–19, 21; Giovanni 13:36; 21:22; 1 Corinti 1:20; Ebrei 1:2; Apocalisse 19:10.

21 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza (Ebrei 9:24–28). Vedasi anche Giovanni 1:36; 19:28–30; Atti 8:32; 1 Corinti 5:7; Ebrei 2:17–18; 4:14–16; 7:25; 10:12, 26; 1 Pietro 1:19; Apocalisse 5:6, 8, 12–13; 6:1, 16; 7:9–10, 14, 17; 8:1; 12:11; 13:8; 15:3.

22 Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi (1 Corinti 15:25). Vedasi anche Salmi 110; Matteo 28:18–20; Luca 1:32; 2:11; Atti 2:25, 29, 34; 4:25; 13:22, 34, 36; 15:16; Romani 1:3; 2 Timoteo 2:8; Ebrei 4:7; Apocalisse 3:7; 5:5; 22:16.

23 E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio (Atti 10:42). Vedasi anche Giovanni 12:48; 14:3; Atti 7:7; 17:31; 2 Timoteo 4:1, 8.

24 Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! (Matteo 13:41–43). Vedasi anche Isaia 25:6–9; 65:17–25; 66:21–23; Daniele 7:13–14; Matteo 5:29–30; 10:28; 18:8–9; Marco 9:42–49; Luca 1:33; 12:5; Giovanni 18:36; Colossesi 1:13–14; 2 Tessalonicesi 1:5–10; 2 Timoteo 4:1, 18; Ebrei 12:28; 2 Pietro 1:11; 2:4; Apocalisse 20:15.

25 ...poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. (1 Corinti 15:24–28). Vedasi anche Isaia 65:17; 66:22; Filippesi 2:9–11; 2 Pietro 3:13; 1 Giovanni 3:2–3; Apocalisse 21:1–5; 22:1–5.