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Custodisci in buon deposito (M. H. Smith)

01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14

 

II. DIO, ETERNO E SOVRANO

Letture bibliche: Deuteronomio 6:4-9; Isaia 46:9-11; Giovanni 4:19-26

Com'è Dio? Possiamo descriverlo oppure definirlo? Se no, che possiamo dire su di Lui? Può essere scoperto e pienamente conosciuto dal mondo naturale che ci circonda? Come creature limitate dobbiamo onestamente riconoscere che è impossibile per noi descriverLo, definirLo oppure conoscerLo.

Sebbene non si possa conoscere Dio completamente, lo possiamo conoscere davvero ed intimamente ed anche descriverlo nella misura in cui Lui stesso si è rivelato a noi. Dio aveva creato l'essere umano a propria immagine e somiglianza (Genesi 1:26,27) con la capacità di conoscerLo. Egli ha rivelato Sé stesso nella creazione ed attraverso di essa, ma lo ha fatto in modo speciale nelle Scritture. Secondo Romani 1 tutti gli esseri umani conoscono Dio, sebbene ora, essendo soggetti al peccato, noi sopprimiamo questa conoscenza nell'incredulità.

E' solo attraverso una rigenerazione spirituale che Dio torna a rendere possibile in noi la conoscenza di Lui.

La rivelazione che Dio fa di sé stesso nella natura è solo parziale e richiede l'intervento della Bibbia, la quale sola può farci interpretare ciò che vediamo. La rivelazione che Dio fa di Sé stesso nella Bibbia è maggiore, ma solo nella misura in cui Egli sceglie di farsi conoscere. Dio, però, nella Bibbia, ci ha fornito dati sufficienti per metterci in grado di conoscerLo veramente e personalmente attraverso il Suo Figliolo Gesù Cristo.

Le Scritture ci parlano dell'essere e della personalità di Dio e ci descrivono un certo numero di Suoi attributi -cioè caratteristiche o qualità di Dio nel suo essere essenziale come persona.

L'essenza di Dio

La Bibbia si apre con la semplice affermazione che Dio creò i cieli e la terra (Genesi 1:1). Già questi versetti iniziali ci mettono subito davanti al fatto che Dio esiste, e che la realtà nel mondo naturale intorno a noi può essere spiegata solo attraverso l'insegnamento biblico che un Dio personale ha creato tutte le cose.

La rivelazione più chiara che noi abbiamo dell'essenza di Dio è la rivelazione che Egli ha fatto a Mosè del Suo Nome, "Io sono quegli che sono" (Esodo 3:14). Questa affermazione dichiara che Dio è. In lui non c'è divenire, perché Egli eternamente e necessariamente è. Egli è "il primo e l'ultimo", espressione questa che in ebraico che Egli è sempre stato Dio, senza inizio e senza fine (Isaia 44:6).

Quando Iddio ha rivelato il Suo Nome come "Io sono", Egli pure asseriva che Egli è una persona. Questa rivelazione dell'IO SONO, ci mostra che Dio è un essere cosciente di Sé stesso, l'essenza stessa di una vera persona.

Dio ci mostra la Sua personalità (auto-coscienza) tutto attraverso la Bibbia. Egli comunica con le Sue creature razionali solo come lo può fare una vera persona. Possiamo pure vedere la Sua personalità nelle varie attività ascritte a Lui come l'amore, la compassione, l'indignazione e l'ira. Egli è un essere razionale capace di determinare Sé stesso (Vedi Giovanni 14:9).

Dio è anche puro spirito. Gesù dichiarò alla Samaritana che "Dio è Spirito" (Giovanni 4:24). Questo vuol dire che Dio non ha un corpo fisico come gli esseri umani né ha forma fisica misurabile. E' proprio per questa ragione che il secondo comandamento ci proibisce di farci immagine alcuna di Lui sia materiale che solo immaginaria.

Essere spirito significa che Dio essenzialmente esiste e vive nella dimensione dello spirito, sebbene talvolta abbia scelto di rivelare sé stesso nel nostro mondo. L'apostolo Giovanni dichiarò che "Nessuno ha mai veduto Iddio" (1:18), e Paolo scrisse: "Ora, al Re dei secoli, immortale, invisibile, solo Dio, siano onore e gloria, nei secoli dei secoli. Amen"(1 Timoteo 1:17).

Gli attributi naturali di Dio

Gli attributi naturali di Dio (chiamati pure i Suoi "attributi incomunicabili") sono caratteristiche che gli sono naturalmente proprie e per le quali non c'è analogia nell'esperienza o nella comprensione umana. Quelli che vogliamo sommariamente esaminare sono la Sua infinità, eternità, immutabilità e immensità (onnipresenza).

L'infinità di Dio

Tutto ciò che Dio è nel suo essere essenziale non può essere misurato né quantificato. Tutte le sue perfezioni sono illimitate e prive di difetto (vedi Salmo 145:3). Egli è infinito e non può in alcun modo essere misurato o contenuto.

L'eternità di Dio

Con Dio non c'è né passato, né futuro. Mosè dichiarò: "ab eterno in eterno tu sei Dio" (Salmo 90:2). Questa è una rivelazione dell'eternità di Dio. Come esseri umani abbiamo molte difficoltà nel definire l'eternità, perché essa non è solo un tempo senza fine. Il tempo stesso ebbe inizio alla creazione, ed è quindi parte dell'ordine creato (Genesi 1:1; Giovanni 1:1). Dio, però, esisteva eternamente già prima che cominciasse il tempo. Il tempo non può influire in alcun modo su di Lui. Sia Mosè che Pietro avevano affermato che per Lui un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno (Salmo 90:4; 2 Pietro 3:8). Considerata insieme alla rivelazione di Dio come l'IO SONO, questo ci insegna che Dio è eterno, e che Egli non è soggetto al tempo. Giovanni parla di Lui come: "Colui che è, che era e che viene" (Apocalisse 1:4), e lo scrittore di Ebrei di Gesù disse: "Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi ed in eterno" (Ebrei 13:8).

Dio non vive nella dimensione tempo, perché il tempo non è che parte della realtà creata, mentre Dio permea tutto il tempo e tutta la storia. Il tempo e la storia prendono il loro significato da Dio e dalla Sua presenza in essi.

L'immutabilità di Dio

Proprio perché Dio è eterno, Egli è immutabile. La creazione muta costantemente e non c'è tempo o stagione che sia uguale ad un'altra. Dio però, è eternamente. Egli non cambia (Numeri 23:19; 1 Samuele 15:29; Malachia 3:6; Giacomo 1:17), e rimane costantemente e per sempre lo stesso (Salmo 102:25-27; Ebrei 1:11,12).

Che cosa significano allora quei brani biblici che sembrano suggerire che Dio cambi? Per esempio, Egli disse d'essersi pentito d'aver fatto l'uomo, e che l'avrebbe eliminato dalla faccia della terra (Genesi 6:6,7). Il contesto mostra che il peccato era entrato nel mondo dopo la creazione dell'uomo, e lo sviluppo del peccato nella razza umana aveva raggiunto limiti inaccettabili Dio ed alla Sua santità (Genesi 6:5,11,12). In altre parole, il cambiamento era avvenuto nella creazione, non nel Creatore.

Possiamo meglio comprendere queste mutazioni apparenti in Dio, quando li consideriamo come cambiamenti nel contesto di un rapporto, non nella natura di Dio. Il cambiamento era avvenuto nell'uomo, e questo ha fatto si che fosse mutata la qualità del suo rapporto con Dio. Inoltre, i cambiamenti apparenti nei propositi di Dio sono tali solo dalla prospettiva umana allorché vediamo un Dio eterno che opera nel contesto del tempo. Il suo "pentimento" deve essere compreso nei termini dell'integrità dei Suoi piani immutabili per l'umanità considerati dal punto di vista umano.

L'immensità di Dio

Quanto grande è Dio? Allo stesso modo in cui il tempo non è dimensione in cui Dio sia costretto, neanche lo spazio lo può contenere. Salomone esclamava: "Ecco, i cieli e i cieli de' cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita" (1 Re 8:27). Paolo scriveva: "L'Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esse... non abita in templi fatti da mani d'uomini" (Atti 17:24).

Sebbene Dio non possa essere contenuto in questo universo, Egli si compiace d'essere presente in esso, avendo creato il cielo come Sua residenza. L'immensità di Dio non è creata, mentre lo spazio in cui Egli sceglie di vivere e di manifestarsi, venne creato da Lui. Dov'è allora Dio? La Bibbia insegna che sebbene Egli sia al di sopra ed oltre la Sua creazione, Egli è presente dovunque. Il salmista si rendeva conto come egli non potesse mai sfuggire da Dio perché Egli è in ogni luogo (Salmo 139:7-10), e Dio, attraverso il Suo profeta, dichiarò la Sua onnipresenza ed immensità (Geremia 23:23,24).

Gli attributi morali di Dio

Gli attributi morali di Dio (talora chiamati "comunicabili"), sono quelle perfezioni per le quali esiste analogia nel campo umano, per quanto imperfetta e limitata, giacché le caratteristiche di Dio sono più elevate delle nostre. Siamo in grado di comprendere queste un poco meglio perché noi le sappiamo sperimentare.

L'onniscienza di Dio

Dio conosce ogni cosa? Certamente, perché nulla può rimanerGli nascosto. La Bibbia insegna che: "l'Eterno è un Dio che sa tutto, e da lui sono pesate le azioni dell'uomo" (1 Samuele 2:3). Il salmista poi si chiede: "Colui che castiga le nazioni, non correggerà, Egli che impartisce all'uomo la conoscenza? L'Eterno conosce i pensieri dell'uomo: sa che sono vanità" (Salmo 94:10,11). L'onniscienza di Dio è perciò la conoscenza che Lui ha di ogni cosa nell'universo, incluso l'uomo.

In quanto Dio è sovrano ed è il Creatore di tutto ciò che esiste, egli conosce ogni cosa; egli conosce la fine già dall'inizio, e proprio perché Egli esiste oltre il tempo, egli conosce tutto ciò che esiste attraverso quello che noi chiamiamo "tempo". Inoltre Egli conosce ciò che gli uomini pensano nel loro cuore, perché Egli può "leggere" in esso. Gesù stesso dimostrò in diverse occasioni tale onniscienza nei suoi rapporti umani (vedi, per esempio, Marco 2:8 e 12:15).

Dio stesso dichiarò: "Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie... Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri" (Isaia 55:8,9). La Sua onniscienza Lo mette in grado di conoscere ogni cosa.

La sapienza di Dio

Non solo Iddio conosce ogni cosa, ma Egli ha la capacità di usare questa conoscenza in modo perfetto. Chiamiamo l'applicazione della Sua conoscenza: sapienza. Iddio, eterno e sovrano è sommamente saggio.

Egli ha creato il mondo con sapienza (Salmo 104:24; Proverbi 8:22-36; Giovanni 1:1-3) ed Egli governa sovranamente ogni cosa secondo la Sua sapienza (vedi 1 Corinzi 1:24; e Ebrei 1:3). Dato che Gesù Cristo è la manifestazione della stessa sapienza di Dio, Egli è divenuto per noi: "sapienza e giustizia, santificazione e redenzione" (1 Corinzi 1:30).

La veracità di Dio

Dio è in sé stesso verità in senso assoluto ed è assolutamente verace e fedele nella rivelazione e in tutte le Sue promesse (vedi Numeri 23:19). Nello studiare l'universo intorno a noi e nello scoprirvi i vari aspetti della verità, dovremmo riconoscere che tutto questo proviene da Dio. Questo attributo di Dio è strettamente collegato alla Sua conoscenza e sapienza ed esso è visibile perfettamente in Gesù Cristo, il quale affermava di essere Egli stesso la verità (Giovanni 14:6).

La santità di Dio

Quando Isaia vide in visione il Signore nel Suo tempio,, egli udii i serafini che cantavano: "Santo, santo, santo, è l'Eterno degli eserciti, tutta la terra è piena della Sua gloria" (Isaia 6:3).

Santità, che deriva da una parola ebraica che significa "tagliare" o "separare", ha nella Bibbia un duplice aspetto.

In primo luogo essa si riferisce al fatto che Dio è separato (a parte) dal mondo e dal peccato. In altre parola, essa fa riferimento alla maestà di Dio -la sua divinità essenziale- la quale lo distingue come Creatore rispetto alla creatura. Per Isaia questo era uno dei concetti più grandi da applicarsi a Dio, il quale, in numerose occasioni delle sue grandi profezie, esaltava la maestà e la santità di Dio. Per esempio: "Poiché così parla Colui che ê l'Alto, l'Eccelso, che abita l'eternità, e che ha nome 'il Santo'. Io dimoro nel luogo alto e santo..." (Isaia 57:15).

Giovanni, al quale fu dato il grande privilegio di vedere il trono di Dio nel cielo, parlava di Lui in un modo simile: "Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo" (Apocalisse 15:4).

In secondo luogo, santità comunica anche l'idea di purezza. Lo troviamo spesso nella Scrittura: "Poiché io sono l'Eterno, l'Iddio vostro; santificatevi, dunque, e siate santi, perché io sono santo" (Levitico 11:44; 19:2: 20:7; Abacuc 1:13). Pietro affermò la stessa verità nel Nuovo Testamento: "Ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; Poiché sta scritto: Siate santi, perché io sono santo" (1 Pietro 1:15,16).

L'idea di separazione (essere a parte) si trova anche quando questo concetto morale viene applicato agli uomini, perché Dio essendo santo, è separato da ogni peccato ed impurità, da tutto ciò che è incoerente con la Sua natura. La sua maestà e la sua purezza sono inseparabilmente unite insieme, per questo i serafini nella visione di Isaia esaltano questi due attributi (vedi Isaia 6:3).

La giustizia di Dio

Strettamente legata alla santità di Dio sta la Sua giustizia, la quale fa si che Egli agisca in accordo con la sua santità (Vedi Salmi 89:14; 145:17). Questo significa che Egli sempre agisce in perfetta giustizia ed in armonia con la Sua santità. Il profeta dichiarava: "Tu sei giusto, o Eterno, quando io contendo teco" (Geremia 12:1). La giustizia di dio si vede in modo estremamente chiaro nel vangelo del Signore Gesù Cristo ed essa viene spiegata in abbondanza di dettagli nella lettera ai Romani.

L'amore di Dio

E' l'apostolo Giovanni a fare la meravigliosa dichiarazione: "Dio è amore" (1 Gv. 4:8). Il tipo di amore che Giovanni rivela qui non è un vago sentimento di benevolenza, ma l'amore sacrificale di Dio verso i peccatori. "In questo è l'amore, non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il Suo figliolo per essere la propiziazione per i nostri peccati" (1 Giovanni 4:10, vedi anche il noto versetto Giovanni 3:16 su questo argomento).

Dato che Dio solo è perfezione assoluta, Egli ama sé stesso con un amore soddisfatto. L'oggetto del Suo amore, a sua volta, è la perfezione assoluta e bontà del suo stesso essere. Questo può divenirci più comprensibile quando ricordiamo che Egli esiste in tre persone, le quali si contemplano l'un l'altra nella Deità con un amore eterno.

Oltre a questo amore fra la Deità, vediamo nella Scrittura l'amore che Dio ha verso ciò che è fuori da sé stesso e distinto dal proprio essere. Un aspetto del Suo amore è la soddisfazione che Egli prova con la sua creazione: "Duri in perpetuo la gloria dell'Eterno, si rallegri l'Eterno nelle opere sue" (Salmo 104:31). "E Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono" (Genesi 1:31).

Un altro aspetto del suo amore è quello che Egli manifesta verso i peccatori, che pure non se lo meritano. L'uomo è deliberatamente caduto in peccato ed ha violato la santità di Dio, ma la Bibbia ci dice che Egli ci ama. Questo amore lo si può vedere nella grazia e nella misericordia che manifesta verso le Sue creature ribelli; è il beneplacito della Sua volontà che Lo spinge a comportarsi in modo salvifico verso creature che solo meritano l'inferno. Questo è l'amore di cui Giovanni parla: "In questo s'è manifestato per noi l'amore di Dio: che dio ha mandato il Suo unigenito Figliolo nel mondo, affinché, per mezzo di Lui, noi vivessimo" (1 giovanni 4:9).

Questo amore non è essenziale alla Sua natura ma è la conseguenza del Suo volere sovrano, il libero esercizio delle sue insondabili ricchezze di grazia.

Un certo numero di altri attributi sono inseparabilmente connessi con il Suo amore: la sua grazia, misericordia, longanimità e fedeltà. La grazia di Dio è la bontà che Dio manifesta verso coloro che pur non se lo meritano (vedi Romani 3:24), la Sua misericordia è il Suo amore mostrato verso coloro che si trovano in afflizione e distretta (Romani 9:18; Efesini 2:4,5); la longanimità è la Sua pazienza nel sopportare il male e nel ritardare il meritato giudizio nel mantenere le Sue promesse verso il popolo del Patto (vedi 2 Timoteo 2:13).

La Santa Trinità

Una delle rivelazioni più straordinarie su Dio nella Scrittura è il fatto che Egli esiste in tre persone. Sebbene Iddio sia eternamente trino, questo lo si può vedere chiaramente nella vita e nel ministerio di Gesù, e negli scritti degli apostoli.

Al battesimo di Gesù vengono chiaramente rivelate tutt'e tre le persone -Gesù che viene battezzato, il Padre che parla dal cielo, e lo Spirito Santo che discende su Gesù in forma di colomba.

L'insegnamento di Gesù nel cenacolo (Giovanni 13-16) mostra la divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; e la formula battesimale nel Grande Mandato mostra questi individui separati come pure l'unità e l'uguaglianza delle tre persone (vedi Matteo 28:19). inoltre, uno studio attento delle Scritture, mostrerà come ogni attributo sia considerato come caratteristica di ogni persona della Trinità. L'onniscienza, per esempio, viene mostrata come appartenente sia al Padre (Geremia 17:10), sia al

Figlio (Apocalisse 2:23), e sia allo Spirito Santo (1 Corinzi 2:11).

Le illustrazioni umane non possono adeguatamente mostrare come sia la Trinità, ma esse ci possono aiutare a comprendere certi aspetti della dottrina. Un'illustrazione di ciò che significa tre in uno, è quella di un triangolo equilatero, figura geometrica con tre lati uguali. Un altro può essere vista nel fatto che gli elementi della terra possono esistere in tre modi differenti: a certe temperature essi sono solidi, ad altre sono liquidi, ad altre ancora sono gassosi. L'acqua, per esempio, può essere ghiaccio, liquida oppure vapore -tutt'e tre vengono definite dalla formula H2O, tutt'e tre sono composti dalla stessa sostanza ed hanno le stesse qualità chimiche. Le tre Persone della Deità non sono solo tre modi di essere diversi della stessa esistenza divina. Essi tutti esistono eternamente come un solo Dio.

La Bibbia insegna non esservi alcuna subordinazione fra le Persone della Deità -esse sono le stesse in sostanza e le stesse in potere ed in gloria. Troviamo però una subordinazione volontaria nell'adempimento delle loro attività rispetto

alla creazione ed alla redenzione. Lo troviamo nella venuta della seconda persona della Trinità per compiere la volontà del Padre e nel fatto che sia il Padre che il Figlio mandano lo Spirito Santo. Essenzialmente, però, ogni persona è pienamente Dio.

Domande di revisione

  • 1. Come definiresti tu Iddio?
  • 2. Quanto pienamente possiamo noi conoscere Dio?
  • 3. Quali sono alcuni degli attributi naturali di Dio? Che cosa essi significano per te personalmente?
  • 4. Quali sono alcuni degli attributi morali di Dio? Che cosa essi significano per te personalmente?
  • 5. Come dimostreresti tu la dottrina della Trinità ad un Testimone di Geova?

Domande di discussione

  • 1. Che cosa ci dice di Dio e dei suoi attributi la creazione?
  • 2. Come spiegheresti tu gli attributi naturali di Dio ad un'altra persona? Perché pensi che alcuni teologi li hanno definiti come "incomunicabili"?
  • 3. Come spiegheresti tu gli attributi morali di Dio ad un'altra persona; Perché pensi che alcuni teologi li hanno definiti come "comunicabili"?
  • 4. Disegna un triangolo equilatero e designa gli angoli con il nome delle tre Persone della Trinità. Come designeresti le linee fra gli angoli per mostrare il rapporto intercorrente fra queste Persone?
  • 5. Sviluppa una lista di brani biblici che dimostrino la divinità di Gesù Cristo e la divinità e la personalità dello Spirito Santo. Fallo allo scopo di dimostrare la Trinità ad un Mussulmano o a qualche altro anti-trinitario.