Liturgie/Direttive per il culto RPCNA: differenze tra le versioni
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Il servizio di Comunione si concluderà con una preghiera di ringraziamento, il canto di un Salmo appropriato e la Benedizione. | Il servizio di Comunione si concluderà con una preghiera di ringraziamento, il canto di un Salmo appropriato e la Benedizione. | ||
== '''Capitolo 4: Ordinanze speciali''' == | == '''Capitolo 4: Ordinanze speciali''' == | ||
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1. Nell'era neotestamentaria, la nostra, non vi è altro giorno da santificare se non il Giorno del Signore, il Sabato cristiano, vale a dire la Domenica. Può essere ciononostante appropriato mettere a parte uno o più giorni come giorno dedicato al Digiuno oppure al Ringraziamento da considerarsi dispensazioni straordinarie della Divina Provvidenza a seconda delle occasioni. | 1. Nell'era neotestamentaria, la nostra, non vi è altro giorno da santificare se non il Giorno del Signore, il Sabato cristiano, vale a dire la Domenica. Può essere ciononostante appropriato mettere a parte uno o più giorni come giorno dedicato al Digiuno oppure al Ringraziamento da considerarsi dispensazioni straordinarie della Divina Provvidenza a seconda delle occasioni. | ||
''Digiuni'' | === ''Digiuni'' === | ||
2. Sono particolarmente appropriati giorni di Digiuno, umiliazione e preghiera quando nel Paese sono particolarmente evidenti segni del giudizio di Dio, o quando il peccato collettivo della Chiesa o nazione provoca il Signore e attira su di sé il Suo giudizio. E' appropriato che siano osservate tali giornate in connessione con culti di preparazione alla celebrazione della Cena del Signore, oppure quando Sinodi, presbiteri o consigli di Chiesa ritengono che siano necessari. | 2. Sono particolarmente appropriati giorni di Digiuno, umiliazione e preghiera quando nel Paese sono particolarmente evidenti segni del giudizio di Dio, o quando il peccato collettivo della Chiesa o nazione provoca il Signore e attira su di sé il Suo giudizio. E' appropriato che siano osservate tali giornate in connessione con culti di preparazione alla celebrazione della Cena del Signore, oppure quando Sinodi, presbiteri o consigli di Chiesa ritengono che siano necessari. | ||
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5. Se le autorità civili decretano un tempo di digiuno e di preghiera che sia in armonia con le Scritture, i consigli di Chiesa potranno incoraggiare il popolo a rispondere a tali appelli con la loro osservanza. Oltre a tali occasioni generali, vi possono essere occasioni in cui famiglie ed individui, per le loro ragioni, si dedicano per un certo tempo alla preghiera ed al digiuno. | 5. Se le autorità civili decretano un tempo di digiuno e di preghiera che sia in armonia con le Scritture, i consigli di Chiesa potranno incoraggiare il popolo a rispondere a tali appelli con la loro osservanza. Oltre a tali occasioni generali, vi possono essere occasioni in cui famiglie ed individui, per le loro ragioni, si dedicano per un certo tempo alla preghiera ed al digiuno. | ||
''Ringraziamento'' | === ''Ringraziamento'' === | ||
6. I cristiani dovrebbero sempre esprimere la loro riconoscenza verso Dio. ma ci sono occasioni in cui è particolarmente appropriato esprimerla insieme. Queste occasioni possono essere risposta ad una particolare benedizione di Dio nella vita della comunità, l'appello delle autorità civili ad un giorno dedicato al ringraziamento (se coerente con la Scrittura), o come riconoscenza per ciò che Dio ci ha materialmente provveduto. | 6. I cristiani dovrebbero sempre esprimere la loro riconoscenza verso Dio. ma ci sono occasioni in cui è particolarmente appropriato esprimerla insieme. Queste occasioni possono essere risposta ad una particolare benedizione di Dio nella vita della comunità, l'appello delle autorità civili ad un giorno dedicato al ringraziamento (se coerente con la Scrittura), o come riconoscenza per ciò che Dio ci ha materialmente provveduto. | ||
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7. In tali occasioni, il consiglio di chiesa può considerare se tenere un culto pubblico speciale adatto in cui il popolo possa celebrare la bontà del Signore, cantare le Sue lodi, ringraziarlo per la Sua misericordia verso singoli e la comunità, invocarlo in preghiera sia per la Chiesa che per la nazione e ricevere dalla Parola di Dio esortazioni sul tema della gratitudine. Potrà pure essere data l'opportunità per il popolo di esprimere quella gratitudine facendo una contribuzione per una qualche causa caritativa. | 7. In tali occasioni, il consiglio di chiesa può considerare se tenere un culto pubblico speciale adatto in cui il popolo possa celebrare la bontà del Signore, cantare le Sue lodi, ringraziarlo per la Sua misericordia verso singoli e la comunità, invocarlo in preghiera sia per la Chiesa che per la nazione e ricevere dalla Parola di Dio esortazioni sul tema della gratitudine. Potrà pure essere data l'opportunità per il popolo di esprimere quella gratitudine facendo una contribuzione per una qualche causa caritativa. | ||
''Promesse solenni, voti e patti'' | === ''Promesse solenni, voti e patti'' === | ||
8. Fare promesse solenni davanti a Dio è un atto di culto in cui individui, chiese, o nazioni dichiarano la loro accettazione di Lui come loro Dio e giurano fedeltà ed ubbidienza a Lui. Le promesse solenni pubbliche sono una risposta appropriata al Patto di Grazia. Il "Patto dei Membri Comunicanti" deve essere accettato da coloro che professano fede in Cristo e si uniscono alla Chiesa. Normalmente, tali persone devono dare pubblico assenso a questo Patto in presenza della comunità. Quando le circostanze lo consentono, pure chiese e nazioni possono produrre affermazioni di responsabilità che sorgono dall'applicazione della Parola di Dio ai tempi in cui essi sono stipulati. Tali patti hanno validità permanente nella misura in cui danno vera espressione alla Parola di Dio per i tempi e le situazioni in cui vivono i credenti. (Per una discussione piena di voti e patti, vedasi la Testimonianza, cap. 22<ref name="ftn6"><div style=</ref>, specialmente i paragrafi 8 e 9. Esempi di tali patti sono il Patto Nazionale Scozzese del 1638, e la Solenne Lega e Patto del 1643. | 8. Fare promesse solenni davanti a Dio è un atto di culto in cui individui, chiese, o nazioni dichiarano la loro accettazione di Lui come loro Dio e giurano fedeltà ed ubbidienza a Lui. Le promesse solenni pubbliche sono una risposta appropriata al Patto di Grazia. Il "Patto dei Membri Comunicanti" deve essere accettato da coloro che professano fede in Cristo e si uniscono alla Chiesa. Normalmente, tali persone devono dare pubblico assenso a questo Patto in presenza della comunità. Quando le circostanze lo consentono, pure chiese e nazioni possono produrre affermazioni di responsabilità che sorgono dall'applicazione della Parola di Dio ai tempi in cui essi sono stipulati. Tali patti hanno validità permanente nella misura in cui danno vera espressione alla Parola di Dio per i tempi e le situazioni in cui vivono i credenti. (Per una discussione piena di voti e patti, vedasi la Testimonianza, cap. 22<ref name="ftn6"><div style=</ref>, specialmente i paragrafi 8 e 9. Esempi di tali patti sono il Patto Nazionale Scozzese del 1638, e la Solenne Lega e Patto del 1643. |
Versione delle 22:26, 31 mag 2020
Direttive per il Culto pubblico
Preambolo
Scopo di questo direttorio è quello di fornire una guida per impostare il Culto della Chiesa secondo l'insegnamento delle Scritture com'è stato riassunto nei canoni confessionali delle chiese riformate e presbiteriane. E' stato pubblicato dalla Reformed Presbyterian Church of North America (RPCNA<ref name="ftn1"><div style=</ref>), compare fra i suoi documenti di base<ref name="ftn2"><div style=</ref> e crediamo che sia un ottimo modello contemporaneo per impostare il culto della chiesa riformata che voglia rimanere fedele alle confessioni di fede della Riforma. L'adattamento italiano è del past. Paolo E. Castellina.
Capitolo primo: la natura del Culto
1. Dio ha creato l'uomo e la donna a Sua immagine per glorificarlo, servire i Suoi propositi e godere dei Suoi benefici. Nel Culto pubblico della Chiesa, il popolo di Dio, redento da Cristo, glorifica, serve e gode dei benefici del Dio trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, così come Egli rivela Sé stesso nella Sua Parola.
2. Lo scopo principale del Culto è quello dare al Dio trino la gloria che Gli è dovuta, particolarmente per la Sua opera di redenzione in Gesù Cristo. Dio, però, nella Sua benevolenza, pure invita e comanda il Suo popolo ad accostarsi a Lui per fare esperienza di tutti i benefici della Sua redenzione, per dichiarare la loro dipendenza da Lui, per godere dei mezzi di grazia che Egli ha stabilito, per incoraggiarsi vicendevolmente, per celebrare la loro unione con Gesù Cristo ed essere trasformati sempre di più a Sua immagine.
3. Nel Culto pubblico della Chiesa il Dio trino si incontra con il Suo popolo nei termini del Patto di Grazia. Nel Culto la Chiesa ricorda il Patto di Grazia stabilito da Dio e rinnova il suo impegno verso il suo Signore. Il Culto implica intima comunione fra Dio ed il Suo popolo redento. Nel Culto Dio inizia un dialogo con il popolo del Patto, nel quale Egli li chiama al Culto, dichiara loro i Suoi grandi atti nella Creazione e nella Redenzione, li assicura dell'efficacia delle Sue promesse e suggella loro le Sue promesse per mezzo dei Sacramenti. In risposta all'iniziativa di Dio, il popolo di Dio offre preghiere di confessione, richiesta e ringraziamento, canta i Salmi con la grazia nel cuore, riceve la Parola di Dio così com'è letta e predicata, Gli fa delle offerte, e suggella il suo impegno individuale e comunitario attraverso i Sacramenti.
4. In quanto il Culto implica accostarsi al Dio vivente e santo, il popolo di Dio vi si prepara debitamente, consapevole di accedere alla comunione con Lui. Inoltre, Pastori ed Anziani devono condurre la comunità nel Culto pubblico in maniera commisurata alla gioia, solennità, dignità e gloria di tale santa occasione. Tutto il popolo di Dio deve accedere alla Sua presenza con rispetto e timore.
5. Gesù Cristo è il solo Mediatore del Patto di Grazia e Mediatore unico fra Dio e uomo. Il Culto del popolo di Dio, quindi, è accettabile a Dio solo se offerto nel nome di Cristo ed in umile dipendenza dall'intercessione e servizio che Egli compie come Sommo Sacerdote.
6. Gesù Cristo, come nostro Profeta, Sacerdote e Re, ha rivelato al Suo popolo in che modo Gli si dovessere rendere culto in modo a Lui gradito. Quindi, "La luce della natura rende evidente come vi sia un Dio, che ha signoria e dominio assoluto su ogni cosa; che è buono e fa del bene a tutti; e che quindi deve essere temuto, amato, lodato, invocato, creduto e servito con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la forza. Il modo accettabile di rendere culto al vero Dio, però, è stato istituito da Lui stesso e tanto definito dalla Sua volontà rivelata, che non Gli si può rendere culto secondo le immaginazioni e le invenzioni umane, o i suggerimenti di Satana, sotto una qualsiasi rappresentazione visibile o in qualsiasi altro modo che non sia prescritto nelle Sacre Scritture" (CFW 21:1<ref name="ftn3"><div style=</ref>).
7. Nella Sua Parola, Dio ha specificatamente stabilito un giorno su sette, il giorno del Sabato, affinché il Suo popolo si radunasse per il Culto comunitario pubblico. Dalla Risurrezione del nostro Signore, è stato messo a parte come il Sabato cristiano, il primo giorno della settimana, la Domenica, affinché fosse preservato come giorno santo da dedicarsi al Culto nella Chiesa ed al riposo dalle occupazioni ordinarie
8. Data l'alta vocazione e privilegio del Culto pubblico, il popolo di Dio deve predisporne i cuori e venire al Culto con volontà buona e gioiosa, non assentandosene per indifferenza, o per anteporne attività familiari od altri tipi di incontro cristiano. In circostanze normali, né devozioni private né culti in famiglia potranno essere considerati validi sostituti del Culto pubblico. In aggiunta alla partecipazione ai servizi programmati di Culto pubblico, l'osservanza del Giorno del Signore potrà essere fruttuosamente praticata con attività come la lettura e lo studio personale della Bibbia, la meditazione e la preghiera, la discussione degli argomenti del Sermone, il godimento del riposo fisico, atti di misericordia, comunione spirituale, ospitalità, istruzione e catechesi dei bambini, visita ai malati.
Capitolo 2: la pratica del Culto
1. Le Scritture non prescrivono per il Culto un ordine fisso [una particolare liturgia], ma si preoccupano che"ogni cosa sia fatta con dignità ed ordine" (1 Corinzi 14:40). E' desiderabile che gli esercizi del Culto siano condotti in maniera biblica, considerata, dignitosa ed edificante. La comunità cristiana riunita si incontra alla presenza di Dio come il Suo popolo legato a Lui dal Patto. Confessano i loro peccati, odono le Sue promesse di perdono e di accoglienza, ed ascoltano ciò che giustamente la Sua Parola esige da loro. L'intero Culto può essere inteso come un dialogo fra Dio ed il Suo popolo. L'ordine ed il contenuto del Culto deve riflettere questo dialogo che avviene sulla base del Patto di Grazia. Si suggerisce il seguente ordine del Culto (sebbene esso possa variare).
- Appello al Culto e saluto
- Preghiera di adorazione
- Salmo
- Eventuale amministrazione del Battesimo
- Lettura dall'Antico Testamento
- Preghiera di intercessione
- Lettura del testo biblico per il Sermone
- Sermone
- Preghiera
- Presentazione delle offerte
- Eventuale celebrazione della Cena del Signore
- Parole dell'istituzione
- Ammonimento ed invito
- Cena del Signore
- Salmo
- Benedizione
2. Gli elementi scritturali del Culto pubblico ordinario sono la preghiera, il canto dei Salmi, la lettura, predicazione ed ascolto della Parola di Dio, la presentazione delle offerte, e la celebrazione dei Sacramenti. A queste possono essere aggiunte le speciali ordinanze del Digiuno e delle Promesse solenni pubbliche [Patti]. Ogni parte del Culto deve essere spiegata brevemente ad intervalli regolari ed in termini contemporanei affinché lo scopo ne sia chiaro a tutti i presenti. Gli annunci alla comunità devono essere fatti prima o dopo il Culto e tenuti ad un minimo per non interferire con il Culto.
3. Il Consiglio di Chiesa locale è responsabile per la sovrintendenza immediata del Culto pubblico. Ordinariamente è il Pastore che assume il ruolo di guida nel Culto nel prepararlo e condurlo. Gli Anziani con funzione di governo possono rivolgere alla comunità l'appello al culto, porgere il saluto, condurre la comunità in preghiera, introdurre i Salmi da cantare, e leggere i testi biblici. Occasionalmente un Anziano con funzione di governo potrà predicare la Parola e pronunciare la Benedizione, ma non potrà amministrare i Sacramenti se non in circostanze straordinarie. Occasionalmente pure uno studente, candidato al Ministero, potrà condurre sotto supervisione una parte del Culto.
Appello al Culto, Saluto e Preghiera di adorazione
4. Un Anziano potrà chiamare la comunità al Culto e pronunciare la Benedizione facendo uso di testi biblici adatti, come quelli che dichiarano la maestà del santo Nome di Dio, la lode delle Sue perfezioni o la bontà delle Sue opere di Creazione e Redenzione. Egli pure deve salutare il popolo di Dio, facendo forse uso di un saluto apostolico come: "Grazia e pace a voi da Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo".
5. L'Anziano offrirà poi una preghiera di adorazione. Potrà includere il seguente:*
- Solenne confessione della nostra naturale indegnità di accostarsi a Lui la nostra incapacità da noi stessi di rendergli culto.
- Richiesta umile del Suo perdono, assistenza ed accoglienza nel culto.
- Grata benedizione verso di Lui per il dono indicibile del Suo Figlio Gesù Cristo, l'unico Salvatore dal peccato e l'unico Mediatore fra noi e Dio.
- Gioiosa appropriazione delle promesse ai santi del Suo Patto di Grazia.
- Richiesta fiduciosa della Sua benedizione, sulla Lode, preghiera e proclamazione della Sua Parola in quel giorno.
6. L'intera comunità deve raccogliersi per il culto per tempo, presenti tutti, affinché vi partecipino per tutto il Culto. All'inizio del Culto, ciascuno deve dare attenzione indivisa ad ogni parte del Culto di Dio. I partecipanti devono astenersi da ogni comportamento che arrichi disturbo o sia di ostacolo al proprio fedele servizio del Signore. A meno che non sia necessario, nessuno deve assentarsi dal culto se non dopo la Benedizione finale.
Il canto delle lodi
7. Il Nuovo Patto è simile ad un vincolo nuziale fra Dio ed il Suo popolo. Il loro incontro settimanale è fonte di gioia e di piacere. Così i santi cantano Salmi a Dio.
8. Il canto di tutto cuore a Dio delle lodi è elemento del culto pubblico. I Salmi della Bibbia, a causa della commenda biblica, la loro eccellenza e la loro divina ispirazione, devono essere cantati nel Culto pubblico di Dio ad esclusione di ogni altro canto od inno di composizione umana. Essi devono essere cantati senza accompagnamento strumentale, dato che esso non è autorizzato nel culto neotestamentario. (...) I Salmi o porzione dei Salmi devono essere scelti, in un particolare servizio di culto, secondo quanto siano appropriati nel loro contenuto. Se si canta solo una porzione di un Salmo, bisogna che si tenga conto del suo contesto più vasto. La comunità non deve cadere nell'abitudine di fare esclusivo uso dei suoi Salmi favoriti, ed il Consiglio dovrà programmare di cantare gradualmente tutti i Salmi.
9. Il popolo di Dio deve cantare riflettendo su ciò che canta, in modo rispettoso ed entusiasta, con la grazia nel cuore. Dovrà essere data dovuta attenzione alla musica ed alla guida del precentore, affinché la lode risuoni con tale bellezza da riflettere la gloria di Dio e la Sua santità. Coloro che sono scelti per fungere da precentori devono essere caratterizzati da maturità cristiana e dai doni per svolgere al meglio questa funziione. Essi devono condurre il canto in maniera semplice, ordinata e dignitosa. Non dovranno aggiungere interpretazioni o commenti sul Salmo cantato. Uno dei frutti della Riforma era il ristabilimento della pratica biblica del canto comunitario. Potrà certo essere formato un coro per aiutare a condurre la lode, ma il canto non dovrà essere lasciato al coro. Il canto comunirario dovrà essere sempre la norma.
10. I Salmi hanno una tale profondità di significato e bellezza da meritare lo studio più attento. E' di vitale importanza che la comunità comprenda ciò che canta. E' utile, quindi, che uno degli Anziani faccia un breve commento sul Salmo che si canta. Può essere particolarmente utile se uno dei Salmi sia scelto per una spiegazione più sostanziosa e succinta da parte di un Anziano prima di essere cantato. Bisogna prestare attenzione a come il Salmo riveli l'opera di Cristo e le benedizioni del Nuovo Patto.
La Preghiera
11. La preghiera è un elemento del culto pubblico attraverso la quale i santi si accostano al Trono della Grazia, La preghiera deve essere elevata con audacia nel Nome di Gesù Cristo e con il massimo rispetto di pensiero, linguaggio e maniera, con quella profonda umiltà che si conviene a peccatori perdonati che si accostano alla presenza del Dio santo, e con la gioia di figli accolti da un padre amorevole. Per quanto la preghiera sia condotta da un Anziano, essa diventa la preghiera dell'intera assemblea allorché il popolo del Signore vi partecipa prestando la dovuta attenzione al contenuto della preghiera, aggiungendovi, tramite un udibile o non udibile "Amen" l'entusiasta approvazione delle sue richieste.
12. Le preghiere nell'ambito del Culto includono l'Adorazione, il Rendimento di grazie, la Confessione di peccato e l'Intercessione. La porzione della preghiera di Intercessione che si focalizza sulla Confessione di peccato potrà essere elevata separatamente, seguendo ad una lettura della Legge di Dio e seguita da un'assicurazione di perdono.
13. La preghiera di Intercessione deve essere comprensiva senza essere eccessivamente prolungata. Essa deve essere attentamente preparata. Potrà includere i seguenti elementi.
- Adorazione della Maestà di Dio come datore della vita e di ogni dono buono e perfetto e, più specificatamente, del dono di Suo Figlio, il Signore Gesù Cristo, il Salvatre dei peccatori.
- Confessione della nostra grande peccaminosità, a causa sia del peccato originale (la condizione umana naturale) e del peccato attuale (le nostre attuali trasgressioni della volontà di Dio, della giustizia della condanna comminata da Dio ai peccatori, e della nostra indegnità persino della più piccola delle benedizioni.
- Rendimento di grazie per averci provveduto il Signore Gesù Cristo come Mediatore, il quale ha dato l'intera Sua vita come sacrificio propiziatorio per il peccato e per la grazia sovrana con la quale Egli ha cercato e salvato il Suo popolo e continua, attraverso il Suo Evangelo, a chiamare tutti in ogni luogo al ravvedimento ed alla fede in Lui affinché abbiano vita eterna.
- Richiesta dell'opera del Suo Spirito: affinché l'amore di Dio sia versato nei nostri cuori, come nostro suggello, mediante lo Spirito di adozione, la piena certezza del nostro perdono e riconciliazione, conforto per coloro che sono afflitti, pace a coloro che hanno lo spirito ferito e turbato e fasciare i cuori spezzati; per convertire i peccatori, aprendo i loro occhi, convincendo la loro coscienza, e volgendoli dalle tenebre alla luce, e dal potere di Satana a quello di Dio, affinché essi pure ricevano il perdono dei loro peccati e un'eredità fra coloro che sono santificati per fede in Gesù Cristo; e per santificarci, mortificando il peccato che ancora c'è in noi, ravvivando la nostra anima con la vita di Dio in Cristo, e dandoci la grazia necessaria per la nostra vita e testimonianza di fronte a Dio ed al mondo, forza nelle tentazioni, l'uso santo sia delle benedizioni che delle prove, e perseveranza nella fede attraverso tutta la nostra vita.
- Intercessione per la diffusione dell'Evangelo e del Regno di Cristo in tutte le nazioni del mondo: per la conversione dei Giudei e dei Gentili, e a che sia affrettato il ritorno del Signore nostro; per la fioritura della Chiesa nel nostro paese ed all'estero; per il sollievo dall'oppressione dei cristiani perseguitati; e per il governo della nostra nazione, affinché esso governi con giustizia nel timore del Signore.
- Richieste specifiche per i santi e la comunità: per i malati e gli afflitti; per le sfide che dovranno essere affrontate nella settimana veniente; per la crescita della comunione fraterna e il nostro protenderci verso i perduti.
- Benedizione del Signore sul Giorno del Signore, e per la gioia ed il privilegio di riunirci per il culto; pregare per la dimostrazione di potenza nello Spirito Santo nella predicazione della Parola, affinché Cristo sia formato in noi e viva in noi, affinché tutti i nostri pensieri possano essere portati in soggezione all'ubbidienza di Cristo, ed i nostri cuori stabiliti in ogni buona parola ed opera per sempre.
14. La preghiera dopo il Sermone rende grazie a Dio per la Sua bontà verso i Suoi santi, e chiede che Egli imprima la verità nei cuori di tutti i presenti ed accetti con la Sua grazia il culto che è stato offerto.
15. Le Scritture non comandano esplicitamente particolari posture nella preghiera. Esse, però, danno esempi di credenti che si inginocchiano o stanno in piedi come le posture che meglio sono segni convenienti di rispetto e devozione.
16. La comunità può pregare insieme il Padre Nostro, che non solo è un modello di preghiera, ma anche esso stesso la preghiera più comprensiva.
La lettura delle Scritture
17. La lettura della Parola di Dio è un elemento del culto ed un mezzo primario stabilito da Dio per edificare il Suo popolo. In essa noi riconosciamo la nostra dipendenza dal Signore e la nostra sottomissione a Lui. La lettura deve essere condotta da un Anziano come servitore del Signore. Attraverso di essa Dio parla direttamente alla comunità.
18. La lettura delle Scritture nel Culto significa raccontare di nuovo la storia attraverso la quale Dio ha condotto a Sé il Suo popolo. Dio aveva dato la Sua Legge nell'Antico Patto tornando a raccontare in che modo Dio aveva salvato Israele:"Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù" (Esodo 20:1-2). Allo stesso modo, nel Nuovo Testamento, l'Evangelo torna a proclamare gli atti salvifici di Dio in Cristo. Dio in Cristo, infatti, ha sconfitto i nemici del Suo popolo: la potenza del peccato, di Satana e dell'ultimo nemico stesso, la morte (Colossesi 1:13-14).
19. Sono da leggere pubblicamente nella lingua corrente della comunità in cui si svolge tutti i libri canonici dell'Antico e del Nuovo Testamento (ma nessuno di quelli che comunemente sono chiamati Apocrifi), da una sana traduzione, distintamente, affinché tutti possano udire e comprendere. La Scrittura può essere pure letta in modo responsoriale od all'unisono dalla comunità.
20. La lunghezza dei testi biblici da leggersi è lasciata alla sapienza dell'Anziano. E' raccomandabile, durante iul Culto, leggere un brano da ciascuno dei Testamenti. Questo potrà essere fatto in maniera consecutiva, così da leggere nel corso del tempo, l'intera Scrittura. Alcuni brani devono essere letti più frequentemente, come la Legge e le promesse scritturali di perdono e di accettazione. Uno dei brani può essere il testo del Sermone.
La predicazione della Parola di Dio
21. La predicazione dell'Evangelo, che è potenza di Dio per la salvezza, è centrale nell'opera del ministero cristiano. Dev'essere fatta da"un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi e che tagli rettamente la Parola di Dio" (2 Timoteo 2:15),"per salvare sé stesso e quelli che lo ascoltano" (1 Timoteo 4:16). Colui che amministra la Parola deve prepararsi per la predicazione attraverso uno studio diligente delle Scritture e la preghiera. Deve perseguire l'assistenza dello Spirito Santo per poter dichiarare"tutto il consiglio di Dio" (Atti 20:27). Deve essere aduso a leggere ampiamente e rimanere aggiornato dei risultati dell'erudizione biblica come pure delle questioni sociali e dottrinali dei nostri tempi. Il suo messaggio deve essere adattato alla comunità che lo ascolta, sia per quanto riguarda il contenuto che lo stile comunicativo.
22. Il Sermone è un'esposizione ed applicazione della Scrittura. Un metodo eccellente di predicazione è l'esposizione progressiva di un'intero libro della Bibbia o di una sua parte. I sermoni tematici, però, sono pure appropriati per rispondere ai bisogni specifici della comunità e le questioni d'attualità. Il predicatore deve interpretare la Scrittura nel contesto della storia della Redenzione e lo sviluppo dei propositi di Dio per la Salvezza. La predicazione fedele deve proclamare l'insegnamento esplicito della Scrittura, la Parola di Dio scritta, e proclamare Cristo, Parola di Dio fattosi uomo.
23. Il servitore di Cristo deve predicare in questa maniera:
- Diligentemente, vale a dire, svolgendo l'opera di Dio non in maniera negligente.
- In modo chiaro, affinché l'uditorio di ogni età e capacità possa comprendere, non con discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, perché la croce di Cristo non sia resa vana (1 Corinzi 2:4; 1:17); astenendosi, inoltre, dall'uso non profittevole di lingue sconosciute, fraseologie strane e desuete, e cadenze di suono e parole artificiose e ricercate; facendo uso molto moderato di citazioni da autori ecclesiastici o scrittori umani, antichi o moderni, per quanto eleganti siano.
- Fedelmente, per l'onore di Cristo ed in vista della conversione di chi ascolta, in modo edificante e per la salvezza del popolo, non per suo proprio guadagno e gloria; non risparmiando nulla che persegua questi fini, dando a ciascuno ciò che gli è necessario ascoltare, con rispetto ed imparzialità verso tutti, senza trascurare i più umili o cercando di non offendere i più influenti.
- Saggiamente, disponendo tutto il suo insegnamento, esortazioni e soprattutto rimproveri in modo tale da essere il più efficace possibile; mostrando il dovuto rispetto per ciascuna persona e luogo, non dando spazio ad alcuna animosità personale o pregiudizio.
- In maniera solenne (non frivola e casuale) com'è appropriato per chi proclama la Parola di Dio, evitando gesti, toni di voce, od espressioni che potrebbero dare alla gente opportunità di disprezzare la sua persona o ministero.
- In modo amorevole, affinché i santi possano vedere come il suo ministero sgorghi da uno zelo genuino per il Signore ed un profondo desiderio di fare loro del bene.,
- Come chi è istruito da Dio stesso, e persuaso nel suo stesso cuore, affinché tutto ciò che insegna sia la verità di Cristo; vivendo di fronte alla comunità come loro esempio; onestamente, sia in privato che in pubblico, raccomandando la sua opera alla benedizione del Signore, e badando a sé stesso e a tutto il gregge che il Signore gli ha affidato in cura.
In questo modo la verità sarà preservata fedelmente, molti saranno convertiti a Cristo ed edificati nella fede e nella vita cristiana, e lui stesso riceverà molti incoraggiamenti nel suo ministero in questa vita, come pure una corona di gloria nella vita che verrà.
24. I fedeli partecipano alla predicazione della Parola in questo spirito: "Affinché la Parola divenga efficace per la salvezza, dobbiamo prestarvi attenzione con ogni diligenza, preparazione e preghiera; riceverla con fede ed amore, custodirla nel nostro cuore ed esprimerla nella nostra vita" (Catechismo minore di Westminster, D/R 90).
Le offerte
25. La presentazione dei contributi in denaro per sostenere l'opera della Chiesa e delle collette è parte integrante del Culto cristiano. A questo riguardo, ci è comandato di mettere da parte ogni primo giorno della settimana quello che possiamo secondo la prosperità concessaci (1 Corinzi 16:1-2). Dio chiama il Suo popolo a restituire a Dio una porzione delle loro sostanze in modo gioioso e regolare. La raccolta delle contribuzioni e delle collette può essere preceduta o seguita da un rendimento di grazie per quanto il Signore ci provvede e affidare i doni all'opera del Regno di Cristo e la benedizione del Signore.
La Benedizione
26. Il culto pubblico deve concludersi con una solenne benedizione sui santi. Ecco due forme comuni:
- "La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen" (2 Corinzi 13:14).
- "Il Signore vi benedica e vi guardi. Il Signore faccia risplendere il Suo volto su di voi e vi sia propizio. Il Signore rivolga verso di voi il Suo volto e vi dia la pace. Amen" (Numeri 6:24-26).
La Scrittura ci fornisce pure altre benedizioni adatte (per esempio, 2 Tessalonicesi 3:16; Efesini 3:23-24; Ebrei 13:20-21).
27. La benedizione è un pronunciamento, non una preghiera per aggiornare la riunione. Non dovrebbe essere mai intesa come una semplice formalità per congedare la comunità. Impartire la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è un privilegio alto e santo. La comunità deve attendere quietamente e con rispetto di ricevere la Benedizione.
28. Il Signore ci ha comandato di rammentarci un giorno su sette, il giorno del Signore, e di rallegrarci per esso. Dobbiamo conservare santa l'intera giornata, riposando dalle nostre attività ordinarie e da ogni lavoro non necessario, rammentandoci delle opere della Creazione e della Redenzione, anticipando il nostro eterno riposo in Cristo e manifestando misericordia a coloro che sono nel bisogno.
29. Il Consiglio di Chiesa dovrà considerare diligentemente in che modo guidare la comunità nell'osservanza del Giorno del Signore. Dato che le circostanze in cui si trova ciascuna comunità variano, detto Consiglio dovrà considerare attentamente l'opportunità di tenere in quella giornata una seconda riunione di culto pubblico oppure se sia più conveniente una qualche altra riunione di comunione oppure di edificazione, considerando sempre la gloria di Dio e il bene della comunità.
Capitolo 3: L'amministrazione dei Sacramenti
1. Un Sacramento è una santa ordinanza istituita da Cristo, in cui simboli ed azioni significano Cristo ed i benefici del Patto di Grazia. I sacramenti diventano mezzi della Grazia e suggelli dei benefici del Patto, solo in forza della benedizione di Cristo e l'opera dello Spirito Santo in coloro che li ricevono con fede.
2. I Sacramenti del Nuovo Patto, ordinati da Cristo, sono il Battesimo e la Cena del Signore. Essi devono essere amministrati come Cristo ha stabilito, da Pastori o da Anziani con funzione di governo autorizzati dal Presbiterio per sopperire a circostanze particolari. Ordinariamente essi devono essere amministrati quando la comunità si riunisce per il Culto su convocazione degli Anziani. Nel caso di coloro che non sono in grado di partecipare al Culto pubblico, i Sacramenti potranno essere celebrati al di fuori dal Culto pubblico, ma in tali casi la comunità dovrà essere rappresentata da altri membri oltre al Pastore, e vi dovrà essere un breve servizio di Culto.
l Battesimo
3. Il Battesimo segna la partecipazione alla Chiesa visibile ed è il segno e suggello sacramentale dell'unione con Cristo, della novità di vita in Lui e di purificazione dal peccato in virtù del Suo sangue. Il Battesimo non è ripetibile. L'elemento del Battesimo è l'acqua che, essendo stata riservata all'uso sacramentale per il Battesimo, viene applicata spruzzandola o versandola sul capo del battezzando. L'immersione nell'acqua, sebbene non richiesta come modalità del Battesimo, è pure accettabile.
4. Sotto la sovrintendenza del Consiglio di Chiesa, il Battesimo deve essere amministrato a coloro che fanno professione credibile di fede in Cristo ed ai loro figlioli. Il Battesimo di adulti deve seguire ad una pubblica professione di fede ed assenso al Patto del Membro di Chiesa Comunicante. Quando nasce un figliolo del Patto<ref name="ftn4"><div style=</ref>, il Consiglio di Chiesa ne incoraggerà i genitori a disporre per il Battesimo di quel bambino non appena sia praticabile. Gli Anziani divranno far uso di questa occasione per parlare ai genitori delle responsabilità della vita cristiana ed incoraggiarli ad educare i lori figli nella disciplina ed ammonizione del Signore.
5. Nel Battesimo, il Pastore dovrà seguire sostanzialmente il modello descritto nelle seguenti sezioni, sebbene possa far uso di un linguaggio differente.
Battesimo di un adulto
6. Prima di amministrare il Battesimo si dovrà dare adeguata istruzione sull'istituzione, natura e propositi del Sacramento. L'istituzione sarà letta da Matteo 28:18-20 (potranno essere aggiunti altri testi adatti come Ezechiele 36:25-27).
Dovranno essere date le seguenti o simili istruzioni.
Il Battesimo è un Sacramento ordinato dal nostro Signore Gesù Cristo. Esso è segno e suggello dell'inclusione della persona battezzata nel Patto di Grazia. Il Battesimo con acqua insegna che noi ed i nostri figli sono concepiti e nascono nel peccato. Esso significa la nostra morte al peccato e la nostra risurrezione a novità di vita in virtù della nostra unione con Cristo nella Sua morte e risurrezione. Esso pure segna e suggella la purificazione dal peccato mediante il sangue e lo Spirito di Cristo. Dato che questi doni di salvezza sono ciò che il Dio trino ci provvede nella Sua Grazia, il quale si è compiaciuto di pretenderci come Suoi, noi siamo battezzati nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Le persone battezzate sono chiamate ad assumersi gli obblighi del Patto; il Battesimo ci chiama a rinunciare al peccato ed al mondo ed a camminare umilmente con Dio in devozione ai Suoi comandamenti.
La comunità dovrà essere incoraggiata a riflettere sul proprio Battesimo, a ravvedersi dalle proprie trasgressioni al Patto di Dio, a ravvivare la loro fede, come pure a trarre dal Battesimo ricevuto tutte le sue implicazioni facendone un uso corretto.
Dopo l'istruzione, colui o colei che deve ricevere il Battesimo prenderà posto di fronte alla comunità riunita. Potrà essere richiesto di venire avanti pure gli Anziani della comunità.
Il battezzando darà poi il proprio assenso al Patto dei Membri Comunicanti. Se il Consiglio di Chiesa lo riterrà appropriato, potrà pure chiedere al battezzando di rendere testimonianza della propria fede e rapporto con Cristo.
Il Pastore chiederà alla comunità di alzarsi in piedi e di rispondere alla seguente domanda:
Voi, membri di questa comunità cristiana, volete accogliere questa persona nel vostro mezzo come sua parte integrante e promettete di pregare per lui/lei, di aiutarlo/a ed incoraggiarlo/a nella sua vita cristiana?
Il Pastore così condurrà la preghiera, rendendo grazie a Dio per la Sua Grazia, chiedendogli di benedire questa ordinanza di Battesimo e sottrarre l'acqua dal suo uso comune ad un uso sacramentale, nel Nome del Signore Gesù Cristo, Re e Capo della Chiesa.
Il Pastore procederà così a battezzare la persona, pronunciando il suo nome e dicendo:
Io ti battezzo nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio benedetto per sempre. Amen.
Il Pastore o un altro Anziano, quindi, concluderà con una preghiera affinché la Grazia significata e suggellata nel Battesimo si manifesti abbondantemente nella vita di quella persona, e che Dio nella Sua grazia voglia metterla in grado di osservare il Patto, morendo ogni giorno al peccato e camminando in novità di vita in Cristo.
Il Battesimo di un figliolo del Patto
7. Quando dovrà essere battezzato un figliolo del Patto<ref name="ftn5"><div style=</ref>, si dovrà dare istruzioni sull'istituzione, natura e proposito del Sacramento.
L'istituzione del Battesimo dovrà essere letta in Matteo 28:18-20. (Altri brani adatti delle Scritture sono, per esempio, Isaia 44:1-5 o Ezechiele 36:25-27). Dovranno essere date le seguenti (o simili) istruzioni.
Il Battesimo è un Sacramento ordinato dal nostro Signore Gesù Cristo. Esso è segno e suggello dell'inclusione della persona battezzata nel Patto di Grazia. Il Battesimo con acqua insegna che noi ed i nostri figli sono concepiti e nascono nel peccato. Esso significa la nostra morte al peccato e la nostra risurrezione a novità di vita in virtù della nostra unione con Cristo nella Sua morte e risurrezione. Esso pure segna e suggella la purificazione dal peccato mediante il sangue e lo Spirito di Cristo. Dato che questi doni di salvezza sono ciò che il Dio trino ci provvede nella Sua grazia, il quale si è compiaciuto di pretenderci come Suoi, noi siamo battezzati nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Le persone battezzate sono chiamate ad assumersi gli obblighi del Patto; il Battesimo ci chiama a rinunciare al peccato ed al mondo ed a camminare umilmente con Dio in devozione ai Suoi comandamenti.
Il Pastore, poi, darà ulteriori istruzioni (oltre a quelle date più sopra) per quanto riguarda il fondamento del Battesimo dei bambini.
Sebbene i nostri figli piccoli non comprendano ancora queste cose, essi devono essere ciononostante battezzati. Le promesse del Patto, infatti, sono fatte sia ai credenti che ai loro figli, come dichiara Dio ad Abraamo: "Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te" (Genesi 17:7). Nel il Nuovo Testamento, non meno che nell'Antico, i figlioli dei credenti, in virtù della loro nascita, sono parte interessata al Patto e hanno il diritto al suo suggello. Il Patto di Grazia è identico nella sua sostanza sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento ed il Battesimo ha preso il posto della Circoncisione come suggello di quel Patto (Colossesi 2:11-13). Il nostro Salvatore accoglieva i bambini alla Sua presenza, li abbracciava, li benediceva e diceva: "Di tali è il Regno dei cieli" (Marco 10:14). La grazia significata nel Battesimo non è legata al momento della sua amministrazione. La Scrittura ci insegna che in forza del Patto, i nostri figli sono santi già prima del loro Battesimo (1 Corinzi 7:14). Il Battesimo applica le promesse e gli obblighi del Patto ai nostri figli e li chiama al Ravvedimento ed alla Fede nella misura in cui crescono nella loro capacità di comprendere.
La comunità dovrà essere incoraggiata a riflettere sul loro proprio Battesimo ed a ravvedersi dai peccati commessi contro il Dio del Patto, a ravvivare la loro fede e a valorizzare il loro battesimo considerandone tutte le implicazioni.
Dopo le istruzioni, i genitori porteranno il bambino di fronte alla comunità. Se un genitore credente non è membro della RPCNA, dovrà venire avanti con l'altro genitore e manifestare il suo assenso al Patto di Battesimo se è disposto a farlo in buona coscienza. Un genitore credente può essere invitato ad accompagnare il genitore credente nel presentare il bambino, ma non si dovrà chiedergli di dare il suo assenso al Patto. Potrà essere chiesto di venire avanti anche agli Anziani.
Il Pastore chiederà ai genitori di rispondere alle seguenti domande.
Desiderate rinnovare pubblicamente la vostra professione di fede e confermare la vostra accettazione del Patto del Membro Comunicante?
I genitori, poi, manifesteranno il loro assenso al Patto di Battesimo in rapporto al loro bambino.
Il Pastore chiederà poi alla comunità riunita di alzarsi in piedi e di rispondere alla seguente domanda.
Voi, membri di questa comunità cristiana, siete disposti a ricevere questi bambino nel vostro mezzo, e promettete di pregare per lui/lei ed aiutare ed incoraggiare i suoi genitori nell'educarlo/a nella disciplina ed ammonizione del Signore?
Il Pastore così condurrà tutti in preghiera, ringraziando Dio per la Sua grazia, invocando la Sua benedizione su questa ordinanza di Battesimo e sottrarrà così l'acqua dall'uso comune consacrandola ad un uso sacramentale, in nome del Signore Gesù Cristo, Re e Capo della Chiesa.
Il Pastore battezzerà così la persona, chiamandola per nome, dicendo:
Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirigo Santo, un solo Dio benedetto in eterno. Amen.
Il Pastore o un altro Anziano concluderà poi con una preghiera, affinché la Grazia, significata e suggellata nel Battesimo, si realizzi abbondantemente nella vita di questa persona; e che Dio voglia, nella Sua grazia, porla in gradi di osservare il Patto, morire ogni giorno al peccato e camminare in novità di vita in Cristo.
8. Il Consiglio di Chiesa dovrà conservare accuratamente un registro di tutte le persone battezzate, corredato di data e, nel caso di bambini, i nomi dei suoi genitori con la data di nascita. Per ciascuna persona battezzata dovrà essere provveduto un Certificato di Battesimo.
La Cena del Signore
9. La Cena del Signore, o Comunione, è stata data da Cristo alla Sua Chiesa, da celebrarsi fino al Suo ritorno come commemorazione perpetua del sacrificio nella Sua morte. Essa significa e suggella i benefici di quella morte in favore dei veri credenti, e nutre la loro anima affinché crescano in Lui. Essa è pure Patto e suggello del loro impegno nel fedele discepolato, e della loro comunione con Lui e fra di loro come membra del Suo corpo, la Chiesa.
10. La Cena del Signore deve essere osservata regolarmente secondo la frequenza stabilita dal locale Consiglio di Chiesa. Gli elementi sono il pane ed il vino, che rappresentano il corpo ed il sangue di Cristo. Inoltre, le azioni sacramentali eseguite dal Pastore, significano la Sua incarnazione, la Sua consacrazione alla Sua opera salvifica. la Sua sofferenza e morte sulla croce, e la Sua offerta di Sé stesso come Salvatore. Le azioni dei comunicanti significano la loro accettazione di Cristo, il loro nutrirsi di Lui, che è il Pane della Vita, per il loro nutrimento spirituale e crescita nella grazia.
11. Possono partecipare alla Cena del Signore solo coloro che sono stati battezzati e sono membri comunicanti in piena regola di un vero ramo della Chiesa visibile di Cristo. Le persone il cui modo di vivere sia notabilmente incoerente con la loro professione di fede cristiana, o che sono sconosciuti al Consiglio di Chiesa responsabile localmente della Mensa del Signore, non devono essere invitati a parteciparvi. Coloro che desiderano parteciparvi e che non sono membri della RPCNA devono avere prima un colloquio con gli Anziani per quanto riguarda la loro fede personale ed impegno verso Cristo, la loro appartenenza di Chiesa ed il loro Battesimo. La pratica ecclesiale del controllo da parte del locale Consiglio di Chiesa sulla Comunione dovrebbe essere chiaramente spiegata ai visitatori, preferibilmente da una chiara informazione scritta data alle persone che entrano per partecipare al Culto.
12. E' privilegio e dovere di ogni membro della Chiesa di partecipare regolarmente alla Cena del Signore preparandosi adeguatamente. Il Consiglio di Chiesa potrà organizzare una o più riunioni preparatorie per assistere i partecipanti nel comprendere il significato della Cena del Signore. In tali riunioni preparatorie alla celebrazione della Cena del Signore potranno essere invitati Pastori di altre comunità per predicarvi la Parola. Il Patto dei Membri Comunicanti potrà così essere letto e spiegato in una delle riunioni preparatorie.
13. Nell'osservanza della Cena del Signore, il Pastore leggerà la base scritturale per il Sacramento da uno dei vangeli o da 1 Corinzi 11. Egli dovrà seguire il modello generale delle sezioni seguenti, sebbene possa far uso di un linguaggio differente.
14. Il Pastore darà istruzioni sull'istituzione, natura e proposito della Cena del Signore, attirando l'attenzione sulle parole dell'istituzione in 1 Corinzi 11:23-26.
La Cena del Signore è un'ordinanza istituita dal nostro Signore Gesù Cristo. Dev'essere osservata fino al Suo ritorno, in memoria del sacrificio di Sé stesso che Egli ha offerto sulla croce. Gli elementi fisici del pane e del vino rappresentano il corpo ed il sangue del Salvatore, e devono essere ricevuti da veri credenti come segni e suggelli di tutti i benefici del Suo sacrificio. La Cena significa e suggella la remissione dei peccati e nutre la nostra anima per crescere in Cristo, ed è vincolo e suggello della nostra unione e comunione con Lui e gli uni con gli altri come membra del Suo corpo, la Chiesa. Essa ci assicura che Dio è fedele ad adempiere alle promesse del Patto di Grazia, e ci chiama ad un rinnovato impegno ad ubbidire ed a servire il Signore con gratitudine per la Sua salvezza. Cristo stesso è presente mediante il Suo Spirito nella Cena e ne fa un vero strumento di grazia per coloro che lo ricevono con fede. Coloro che partecipano alla Cena lo fanno in memoria riconoscente che il corpo di Cristo è stato dato ed il Suo sangue versato per loro. Essi si rallegrano in speranza con grande aspettativa del completamento della loro redenzione in quel giorno, quando parteciperanno alla Cena di Nozze dell'Agnello.
15. Il Pastore poi dichiarerà che può partecipare alla Cena del Signore e chi dovrà astenersi dal parteciparvi, attirando l'attenzione alle parole di ammonimento e di invito in 1 Corinzi 11:27ss.
E' dovere della Chiesa ammonirvi che se non confidate nel Signore Gesù Cristo per la vostra salvezza, o se vivete una vita empia e disubbidiente, e non ve ne siete ravveduti, non dovreste partecipare alla Cena del Signore, altrimenti mangereste e berreste la vostra condanna. La Cena del Signore è per peccatori pentiti e credenti, i quali, dopo aver esaminato sé stessi ed aver perseguito riconciliazione con i loro fratelli e sorelle in fede, si accostano ad essa confessando Cristo come proprio Salvatore.
Questo ammonimento non è finalizzato a tener lontano dalla Cena del Signore chi è umile e contrito. Al contrario, la Cena è un mezzo di grazia offerto per sostenere deboli pellegrini nel loro cammino attraverso il deserto di questa vita. Noi che partecipiamo ai simboli del corpo e del sangue di Cristo, ci veniamo come peccatori la cui unica speranza è la grazia di Dio in Cristo. Noi veniamo in maniera degna se riconosciamo che in noi stessi noi siamo indegni peccatori che hanno bisogno di un Salvatore, se discerniamo il Suo corpo dato per i nostri peccati, se noi abbiamo fame e sete di Cristo, riconoscenti per la Sua Grazia, confidando nei Suoi meriti, nutrendoci di Lui per fede, rinnovando il nostro Patto con Lui e con il Suo popolo.
Se siete disposti a venire in questo modo, ascoltate l'invito di grazia che ci rivolge il Signore:
16. Durante il canto di un Salmo appropriato, gli Anziani possono prendere posto di fronte all'assemblea. Coloro che partecipano alla Cena del Signore potranno essere invitati a venire avanti, oppure a sedersi a dei tavoli predisposti per la circostanza. La distribuzione degli elementi potrà avvenire in modi diversi, a seconda di quanto decide il locale Consiglio di Chiesa.
17. Il pastore eleverà così il pane ed il calice e li mostrerà ai comunicanti, usando parole come le seguenti:
Il Signore Gesù, nella stessa notte in cui fu tradito, prese il pane ed il calice. Seguendo il Suo esempio, e amministrandoli nel Suo Nome, io ora prendo questo pane e questo calice, e li presento a voi come simboli sacramentali del corpo ed il sangue del Signore.
Sostituendo gli elementi, dirà:
Dopo che il Signore Gesù ebbe preso il pane ed il calice, Egli li benedisse. Preghiamo manifestando riconoscenza al Signore e consacriamo questi elementi.
In questa preghiera, il Pastore loderà Dio per la Sua grazia nel procurare la salvezza del Suo popolo; riaffermerà la fiducia del popolo di Dio nella Grazia e Giustizia e mediazione di Cristo, ed chiederà al Signore di concedere, per la Sua grazia, l'opera efficace del Suo Spirito attraverso il Sacramento. Gli elementi saranno così messi a parte per la funzione sacramentale, con le seguenti o simili parole:
Benedico gli elementi che sono così consacrati ad un uso sacramentale nel Nome del Signore Gesù Cristo, il Re e Capo della Chiesa.
Il Pastore, poi, prenderà il pane (o una porzione d'esso), lo spezzerà e dirà:
Dopo che il Signore Gesù ebbe benedetto il pane, lo spezzò. Seguendo il Suo comando ed esempio e servendolo nel Suo nome, io spezzo questo pane [a questo punto il pane è spezzato] e lo diede ai Suoi discepoli, dicendo: "Prendete e mangiate, questo è il Mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me".
Il pane sarà così distribuito ai comunicanti, inclusi gli Anziani, che lo riceveranno e ne mangeranno. Durante la distribuzione, potranno essere letti testi biblici appropriati oppure cantati dei Salmi.
Il Pastore, poi, prenderà il calice e l'offrirà all'assemblea dicendo:
Allo stesso modo, dopo cena,, Egli pure prese il calice, dicendo: "Questo calice è il nuovo Patto nel mio sangue: fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me", poiché ogni qual volta mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi proclamate la morte del Signore finché Egli verrà.
Il calice verrà così distribuito ai comunicanti, inclusi gli Anziani, che lo ricevono e ne bevono. Durante la distribuzione potranno essere letti testi biblici appropriati oppure cantati del Salmi.
Dopo che tutti hanno partecipato al pane ed al vino, potranno essere brevemente rivolte ai presenti delle parole che metteranno in evidenza la Grazia di Dio in Gesù Cristo così come il Sacramento la presenta, per fortificare gli animi dei fedeli ed esortarli a perseverare nella fede (Atti 14:22).
Il servizio di Comunione si concluderà con una preghiera di ringraziamento, il canto di un Salmo appropriato e la Benedizione.
Capitolo 4: Ordinanze speciali
1. Nell'era neotestamentaria, la nostra, non vi è altro giorno da santificare se non il Giorno del Signore, il Sabato cristiano, vale a dire la Domenica. Può essere ciononostante appropriato mettere a parte uno o più giorni come giorno dedicato al Digiuno oppure al Ringraziamento da considerarsi dispensazioni straordinarie della Divina Provvidenza a seconda delle occasioni.
Digiuni
2. Sono particolarmente appropriati giorni di Digiuno, umiliazione e preghiera quando nel Paese sono particolarmente evidenti segni del giudizio di Dio, o quando il peccato collettivo della Chiesa o nazione provoca il Signore e attira su di sé il Suo giudizio. E' appropriato che siano osservate tali giornate in connessione con culti di preparazione alla celebrazione della Cena del Signore, oppure quando Sinodi, presbiteri o consigli di Chiesa ritengono che siano necessari.
3. Nel Digiuno cristiano, inteso come ordinanza di Dio, il credente si astiene volontariamente dal cibo o da qualche piacere ordinario per un tempo con lo scopo di comprendere meglio la volontà di Dio, acquisire nuove forze per il servizio cristiano o per acquisire una spiritualità più profonda. Esso dovrà essere accompagnato dalla meditazione, dall'esame di sé stessi, dall'umiliazione di fronte a Dio, confessione di peccato, ravvedimento e rinnovata consacrazione ad una vita di ubbidienza.
4. Una giornata di digiuno potrà essere segnata da un servizio di culto pubblico. In tali servizi, è appropriato che siano cantati Salmi di pentimento, insieme a preghiere di confessione di peccato e richieste di perdono.
5. Se le autorità civili decretano un tempo di digiuno e di preghiera che sia in armonia con le Scritture, i consigli di Chiesa potranno incoraggiare il popolo a rispondere a tali appelli con la loro osservanza. Oltre a tali occasioni generali, vi possono essere occasioni in cui famiglie ed individui, per le loro ragioni, si dedicano per un certo tempo alla preghiera ed al digiuno.
Ringraziamento
6. I cristiani dovrebbero sempre esprimere la loro riconoscenza verso Dio. ma ci sono occasioni in cui è particolarmente appropriato esprimerla insieme. Queste occasioni possono essere risposta ad una particolare benedizione di Dio nella vita della comunità, l'appello delle autorità civili ad un giorno dedicato al ringraziamento (se coerente con la Scrittura), o come riconoscenza per ciò che Dio ci ha materialmente provveduto.
7. In tali occasioni, il consiglio di chiesa può considerare se tenere un culto pubblico speciale adatto in cui il popolo possa celebrare la bontà del Signore, cantare le Sue lodi, ringraziarlo per la Sua misericordia verso singoli e la comunità, invocarlo in preghiera sia per la Chiesa che per la nazione e ricevere dalla Parola di Dio esortazioni sul tema della gratitudine. Potrà pure essere data l'opportunità per il popolo di esprimere quella gratitudine facendo una contribuzione per una qualche causa caritativa.
Promesse solenni, voti e patti
8. Fare promesse solenni davanti a Dio è un atto di culto in cui individui, chiese, o nazioni dichiarano la loro accettazione di Lui come loro Dio e giurano fedeltà ed ubbidienza a Lui. Le promesse solenni pubbliche sono una risposta appropriata al Patto di Grazia. Il "Patto dei Membri Comunicanti" deve essere accettato da coloro che professano fede in Cristo e si uniscono alla Chiesa. Normalmente, tali persone devono dare pubblico assenso a questo Patto in presenza della comunità. Quando le circostanze lo consentono, pure chiese e nazioni possono produrre affermazioni di responsabilità che sorgono dall'applicazione della Parola di Dio ai tempi in cui essi sono stipulati. Tali patti hanno validità permanente nella misura in cui danno vera espressione alla Parola di Dio per i tempi e le situazioni in cui vivono i credenti. (Per una discussione piena di voti e patti, vedasi la Testimonianza, cap. 22<ref name="ftn6"><div style=</ref>, specialmente i paragrafi 8 e 9. Esempi di tali patti sono il Patto Nazionale Scozzese del 1638, e la Solenne Lega e Patto del 1643.
Capitolo 5: Matrimoni e funerali
Matrimoni
1. Il Matrimonio è istituito da Dio per il benessere e felicità dell'umanità. Dio ha stabilito che il Matrimonio sia fra un uomo ed una donna, per la loro gioia e santificazione, per l'educazione dei figli, e per la più certa continuità della Chiesa. Nel Matrimonio, marito e moglie lasciano i loro rispettivi genitori e si uniscono l'uno all'altra fedelmente, e non si separano se non con la morte.
2. Dato che Dio creò il Matrimonio sin dall'inizio della creazione dell'umanità, esso non è peculiare alla Chiesa, né è un Sacramento, ma è parte integrante di ogni società e nazione. Esso è quindi riconosciuto sia dalla Chiesa come dallo Stato. Lo Stato, quindi, dovrebbe riconoscere il ruolo della Chiesa nel solennizzare i matrimoni, e la Chiesa deve rispettare ed attenersi ad ogni ragionevole e sana legge civile che lo riguardi che non violi la Scrittura. In particolare il Pastore deve assicurarsi che le leggi sane dello Stato siano osservate ed al tempo stesso curare il registro dei matrimoni proprio della chiesa.
3. Come Dio stesso ha comandato, i cristiani devono sposarsi "nel Signore". La Parola di Dio stessa contiene istruzioni su come il marito e la moglie debbano vivere insieme ed ha pure usato il Matrimonio come analogia dell'amore fra Gesù Cristo e la Sua Chiesa. E' quindi giusto ed appropriato che i matrimoni siano solennizzati dalla chiesa e di fronte a testimoni credibili.
4. I matrimoni ordinariamente non dovranno tenersi nel Giorno del Signore. Se le circostanze lo permettono, sarà necessario aver cura che la cerimonia di matrimonio non interferisca con il culto pubblico della chiesa.
5. Si suggerisce il seguente ordine e fraseologia:
a. Quando la sposa e lo sposo sono di fronte al Pastore, egli potrà dire:
Siamo convenuti alla presenza di Dio e di questa compagnia per unire quest'uomo e questa donna nella santa condizione del matrimonio. Dio ha istituito il matrimonio sin da principio, ed attraverso di esso Egli significa l'unione mistica di Gesù Cristo con la Sua Chiesa. Gesù onorò il Matrimonio operando il Suo primo segno miracoiloso ad una festa di nozze, ed Egli dichiarò: "Ciò che Dio ha unito, l'uomo non separi". Il Matrimonio è quindi una condizione da non intraprendersi alla leggera, ma in modo rispettoso e sobrio, nel timore di Dio.
b. Il Patore dovrà così pregare affinché Dio benedica l'unione che si sta per realizzare.
c. Potranno essere letti testi biblici e predicato un Sermone appropriato. Genesi 2:18-25; Ruth 1:16-17; Efesini 5:22-33; e Colossesi 3:12-15 sono alcuni fra i testi biblici più appropriati per l'occasio
d. Il Pastore poi chiederà alla coppia di unire le loro mani e chiederà allo sposo di ripetere dopo di lui queste o simili parole.,
Io, N. prendo te, N. come mia legittima moglie, e prometto solennemente di fronte a Dio ed a questi testimoni, di essere il tuo amorevole e fedele marito: nella buona come nella cattiva sorte, in salute come nella malattiia, per amarti e prendermi cura di te, fintanto che la morte non ci separi.
E la sposa risponderà con queste o simili parole:
Io, N. prendo te, N. come mio legittimo matito, e prometto davanti a Dio ed a questi testimoni, di essere la tua fedele ed amorevole moglie nella buona come nella cattiva sorte, in salute come nella malattia, per amarti e prendermi cura di te, fintanto che la morte non ci separi.
e. Se si usano gli anelli, il Pastore potrà chiedere: "Quale segno date l'un l'altra per suggellare le vostre promesse nuziali?". Quando l'anello di ciascuno è presentato al suo ricettore, il Pastore potrà dire:
Date e ricevete questo anello come suggello delle vostre promesse nuziali. Possa esso essere simbolo del valore, costanza e purezza del vostro amore di sposi, e suggello delle promesse solenni che avete fatto l'uno all'altra di fronte a Dio.
f. Il Pastore potrà pioi dire:
In virtù dell'autorità conferitami come ministro dell'Evangelo, e secondo le leggi di Dio e di questa nazione, io vi pronunzio marito e moglie. Ciò che Dio ha congiunto nessuno separi.
g. La cerimonia si potrà concludere con un'invocazione della benedizione di Dio.
6. Dove applicabile, se il matrimonio, secondo le usanze locali, richiede pubblicazioni di matrimonio, la formula potrebbe essere come segue:
Con la presente io notifico la Pubblicazione di Matrimonio fra la s.ra N di [città, provincia], e il sig. N. di [città, provincia] che desiderano celebrare matrimonio il giorno N del mese N dell'anno N in [città, provincia]. Se qualcuno conosce causa o giusto impedimento, per cui queste due persone non dovessero essere unite in santo matrimonio, dovrete dichiararlo agli Anziani di questa comunità: Questa è la [prima, seconda, o terza] volta in cui è notificata questa Pubblicazione.
Funerali
Il funerale cristiano è inteso ad onorare Gesù Cristo e confortare chi è nel lutto. Potrà essere tenuto in qualunque luogo e tempo si ritenga convenevole, sebbene debba essere evitato, per quanto possibile, il Giorno del Signore. Dovrebbe essere semplice e senza cerimonie non necessarie. Sebbene possa essere ricordata amorevolmente la persona deceduta, il funerale è inteso in primo luogo a lodare Dio, non l'uomo.
Dato che vi è grande differenza fra il termine della vita terrena di un credente e quella di un non credente, i termini del funerale dovranno essere notificati in modo appropriato. L'ordine del servizio che segue è stato elaborato avendo avendo in mente un credente. Il Pastore, però, non dovrà mai dichiarare che la persona deceduta sia morta non in stato di grazia (non salvata), essendo Dio l'unico Giudice di quella condizione, né presupporre la salvezza di coloro la cui vita non fornisce alcuna base per una tale speranza. Al contrario, dovrà rivolgere l'attenzione a Gesù Cristo come sola nostra speranza sia in vita che in morte.
Non dovrà essere fatto alcun compromesso con ordini segreti<ref name="ftn7"><div style=</ref>. Se chiamato ad officiare laddove tali ordini desiderano svolgere i loro rituali, il Pastore dovrà condurre il suo servizio separatamente (Vedi Testimonianza 25:19).
Allo stesso modo, né il Pastore né qualsiasi altro cristiano potrà rendere culto o venerazione ad idolo alcuno oppure antenati. Il Pastore dovrà assicurarsi che il funerale sia completamente privo di culto d'idoli.
I cristiani dovrebbero partecipare al lutto di coloro che sono nel lutto, ma non rattristarsi come coloro che sono privi di speranza. E' quindi giusto ed appropriato che i cristiani si riuniscano con le loro famiglie e persone care prima e dopo il funerale, nerlla misura in cui la loro fedeltà al Signore Gesù Cristo non sia compromessa da pratiche non bibliche come il culto degli antenati oppure preghiere per i morti.
E' appropriato consultare la famiglia a proposito della lettura di testi biblici favoriti ed invitare altri Pastori che condividono la nostra fede a partecipare al servizio.
1. I testi biblici dovranno essere scelti con cura, le preghiere dovranno essere ben considerate, e il discorso dovrà presentare Cristo e la Salvezza come sola base di conforto e di consiglio per i viventi.
2. Si suggerisce il seguente ordine per il funerale:
a. Introduzione: un testo appropriato della Scrittura come Giovanni 11:25-26; Salmo 103:13-14; 116:15; 124:8; Romani 14:7-9; Giobbe 1:21; 19:25-27, o 2 Corinzi 1:3-4.
3. Alla tomba il Pastore potrà usare parole come queste:
Affidiamo alla terra il corpo di N. nella speranza di una gloriosa risurrezione per fede in Colui che è la Risurrezione e la Vita.
Potranno essere letti testi adatti delle Scritture come 1 Corinzi 15:53-58, o i benefici di Cristo citati (vedasi il Catechismo Minore di Westminster D&E 37 e 38). Una breve preghiera potrà concludere il servizio.
<references />
2. ↑ 2.0 [ftn2]
3. ↑ 3.0 [ftn3]
4. ↑ 4.0 [ftn4]
5. ↑ 5.0 [ftn5]
6. ↑ 6.0 [ftn6]
7. ↑ 7.0 [ftn7]