Preghiera/Meditazioni quotidiane Proverbi/Novembre: differenze tra le versioni

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''"L'uomo accorto vede il male e si nasconde, ma gli scempi passano oltre e ne portano la pena"'' (Proverbi 27:12).
''"L'uomo accorto vede il male e si nasconde, ma gli scempi passano oltre e ne portano la pena"'' (Proverbi 27:12).


Un uomo attento vede i segnali di guai imminenti e si prepara ad affrontarli. Dio ci ha dato avvertimenti nella Bibbia per lo stesso motivo. Molte scritture mettono in guardia contro il peccato e le insidie del diavolo. Questi avvertimenti indicano quale azione corrispondente è necessaria per evitare il problema che potremmo incontrare. L'avvertimento più forte è contro il rifiuto dell'offerta di salvezza di Dio, dicendoci che rifiutando Cristo rimarremmo sotto la condanna che i nostri peccati meritano. La legge e i comandamenti nella Bibbia sono dati per il nostro bene, così che non soffriamo nelle trappole del diavolo.
Il versetto di Proverbi 27:12 mette a confronto due tipi di persone: l’accorto e lo scempio. L'uomo accorto, vedendo il male, non si espone inutilmente al pericolo ma si protegge. Egli sa discernere tra il bene e il male e sceglie con prudenza, consapevole che non è saggio sfidare i pericoli. Al contrario, lo scempio – l’insensato – è privo di questa saggezza e cammina con superficialità, ignorando i segnali di pericolo e subendo, inevitabilmente, le conseguenze delle proprie azioni. Per il cristiano, questa saggezza non è semplicemente la capacità di evitare i pericoli materiali, ma soprattutto quelli spirituali. Evitare il male significa saper riconoscere i pensieri, le abitudini o le situazioni che ci allontanano da Dio, scegliendo di prendere le distanze da tutto ciò che potrebbe danneggiare la nostra relazione con Lui. Questo versetto ci invita a essere vigili, ricordandoci che non possiamo permetterci di vivere con superficialità, specialmente quando in gioco ci sono la nostra integrità e la nostra fede.


Potremmo erroneamente credere che Dio sia dietro ogni sofferenza, se non ne comprendiamo le diverse forme. (Le numerose parole greche tradotte come sofferenza hanno il significato di base di "permettere" o "sopportare"). La maggior parte della nostra sofferenza è il risultato dell'aver infranto leggi spirituali e fisiche. Ciò include malattia, depressione, paura, povertà, tormento, solitudine, disordine e confusione; tutti risultati del peccato. Gesù ha sofferto sulla croce affinché potessimo essere liberi da queste cose; e se camminiamo con Lui, Lui ci conduce fuori da esse. Soffrire per Cristo, tuttavia, è sempre una scelta. Comporta il dare la nostra vita per gli altri, perché scegliamo di farlo, proprio come fece Gesù (Giovanni 10:17-18).
Riflettere su questo versetto ci porta a domandarci: quali sono i "pericoli" che spesso trascuriamo nella nostra vita spirituale? Come possiamo sviluppare una maggiore vigilanza e saggezza nel discernere ciò che è dannoso per la nostra anima? Essere prudenti non significa vivere nella paura, ma scegliere con cura e consapevolezza le nostre vie, confidando che Dio ci dona la saggezza necessaria per evitare il male e restare vicini a Lui.


L'apostolo Paolo scelse di soffrire molte cose nell'obbedire alla chiamata di Dio a predicare il Vangelo. Oggi in alcuni paesi, i nostri fratelli vengono imprigionati, torturati o uccisi per la loro fede. Ci sono molte forme di sofferenza per amore del Signore che non sono affatto grandi come queste ma sono comunque valide. Alcuni di noi soffrono quando lasciano le nostre comode case e vanno in campi di missione. Soffriamo per Cristo rimanendo in un posto difficile, piuttosto che trovare una via d'uscita facile. Soffriamo per Lui quando rinunciamo al guadagno mondano per amore del regno. Soffriamo "porgendo l'altra guancia". Soffriamo rinunciando a ciò che potremmo avere in questa vita presente, per il regno di Dio. Sopportare la malattia, tuttavia, non è una forma di sofferenza per Cristo, poiché Gesù ha preso su di sé le nostre malattie, salvo che le guardiamo come occasione di crescita spirituale.
Alcune domande per la riflessione personale: (1) Ci sono situazioni o relazioni nella mia vita che potrebbero allontanarmi da Dio e dal suo cammino? Come posso affrontarle con saggezza? (2) Quando mi trovo di fronte a una decisione, prendo tempo per valutare i possibili pericoli e conseguenze, o mi lascio guidare dall’impulso del momento? (3) Cosa significa per me "nascondermi" dal male? In che modo posso coltivare una maggiore attenzione spirituale nella mia vita quotidiana? (4) Chiedo regolarmente a Dio di guidarmi e di darmi discernimento, o tendo ad affidarmi solo alla mia comprensione? Come posso fare spazio alla Sua guida nelle mie scelte?


La parola greca, "sozo", è usata in tutto il Nuovo Testamento per significare sia "salvare" che "guarire". Dio non vuole che teniamo la nostra malattia più di quanto non voglia che teniamo il nostro peccato. Se Lui ha pagato per questo sulla croce, noi non dobbiamo sopportarlo oggi (Isaia 53:5).
'''Preghiera'''. Signore Iddio! Il Tuo appello tramite questo versetto alla prudenza, mi rammenta di tutte le volte in cui sono stato disavveduto ed ho creduto che certe situazioni in cui mi sono trovato oppure ho cercato non potessero danneggiare il mio spirito ed il mio rapporto con te. Te ne chiedo perdono e mi risolvo, attraverso la meditazione regolare della Tua Parola di acquisire sapienza e discernimento maggiore. Per la Tua gloria e per il bene mio e di chi mi osserva. Amen.
 
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Quando non abbiamo il discernimento per sapere se la nostra sofferenza è dovuta a Satana o qualcosa da sopportare per Cristo, possiamo essere ingannati nell'accettare cose che Dio non vorrebbe che sopportassimo. Ovviamente, se non è in accordo con la Parola di Dio, allora Dio non vuole che la abbracciamo. Quando siamo nel dubbio, un buon modo per affrontare problemi di questa natura è portarli davanti al Signore con un atteggiamento sottomesso e chiedergli di rivelare cosa vorrebbe che facessimo (Giacomo 4:7-8). Se Dio ci chiama a sopportare la sofferenza, ci darà la grazia e la forza per attraversarla vittoriosamente. Quando Satana è dietro, ci prosciugherà e distruggerà la nostra pace. Possiamo nasconderci in Cristo e Lui ci preserverà dalla distruzione pianificata per noi dal diavolo. "Preservami come la pupilla dell'occhio, nascondimi all'ombra delle tue ali dagli empi che vogliono la mia rovina, dai mortali nemici che mi circondano" (Salmo 17:8-9).
== 3 Novembre ==
 
'''Preghiera'''. Caro Padre celeste, vengo a Te nel nome di Gesù. Mi sottometto volentieri a fare tutto ciò che mi chiedi, e sopporterò e sopporterò tutto ciò che mi metti davanti, ma non riceverò quelle cose che le forze lella malvagità vorrebbero mettermi addosso. Mi arrendo a Te, Signore, e se vuoi che continui a soffrire in qualsiasi situazione difficile, sono disposto, perché so che mi darai grazia abbondante; ma resisto al diavolo e ai suoi abusi. Ti ringrazio che Gesù è morto sulla croce e ha preso la punizione per il mio peccato, le mie malattie e le mie infermità, così da non subirne l'effetto distruttore. Ti lodo per questo e prego che altri conoscano questa verità nel nome di Gesù. Amen.

Versione delle 23:07, 31 ott 2024

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Meditazioni quotidiane basate sul libro di Proverbi

1 Novembre

"Figlio mio, sii saggio e rallegrami il cuore, così potrò rispondere a chi mi offende" (Proverbi 27:11).

Il versetto di Proverbi 27:11 si inserisce nella raccolta di consigli che il saggio dà al figlio, e il contesto immediato mostra non solo che i figli onorino i loro genitori, ma anche il desiderio profondo di Dio che i suoi figli adottino un comportamento saggio e giusto, perché la loro condotta riflette sulla sua gloria e reputazione. In questo caso, il padre invita il figlio alla saggezza come fonte di consolazione e difesa: un figlio che vive con prudenza e rettitudine dà infatti gioia e onore al proprio padre, rispondendo così anche implicitamente agli attacchi o critiche dei suoi detrattori.

Questa frase offre diverse applicazioni per la vita cristiana. Innanzitutto, possiamo riconoscere il profondo legame tra la nostra vita morale e la testimonianza cristiana. Ogni nostra azione, parola o scelta influenza la percezione del mondo su Dio e sul suo messaggio. Una condotta saggia e integra diventa dunque un modo per "rispondere" a chi critica la fede, mostrando la bellezza e la coerenza della vita cristiana. Un'altra applicazione è il concetto di "rallegrare" il cuore di Dio. La Scrittura insegna che Dio si compiace della giustizia e della verità nei suoi figli. Fare scelte sagge, non per dovere, ma per amore verso Dio, è un atto che genera in Lui gioia e, come dice il testo, consente a Dio di "rispondere" attraverso di noi agli scettici o ai critici della fede. Infine, il versetto invita a riflettere su come possiamo vivere per essere, anche noi, fonte di consolazione e sicurezza per gli altri, che vedano nella nostra vita un esempio di fedele affidamento e saggezza. Questa saggezza non nasce da noi stessi, ma da una relazione intima con Dio, fonte di ogni sapienza.

La mia condotta e le mie scelte quotidiane testimoniano la saggezza che Dio desidera vedere nei suoi figli? Cosa dice il mio comportamento su Dio e la mia fede agli altri? Mi sforzo di "rallegrare" il cuore di Dio, compiacendolo non per dovere ma per amore e rispetto verso di Lui? Come posso coltivare una motivazione più profonda e sincera nel mio rapporto con Lui? In che modo la mia vita può rispondere in maniera silenziosa ma potente alle critiche o ai dubbi che il mondo solleva riguardo alla fede cristiana? Esistono aspetti del mio carattere o delle mie abitudini che richiedono maggiore attenzione o saggezza? Chi nella mia vita mi guarda come un esempio o trae forza dalla mia condotta? Come posso diventare una fonte di consolazione e sicurezza per chi mi osserva e per chi cerca risposte nel mio modo di vivere la fede?

Preghiera. Signore Iddio: Ti chiedo perdono per non avere sempre pensato, nella mia condotta, di compiacerti in ogni cosa. Spesso sono distratto e negligente, oppure troppo incline a giustificare il mio comportamento. Il mondo guarda a noi che ci professiamo credenti e giudica, cogliendo ogni nostra incoerenza come pretesto della propria incredulità. Per quanto nessuno di noi possa sempre dare una testimonianza irreprensibile, voglio impegnarmi con il Tuo aiuto a vigilare sul mio comportamento. Che io sia costantemente discepolo del Salvatore Gesù Cristo e in confronto continuo con la Sua Parola. Nel Suo nome Te lo chiedo con fiducia. Amen.


2 Novembre

"L'uomo accorto vede il male e si nasconde, ma gli scempi passano oltre e ne portano la pena" (Proverbi 27:12).

Il versetto di Proverbi 27:12 mette a confronto due tipi di persone: l’accorto e lo scempio. L'uomo accorto, vedendo il male, non si espone inutilmente al pericolo ma si protegge. Egli sa discernere tra il bene e il male e sceglie con prudenza, consapevole che non è saggio sfidare i pericoli. Al contrario, lo scempio – l’insensato – è privo di questa saggezza e cammina con superficialità, ignorando i segnali di pericolo e subendo, inevitabilmente, le conseguenze delle proprie azioni. Per il cristiano, questa saggezza non è semplicemente la capacità di evitare i pericoli materiali, ma soprattutto quelli spirituali. Evitare il male significa saper riconoscere i pensieri, le abitudini o le situazioni che ci allontanano da Dio, scegliendo di prendere le distanze da tutto ciò che potrebbe danneggiare la nostra relazione con Lui. Questo versetto ci invita a essere vigili, ricordandoci che non possiamo permetterci di vivere con superficialità, specialmente quando in gioco ci sono la nostra integrità e la nostra fede.

Riflettere su questo versetto ci porta a domandarci: quali sono i "pericoli" che spesso trascuriamo nella nostra vita spirituale? Come possiamo sviluppare una maggiore vigilanza e saggezza nel discernere ciò che è dannoso per la nostra anima? Essere prudenti non significa vivere nella paura, ma scegliere con cura e consapevolezza le nostre vie, confidando che Dio ci dona la saggezza necessaria per evitare il male e restare vicini a Lui.

Alcune domande per la riflessione personale: (1) Ci sono situazioni o relazioni nella mia vita che potrebbero allontanarmi da Dio e dal suo cammino? Come posso affrontarle con saggezza? (2) Quando mi trovo di fronte a una decisione, prendo tempo per valutare i possibili pericoli e conseguenze, o mi lascio guidare dall’impulso del momento? (3) Cosa significa per me "nascondermi" dal male? In che modo posso coltivare una maggiore attenzione spirituale nella mia vita quotidiana? (4) Chiedo regolarmente a Dio di guidarmi e di darmi discernimento, o tendo ad affidarmi solo alla mia comprensione? Come posso fare spazio alla Sua guida nelle mie scelte?

Preghiera. Signore Iddio! Il Tuo appello tramite questo versetto alla prudenza, mi rammenta di tutte le volte in cui sono stato disavveduto ed ho creduto che certe situazioni in cui mi sono trovato oppure ho cercato non potessero danneggiare il mio spirito ed il mio rapporto con te. Te ne chiedo perdono e mi risolvo, attraverso la meditazione regolare della Tua Parola di acquisire sapienza e discernimento maggiore. Per la Tua gloria e per il bene mio e di chi mi osserva. Amen.


3 Novembre