Confessioni di fede/Canone di Vincenzo da Lerino: differenze tra le versioni
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Il motto vincenziano ebbe un influsso determinante nel corso della storia della Chiesa moderna e contemporanea<ref name=":1">{{Cita web|autore = Giuseppe De Luca|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-di-lerins_%28Enciclopedia_Italiana%29/|titolo = Vincenzo di Lérins in Enciclopedia Italiana|accesso = 4 febbraio 2015|editore = Treccani|data = 1937}}</ref>. Soprattutto, nel corso del XIX secolo<ref name=":1" />, il ''Canone ''divenne il perno su cui i membri del Movimento di Oxford, con in testa John Henry Newman, tentarono di legittimare la "cattolicità" della Chiesa Anglicana contro le modifiche aggiunte dalla Chiesa Cattolica Romana dopo il Concilio di Trento, modifiche "eretiche" perché contrarie all'insegnamento dei Padri della Chiesa<ref>{{Cita web|autore = John Henry Newman|url = http://www.newmanreader.org/works/viamedia/volume1/lecture2.html|titolo = The Prophetical Office of the Church|accesso = 4 febbraio 2015|data = 1837}}</ref>: | Il motto vincenziano ebbe un influsso determinante nel corso della storia della Chiesa moderna e contemporanea<ref name=":1">{{Cita web|autore = Giuseppe De Luca|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-di-lerins_%28Enciclopedia_Italiana%29/|titolo = Vincenzo di Lérins in Enciclopedia Italiana|accesso = 4 febbraio 2015|editore = Treccani|data = 1937}}</ref>. Soprattutto, nel corso del XIX secolo<ref name=":1" />, il ''Canone ''divenne il perno su cui i membri del Movimento di Oxford, con in testa John Henry Newman, tentarono di legittimare la "cattolicità" della Chiesa Anglicana contro le modifiche aggiunte dalla Chiesa Cattolica Romana dopo il Concilio di Trento, modifiche "eretiche" perché contrarie all'insegnamento dei Padri della Chiesa<ref>{{Cita web|autore = John Henry Newman|url = http://www.newmanreader.org/works/viamedia/volume1/lecture2.html|titolo = The Prophetical Office of the Church|accesso = 4 febbraio 2015|data = 1837}}</ref>: | ||
{{Citazione|I cattolici romani ritengono che la Chiesa di Roma sia infallibile, e se l'antico credo è in disaccordo con esso, cosa che di certo loro non permettono, ma che se ciò fosse, l'Antichità deve essere in errore. Perciò il Romanismo, anche nel suo sistema ecclesiale astratto, dev'essere considerato una perversione o distorsione della verità, e che è nella sua attuale e pubblica manifestazione che ci sono degli errori ben più gravi.|J.H. Newman, ''The Prophetical Office of the Church'', lecture 2|They believe the existing Church to be infallible, and if ancient belief is at variance with it, which of course they do not allow, but if it is, then Antiquity must be mistaken; that is all. Thus Romanism, which even in its abstract system, must be considered a perversion or distortion of the truth, is in its actual and public manifestation a far more serious error.|lingua = Inglese|lingua2 = Italiano}}Vincenzo, il cui pensiero sullo sviluppo è stato fatto proprio dalla Chiesa cattolica fin dal Concilio Vaticano I<ref>{{Cita web|autore = G. Rambaldi|url = https://books.google.it/books?id=-yNhPBmwxZAC&pg=PA70&lpg=PA70&dq=Concilio+Vaticano+I+Vincenzo+di+Lerino&source=bl&ots=5y0ZK6IJrc&sig=-PkYu8a6toO6P7Dx3_uABlXc1nY&hl=it&sa=X&ei=uWTRVJjdIIzWaoyngJgO&ved=0CEsQ6AEwCA#v=onepage&q=Concilio%20Vaticano%20I%20Vincenzo%20di%20Lerino&f=false|titolo = Dogma e formule dogmatiche|accesso = 4 febbraio 2015|editore = Gregorianum|data = 1952|citazione = ...come dice Vincenzo di Lerino citato, e fatto proprio dal Concilio Vaticano...}}</ref>, Vincenzo mostra come la sua teoria debba essere intesa in senso relativo e disgiuntivo, e non in modo assoluto. Si tratta, cioè, di unire tre criteri in uno: '''ubique'' | {{Citazione|I cattolici romani ritengono che la Chiesa di Roma sia infallibile, e se l'antico credo è in disaccordo con esso, cosa che di certo loro non permettono, ma che se ciò fosse, l'Antichità deve essere in errore. Perciò il Romanismo, anche nel suo sistema ecclesiale astratto, dev'essere considerato una perversione o distorsione della verità, e che è nella sua attuale e pubblica manifestazione che ci sono degli errori ben più gravi.|J.H. Newman, ''The Prophetical Office of the Church'', lecture 2|They believe the existing Church to be infallible, and if ancient belief is at variance with it, which of course they do not allow, but if it is, then Antiquity must be mistaken; that is all. Thus Romanism, which even in its abstract system, must be considered a perversion or distortion of the truth, is in its actual and public manifestation a far more serious error.|lingua = Inglese|lingua2 = Italiano}}Vincenzo, il cui pensiero sullo sviluppo è stato fatto proprio dalla Chiesa cattolica fin dal Concilio Vaticano I<ref>{{Cita web|autore = G. Rambaldi|url = https://books.google.it/books?id=-yNhPBmwxZAC&pg=PA70&lpg=PA70&dq=Concilio+Vaticano+I+Vincenzo+di+Lerino&source=bl&ots=5y0ZK6IJrc&sig=-PkYu8a6toO6P7Dx3_uABlXc1nY&hl=it&sa=X&ei=uWTRVJjdIIzWaoyngJgO&ved=0CEsQ6AEwCA#v=onepage&q=Concilio%20Vaticano%20I%20Vincenzo%20di%20Lerino&f=false|titolo = Dogma e formule dogmatiche|accesso = 4 febbraio 2015|editore = Gregorianum|data = 1952|citazione = ...come dice Vincenzo di Lerino citato, e fatto proprio dal Concilio Vaticano...}}</ref>, Vincenzo mostra come la sua teoria debba essere intesa in senso relativo e disgiuntivo, e non in modo assoluto. Si tratta, cioè, di unire tre criteri in uno: '''ubique'''' (in ogni luogo), ''semper'' (sempre), ''ab omnibus'' (da tutti). Il pensiero vincenziano non deve essere inteso come una sorta di cristallizzazione della fede elaborata in un contesto storico-culturale ben determinato, ma dev'essere intravisto anche nell'ottica dello sviluppo della fede nella storia, partendo sempre dall'antichità come fonte originaria perché la fede stessa non venga alterata<ref>{{Cita news|autore = Luca Rolandi|titolo = </ref>. A tal proposito Vincenzo dice<ref>La traduzione è presa da ''Lo sviluppo del dogma S.Vincenzo'', estratto da ''{{cita web |url=http://www.bosecuriose.it/lo-sviluppo-del-dogma-s.vincenzo.html |titolo=Copia archiviata |accesso=4 febbraio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150204022435/http://www.bosecuriose.it/lo-sviluppo-del-dogma-s.vincenzo.html |dataarchivio=4 febbraio 2015 }} ''(URL consultato il 4/2/2015)</ref>: | ||
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Versione delle 09:52, 7 feb 2022
Per Canone di Vincenzo di Lerino si intende un passo estratto dal Commonitorium in cui questo monaco ha cercato di stabilire una regola di fede universalmente valida.
Premesse storico-religiose
Il secolo delle eresie e il monachesimo
Il monaco gallico Vincenzo di Lerino, nell'opera Commonitorium, trattatello di 28 capitoli<ref name=":0">Template:Cita web</ref> scritta circa tre anni dopo il Concilio di Efeso (431)<ref>Template:Cita web</ref><ref>Template:Cita web</ref>, di fronte al diffondersi nel suo tempo di insegnamenti cristiani eterodossi quali il nestorianesimo, si propone di stabilire un criterio che dovesse essere considerato universale per l'unità della Chiesa<ref name=":0" />. Tale canone doveva essere unito alla fede della Chiesa universale rispetto a innovazioni e nuove dottrine che rischiavano di alterare e pregiudicare l'integrità della dottrina cristiana ricevuta, affidandosi alla traditio apostolica tramandata autorevolmente dai Padri della Chiesa, perfetti eredi dell'insegnamento degli Apostoli e quindi dell'insegnamento di Cristo stesso<ref>L'autorità dei Padri, ovviamente, proviene dalle Sacre scritture: </ref>. In concomitanza a questo periodo caratterizzato da una serie di dispute dottrinali riguardanti la cristologia, Vincenzo di Lerino si fece portavoce della mentalità del nascente monachesimo di affidarsi alla sicurezza del Cristianesimo dell'età apostolica. A tal proposito è stato scritto che:
Il Canone
Testo ed esegesi
(LA)
«in ipsa item catholica ecclesia magnopere curandum est ut id teneamus quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est» |
(IT)
«anche nella stessa chiesa cattolica ci si deve preoccupare molto che ciò che noi professiamo sia stato ritenuto tale ovunque, sempre e da tutti» |
("The commonitorium of Vincentius of Lérins", cit., p. 10) |
Il passo riportato è la "formula di fede" proposta da Vincenzo che costituisce il cosiddetto Vincenzo delinea la sua ortoprassi teologica su tre direttive: quella "geografica" (ubique), quella temporale (semper), e infine quella ecumenica (ab omnibus), fattori indispensabili per promuovere una corretta adesione alla fede cattolica nel pieno delle eresie cristologiche.
Interpretazione nel corso dei secoli
Il motto vincenziano ebbe un influsso determinante nel corso della storia della Chiesa moderna e contemporanea<ref name=":1">Template:Cita web</ref>. Soprattutto, nel corso del XIX secolo<ref name=":1" />, il Canone divenne il perno su cui i membri del Movimento di Oxford, con in testa John Henry Newman, tentarono di legittimare la "cattolicità" della Chiesa Anglicana contro le modifiche aggiunte dalla Chiesa Cattolica Romana dopo il Concilio di Trento, modifiche "eretiche" perché contrarie all'insegnamento dei Padri della Chiesa<ref>Template:Cita web</ref>:
Template:CitazioneVincenzo, il cui pensiero sullo sviluppo è stato fatto proprio dalla Chiesa cattolica fin dal Concilio Vaticano I<ref>Template:Cita web</ref>, Vincenzo mostra come la sua teoria debba essere intesa in senso relativo e disgiuntivo, e non in modo assoluto. Si tratta, cioè, di unire tre criteri in uno: ubique' (in ogni luogo), semper (sempre), ab omnibus (da tutti). Il pensiero vincenziano non deve essere inteso come una sorta di cristallizzazione della fede elaborata in un contesto storico-culturale ben determinato, ma dev'essere intravisto anche nell'ottica dello sviluppo della fede nella storia, partendo sempre dall'antichità come fonte originaria perché la fede stessa non venga alterata<ref>{{Cita news|autore = Luca Rolandi|titolo = </ref>. A tal proposito Vincenzo dice<ref>La traduzione è presa da Lo sviluppo del dogma S.Vincenzo, estratto da Template:Cita web (URL consultato il 4/2/2015)</ref>:
Note
- Patres ecclesíae: una introduzione alla teologia dei padri della Chiesa, su books.google.it, p. 23. URL consultato il 3 febbraio 2015.
- ^ Piero Bargellini, San Vincenzo di Lerino, su santiebeati.it, Treccani, 2 gennaio 2001. URL consultato il 3 febbraio 2015.
- ^ G. Bedouelle, Dizionario di Storia della Chiesa, su books.google.it, p. 151. URL consultato il 3 febbraio 2015.
- ^ L'autorità dei Padri, ovviamente, proviene dalle Sacre scritture: "I Padri sono semplicemente i testimoni di questa fede e la loro auctoritas è subordinata sia alla Scrittura, sia alla Chiesa" (Patres ecclesíae, cit., p. 23).
- ^ Sauté a:a b Giuseppe De Luca, Vincenzo di Lérins in Enciclopedia Italiana, su treccani.it, Treccani, 1937. URL consultato il 4 febbraio 2015.
- ^ John Henry Newman, The Prophetical Office of the Church, su newmanreader.org, 1837. URL consultato il 4 febbraio 2015.
- ^ G. Rambaldi, Dogma e formule dogmatiche, su books.google.it, Gregorianum, 1952. URL consultato il 4 febbraio 2015.
«...come dice Vincenzo di Lerino citato, e fatto proprio dal Concilio Vaticano...». - ^ Luca Rolandi, "La recezione del Concilio è un fenomeno di lunga durata storica", in Vatican Insider - La stampa, 5 novembre 2012. URL consultato il 4 febbraio 2015.
«Lo "sviluppo dottrinale" può essere definito come l'"aumento" graduale della comprensione dei contenuti di fede e una loro maggiore esplicitazione, conseguentemente a sollecitazioni "teologico-culturali", interne o esterne alla Chiesa. Le dinamiche di trasmissione e di ricezione – principi costitutivi della Tradizione – concernono in definitiva l'esplicitarsi del dato dottrinale. Giovanni XXIII, nel suo discorso inaugurale per il Concilio Vaticano II dell'11 ottobre 1962 – Gaudet Mater Ecclesia – seppe esprimere con maestria e semplicità questi concetti fondamentali della teologia cattolica, traendo spunto dalle riflessioni di Vincenzo di Lerino, monaco del V secolo, che in modo sistematico affrontò le questioni relative alla trasmissione e allo sviluppo del depositum fidei.». - ^ La traduzione è presa da Lo sviluppo del dogma S.Vincenzo, estratto da Copia archiviata, su bosecuriose.it. URL consultato il 4 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2015). (URL consultato il 4/2/2015)
Bibliografia
- Vincenzo di Lérins, Commonitorium, a cura di Reginald Stewart Moxon, Cambridge, Cambridge University Press, 1915. URL consultato l'8 maggio 2015.
- D. Menozzi - G. Filoramo, L'Antichità, L'Antichità, in Storia del Cristianesimo, I, Bari, Editori Laterza, 2010, ISBN 978-88-420-6558-6.
- Guy Bedouelle, Dizionario di Storia della Chiesa, a cura di Enzo Panzacchi, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1997, ISBN 88-7094-265-1. URL consultato l'8 maggio 2015.
- E. Cattaneo - G. De Simone - C. Dell'Osso et alii, Patres ecclesíae: una introduzione alla teologia dei padri della Chiesa, Trapani, Il pozzo di Giacobbe, 2008, ISBN 978-88-6124-042-1. URL consultato l'8 maggio 2015.
- Giuseppe De Luca, Vincenzo di Lérins, in Enciclopedia Italiana, Roma, Treccani, 1937. URL consultato l'8 maggio 2015.
- G. Rambaldi, Dogma e formule dogmatiche, in Gregorianum, XXXIII, 1952. URL consultato l'8 maggio 2015.