Teopedia/Confessione: differenze tra le versioni
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Nel Nuovo Testamento il termine ὁμολογὶα (homologia) può essere collegato nel senso di "confessione" all'Evangelo o alla fede; il verbo ὁμολογέω (homologeō) ha come oggetto sia la fede che il peccato. Sotto l'impatto della persecuzione, le necessità della patristica creano la figura del "confessore".<br/> Mentre gli esempi più antichi del Credo degli apostoli, ancora in forma interrogativa, assumeva nel secondo secolo un uso "confessionale" al momento del battesimo, l'inserimento di un credo dichiarativo nella liturgia sembra aver avuto luogo nel 473 quando Pietro Fullo Patriarca di Antiochia (471-488) e aderente al monofisismo introduce il Credo di Nicea per confondere ciò che aveva richiesto il Concilio di Calcedonia. '''Confessione''' in questo senso dichiarativo include pure le formule protestanti ortodosse, di cui la Confessione di Augusta (1530) è il primo esempio. | Nel Nuovo Testamento il termine ὁμολογὶα (homologia) può essere collegato nel senso di "confessione" all'Evangelo o alla fede; il verbo ὁμολογέω (homologeō) ha come oggetto sia la fede che il peccato. Sotto l'impatto della persecuzione, le necessità della patristica creano la figura del "confessore".<br/> Mentre gli esempi più antichi del Credo degli apostoli, ancora in forma interrogativa, assumeva nel secondo secolo un uso "confessionale" al momento del battesimo, l'inserimento di un credo dichiarativo nella liturgia sembra aver avuto luogo nel 473 quando Pietro Fullo Patriarca di Antiochia (471-488) e aderente al monofisismo introduce il Credo di Nicea per confondere ciò che aveva richiesto il Concilio di Calcedonia. '''Confessione''' in questo senso dichiarativo include pure le formule protestanti ortodosse, di cui la Confessione di Augusta (1530) è il primo esempio. |
Versione attuale delle 00:54, 23 feb 2023
Confessione
- 1) Nella chiesa antica confessio significava la professione di fede resa da un martire (o "confessore" che aveva dovuto patire la persecuzione a causa della sua fede; cfr. 1 Timoteo 6:13; 2 Corinzi 9:13).
- 2) Il termine assume il significato di ferma dichiarazione di persuasioni religiose con o senza riferimento alla persecuzione.
- 3) Questa parola è pure usata per la tomba o sacello di un martire o confessore, ad es. la confessio di San Pietro in Vaticano.
- 4) Il termine confessione potrebbe anche avere un significato più generale ancora, cioè il senso biblico di lodare Dio, ad esempio, le Confessioni di Agostino di Ippona, in cui egli benedice Dio per la sua conversione.
- 5) La confessione è sinonimo di confessione di peccato, un sacramento della Chiesa cattolica romana.
Storia del termine
Nel Nuovo Testamento il termine ὁμολογὶα (homologia) può essere collegato nel senso di "confessione" all'Evangelo o alla fede; il verbo ὁμολογέω (homologeō) ha come oggetto sia la fede che il peccato. Sotto l'impatto della persecuzione, le necessità della patristica creano la figura del "confessore".
Mentre gli esempi più antichi del Credo degli apostoli, ancora in forma interrogativa, assumeva nel secondo secolo un uso "confessionale" al momento del battesimo, l'inserimento di un credo dichiarativo nella liturgia sembra aver avuto luogo nel 473 quando Pietro Fullo Patriarca di Antiochia (471-488) e aderente al monofisismo introduce il Credo di Nicea per confondere ciò che aveva richiesto il Concilio di Calcedonia. Confessione in questo senso dichiarativo include pure le formule protestanti ortodosse, di cui la Confessione di Augusta (1530) è il primo esempio.
Il verbo ἑξὁμολογέω (exomologeo) giunge poi a significare la confessione di peccato della comunità riunita (cfr. Didachè 4:14; 1 Clemente 51:3). Nel tardo quarto secolo Crisostomo indica la necessità della confessione di peccato pubblica prima del battesimo o dell'Eucaristia. La confessione di peccato specialmente nel senso ad auriculam ("nelle orecchie" del presbitero), è uno sviluppo medievale che pure viene ad avere il suo ruolo nell'ambito della liturgia. Nel Quarto concilio laterano del 1215 la confessione di peccato è resa obbligatoria almeno una volta l'anno, requisito per la partecipazione all'Eucarestia.
La confessione di fede
Dal secondo senso di confessione, la dichiarazione di ciò che si crede, sorge l'uso del termine nelle chiese della Riforma, cioè professioni di fede per definire la fede in contrapposizione particolarmente al Cattolicesimo ma anche rispetto alle persuasioni dei gruppi settari.
Le chiese della Riforma non erano intese come alternativa degli antichi credo ecumenici (ad esempio, il Simbolo degli apostoli o credo niceno, ma affermazioni di come i credo tradizionali dovevano essere compresi.
Loro scopo era quello di rendere chiaro ciò che significa proclamare che "Gesù è il Signore" e mostrare come questa affermazione possa solo essere fatta alla luce della dottrina della giustificazione per fede.
Essi erano confessioni della chiesa e non di singoli teologi.
La prima confessione di questo tipo è la Confessione di Augusta del 1530 e, fra le ultime, la Confessione di fede di Westminster del 1643 che diventa il formulario della Chiesa di Scozia nel 1689.
I decreti del Concilio di Trento (1545-1563) possono essere intesi come una "risposta" confessionale del Cattolicesimo ai principi della Riforma protestante come enunciati dalle varie confessioni protestanti.
Sebbene la comunione anglicana è spesso considerata come una "chiesa confessionale", questo non è del tutto corretto. I Trentanove articoli di religione non sono una dichiarazione confessionale nel senso sopra delineato. Non erano tanto l'opera di teologi che definiscono una posizione confessionale nel tentativo di conciliare punti di vista confessionali diversi nell'interesse di un'unità ecclesiale complessiva. In ogni caso questi articoli non sono vincolanti per le diverse provincie della comunione anglicana.
Bisogna pure aggiungere che la Dichiarazione teologica di Barmen (1934), documento fondamentale della chiesa confessante tedesca, non è strettamente parlando una "confessione", dato che non cerca di distinguere una chiesa da un'altra, ma la fede cristiana dalla sua negazione.
Collegamenti esterni e riferimenti
- Diverse confessioni di fede commentate
- Confessioni di fede delle chiese cristiane, a cura di Romeo Fabbri, EDB Edizioni Dehoniane, Bologna, 1996.