Predicazioni/Genesi/Che cosa c'era prima della creazione: differenze tra le versioni
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Che cosa c'era prima della creazione?
Rispondere alle teorie che sostengono che vi fosse "il caos" al quale poi Dio pone ordine, oppure, come nella Teoria del Gap, fra Genesi 1:1 e Genesi 2:2, un tempo indeterminabile in cui Dio crea angeli, che poi decadono, e "un'altra umanità", poi distrutta.
"Nel principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1:1), dice la prima frase della Bibbia. Che cosa c'era, però, prima della creazione? Oppure: con che cosa Dio ha creato ogni cosa? I cristiani che vogliono attenersi alle dichiarazioni esplicite della Bibbia rispondono dicendo: "Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio, cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti" (Ebrei 11:2), vale a dire "dal nulla" (da cui l'espressione latina EX NIHILO). Sarebbe però meglio dire: da Dio stesso, dall'opera della sua eterna Parola, secondo ciò che afferma Giovanni: "Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta" (Giovanni 1:3), quella stessa che si è incarnata in Gesù Cristo.
La scienza moderna parla dell'origine dell'universo con un primordiale big bang. Da dove, però, sia uscito quel big bang, che cosa lo formasse e che cosa abbia dato origine a quell'esplosione, essa non è in grado di dirlo. Improvvisamente qualcosa sarebbe scaturito o avvenuto "dal nulla"? Mah. Gli scienziati continuano a scervellarsi al riguardo.
Quando, però, passiamo al secondo versetto della Bibbia, troviamo: "La terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque" (Genesi 1:2). Questo versetto è stato tradotto in vario modo, perché il significato di tali espressioni bibliche non è del tutto chiaro. Ciò che è tradotto con "terra informe e vuota" è stato anche inteso come "il caos primordiale". Dio, così, avrebbe creato ogni cosa "dal caos primordiale". Dio quindi sarebbe creatore del "caos", oppure il "caos" (nel senso di insieme caotico ed informe) è stata una fase della sua opera creativa?
Non solo questo, ma, nel corso della tradizione interpretativa di quel secondo versetto è stato affermato che fra Genesi 1:1 e Genesi 1:2 vi sia stato un tempo di lunghezza indeterminabile in cui sarebbero avvenute una certa quantità di cose non direttamente affermate dalla Bibbia, fra cui la creazione degli angeli, la caduta di una parte di essi nel peccato, un'umanità primordiale caduta, appunto, nel caos, la loro distruzione e quindi una "nuova creazione" da parte di Dio. Si tratta della "teoria del gap" o "della disgiunzione".
Vediamo sommariamente le due cose.
Un caos primordiale ?
Vi è dunque chi parla di una creazione dal caos, un caos primordiale ordinato poi da Dio. In questa prospettiva, Genesi 1:2 non parlerebbe di una creazione dal nulla, ma di una trasformazione del caos nel cosmo. La Bibbia, però, non dice così. Il pensiero di una creazione dal caos preesistente è in se stesso contraddittorio ed estraneo alla Bibbia, come testimoniano numerosi Salmi e brani dei profeti. Nessuna cosmogonia antica può essere paragonata al racconto della creazione in Genesi. La concezione del poema babilonese delle origini, Enuma Elish, non può essere trasferita al racconto biblico della creazione. Genesi 1:1 afferma che all’inizio non c’era il caos, ma l’azione creatrice di Dio. Prima del principio c’era soltanto Dio, nient’altro che Dio. Il tempo stesso ha inizio con la creazione, come ci ricorda Agostino di Ippona; prima non esisteva il tempo, ma l’eternità di Dio. Genesi 1:1 non è la copertina di un libro con il titolo del racconto della creazione, e non descrive la condizione del mondo quale era prima che Dio desse inizio alla creazione. L’azione creatrice di Dio incomincia già al versetto 1 e non riguarda solo il versetto 2. Ogni cosa venuta all’esistenza nel principio è opera di Dio, come afferma il Salmo: "Tutte queste cose lodino il nome dell'Eterno, perché egli comandò, e furono create" (Salmo 148:5). La terra, o la materia, non era già presente, non era preesistente alla creazione, come se Dio dovesse strappare la terra dal caos, ma essa stessa è stata creata da Dio. Le tenebre (in ebraico HOSHEK) e l’abisso (TEOHM) di Genesi 1:2 non sono elementi del mondo preesistente allo stato caotico, non erano già presenti prima della creazione, ma sono stati creati da Dio nel principio. Il profeta Isaia scrive: "Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, l'Eterno, sono colui che fa tutte queste cose" (Isaia 45:7).
Quando Genesi 1:2 dice che la terra era “informe e vuota” (TOHU WABOHU) non intende indicare una raffigurazione del nulla assoluto” o un caos preesistente ed eterno modellato poi da Dio. Il senso del testo biblico è molto più semplice: quando Dio creò la terra non aveva l’intenzione di lasciarla informe, vuota, desolata, deserta, ma la creò per essere abitata, come pure dice Isaia: "Poiché così parla l'Eterno che ha creato i cieli, l'Iddio che ha formato la terra, l'ha fatta, l'ha stabilita, non l'ha creata perché rimanesse deserta, ma l'ha formata perché fosse abitata: Io sono l'Eterno e non ce n'è nessun altro" (Isaia 45:18).
La teoria del Gap
Genesi 1:2 dice: "La terra era informe e vuota [deserta], e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque".
Ciò che qui è tradotto "terra informe e vuota" (o deserta) indicano indubbiamente una massa vuota e deserta. Ciò che oggi conosciamo come "la terra" era massa vuota coperta da acqua e oscurità.
Successivamente nella Bibbia תֹהוּ (tohu) e בֹּהוּ (bohu), quando usati uno vicino all'altro, descrivono una situazione risultante dal giudizio da parte di Dio: "Il pellicano e il porcospino ne prenderanno possesso, la civetta e il corvo vi abiteranno; l'Eterno vi stenderà la corda della desolazione, il livello del deserto (Isaia 34:11); "Io guardo la terra, ed ecco è desolata e deserta; i cieli, e sono senza luce" (Geremia 4:23). Qui entrambi i profeti possono immaginare il giudizio come il capovolgimento della creazione in cui il giudizio di Dio fa ritornare il mondo alla sua condizione primordiale. Questo uso successivo dei termini ha portato alcuni a concluderne che Genesi 1:2 presupponga il giudizio di un mondo precedente, ma non è un metodo corretto rileggere la successiva applicazione. Nessun chiaro testo biblico testimonia, infatti, delle origini del caos o di quello che sarebbe stto il serpente tentatore, né la ragione della loro esistenza.
"Abisso" (tahom) descrive il mondo. Nell'Antico Testamento TAHOM si riferisce all'oceano, che il mondo antico considerava il simbolo del caos e del male che dovevano essere superati e che Jahvé vince. Comunque il suo uso nel Pentateuco ci aiuta a capire l'intento dello scrittore nell'usare qui questo termine.
Il Deuteronomio fa uso di questo stesso termine ("Egli lo trovò in una terra deserta, in una solitudine piena di urla e di desolazione. Egli lo circondò, se ne prese cura, lo custodì come la pupilla dell'occhio suo" Deuteronomio 32:10) per descrivere la terra desolata dove Israele aveva vagato per quarant'anni. Perché chiamare un oceano un deserto? Quale modo migliore per insegnare al popolo che il Dio che li condurrà fuori dal deserto e darà loro la terra promessa è lo stesso Dio che una volta preparò la terra per loro dividendo le acque e producendo la 'terra asciutta'? Il Dio del Pentateuco è Colui che conduce il suo popolo dalla terra desolata alla terra promessa.
"Acque" può anche essere interpretato allo stesso modo di "abisso". Probabilmente si riferisce a ciò che ricopriva la terra, il che potrebbe suggerire anche "caos". Qui apprendiamo che la terra era "informe e vuota" (un'endiadi che significa disorganizzata, improduttiva e disabitata) prima che Dio la preparasse nella sua grazia l'abitazione umana (cfr . Geremia 4:23-27 ). Un'endiadi è una figura retorica in cui lo scrittore esprime un'unica idea complessa unendo due sostantivi con "e" piuttosto che usando un aggettivo e un sostantivo.
"lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque". Qui Dio, lo Spirito di come un vento - le parole sono identiche in ebraico - si muove sulla creazione disorganizzata (non ancora organizzata). Come Dio ha svolto la Sua opera di creazione per mezzo del Suo Spirito, così i credenti devono compiere la nostra opera mediante il Suo Spirito (Zaccaria 4:6; Romani 8; Efesini 5:18). Mentre prima tutto era statico, senza vita, immobile, il movimento, che è l'elemento essenziale del cambiamento, nasce dalla presenza dinamica di Dio.
Nel complesso di Genesi 1, il versetto 2 descrivere le condizioni che esistevano prima che Dio creasse la terra. Mentre il versetto 1 spiega la creazione dell'universo, il versetto 2 descrive la sua condizione precedente alla creazione. I versetti 3-31 spiegano il processo di creazione mediante il quale Dio forma ciò che era senza forma e riempì ciò che era vuoto.
L'affermazione classica della teoria del Gap (o del divario) contiene le seguenti idee, sebbene ci siano state molte variazioni su questa teoria.
1. Vi sarebbe stato un intervallo di tempo indefinito (da qui il nome della teoria) tra 1:1 e 1:2.
2. Il versetto 1 rivela la creazione di un cielo e di una terra perfetti, molto diversi da quelli che vediamo intorno a noi adesso.
3. Una razza preadamica di umani abitava questa creazione originale.
4. Lucifero (Satana non caduto), il cui "quartier generale" era nel Giardino dell'Eden, regnava su questa razza di persone.
5. Quando Lucifero si ribella (molti sostenitori lo vedono in Isaia 14 e/o Ezechiele 28) il peccato entra nel mondo.
6. Parte del giudizio di Dio su questa ribellione è la distruzione della terra con un diluvio (ai tempi di Noè) seguito da un'era glaciale globale, il che spiegherebbe i fossili.
Questa è una teoria molto antica sostenuta da alcuni dei primi scrittori ebrei e da alcuni padri della chiesa. Thomas Chalmers lo promuove nel 1814. Lo scopo di Chalmers era quello di armonizzare la Scrittura con la Scrittura, non la Scrittura con la scienza. L' origine delle specie di Darwin apparve per la prima volta nel 1859, ma Chalmers pubblicò la sua teoria nel 1814. Franz Delitzsch la sostiene nel 1899. Il libro di GH Pember Earth's Ancient Ages (1907) dà ulteriore impulso a questa visione. Molti geologi cristiani hanno favorito la visione perché vi hanno visto "una facile spiegazione per gli strati fossili". Harry Rimmer lo sostiene così come Arthur W. Pink. L S Chafer lo sostiene ma non lo enfatizza. Arthur Custance è uno scrittore che l'ha difeso abbastanza di recente.
Però:
(1) Mentre si sostiene che la prima parola nel versetto 2 (ebr. waw , “e”) sia una congiunzione che indica ricorrenze consecutive, essa intrurrebbe qualcosa che è accaduto dopo ciò che precede. Però, il tempo verbale e l'ordine delle parole in questa frase non permettono questo uso di questa congiunzione (vv. 1-2 ). Piuttosto qui, come è normale, la congiunzione indica un'interruzione nell'ordine consecutivo degli eventi e introduce una clausola circostanziale (indipendente) (v. 2) che descrive qualcosa in una frase precedente (v. 1 ). Questo è un waw disgiuntivo, non un waw consecutivo. Una migliore traduzione del waw sarebbe "adesso". In breve, la grammatica ebraica non supporta un divario cronologico tra i versetti 1 e 2 .
(2) Secondo questa teoria il verbo (hayata ,"era") può e dovrebbe leggersi "divenne". I traduttori l'hanno resa così in molti altri luoghi dell'Antico Testamento. Questa, però, pur essendo una traduzione legittima non è sempre la migliore traduzione (cfr. Giona 3:3 ; Zaccaria 3:3 ). Qui la traduzione dovrebbe essere "era".
(3). Il caos (tohu wa bohu , "deserto e vuoto", forse un'altra endiadi) descriverebbe una condizione malvagia (cfr. Isaia 24:1; 45:18 ; Geremia 4:23). Certo, di solito è così, ma non sempre (cfr . Deuteronomio 32:10 ; Giobbe 6:18 ; 12:24 ; 26:7 ; Salmi 107:40 ). Non è così qui.
(4). Le "tenebre" sono un simbolo del male nella Scrittura (cfr. 1 Giovanni 1:5). Ciò confermerebbe la malvagità della condizione che derivò dalla ribellione di Satana? Questo è vero in alcuni casi, ma non sempre (cfr Salmi 104:19-24 ). Inoltre la sera faceva parte dei giorni che Dio dichiarava buoni.
(5) Le due parole principali per "creare" (bara e asah usate rispettivamente in 1:1 e 1:25 ) si riferirebbero a due diversi tipi di creatività. Bara di solito si riferisce all'attività creativa primaria. Poiché Mosè usò bara in 1:1 questa era la creazione originale e non solo una descrizione generale del processo che segue (in 1:3-5 o 1:3-31 ). Se 1:1 fosse una descrizione generale avrebbe usato asah poiché parte di ciò che Dio creò nei sei giorni in cui formò da materiale precedentemente esistente (per esempio, uomo e donna). Queste due parole, però, non sono così distinte. Ad esempio, Mosè usa bara della creazione dell'uomo da materiale precedentemente esistente (1:27), e usa asah dell'intera creazione come attività creativa primaria di Dio (Esodo 20:11 ). Inoltre, ha usato bara della creazione di alcuni animali (1:21 ) e asah della creazione di altri animali (1:25 ). La vera differenza tra queste due parole è che Mosè usa bara solo per l'attività divina, e usa asah per le attività sia divine che umane. Così, bara e asah sono molto vicini nel significato. Non dovremmo distinguerli sulla base di bara che descrive l'attività creativa primaria e asah che si riferisce alla riforma di materiale precedentemente esistente.
(6) Adamo doveva "ricostituire" la terra (1:28) implicando una razza precedente? No, la parola ebraica usata significa “riempire”.
Sebbene molti evangelici sostengano ancora la teoria del gap (divario, disgiunzione) divario, pochi studiosi di ebraico lo fanno perché la grammatica ebraica non favorisce una lettura cronologicamente sequenziale dei versetti 1 e 2. Piuttosto, il versetto 2 in qualche modo chiarisce il versetto 1.
L'assenza di gap
Il nocciolo del problema interpretativo 1:2 sta nell'identificazione del caos (tohu wa bohu, “informe e vuoto”) menzionato. Ci sono state tre visioni principali riguardo al caos a cui si fa riferimento in questo verso.
(1) Il caos era una condizione che risultò dopo che Dio giudicò la terra che aveva originariamente creato buona. Infatti, 1:1 si riferisce alla creazione originale dell'universo da parte di Dio. 1:2 è un riferimento alla forma che gli diede in seguito. 1:3 si riferisce all'inizio del processo di riformare la terra giudicata nella forma in cui la conosciamo.
(2) Il caos era la condizione che caratterizzava la terra quando Dio la creò buona. Infatti: 1:1 afferma la creazione dell'universo come lo conosciamo, ed è un'affermazione generale di qualche tipo. 1:2 descrive la terra al momento della sua creazione. 1:3 descrive Dio che porta l'ordine dal caos, che è continuato durante i sei giorni creativi. Questa interpretazione non implica alcun intervallo di tempo tra 1:1 e 1:2 .
(3) Il caos esisteva prima che Dio iniziasse a creare la terra buona? La teoria più diffusa tra gli evangelici ora è la teoria del nessun divario in una delle ultime due forme sopra descritte.
Affermiamo, dunque che:
Dio ha creato la terra in uno stato informe e vuoto, poi ha proceduto a dargli forma e riempirlo. Il primo versetto serve come un'affermazione ampia e comprensiva del fatto della creazione. Il verso due descrive la terra come venne dalle mani del Creatore e come esisteva al tempo in cui Dio comandò alla luce di risplendere. Il primo passo registrato nel processo di modellare la terra nella forma in cui appare ora fu la straordinaria espressione di Dio: 'Sia la luce' (v. 3).
Chi dice che sembra insolito che Dio crei la terra senza forma e poi gliela fornisca e che sembri più probabile e coerente con la Sua attività in 1:3-31 che lo avrebbe creato completamente formato. L'intero processo della creazione, però, è un movimento da uno stadio di esistenza più primitivo a uno più avanzato.
Prima che Dio creasse la terra non c'era nulla dove ora esiste, e il versetto 2 descrive quel nulla. Ci dicono, però: alcuni termini nel versetto 2 (oscurità, superficie, profondità, acque) implicano che qualcosa esistesse in quel momento, suggerendo un'attività creativa prima del versetto 3. Il versetto 1, però, potrebbe essere parte del primo giorno della creazione. Mosè potrebbe aver usato questi termini per descrivere, in termini che possiamo cominciare a capire (cioè termini figurati), una condizione che ci è del tutto estranea e incomprensibile.
Conclusione
Sono persuaso che "informe e vuota" riprenda semplicemente l'immagine del vasaio che plasma il vaso da una massa pastosa (ancora informe). Questo implica una progressione nella creazione, non un'apparizione istantanea del manufatto. "Tenebre" possono significare un'ambiente non abitabile e "abisso" qualcosa sul quale non è possibile ancora "poggiare i piedi".
In questo senso l'idea di una materia in stato di caos può solo significare l'opera di Dio non ancora completa e adatta all'uso in cui più tardi è stata ottimamente destinata. Si potrebbe pensare ad un pianeta ancora inabitabile, dove gli elementi (gassosi e liquidi) sono in fase di formazione.
Nel resto della Bibbia, quando questi termini sono usati nel contesto di un giudizio, si tratta di Dio, che rende la terra di nuovo deserta e inabitabile. Si tratta di quello stesso che fà il vasaio quando un prodotto e poi lo rifà. "... e il vaso che faceva si guastò, come succede all'argilla in man del vasaio, ed egli da capo ne fece un altro vaso come a lui parve bene di farlo" (Geremia 18:4).
Paolo Castellina, 8 dicembre 2022