Letteratura/Istituzione: differenze tra le versioni

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La ''Institutio'' costituisce, accanto ai ''Loci communes rerum theologicarum seu hypotyposes theologicae'' (1521) del Melantone, la più importante trattazione ed esposizione sistematica della teologia protestante. Calvino non ebbe la profonda originalità teologica di Lutero, né a lui si deve, come al riformatore di Wittenberg, la scoperta di un nuovo mondo spirituale. Ma egli svolse con inflessibile lucidità e coerenza tutte le conseguenze della dottrina riformata, a cominciare da quella, fondamentale, della giustificazione per la sola fede, alla quale si riallaccia la celebre dottrina calvinista della predestinazione.
La ''Institutio'' costituisce, accanto ai ''Loci communes rerum theologicarum seu hypotyposes theologicae'' (1521) del Melantone, la più importante trattazione ed esposizione sistematica della teologia protestante. Calvino non ebbe la profonda originalità teologica di Lutero, né a lui si deve, come al riformatore di Wittenberg, la scoperta di un nuovo mondo spirituale. Ma egli svolse con inflessibile lucidità e coerenza tutte le conseguenze della dottrina riformata, a cominciare da quella, fondamentale, della giustificazione per la sola fede, alla quale si riallaccia la celebre dottrina calvinista della predestinazione.


In particolare, a Calvino si deve la dottrina della doppia predestinazione: degli eletti alla gloria eterna, e dei reprobi alla dannazione. Ma costoro, dice Calvino, «non erano indegni di essere predestinati a tale fine», poiché Dio stesso vuole che i reprobi facciano il male: la loro predestinazione è dunque giusta, perché, secondo il riformatore, «la volontà di Dio è talmente la regola suprema e sovrana di giustizia, che tutto ciò che egli vuole bisogna ritenerlo giusto, in quanto egli lo vuole». Insomma, chiarisce lucidamente il Ritter, ''La formazione dell’Europa moderna'', trad. it. Bari, Laterza, 1964, pp. 323-24:
<blockquote>
Dio può sovranamente stabilire con suo atto inappellabile la salute o la perdizione degli uomini. Il dannato è dannato ab aeterno, né ha ragione di dolersene, più che una bestia abbia a dolersi di non esser nata uomo. La sua responsabilità non è affatto diminuita per il fatto che è dannato. Calvino non ammette contraddizioni fra onnipotenza di Dio e responsabilità umana. Dio non agisce per cieco arbitrio, ma manifesta la sua gloria in uguale misura condannando severamente il reprobo e usando misericordia all’eletto. Benché gli uomini non possano conoscere i motivi del suo agire, a loro non è lecito dubitare che questi ubbidiscano ad una nascosta suprema giustizia. Proprio per questo la dottrina della doppia predestinazione agisce non come remora, ma come potentissimo stimolo all’attività morale. Per la stessa natura della pre-elezione, il giusto deve tendere con ogni energia alla santificazione della propria vita, e accrescere con ogni sua azione la gloria di Dio suo sovrano. Nella fede e nella santificazione della vita, che da essa procede, il prescelto si rende conto con timore e tremore della sua salute eterna (concetto che nel tardo calvinismo ripristinò in certo modo quello di meritorietà delle opere), non però attraverso gli esercizi di penitenza prescritti dalla Chiesa, ma applicandosi intensamente al compimento dei doveri della vita quotidiana.
</blockquote>
La&nbsp;''Institutio''&nbsp;occupa i primi 4 volumi, delle&nbsp;''Joannis Calvini opera quae supersunt omnia'', ed. a cura di G. Baum, E. Cunitz, E. Reuss, voll. 59, Brunswick, 1863-1900, in&nbsp;''Corpus Reformatorum'', voll. XIX-XXXVIII. Per la traduzione francese è da vedere l’edizione a cura di A. Lefranc, H. Chatelaine, J. Pannier, Paris, 1911, in «Bibliothèque de l’École des Hautes Etudes», fasc. 176–177. Una traduzione italiana completa fu pubblicata da G. C. Paschali a Ginevra nel 1557. Qui di seguito si danno alcuni passi della celebre&nbsp;''Lettera di dedica a Francesco I'', tratti dalla scelta tradotta da G. Alberigo,'''&nbsp;'''''La riforma protestante'', Milano, Garzanti, 1959, pp. 189-206. Sulla figura e l’opera di Calvino, oltre al cit. Ritter, pp. 318-335, cfr. N. Carew Hunt,&nbsp;''Calvino'', trad. ital. Bari, Laterza, 1939; A. Omodeo,&nbsp;''Giovanni Calvino e la riforma in Ginevra'', a cura di B. Croce, Bari, Laterza, 1947.
La&nbsp;''Institutio''&nbsp;occupa i primi 4 volumi, delle&nbsp;''Joannis Calvini opera quae supersunt omnia'', ed. a cura di G. Baum, E. Cunitz, E. Reuss, voll. 59, Brunswick, 1863-1900, in&nbsp;''Corpus Reformatorum'', voll. XIX-XXXVIII. Per la traduzione francese è da vedere l’edizione a cura di A. Lefranc, H. Chatelaine, J. Pannier, Paris, 1911, in «Bibliothèque de l’École des Hautes Etudes», fasc. 176–177. Una traduzione italiana completa fu pubblicata da G. C. Paschali a Ginevra nel 1557. Qui di seguito si danno alcuni passi della celebre&nbsp;''Lettera di dedica a Francesco I'', tratti dalla scelta tradotta da G. Alberigo,'''&nbsp;'''''La riforma protestante'', Milano, Garzanti, 1959, pp. 189-206. Sulla figura e l’opera di Calvino, oltre al cit. Ritter, pp. 318-335, cfr. N. Carew Hunt,&nbsp;''Calvino'', trad. ital. Bari, Laterza, 1939; A. Omodeo,&nbsp;''Giovanni Calvino e la riforma in Ginevra'', a cura di B. Croce, Bari, Laterza, 1947.


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*[[Letteratura/Istituzione/2-15|15. È essenziale considerare in Gesù Cristo il triplice ufficio di profeta, re e sacerdote per poter comprendere a qual fine il padre lo abbia inviato tra gli uomini]]  
*[[Letteratura/Istituzione/2-15|15. È essenziale considerare in Gesù Cristo il triplice ufficio di profeta, re e sacerdote per poter comprendere a qual fine il padre lo abbia inviato tra gli uomini]]  
*[[Letteratura/Istituzione/2-16|16. In che modo Gesù Cristo ha svolto il suo ufficio di mediatore per acquistarci salvezza: trattiamo della sua morte, della sua resurrezione e della sua ascensione]]  
*[[Letteratura/Istituzione/2-16|16. In che modo Gesù Cristo ha svolto il suo ufficio di mediatore per acquistarci salvezza: trattiamo della sua morte, della sua resurrezione e della sua ascensione]]  
*[[Letteratura/Istituzione/2-17|17. Gesù Cristo ha realmente meritato per noi la grazia di Dio e la salvezza]]
*[[Letteratura/Istituzione/2-17|17. Gesù Cristo ha realmente meritato per noi la grazia di Dio e la salvezza]]  


== Libro terzo: Il modo attraverso il quale riceviamo la grazia di Cristo: quali benefici ce ne provengono, e quali effetti ne conseguono ==
== Libro terzo: Il modo attraverso il quale riceviamo la grazia di Cristo: quali benefici ce ne provengono, e quali effetti ne conseguono ==

Versione delle 18:47, 22 giu 2020

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L'Istituzione della Religione cristiana (1535)

di Giovanni Calvino

Con ogni probabilità Calvino iniziò ad Angoulème, nel 1534, la composizione della Christianae Religionis Institutio, la cui prima edizione, in 5 libri, apparve a Basilea nel marzo 1536. Una seconda edizione, molto ampliata, uscì, sembra, a Strasburgo nel 1539; e questa Calvino prese a base della celebre traduzione francese, mirabile per la chiarezza e la forza dello stile, che apparve nel 1541. Altre edizioni latine si susseguirono fino a quella definitiva di Ginevra, del 1539; mentre l’ultima edizione francese, del 1560, non poté essere curata interamente da Calvino.

La Institutio costituisce, accanto ai Loci communes rerum theologicarum seu hypotyposes theologicae (1521) del Melantone, la più importante trattazione ed esposizione sistematica della teologia protestante. Calvino non ebbe la profonda originalità teologica di Lutero, né a lui si deve, come al riformatore di Wittenberg, la scoperta di un nuovo mondo spirituale. Ma egli svolse con inflessibile lucidità e coerenza tutte le conseguenze della dottrina riformata, a cominciare da quella, fondamentale, della giustificazione per la sola fede, alla quale si riallaccia la celebre dottrina calvinista della predestinazione.

La Institutio occupa i primi 4 volumi, delle Joannis Calvini opera quae supersunt omnia, ed. a cura di G. Baum, E. Cunitz, E. Reuss, voll. 59, Brunswick, 1863-1900, in Corpus Reformatorum, voll. XIX-XXXVIII. Per la traduzione francese è da vedere l’edizione a cura di A. Lefranc, H. Chatelaine, J. Pannier, Paris, 1911, in «Bibliothèque de l’École des Hautes Etudes», fasc. 176–177. Una traduzione italiana completa fu pubblicata da G. C. Paschali a Ginevra nel 1557. Qui di seguito si danno alcuni passi della celebre Lettera di dedica a Francesco I, tratti dalla scelta tradotta da G. Alberigo, La riforma protestante, Milano, Garzanti, 1959, pp. 189-206. Sulla figura e l’opera di Calvino, oltre al cit. Ritter, pp. 318-335, cfr. N. Carew Hunt, Calvino, trad. ital. Bari, Laterza, 1939; A. Omodeo, Giovanni Calvino e la riforma in Ginevra, a cura di B. Croce, Bari, Laterza, 1947.


Indice generale

Istituzioni della religione cristiana (Calvino)

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Libro primo: La conoscenza di Dio, il Creatore

Libro secondo: La conoscenza di Dio come Redentore in Cristo, prima rivelata ai Padri sotto la Legge e poi a noi nell'Evangelo

Libro terzo: Il modo attraverso il quale riceviamo la grazia di Cristo: quali benefici ce ne provengono, e quali effetti ne conseguono

Libro quarto: I mezzi esteriori e ausili, di cui Dio si serve per chiamarci a Gesù Cristo suo figlio e mantenerci uniti a lui