Predicazioni/1Corinzi/Come cristiani siamo “casa” e “tempio” di Dio: differenze tra le versioni

Da Tempo di Riforma Wiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
 
Riga 3: Riga 3:
{{TOCright}}
{{TOCright}}
== Come cristiani siamo “casa” e “tempio” di Dio. Quali ne sono le implicazioni? ==
== Come cristiani siamo “casa” e “tempio” di Dio. Quali ne sono le implicazioni? ==
<blockquote>Progettare e costruirci una casa è qualcosa di affascinante e c’è chi ha la possibilità e i talenti per farlo anche da solo. Gesù e i Suoi apostoli spesso utilizzavano il paragone dell’edificazione di una casa o di un tempio per rappresentare sia la vita di una persona che la formazione e la vita della comunità dove Dio dimora. Per Gesù il “materiale umano” è infatti molto più importante di pietre e mattoni tanto che di templi ne possiamo fare anche a meno. Che cosa implica essere casa e tempio di Dio? Lo vediamo oggi sulla base dei testi biblici: Matteo 7:24-27 e 1 Corinzi 3:9-16.</blockquote>
<blockquote>Progettare e costruirci una casa è qualcosa di affascinante e c’è chi ha la possibilità e i talenti per farsela anche da solo. Gesù e i Suoi apostoli spesso utilizzavano il paragone dell’edificazione di una casa o di un tempio per rappresentare sia la vita di una persona che la formazione e la vita della comunità, quella in cui Dio dimora. Per Gesù il “materiale umano” è infatti molto più importante di pietre e mattoni tanto che di templi, come cristiani, ne possiamo fare anche a meno. Che cosa implica essere casa e tempio di Dio? Lo vediamo oggi sulla base dei testi biblici: Matteo 7:24-27 e 1 Corinzi 3:9-16. </blockquote>


=== Il fascino del progettare e costruire ===
=== Il fascino del progettare e costruire ===

Versione attuale delle 18:55, 15 giu 2024

Ritorno


Come cristiani siamo “casa” e “tempio” di Dio. Quali ne sono le implicazioni?

Progettare e costruirci una casa è qualcosa di affascinante e c’è chi ha la possibilità e i talenti per farsela anche da solo. Gesù e i Suoi apostoli spesso utilizzavano il paragone dell’edificazione di una casa o di un tempio per rappresentare sia la vita di una persona che la formazione e la vita della comunità, quella in cui Dio dimora. Per Gesù il “materiale umano” è infatti molto più importante di pietre e mattoni tanto che di templi, come cristiani, ne possiamo fare anche a meno. Che cosa implica essere casa e tempio di Dio? Lo vediamo oggi sulla base dei testi biblici: Matteo 7:24-27 e 1 Corinzi 3:9-16.

Il fascino del progettare e costruire

Dopo le scuole medie io mi sono iscritto ed ho terminato l’istituto tecnico per geometri. In esso si impara, fra l’altro, a progettare e disegnare piccole case. Non ho mai praticato in seguito la professione di geometra né ho proseguito in studi di architettura, ma la progettazione e la tecnologia delle costruzioni mi ha sempre affascinato. Se ne avessi il tempo, non mi dispiacerebbe riprendere il disegno tecnico e “rispolverare” le nozioni che avevo imparato e che ho dimenticato per non averle più usate. Oggi non si farebbero più progetti a mano come mi avevano insegnato allora, ma si userebbero programmi di computer che permettono precisione e rapidità di calcolo. Che difficoltà allora, infatti, disegnare con squadrette, righelli, matite e speciali penne ad inchiostro! La precisione dei tratti doveva essere accuratissima.

Progettare e costruire una casa è affascinante! C’è chi pian piano se la fa persino da solo perché ne è capace. Trova il terreno adatto, ne verifica la tenuta, raccoglie i materiali necessari, ne scava le fondamenta, ne tira su i muri, dispone i pavimenti, provvede serramenti per porte e finestre, ne copre il tetto con materiali adatti, imbianca esterni ed interni, ecc. ecc. È qualcosa dove la creatività umana può davvero sbizzarrirsi.

Gesù e i Suoi apostoli spesso utilizzavano il paragone dell’edificazione di una casa per rappresentare sia la vita di una persona che la formazione e la vita di una comunità. In particolare si riferiva al fatto che la singola creatura umana così come la comunità dei credenti dovesse essere il degno luogo e testimonianza vivente dove Dio vive e dimora, “il tempio di Dio”. Non pietre, ma persone sono “i materiali” di questa casa. I termini “casa” e “tempio” nella Bibbia, infatti, spesso si sovrappongono.

Lo stesso antico Tempio di Gerusalemme era simbolico di una realtà che la fede cristiana avrebbe compiuto: la Persona di Gesù è il tempio di Dio per eccellenza e quello in muratura solo una prefigurazione che oggi è da ritenersi del tutto superata. “Gesù rispose loro: ‘Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere’ ... Ma egli parlava del tempio del suo corpo” (Giovanni 2;19,21). Allo stesso modo, ogni autentico figlio e figlia di Dio, come singoli e come comunità è chiamato ad essere tempio di Dio.

Le fasi di un edificio spirituale

Come si “costruisce” in modo ottimale sia la vita di una persona come quella di una comunità? Come si edifica un cristiano ed una comunità cristiana? Potremmo dire che, al riguardo, vi sono due fasi: prima disporre le fondazioni di questo edificio e poi tirarlo su e realizzarlo completamente, secondo il progetto, in ogni sua funzione abitativa e di servizio.

Per illustrare questo vorrei considerare due testi del Nuovo Testamento. Il primo è una parabola di Gesù, quella su “le due case”, il secondo quanto l’apostolo Paolo dice sull’edificazione di una comunità cristiana. Ci concentreremo in modo particolare su questo secondo testo. Leggiamone le espressioni in successione.

“(24) Perciò chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica, sarà paragonato a un uomo avveduto che ha edificato la sua casa sopra la roccia. (25) La pioggia è caduta e sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa, ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. (26) E chiunque ode queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha edificato la sua casa sulla sabbia. (27) La pioggia è caduta e sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Matteo 7:24-27).

“(9) Poiché noi siamo collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio. (10) Io, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; altri vi edifica sopra. Ma badi ciascuno come vi edifica sopra, (11) poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù. (12) Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, (13) l'opera di ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà, poiché quel giorno apparirà come un fuoco e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. (14) Se l'opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; (15) se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno, ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco. (16) Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3:9-16).

Le fondazioni

L’essere umano è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio per esserne in questo mondo custode ed amministratore - in nome e per conto del Creatore. Esso doveva “rappresentare” Dio. Sottraendosi, però, a questo compito e volendo essere dio e legge a sé stesso, la creatura umana, “Adamo”, ha guastato l’immagine che era ed ha pervertito i suoi compiti in questo mondo. Nei propositi della Sua misericordia, però, Dio ha voluto ricostituire in Cristo e con Cristo il “Secondo Adamo”, ciò che il primo Adamo doveva essere. Seguendo il Cristo, Gesù di Nazareth, come Suoi discepoli, persone rigenerate da Dio  moralmente e spiritualmente, esse tornano ad essere “casa” o dimora di Dio. Sono persone che fondano la loro vita sulla “roccia” che è Cristo, e poi, volentieri e con gioia, “odono le sue parole e le mettono in pratica”. Questo permette loro di consolidare la loro vita e di resistere quando “venti” e “torrenti” investono quella casa - le difficoltà del loro mandato in questo mondo corrotto. Essi resistono e sono vittoriosi, perché la loro “casa” è “fondata sulla roccia”. Non così coloro che “udendo le parole” di Cristo non le mettono in pratica e rovinano la loro vita perché l’avevano “fondata sulla sabbia” delle filosofie illusorie e quindi inaffidabili che prevalgono in questo mondo.

La roccia su cui il cristiano fonda la sua vita e servizio in questo mondo è Cristo Gesù, così com’è annunciato e spiegato nelle Sacre Scritture. È attraverso di esse, nella loro dottrina, insegnamento, che il vero cristiano fonda e stabilisce la sua vita in ogni suo aspetto. L’Apostolo dice: “Voi siete l’edificio di Dio” (1 Corinzi 3:9), come pure: “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (v. 16). Quella “casa” è e dev’essere fondata sulla roccia. Solo così sarà solida, anzi, indistruttibile.

Procedere nella costruzione

Ecco così che il tempio di Dio, “l'edificio di Dio” (sia il singolo credente che la comunità dei credenti) deve procedere ad essere costruito. Non ci si limita soddisfatti a guardare compiaciuti quelle fondamenta come se esse, per quanto eminenti, siano il tutto! Non ci si limita ad andare intorno a quello scavo come dei turisti che guardano dei reperti archeologici!

Alla comunità cristiana di Corinto, l’apostolo Paolo scrive: “Io, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento” (v. 10 a). Quel fondamento è imprescindibile: “ ... poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù” (v. 11).

Su quel fondamento le “imprese edili” [1] sono chiamate a costruire. Ogni loro “operaio” ha i suoi compiti da svolgere secondo il progetto: “Ed è lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero, per l'edificazione del corpo di Cristo” (Efesini 4:11-12). Nel contesto dell’epistola ai Corinzi qui Paolo condanna la tendenza dei credenti di quella comunità a schierarsi ora dietro a uno di quegli operai ora dietro l’altro, come se fossero in concorrenza fra di loro. Assurdo, è un atteggiamento infantile: ciascuno di essi lavora per costruire la stessa e identica casa! Ma, notate bene, “... ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica” (v. 8 b). Infatti la possibilità è che qualcuno di essi non svolga il suo dovere come si deve, che sia pigro e indolente o persino incompetente, che sia stato assunto presentando un falso curriculum, vantando capacità che non ha! Difatti, dice l’Apostolo, “... badi ciascuno come vi edifica sopra” (v. 10).

In effetti, a Corinto, per l’edificazione della locale comunità cristiana, regnava una certa qual “anarchia”. Dice l’Apostolo: “Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia ... ” (v. 12). C’era, infatti, chi costruiva con materiali non adatti - evidentemente “il geometra” del posto non vigilava abbastanza su ciò che quegli operai stavano facendo! Sarebbe però stato il risultato finale che avrebbe rivelato la consistenza della sua opera: “... perché il giorno di Cristo la paleserà, poiché quel giorno apparirà come un fuoco e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno” (v. 13-15).

Quale sarebbe stato il risultato del “collaudo” di quella casa? Il collaudo è la verifica di un'opera, un impianto o un prodotto per accertarne la conformità alle specifiche tecniche e contrattuali. Viene eseguito da un collaudatore, un tecnico indipendente che certifica la corretta esecuzione del lavoro. Esistono diversi tipi di collaudo, tra cui quello statico, dinamico, funzionale e di accettazione [2]. La comunità cristiana di Corinto sarebbe passata indenne alla verifica del “collaudatore”?

Nel caso del singolo cristiano come della comunità cristiana, la consistenza della sua opera “ ... il giorno di Cristo la paleserà, poiché quel giorno apparirà come un fuoco e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno”. Indubbiamente questa prova, sia di come singolarmente abbiamo operato nello sviluppo della nostra santificazione personale come credenti, che dell’efficacia di quanto hanno compiuto i ministri di Dio nell’ambito delle comunità cristiane, la si vede nel tempo, “se resiste” e come, oppure se, come talvolta succede, si corrompe e fallisce. L’apostolo, però, parla di un giudizio finale che avverrà “nel giorno di Cristo”. L’apostolo Pietro scrive: “Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio e, se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono all'evangelo di Dio?” (1 Pietro 4:7). Il “Giorno del Signore Gesù Cristo”, qui in particolare, è quello in cui ogni operaio cristiano si presenterà davanti a Cristo per la valutazione del suo ministero. Paolo stesso è consapevole che anche la sua opera verrà valutata da Cristo, al Suo ritorno. Egli scrive: “Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte nelle tenebre e manifesterà i propositi dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio” (1 Corinzi 4:5). Come pure: “Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo. Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quando era nel corpo, secondo ciò che ha compiuto, sia in bene sia in male” (2 Corinzi 5:9-10). La motivazione costante di Paolo era quella di piacere al Signore in quel giorno e ricevere la sua lode.

Qui si parla del giudizio dell’opera dei cristiani come di un fuoco. Certo alla casa non si appicca apposta un incendio per vedere se resista... si tratta di un’immagine come dire che l’oro o dell’argento viene purificato in una fornace accesa. Indubbiamente, “incendi” di vario tipo mettono messo a dura prova la vita sia singoli cristiani che comunità cristiane. Molte di queste sono persino scomparse perché il giudizio delle loro opere può essere molto duro. Di fatto, Dio, nella Sua provvidenza talvolta fa scomparire comunità e movimenti cristiani palesemente inadeguati. Al riguardo esaminarne le cause ed impararne la lezione ravvedendoci dai nostri errori è essenziale. Anche per questo dobbiamo conoscere ed esaminare bene la storia delle chiese cristiane per non ripeterne gli errori.

Interessante (e consolante) qui è l’affermazione finale: “ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco” (v. 15). L’opera del cristiano o del ministro di Dio che verrà trovata difettosa o inadeguata non significherà per l’autentico figlio o figlia di Dio, la perdita della salvezza, ma della specifica approvazione di Dio - cosa che lo farà vergognare [3]. Perché non perderà la salvezza, ciononostante? Perché la salvezza è per la sola grazia di Dio in Gesù Cristo, com’è scritto: “... è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9); come pure: “... avendo fiducia in questo: che colui che ha cominciato un'opera buona in voi, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Filippesi 1:6); “Perché quelli che egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli, e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8:29-30). In questi versetti, Paolo descrive la catena della salvezza come un'opera interamente orchestrata da Dio, dalla predestinazione alla glorificazione. Le esperienze che il figlio o la figlia di Dio fa nella sua vita comportano molte cadute dalle quali, per grazia di Dio si rialza, ma che deve esaminare con attenzione per non ripeterle.

Domande da farci

Quanto la Parola di Dio ci dice sulla nostra vita, sia personale che comunitaria come dimora di Dio ci deve portare a riflettere attentamente sulle sue implicazioni alle quali ora non possiamo che accennare.  Un’implicazione l’apostolo la fa subito dopo il nostro testo: “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, poiché il tempio di Dio è santo e questo tempio siete voi” (3:16-17). Nel contesto della comunità cristiana di Corinto vi erano diversi casi di immoralità che certo non erano coerenti con l’essere cristiani.

Sulla base di quanto fin qui abbiamo riflettuto, possiamo e dobbiamo farci delle domande.

1) La base, il fondamento, sulla quale la casa della nostra vita, sia singolarmente che come comunità, deve essere edificata per essere solida e indistruttibile, è solo la roccia di Cristo, la Sua Parola, il Suo insegnamento? Questo ci ammonisce quando, per esempio, glorifichiamo la nostra denominazione cristiana, la sua storia e le sue pratiche come se fossero della massima importanza. La roccia è Cristo, e non “Pietro” o le nostre tradizioni. Dobbiamo mantenere al riguardo uno spirito critico e confrontarci sempre con le Sacre Scritture.

2) A livello personale, come cristiani dobbiamo continuamente operare su noi stessi per conseguire la santificazione [4] del nostro comportamento, com’è scritto: “... impegnatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore" (Filippesi 2:12). Questo implica a fare debito uso dei mezzi della grazia [5], quelli che Dio ci ha donato per sostenere e progredire nella nostra fede: “... affinché non diventiate pigri, ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse” (Ebrei 6:12), come pure: “Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai” (2 Pietro 1:10). Siamo attivi per edificare la nostra fede?

3) Questo implica pure crescere nella conoscenza: “... finché tutti arriviamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini compiuti, all'altezza della statura perfetta di Cristo” (Efesini 4:13).  Come costruttori non ci limitiamo, infatti, al fondamento. Su di esso dobbiamo edificare la nostra casa. Anche i materiali e la loro struttura devono essere solidi e “antisismici”! I “terremoti” nella vita possono essere di diversa natura. La nostra “casa” in grado di resistervi?

4) Se abbiamo specifiche responsabilità ministeriali nella nostra comunità cristiana le svolgiamo con diligenza, com’è scritto: “Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo secondo la proporzione della nostra fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia” (Romani 12:6-8).

Ciascuno di voi aggiunga altre implicazioni dell’essere come cristiani “casa” e “tempio” di Dio. Ce ne sono diverse. La vita cristiana è qualcosa di attivo e non di passivo!

Paolo Castellina, 15 Giugno 2024

Note

[1] Le imprese edili sono le ditte specializzate nelle costruzioni che si occupano di realizzare opere come edifici di civile abitazione o edifici industriali e commerciali.

[2] Collaudo statico: verifica la resistenza dell'opera alle sollecitazioni statiche. Collaudo dinamico: verifica la resistenza dell'opera alle sollecitazioni dinamiche. Collaudo funzionale: verifica il corretto funzionamento dell'opera. Collaudo di accettazione: verifica la conformità dell'opera alle specifiche contrattuali.

[3] Questo non ha a che fare con la dottrina cattolica-romana del purgatorio, di cui non c’è traccia nelle Scritture e che è del tutto incoerente con le dottrine della grazia dell’Evangelo. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Purgatorio  

[4] Cfr. https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Teopedia/Santificazione  

[5] Cfr. https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Teopedia/Mezzi_della_grazia