Teologia/Legge ed Evangelo spiegati semplicemente: differenze tra le versioni
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Una caratteristica fondamentale della DLE è la sua valutazione della Legge come accusatoria, gravosa, minacciosa e spiritualmente letale. Ecco perché l'Evangelo, infatti, è necessario: l'Evangelo solleva il peso che la Legge (giustamente) impone. La Legge e l'Evangelo sono messaggi che devono essere predicati in sequenza precisa. Secondo Lutero (al v. 3:11 e al 3:23) | Una caratteristica fondamentale della DLE è la sua valutazione della Legge come accusatoria, gravosa, minacciosa e spiritualmente letale. Ecco perché l'Evangelo, infatti, è necessario: l'Evangelo solleva il peso che la Legge (giustamente) impone. La Legge e l'Evangelo sono messaggi che devono essere predicati in sequenza precisa. Secondo Lutero (al v. 3:11 e al 3:23) | ||
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La Legge impone un buon comportamento, almeno esteriormente. Obbediamo alla Legge perché se non lo facciamo saremo puniti. La nostra obbedienza è ispirata dalla paura. Obbediamo sotto costrizione e lo facciamo con risentimento. Ora che razza di giustizia è questa quando ci asteniamo dal male per paura della punizione? Quindi, la giustizia della Legge in fondo non è altro che amore per il peccato e odio per la giustizia. | La Legge impone un buon comportamento, almeno esteriormente. Obbediamo alla Legge perché se non lo facciamo saremo puniti. La nostra obbedienza è ispirata dalla paura. Obbediamo sotto costrizione e lo facciamo con risentimento. Ora che razza di giustizia è questa quando ci asteniamo dal male per paura della punizione? Quindi, la giustizia della Legge in fondo non è altro che amore per il peccato e odio per la giustizia. | ||
Ma la Legge è anche una prigione spirituale, un vero inferno. | Ma la Legge è anche una prigione spirituale, un vero inferno. | ||
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Questo è un ammonimento e non è teorico. Questo orrore teologico è avvenuto meno di un secolo fa. Il vasto numero di DLE protestanti oggi indietreggerebbe giustamente di fronte a tale tradimento, ma dovrebbero considerare le implicazioni del permettere alla Legge di allontanarsi dalle gloriose promesse del Evangelo e diventare nient'altro che "un vero inferno" il cui ruolo è quello di minacciare e condannare tutta l'umanità. ... | Questo è un ammonimento e non è teorico. Questo orrore teologico è avvenuto meno di un secolo fa. Il vasto numero di DLE protestanti oggi indietreggerebbe giustamente di fronte a tale tradimento, ma dovrebbero considerare le implicazioni del permettere alla Legge di allontanarsi dalle gloriose promesse del Evangelo e diventare nient'altro che "un vero inferno" il cui ruolo è quello di minacciare e condannare tutta l'umanità. ... | ||
Al centro della Legge c'è l'Evangelo, la misericordiosa benedizione di Dio della salvezza per grazia mediante la sola fede in Gesù Cristo. Quella Legge chiama tutti i peccatori a confidare e obbedire all'unico Salvatore e Signore del mondo, e non offre speranza di salvezza a nessuno che non si fidi e non obbedisce. La Bibbia non contrappone l'Evangelo alla Legge. Non mette la grazia contro l'obbligo. La distinzione nella Bibbia non è mai tra la Legge rivelatrice e l'Evangelo, ma tra la perversione della Legge in un sistema di opere vanagloriose e meritorie-giustizia da un lato e l'Evangelo, in armonia con la Legge rivelatrice (Romani 9 : 30-10: 13; Gal. 3:21; 4:21), dall'altro. | Al centro della Legge c'è l'Evangelo, la misericordiosa benedizione di Dio della salvezza per grazia mediante la sola fede in Gesù Cristo. Quella Legge chiama tutti i peccatori a confidare e obbedire all'unico Salvatore e Signore del mondo, e non offre speranza di salvezza a nessuno che non si fidi e non obbedisce. La Bibbia non contrappone l'Evangelo alla Legge. Non mette la grazia contro l'obbligo. La distinzione nella Bibbia non è mai tra la Legge rivelatrice e l'Evangelo, ma tra la perversione della Legge in un sistema di opere vanagloriose e meritorie-giustizia da un lato e l'Evangelo, in armonia con la Legge rivelatrice (Romani 9 : 30-10: 13; Gal. 3:21; 4:21), dall'altro. | ||
La grazia nella Bibbia non è mai in guerra con la giustizia, solo con l' ipocrisia . | La grazia nella Bibbia non è mai in guerra con la giustizia, solo con l' ipocrisia . | ||
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CEB Cranfield è stato uno dei principali esegeti del NT riformato del XX secolo. Le parole conclusive del suo saggio “St. Paul and the Law " sono anche una chiusura appropriata a questa newsletter elettronica: | CEB Cranfield è stato uno dei principali esegeti del NT riformato del XX secolo. Le parole conclusive del suo saggio “St. Paul and the Law " sono anche una chiusura appropriata a questa newsletter elettronica: | ||
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[Siamo] fedeli all'insegnamento di Paolo quando diciamo che la parola di Dio nella Scrittura è una ; che c'è una sola via di Dio con gli uomini, e questa è una via del tutto graziosa; che l'Evangelo e la Legge sono essenzialmente uno, e la loro unità, lungi dall'essere un mistero ancora nascosto da noi, ci è stata rivelata una volta per tutte in quell'unica graziosa Parola di Dio, il cui nome è Gesù Cristo, nel quale al allo stesso tempo Dio si dona totalmente all'uomo e rivendica l'uomo interamente per Sé. | [Siamo] fedeli all'insegnamento di Paolo quando diciamo che la parola di Dio nella Scrittura è una ; che c'è una sola via di Dio con gli uomini, e questa è una via del tutto graziosa; che l'Evangelo e la Legge sono essenzialmente uno, e la loro unità, lungi dall'essere un mistero ancora nascosto da noi, ci è stata rivelata una volta per tutte in quell'unica graziosa Parola di Dio, il cui nome è Gesù Cristo, nel quale al allo stesso tempo Dio si dona totalmente all'uomo e rivendica l'uomo interamente per Sé. | ||
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Versione attuale delle 19:17, 31 mag 2021
Legge e Evangelo, spiegati semplicemente
La distinzione tra Legge e Evangelo spesso porta alcuni a contemplare una Legge senza grazia e un Evangelo senza Legge. La Legge di Dio, però, comporta la grazia e l'Evangelo implica doveri. L'artificiosità e le implicazioni di una distinzione.
P. Andrew Sandlin, 28 maggio 2021
Se credete nella salvezza per sola grazia, per la sola fede e mediante Cristo soltanto (come dovreste), potreste anche aver sentito parlare della questione della distinzione tra Legge e Evangelo (DLE) resa popolare da Martin Lutero e dai luterani, ma anche da molti calvinisti, compreso lo stesso Calvino ... Ma potreste anche non averne sentito parlare, e se è così, questa è una buona cosa, perché non c'è un rapporto necessario tra Legge e Evangelo. Potete tranquillamente restare fedeli a una soteriologia (dottrina della salvezza) completamente all'insegna della grazia senza abbracciare la questione della DLE. In effetti, vi suggerisco di abbandonare quel paradigma, che, se lasciato incontrollato, separa l'Antico dal Nuovo Testamento, impone categorie teologiche estranee alla parola di Dio e conduce a un Evangelo antinomsta e a una Legge senza grazia.
Si dovrebbe abbracciare certo una soteriologia del tutto impostata alla grazia, inclusa la giustificazione per sola fede, laddove la giustizia di Cristo è imputata al nostro conto, mentre allo stesso tempo ripudiare la DLE, almeno come è stata ampiamente intesa fin ora.
La DLE definita
Cos'è la DLE? Lasciamo che Lutero stesso ce lo dica nel suo commento a Galati 3:2.
La Legge e l'Evangelo sono idee contrarie. Hanno funzioni e scopi contrari. Dotare la Legge di qualsiasi capacità di produrre giustizia significa plagiare l'Evangelo. L'Evangelo comporta donazioni. Chiede che le mani aperte prendano ciò che viene offerto. La Legge non ha niente da dare. Esige e le sue richieste sono impossibili.
Lutero divide l'intera Bibbia in Evangelo e Legge. Tutto ciò che Dio dà gratuitamente senza pretendere è Evangelo. Tutto ciò che Dio richiede senza grazia è Legge.
La prima tesi dell'opera definitiva del luterano CF Walther "The Proper Distinction Between Law and Gospel" è questa:
I contenuti dottrinali dell'intera Scrittura, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, sono costituiti da due dottrine fondamentalmente diverse l'una dall'altra, vale a dire la Legge e l'Evangelo.Allo stesso modo, nel suo sermone "Come i cristiani dovrebbero considerare Mosè", Lutero aveva predicato:
Ora il primo sermone e dottrina è la Legge di Dio. Il secondo è l'Evangelo. Questi due sermoni non sono la stessa cosa. Quindi dobbiamo avere una buona conoscenza della questione per sapere come differenziarli. Dobbiamo sapere cos'è la Legge e cos'è l'Evangelo. La Legge ci comanda e ci impone di fare certe cose. La Legge è quindi diretta esclusivamente al nostro comportamento e consiste nel formulare richieste. Perché Dio parla attraverso la legge, dicendo: "Fai questo, evita quello, questo è quello che mi aspetto da te". l'Evangelo, tuttavia, non predica ciò che dobbiamo fare o evitare. Non stabilisce richieste ma inverte l'approccio della legge, fa esattamente l'opposto e dice: “Questo è ciò che Dio ha fatto per te; ha lasciato che suo Figlio si facesse carne per te, lo ha fatto morire per amor tuo". Quindi, ci sono due tipi di dottrine e due tipi di opere, quelli di Dio e quelli degli uomini. Proprio come noi e Dio siamo separati gli uni dagli altri, così anche queste due dottrine sono ampiamente separate l'una dall'altra. Perché l'Evangelo insegna esclusivamente ciò che ci è stato dato da Dio e non - come nel caso della Legge - ciò che dobbiamo fare e dare a Dio.
Il dualismo teologico radicale di Lutero è visto nei suoi commenti a 2:13 -
Dividere la Legge e l'Evangelo significa mettere l'Evangelo in cielo e osservare la Legge sulla terra; chiamare celeste la giustizia del Evangelo e terrena la giustizia della Legge; mettere tanta differenza tra la giustizia del Evangelo e quella della Legge, quanta differenza c'è tra il giorno e la notte. Se è una questione di fede o di coscienza, ignorate completamente la Legge. Se si tratta di opere, alzate in alto la lampada delle opere e la giustizia della Legge.
Una caratteristica fondamentale della DLE è la sua valutazione della Legge come accusatoria, gravosa, minacciosa e spiritualmente letale. Ecco perché l'Evangelo, infatti, è necessario: l'Evangelo solleva il peso che la Legge (giustamente) impone. La Legge e l'Evangelo sono messaggi che devono essere predicati in sequenza precisa. Secondo Lutero (al v. 3:11 e al 3:23)
La Legge impone un buon comportamento, almeno esteriormente. Obbediamo alla Legge perché se non lo facciamo saremo puniti. La nostra obbedienza è ispirata dalla paura. Obbediamo sotto costrizione e lo facciamo con risentimento. Ora che razza di giustizia è questa quando ci asteniamo dal male per paura della punizione? Quindi, la giustizia della Legge in fondo non è altro che amore per il peccato e odio per la giustizia.
Ma la Legge è anche una prigione spirituale, un vero inferno.
Confusione terminologica
Sfortunatamente, la terminologia teologica di Lutero non è una terminologia biblica. Nel suo libro Teologia sinfonica, Vern Poythress scrive: "Nessun termine nella Bibbia corrisponde esattamente a un termine tecnico di teologia sistematica". Questo non è necessariamente un problema, a patto che tutti sappiano come vengano usate le parole.
Sfortunatamente, la DLE equivoca sulla sua terminologia. La parola "legge" nell'AT è tôrâ (Torah). Significa direzione o istruzione. Certamente non significa ciò che Dio esige in distinzione da ciò che Dio dona. Quindi, ciò che Dio chiama istruzione o direzione molte persone sotto l'influenza della DLE sono arrivate a credere si riferisca a “richieste. ... ... richieste [che] sono impossibili. ... ... un vero inferno".
Né l'Evangelo denota alcun insegnamento della Bibbia in cui rivela i doni di Dio senza richieste. l'Evangelo presuppone e impone obblighi, e questi obblighi non minacciano in alcun modo la grazia.
Questi punti richiedono di essere bene spiegati.
Una Legge misericordiosa
Per prima cosa, Lutero e altri sostenitori della DLE equiparano la Legge in parte alla Legge mosaica, poiché quel segmento della rivelazione di Dio presumibilmente impone richieste ma non offre doni. Mi chiedo cosa avrebbe pensato il salmista (probabilmente Davide) se avesse letto l'affermazione di Lutero secondo cui la Legge è un "vero inferno". Questo è lo stesso Davide che si rallegrò: “Oh, quanto amo la tua legge! Essa è la mia meditazione per tutto il giorno" (Salmo 119: 97). Leggi il Salmo 119 e chiediti se Davide avrebbe approvato la DLE quando insegna che i requisiti di Dio sono gravosi, tortuosi e impossibili da seguire.
Ma non solo Davide. L'apostolo Paolo, mentre nega ferocemente che la giustificazione avvenga mediante l'osservanza della legge, afferma che "Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono. (Romani 7:12). Chiama persino la Legge "spirituale" (Romani 7:14).
Il sistema sacrificale dell'AT
Inoltre, la Legge rivelatrice (biblica) offriva grazia e perdono per i peccati quando gli ebrei non erano all'altezza delle richieste di Dio. Questa grazia si manifestava nel vecchio sistema sacrificale dell'alleanza, che prevedeva un'espiazione temporanea fino a quando Cristo venne a provvedere all'espiazione permanente (Ebrei 10: 1-9). Nessuno nega che questi sacrifici fossero il requisito di Dio per gli ebrei, una componente integrante della legge.
Inoltre, l'AT non insegnava la salvezza osservando la legge, ma confidando nel Messia. Paolo scrive:
"Che diremo dunque? Che i gentili, che non cercavano la giustizia, hanno ottenuta la giustizia, quella giustizia però che deriva dalla fede, mentre Israele, che cercava la legge della giustizia, non è arrivato alla legge della giustizia. Perché? Perché la cercava non mediante la fede ma mediante le opere della legge; essi infatti hanno urtato nella pietra d'inciampo" (Rom. 9: 30–32).
Gli ebrei cercarono di ottenere il favore di Dio con ciò che Paolo chiama "le opere della legge". Cioè, osservando le richieste esterne della legge, ma non la richiesta che essi si rivolgono per sola fede verso il veniente Messia. Cioè, gli ebrei dell'AT non seguivano l'insegnamento della Legge dell'AT secondo cui la salvezza è solo per fede, non per osservanza della legge.
L'AT insegnava la giustificazione per sola fede:
"Perché se Abrahamo è stato giustificato per le opere, egli ha di che gloriarsi; egli invece davanti a Dio non ha nulla di che gloriarsi. Infatti, che dice la Scrittura? «Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia». Ora a colui che opera, la ricompensa non è considerata come grazia, ma come debito; invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli è imputata come giustizia. Davide stesso proclama la beatitudine dell'uomo a cui Dio imputa la giustizia senza opere, dicendo: «Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. Beato l'uomo a cui il Signore non imputerà il peccato»" (Rom. 4: 2-8).
Abramo era stato giustificato per fede davanti alla Legge e Davide era stato giustificato per fede sotto la legge. In breve, la Legge non insegnava la giustificazione mediante l'osservanza della legge, ma insegnava la giustificazione secondo il modo centrato sul Messia che non era sostanzialmente diverso dal NT.
Il misericordioso patto della Legge
Ciò che è vero per il sistema sacrificale è vero per l'intera alleanza mosaica. Non è una categoria di clausole, richieste e minacce prive della grazia di Dio, del perdono e del messaggio della vita eterna. La Legge rivelatrice come stipulazione del patto di Dio con Israele è introdotta in Esodo 19. Jahwe espone il “preambolo” del patto come segue (vv. 4-6):
“Voi avete visto ciò che ho fatto agli Egiziani, e come io vi ho portato su ali d'aquila e vi ho condotto da me. Or dunque, se darete attentamente ascolto alla mia voce e osserverete il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poiché tutta la terra è mia" (Esodo 19:4-5).
Questa introduzione impone requisiti e richieste che mancano del misericordioso e amorevole provvedimento di salvezza di Dio, "un vero inferno"? Difficilmente. In effetti, è difficile immaginare un messaggio maggiormente ricco di grazia. E se questo preambolo dell'alleanza alla Legge rivelatrice è un messaggio ricco di grazia, è difficile credere che i requisiti della Legge stessa siano richieste gravose che non riflettono la grazia di Dio e siano l'esatto opposto del messaggio di Dio di vita eterna e salvezza ("Evangelo").
Lutero e la DLE riconoscono che la Legge testimonia di Gesù Cristo; ma identificando in modo incoerente la Legge mosaica con la "legge", definita come ciò che Dio richiede senza grazia e non ciò che dà liberamente, trasformano la Legge rivelatrice in un messaggio antitetico al Evangelo.
È vero che la Legge non è mai stata concepita come un codice in base al quale l'uomo può ottenere la salvezza. La salvezza si riceve, non si ottiene.
Ma questo non significa che la Legge non sia misericordiosa.
Un Evangelo obbligante
Proprio come la Legge è misericordiosa, l'Evangelo è esigente. l'Evangelo è la buona notizia della salvezza. Ma la buona notizia non è una buona notizia per i peccatori che disprezzano il dono di Dio di Gesù Cristo, rifiutandosi di sottomettersi alla grazia di Dio. Non è una buona notizia per i peccatori che rifiutano di affidare la propria vita all'unico vero Signore del mondo.
La salvezza per grazia mediante la sola fede non esclude richieste. In effetti, le richiede! È vero che l'Evangelo riguarda il credere e ricevere e non il merito e il conseguimento. Ma l'Evangelo richiede fede, pentimento e sottomissione. In Romani 10: 3 Paolo sostiene:
"Poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia, [essi] non si sono sottoposti alla giustizia di Dio".
In altre parole, volevano diventare giusti a modo loro piuttosto che a modo di Dio. Dio obbliga i peccatori a sottomettersi alla sua via per essere salvati. Questo è il motivo per cui Gesù ha dichiarato: "Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Matteo 16:24). l'Evangelo non è solo un dono da ricevere; è anche un misericordioso comando da obbedire.
Non si ritiene spesso che la ribellione sia il principale dilemma dell'uomo che l'Evangelo è calcolato per iniziare ad eliminare dalla sua prima comunicazione evangelica. Parte del problema nella teologia luterana, ad esempio, è che la sua soteriologia è plasmata dall'esperienza agonizzante di Lutero che lotta con una coscienza turbata davanti a un Dio santo, e meno dall'immagine della ribellione dell'uomo contro Dio. l'Evangelo viene quindi descritto in modo squilibrato, come una cura per la situazione psicologica dell'uomo.
Ma il grande problema dell'uomo a cui l'Evangelo è la soluzione è il suo peccato - in sostanza, la sua ribellione contro Dio. l'Evangelo obbliga il peccatore a sottomettersi alla via di salvezza di Dio, al modo di credere di Dio, al modo di vivere di Dio.
L'unità della Bibbia
La Legge nella Scrittura include la grazia e l'Evangelo include l'obbligo. La domanda principale è se ci sono davvero due messaggi diversi nella Bibbia, uno che dice: "Devi obbedire con il tuo potere, e Dio non accetta nient'altro che un'obbedienza impeccabile", e un altro messaggio che dice: "Accetta semplicemente ciò che Gesù ha fatto perché voi e voi sarete salvati, a prescindere da qualsiasi impegno continuo da parte vostra ”, il primo, austero messaggio che spinge l'uomo ad accettare il secondo, calmante.
Non ci sono due di questi messaggi, ma un messaggio, molto diverso dalla DLE.
L'unico messaggio di salvezza della Bibbia è: “Confida solo in Cristo per la salvezza; e confidando in lui, vi sottomettete alla sua autorità di Salvatore-Re ". In questa comprensione, l'uomo è salvato esclusivamente dalla grazia di Dio, appropriatasi dalla sola fede in Gesù Cristo che porta con sé un cuore sottomesso e obbediente, una fede che opera per amore (Galati 5: 6).
Questo messaggio preserva la grazia senza sacrificare l'obbedienza e mantiene la sottomissione senza compromettere la salvezza mediante la sola fede in Cristo.
Allora possiamo capire perché C. van der Waal può scrivere: "La Legge non era al di fuori di Cristo, perché la Legge e l'Evangelo non sono concetti contraddittori, ma, piuttosto, intercambiabili".
Non due leggi, non due modi, non due mezzi di giustificazione: un santo Evangelo e una Legge che dicono all'uomo in chi deve confidare e a chi deve obbedire.
La fede centrale della Chiesa primitiva
Una delle ragioni principali per cui i cristiani spesso sbagliano nella questione della Legge-Evangelo è che tendono a vedere il messaggio principale della Bibbia come un messaggio di soteriologia individuale: "Come posso essere salvato?" Come notato in precedenza, Lutero sosteneva questa opinione. Era afflitto da una cattiva coscienza. "Come può un uomo essere appena davanti a Dio?" Ma questa non è la domanda principale a cui la Bibbia sta cercando di rispondere.
Lutero era convinto che lo fosse, tuttavia, e i suoi seguaci (e non solo luterani) trasformarono le sue battaglie esistenziali in una soteriologia e persino in un'ermeneutica (interpretazione biblica). Alcuni cristiani oggi vedono la distinzione tra Evangelo e Legge al centro della fede cristiana e percepiscono la giustificazione per sola fede come il principio organizzativo della teologia cristiana e della fede stessa.
Al contrario, il messaggio centrale della Chiesa primitiva come si trova nella Bibbia è la Signoria di Cristo risorto. La soteriologia individuale è un aspetto cruciale dell'esercizio di questa Signoria, ma la Signoria è molto più ampia della soteriologia individuale.
Non è la sovranità di Dio in quanto tale, ma la sua sovranità così come viene alla ribalta nella Signoria-Salvatore di Cristo, che è centrale nella Bibbia. Sia la grazia che l'obbligo, l'Evangelo e la Legge, la benedizione e il giudizio sono aspetti di quel messaggio unico e unificato della Signoria di Cristo.
La domanda principale della Bibbia non è: "Cosa devo fare per essere salvato?" (sebbene vitale, per essere sicuri), ma piuttosto, "Cosa richiede il Signore?"
Conseguenze pratiche del la DLE
La cattiva dottrina porta a cattive pratiche. Le teologie hanno conseguenze.
Un teologo luterano che è venuto a deplorare questa DLE e ha pagato un caro prezzo per le sue convinzioni è stato Dietrich Bonhoeffer. Bonhoeffer, che fu condannato per aver complottato per assassinare Hitler, fu giustiziato per ordine personale di Hitler poche settimane prima della liberazione da parte degli Alleati del campo in cui era imprigionato. Bonhoeffer era arrivato a opporsi tra i suoi fratelli luterani a ciò che ha definito in modo famoso nel Costo del discepolato "grazia a buon mercato" - l'insegnamento che, poiché la salvezza è gratuita in Gesù Cristo, non osiamo esigere alcun impegno dai cristiani.
Questa visione aveva portato molti protestanti ad aiutare a spianare la strada all'accettazione generale del nazionalsocialismo di Hitler, che Bonhoeffer deplorava con ogni fibra del suo essere. I cristiani della DLE volevano mantenere l'obbligo morale della parola di Dio separato dalla salvezza per grazia in Gesù. La Legge è materia dello stato e l'Evangelo è materia della chiesa.
Bonhoeffer sapeva che Dio ci chiama in Gesù all'obbedienza radicale e, senza questa obbedienza, semplicemente non siamo veri cristiani. Non era amico del moralismo e del legalismo. Credeva che la giustificazione mediante le opere fosse una bestemmia contro Gesù Cristo. Ma sapeva che la chiamata all'obbedienza radicale nella vita del peccatore credente non è giustificazione per opere; è giustificazione mediante una fede viva e sottomessa. Ha sostenuto l'unità del Evangelo e della legge. I "cristiani tedeschi" (come venivano chiamati) separavano la Legge dal Evangelo e così separavano l'obbedienza dalla professione.
Conclusione
Questo è un ammonimento e non è teorico. Questo orrore teologico è avvenuto meno di un secolo fa. Il vasto numero di DLE protestanti oggi indietreggerebbe giustamente di fronte a tale tradimento, ma dovrebbero considerare le implicazioni del permettere alla Legge di allontanarsi dalle gloriose promesse del Evangelo e diventare nient'altro che "un vero inferno" il cui ruolo è quello di minacciare e condannare tutta l'umanità. ...
Al centro della Legge c'è l'Evangelo, la misericordiosa benedizione di Dio della salvezza per grazia mediante la sola fede in Gesù Cristo. Quella Legge chiama tutti i peccatori a confidare e obbedire all'unico Salvatore e Signore del mondo, e non offre speranza di salvezza a nessuno che non si fidi e non obbedisce. La Bibbia non contrappone l'Evangelo alla Legge. Non mette la grazia contro l'obbligo. La distinzione nella Bibbia non è mai tra la Legge rivelatrice e l'Evangelo, ma tra la perversione della Legge in un sistema di opere vanagloriose e meritorie-giustizia da un lato e l'Evangelo, in armonia con la Legge rivelatrice (Romani 9 : 30-10: 13; Gal. 3:21; 4:21), dall'altro.
La grazia nella Bibbia non è mai in guerra con la giustizia, solo con l' ipocrisia .
La salvezza è solo in Gesù Cristo. Si rivolge a lui per ogni speranza, rettitudine, benedizione e vita eterna. E guardando a lui, sembra a lui come Re, che comanda ogni aspetto del nostro essere.
CEB Cranfield è stato uno dei principali esegeti del NT riformato del XX secolo. Le parole conclusive del suo saggio “St. Paul and the Law " sono anche una chiusura appropriata a questa newsletter elettronica:
[Siamo] fedeli all'insegnamento di Paolo quando diciamo che la parola di Dio nella Scrittura è una ; che c'è una sola via di Dio con gli uomini, e questa è una via del tutto graziosa; che l'Evangelo e la Legge sono essenzialmente uno, e la loro unità, lungi dall'essere un mistero ancora nascosto da noi, ci è stata rivelata una volta per tutte in quell'unica graziosa Parola di Dio, il cui nome è Gesù Cristo, nel quale al allo stesso tempo Dio si dona totalmente all'uomo e rivendica l'uomo interamente per Sé.