Corsi/Custodisci/11: differenze tra le versioni
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Abbiamo visto come Dio desideri che i Suoi figlioli crescano in maturità e come Egli abbia loro provveduto lo Spirito Santo per assisterli nella loro santificazione. Il metro mediante il quale possiamo misurare la nostra crescita e le nostre buone opere è la legge divina. Abbiamo pure notato come ci portiamo dietro elementi della nostra vecchia natura e come anche le nostre opere migliori siano contaminate dal peccato. In questo capitolo desideriamo considerare gli strumenti, gli ausili, che Dio ci ha provveduto affinché potessimo crescere in modo sempre più efficace. Chiameremo questi ausili "i mezzi della grazia". | Abbiamo visto come Dio desideri che i Suoi figlioli crescano in maturità e come Egli abbia loro provveduto lo Spirito Santo per assisterli nella loro santificazione. Il metro mediante il quale possiamo misurare la nostra crescita e le nostre buone opere è la legge divina. Abbiamo pure notato come ci portiamo dietro elementi della nostra vecchia natura e come anche le nostre opere migliori siano contaminate dal peccato. In questo capitolo desideriamo considerare gli strumenti, gli ausili, che Dio ci ha provveduto affinché potessimo crescere in modo sempre più efficace. Chiameremo questi ausili "i mezzi della grazia". |
Versione attuale delle 17:58, 2 lug 2020
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X. GLI STRUMENTI DELLA GRAZIA PER LA CRESCITA SPIRITUALE
Leggere: Salmi 119:9-16; 105-112;Luca 11:1-13; 1Corinzi 11:23-31
Abbiamo visto come Dio desideri che i Suoi figlioli crescano in maturità e come Egli abbia loro provveduto lo Spirito Santo per assisterli nella loro santificazione. Il metro mediante il quale possiamo misurare la nostra crescita e le nostre buone opere è la legge divina. Abbiamo pure notato come ci portiamo dietro elementi della nostra vecchia natura e come anche le nostre opere migliori siano contaminate dal peccato. In questo capitolo desideriamo considerare gli strumenti, gli ausili, che Dio ci ha provveduto affinché potessimo crescere in modo sempre più efficace. Chiameremo questi ausili "i mezzi della grazia".
I mezzi della grazia sono stati donati ad ogni cristiano, il quale deve farne uso. Non si tratta di pacchetti-dono straordinari dati solo ad alcune persone, ma speciali mezzi di crescita che ogni cristiano, in circostanze normali, ha a sua disposizione. Usiamo l'espressione in circostanze normali per rammentarci del fatto che in tempo di persecuzione potremmo non avere accesso ad alcuni di questi. In molti paesi ancora i cristiani non possono avvalersi del privilegio di un culto pubblico o persino di possedere una Bibbia personale.
Lo studio dei mezzi della grazia ci porterà a considerare la Parola di Dio, la preghiera, e due sacramenti, e questi devono essere utilizzati nel rendere a Dio, maestoso e sovrano, il culto che Gli è dovuto. Incominciamo allora col trattare dell'importanza del culto.
Il culto
Come credenti noi diamo una risposta positiva alla straordinaria salvezza che Dio ci ha provveduto in Cristo dedicando l'intera nostra vita a renderGli il culto che Gli è dovuto e nel cercare di renderGli gloria in tutto quello che siamo e che facciamo. In un certo senso il culto include per il cristiano ogni manifestazione della sua vita. In generale, però, parliamo di culto ogni qual volta che, come credenti, da soli o in compagnia di altri, ci presentiamo a Dio con lo scopo specifico di essere in comunione con Lui, lodarLo e glorificarLo.
E' necessario fare una distinzione fra culto privato e culto pubblico. Il culto pubblico ha luogo quando una comunità locale del popolo di Dio si raccoglie insieme al fine di renderGli culto. Il culto privato, d'altro canto, avviene quando un credente singolo manifesta privatamente la propria adorazione e culto di Dio. Sia il primo che il secondo tipo di culto sono vitali per la crescita nella vita cristiana. Quando noi trascuriamo o uno o l'altro è la qualità della nostra crescita a soffrirne rallentando.
In tempi come i nostri in cui si mette un forte accento sull'individuo, sorge un grave problema: il culto pubblico diviene per alcuni cristiani relativamente poco importante. Vi sono coloro che ritengono di aver fatto abbastanza per Dio e per sé stessi quando assistono ad un culto televisivo o radiofonico. Certo è possibile avere beneficio da tali culti "a distanza", essi però non possono sostituire il culto in comunità al quale si partecipa in prima persona.
E' Dio stesso che chiama il Suo popolo a renderGli pubblicamente il culto, e vediamo questo in diverse occasioni dell'Antico Testamento. Già agli inizi della storia di Israele, Egli esigeva che tutto il popolo si presentasse ai piedi del Monte Sinai in occasione della proclamazione della Legge (Es. 19-24). Questa fu la prima grande assemblea generale del popolo di Dio. Lo scrittore della lettera agli Ebrei si riferisce a quest'occasione affermando che pure noi, sebbene viventi nell'era del Nuovo Testamento, siamo venuti al Monte Sion per adorare il Signore. Qui noi ci incontriamo con Dio, con gli angeli e con Gesù, il Mediatore del Nuovo Patto (Eb. 12:18-29) come prefigurazione del grande giorno in cui tutto il creato sarà riunito difronte al Trono di Dio per lodarLo e per renderGli culto (v. Ap. 4, 5).
Dato che è Dio stesso Colui che ci chiama al culto, Egli è pure Colui che prescrive come si debba renderGli culto. Dobbiamo adorare soltanto Lui e nel modo in cui Egli ci ha indicato nella Sua Parola, non cioè secondo la nostra immaginazione o desiderio.
La conclusione di questo brano fa appello a tutti i cristiani ad essere riconoscenti ed offrire così a Dio "un culto accettevole, con riverenza e timore" (Eb. 12:28). Prima questo stesso scrittore aveva affermato chiaramente il fatto che è riprovevole da parte nostra trascurare di riunirci in assemblea con il popolo di Dio per onorarLo nel culto (Eb. 10:25).
La Parola
La maggior parte dei Protestanti da sempre ha sottolineato con forza l'importanza della Parola di Dio come il maggiore mezzo della grazia: senza di essa non possiamo crescere spiritualmente. Essa sta nel cuore stesso del culto pubblico come pure deve stare al cuore stesso delle nostre devozioni private. Essa è il mezzo mediante il quale possiamo fare progressi nella nostra santificazione in quanto è lo stesso Spirito Santo che usa la Parola di Dio per aiutarci a crescere.
Dio ci parla soprattutto tramite la Sua Parola, che noi chiamiamo Bibbia, o Sacre Scritture. Esse sono un dono della grazia di Dio, perché Dio ha parlato in forma scritta ed oggettiva affinché potessimo averle sempre con noi. Al fine di ricevere beneficio dall'uso che facciamo della Bibbia e quindi crescere spiritualmente, dovremmo udirla consapevoli trattarsi della stessa Parola che Dio vuole rivolgerci, come pure leggerla con cura e diligenza, pregando affinché Iddio apra la nostra mente ad intenderla come si conviene. Dobbiamo studiarla in modo sistematico come pure memorizzarla affinché essa possa veramente essere efficace nella nostra vita quotidiana.
Dobbiamo udire la Parola di Dio com'è predicata da fedeli ministri dell'Evangelo. Storicamente il culto protestante è stato da sempre incentrato nella Bibbia, con la fedele proclamazione della Parola che ne occupa metà del tempo. Come cristiani impegnati nella crescita spirituale dobbiamo udire la predicazione attendendo di udire la stessa Parola di Dio per noi, aspettandocene una benedizione ed applicando ciò che udiamo nella nostra vita personale e famigliare.
Dobbiamo impegnarci a leggere regolarmente la Parola di Dio singolarmente e in famiglia. Una dieta regolare delle Scritture edificherà la nostra comunione con Dio e rafforzerà la nostra vita spirituale. Non dovrebbe essere una lettura saltuaria e casuale, come chi apre a caso la Bibbia e punta il dito con gli occhi chiusi sul testo aspettandosi di trovare il "versetto del giorno". Certo Dio può benedire qualsiasi lettura della Sua Parola, ma lo possiamo fare nel modo più utile solo quando ne impostiamo lo studio in modo sistematico al fine di crescere nella conoscenza della verità.
I cristiani dovrebbero fare un piano per leggere l'intera Bibbia periodicamente. Questo ovviamente richiederà del tempo, ma noi dovremmo riservare tempo sufficiente per la nostra lettura biblica al fine di apprendere larghe porzioni del testo. E' particolarmente utile, per esempio, leggere tutti i libri più brevi della Bibbia in una seduta, in modo particolare le lettere del Nuovo Testamento.
Oltre ad una lettura estensiva della Bibbia, è nostro dovere pure studiare libri particolari od argomenti più attentamente. Per esempio, uno studio degli Evangeli ci dà una conoscenza di ciò che Gesù ha detto ed ha fatto quand'era sulla terra. Lo studio di epistole come Romani e Galati ci può dare una comprensione più chiara della dottrina della giustificazione per fede, mentre lo studio della prima epistola di Giovanni ci potrà dare la sicurezza di cui abbiamo bisogno del fatto che conosciamo Iddio ed abbiamo ricevuto l'Evangelo.
Lo studio sistematico di una porzione delle Scritture richiede l'uso di un quaderno per appunti per farci uno schema degli argomenti come vengono trattati e per annotarvi pensieri che ci possono aiutare nella nostra crescita spirituale. uno studio tematico potrà farci tracciare nelle Scritture importanti temi e dottrine come si trovano nel complesso della Parola di Dio; è possibile fare questo direttamente mediante l'uso di una concordanza biblica (alfabetica o per argomenti), oppure attraverso l'uso di un libro di studio come questo. Lo studio biblico ci mette in grado di confrontare scrittura a scrittura e di crescere nella nostra conoscenza della Parola, rendendoci così più utili nella nostra chiesa e più efficaci nella nostra testimonianza nel mondo. Esistono oggi sul mercato molte guide per lo studio biblico e suggerimenti per uno studio induttivo (direttamente dalla Scrittura). Nell'interpretare ciò che studiamo, dovremmo cercare prima di capire il contesto di ciascun brano, poi quello che in quel contesto lo scrittore cerca di dire. Questo si chiama studio storico-grammaticale di interpretazione della Bibbia.
Un buon suggerimento è memorizzare la Parola di Dio, perché questo ci può rendere più forti nel resistere alle tentazioni, prendere decisioni che possano essere gradite a Dio quando la Bibbia non ci è direttamente disponibile nella nostra vita quotidiana, come pure nel testimoniare a coloro che non conoscono Cristo. Meditare su una parola che abbiamo letto, leggerla, studiarla, e memorizzarla, contribuisce ad una maggiore comprensione della volontà di Dio e promuove la nostra crescita spirituale.
Non dobbiamo accontentarci di leggere la Parola di Dio, ma dobbiamo pure impegnarci ad applicarla nella nostra vita personale come "facitori" della Parola (v. Gm. 1:22). I peggiori critici della Bibbia non sono coloro che hanno problemi intellettuali con alcune sue parti, che la mettono in questione, o che l'attaccano: talora i peggiori nemici della Scrittura sono coloro che professano di credervi ma che non la mettono in pratica. Crescere nella grazia non significa solo divenire un credente nella Bibbia, ma divenire una persona che applica l'insegnamento della Bibbia regolarmente e che cerca di vivere in modo coerente con quanto vi trova.
Nella Sua provvidenza e saggezza Dio ha comandato che l'Evangelo sia proclamato per la salvezza dei perduti, attraverso la follia della predicazione dell'Evangelo (1 Co. 1:21-25), come pure, tramite essa, che i credenti ne vengano edificati (Ro. 1:16). Dovremmo perciò riconoscere l'importanza di presenziare regolarmente in chiesa ogni qual volta si predica la Parola. E' il mezzo che Dio ha stabilito per diffondere la Sua Parola ai perduti e per rafforzare la Sua Chiesa.
La preghiera
Quando consideriamo l'oggetto della comunione con Dio. dovremmo rammentarci che una tale comunione è sempre bi-direzionale, cioè, che Dio ci parla attraverso la Sua Parola e che noi parliamo a Lui attraverso la preghiera. La preghiera è il mezzo con il quale noi Lo lodiamo e gli chiediamo ciò che è in armonia alla Sua volontà rivelata, il tutto in nome di Gesù Cristo (Gv. 16:24).
Qualcuno potrebbe domandarsi: Perché dovremmo pregare? Noi preghiamo perché Dio ci ha comandato di farlo (Lc. 11:9; 18:1; Ef. 6:18; 1 Te. 5:17,18), ed Egli desidera che noi Gli parliamo. Inoltre Egli si compiace di udire le nostre preghiere, sebbene talora possa anche risponderci di no per il nostro stesso bene. Noi ci priviamo di un'eccezionale benedizione quando trascuriamo di rivolgerci a Dio in ogni nostro bisogno, necessità, o desiderio.
I discepoli una volta chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare (Lc. 11:1). E' interessante notare come essi non gli avevano chiesto di insegnare loro come testimoniare o come predicare. Evidentemente essi sentivano, come molti di noi, che la preghiera è difficile ed essi si aspettavano che il loro Maestro insegnasse loro qualcosa a questo riguardo. Gesù così acconsentì alla loro richiesta, ed insegnò loro ciò che noi tradizionalmente chiamiamo "il Padre Nostro" (Lc. 11:2-4; Mt. 6:9-13). Egli usò pure molte altre opportunità durante il suo breve ministerio per istruire i suoi discepoli sull'argomento della preghiera.
Dal "Padre Nostro", la preghiera dei discepoli di Gesù, e dall'insegnamento che ne dà Paolo, apprendiamo come la preghiera debba includere l'adorazione, la confessione, il ringraziamento, e la supplica sia per noi stessi (petizione) sia per gli altri (intercessione). Inoltre è il libro dei salmi a darci molti esempi di come pregare. Infine, le molte preghiere di individui che sono riportate nella Bibbia possono pure servirci come modello su come pregare (v. Gb. 40:3,4; 1 Cr. 29:10-13; 2 Cr. 6:12-42; Da. 9:3-19, e, in particolare Ne. 1:5-11.
I sacramenti
Oltre alla Parola ed alla preghiera, Dio ci ha dato pure, come mezzi di grazia, i sacramenti, mediante i quali Egli ci rivela l'Evangelo in ciò che sono stati chiamati "segni visibili". Ciò che Dio nei sacramenti ci ha donato è un modo di illustrare la Parola all'intero essere umano, e lo vediamo chiaramente in connessione con la Cena del Signore. Questo sacramento deve essere osservato solo in connessione con la predicazione della Parola, cosicché pure udire è necessario; gli elementi sono visibili agli occhi e possono anche essere toccati e persino odorati. Sono così tutti i cinque nostri sensi che vengono coinvolti nella Cena del Signore. Il battesimo, naturalmente, si rivolge all'udito, all'occhio, e al tatto soltanto.
Nel Protestantesimo evangelico i sacramenti sono considerati come estensione della Parola predicata, e nei circoli riformati essi sono stati designati come segni e suggelli del patto di grazia. I segni esteriori (pane, vino, acqua) indicano qualcosa che è significato come realtà spirituale interiore (vedi più avanti sotto ciascun sacramento).
Quando si appone un sigillo ad un documento, esso serve per confermarci l'autorità di quel documento. I sacramenti non comportano un messaggio nuovo o differente da ciò che viene predicato, ma suggellano o affermano certe realtà spirituali che noi dobbiamo rammentare. essi illustrano, con segni rivolti ai vari sensi, l'Evangelo proclamato dalla Parola, e ci suggellano le promesse di quell'Evangelo attraverso la nostra partecipazione al sacramento, di fatto e personalmente.
I protestanti definiscono il sacramento generalmente come un'ordinanza istituita da Cristo con lo scopo di rivelare Sé stesso ed i benefici dell'Evangelo. Limitando i sacramenti a quelle ordinanze specifiche istituite da Cristo, escludiamo da questa categoria tutte le ordinanze aggiuntive considerate sacramenti dai cattolici romani, cioè: la cresima, la penitenza, il matrimonio, l'ordine, e l'estrema unzione. Il matrimonio e l'ordinazione sono ordinanze bibliche, ma non rispondono alla definizione di sacramento che abbiamo fatto prima. Uno studio attento dei racconti evangelici rivelano soltanto due ordinanze che Cristo stesso ha istituito per illustrare lo stesso Evangelo, cioè: il battesimo (Mt. 28:19,20) e la Cena del Signore (Mt. 26:26-30).
Il Battesimo
Il battesimo è il rito di iniziazione per il quale una persona viene ricevuta nella chiesa visibile come segno del nostro innesto in Cristo Gesù. Nell'Antico Testamento Dio aveva comandato che ogni maschio venisse circonciso come segno del rapporto di alleanza. Questo veniva applicato a bambini di otto giorni di vita come pure ad adulti (Ge. 17:12). Dio quindi includeva i bambini nel patto comunitario insieme con i loro genitori. Era un segno fisico di una purificazione interiore, la quale simbolizzava la circoncisione del cuore.
Paolo parla della circoncisione di Cristo come di un battesimo (Cl. 2:11,12). Dato che la chiesa è la continuazione del popolo di Dio, i figli dei credenti devono essere considerati come figli del patto, e per questo ricevono il battesimo, il quale ha preso il posto della circoncisione. Approssimativamente un quarto di tutti i casi di battesimo cristiano ricordati nel Nuovo Testamento si riferiscono a battesimi dell'intero nucleo famigliare. Senza dubbio questo alludeva all'inclusione pure di bambini.
Il battesimo è pure una purificazione cerimoniale laddove, mediante il lavaggio con acqua, noi raffiguriamo la purificazione che avviene a tutti i credenti che vengono sottoposti al sangue di Cristo. Questa purificazione è naturalmente opera dello Spirito Santo, il quale ci dà un nuovo cuore mediante il lavacro della rigenerazione" (Tt. 3:5). Non crediamo che il battesimo d'acqua salvi, ma crediamo che esso raffiguri l'opera dello Spirito nell'atto di applicare la redenzione realizzata da Gesù Cristo a ciascuno dei nostri cuori. Coloro che in questo modo sono stati purificati dallo Spirito vengono considerati come innestati in Cristo ed hanno così i diritti ed i privilegi dei membri della chiesa, il corpo di Cristo.
Il battesimo come cerimonia di iniziazione avviene solo una volta. Non deve essere ripetuto.
La Cena del Signore
La Cena del Signore, che rappresenta il nostro nutrirci di Cristo, secondo il comandamento stesso di Cristo deve essere ripetuta tutto attraverso la vita del credente.
E' Gesù stessi che ha istituito la Cena in modo tale che avremmo ricordato Lui e la Sua morte per noi sulla croce. Egli prese dalla mensa pasquale non una porzione d'agnello ma un pezzo di pane e il calice. Questi due elementi non implicano alcun spargimento di sangue, dato che commemorano la morte di Cristo, il sacrificio finale. Essi così ci testimoniano dell'opera completa realizzata da Cristo.
E' sorprendente renderci conto che, sebbene la vita e la risurrezione di Cristo siano elementi vitali della nostra salvezza, Egli indichi il valore della Sua morte in questo memoriale. Questo senza dubbio è dovuto al fatto che la Sua morte è l'aspetto più sorprendente della Sua opera. Non sorprende più di tanto il fatto che Gesù poté vivere una vita perfetta di obbedienza e che Egli risorse dai morti (Egli era il Dio-uomo, dopo tutto). Ciò che però più sorprende è che il Principe della vita dovesse morire!
L'essenza della buona notizia dell'Evangelo è che Gesù Cristo è morto in favore dei peccatori; ecco perché noi osserviamo e celebriamo la Sua morte nella Cena del Signore.
Nel corso della storia della chiesa sono sorte diverse concezioni sul significato di questo sacramento in riferimento alla presenza o meno di Cristo in esso. Una di queste concezioni include l'idea che gli elementi del pane e del vino trasformino di fatto la loro sostanza e diventino lo stesso corpo e sangue di Cristo ("transustanziazione"). E' la posizione della Chiesa Cattolica Romana, nella quale il tavolo della Cena del Signore viene considerato un altare perché così diviene un luogo di sacrificio.
I Luterani credono che il corpo ed il sangue di Cristo siano di fatto presenti con e sotto gli elementi ("consustanziazione"). Così per Lutero chiunque riceve il pane ed il vino nella sua bocca riceve pure nella bocca il corpo ed il sangue di Cristo.
Zwingli, il riformatore svizzero, sosteneva che la Cena del Signore era solo un memoriale della morte di Cristo. Gesù non viene considerato come presente in nessun modo speciale alla tavola, e coloro che partecipano alla Cena del Signore ricevono esclusivamente pane e vino, in ricordo del Cristo assente.
Giovanni Calvino sosteneva che il pane ed il vino rimanevano pane e vino, ma che Cristo fosse presente spiritualmente col credente che vi partecipa. Così il credente riceve nella bocca pane e vino, e Cristo nel cuore. In altre parole, Cristo è veramente -seppure spiritualmente- presente nella Cena e noi riceviamo la benedizione del nutrirci di Lui nella misura in cui lo Spirito Lo applica al nostro cuore quando osserviamo la Santa Cena in conformità con la Sua parola. In questo modo il sacramento suggella per il credente il grande amore di Cristo rivelato nel suo arrendersi ad una morte amara e vergognosa.
Nel concludere questo capitolo dovremmo esaminare noi stessi per verificare se noi, fedelmente e regolarmente ci avvaliamo dei mezzi di grazia a noi disponibili per crescere spiritualmente e per progredire nella nostra santificazione. Facciamo nostra la Parola di Dio in modo coerente con tutti i mezzi possibili? Portiamo i nostri bisogni a Dio in preghiera? Partecipiamo regolarmente alla Cena del Signore con cuore penitente? Ci conformiamo all'immagine di Cristo, il Figliolo di Dio (Ro. 8:29)?
Domande di revisione
- 1. Quali sono i mezzi della grazia?
- 2. Qual è l'essenza del culto?
- 3. Come possiamo noi usare la Parola di Dio per crescere nella grazia?
- 4. Perché preghiamo? Come si prega?
- 5. Che cos'è un sacramento?
- 6. Qual è il significato del battesimo? Chi dovrebbe essere battezzato? Come?
- 7. Com'è che il Signore è presente nella Santa Cena?
Domande per la discussione
- 1. Come svolgi le tue devozioni private? Che cosa leggi? Come preghi?
- 2. Qual è il tuo piano per uno studio biblico continuato, personale, ed applicativo?
- 3. Che piano usi per memorizzare la Scrittura?
- 4. Quale libro della Bibbia potrebbe essere meglio utilizzato come guida per la preghiera? Che idee si possono dedurre da questo?
- 5. A che cosa pensi quando partecipi ai sacramenti?