Letteratura/Istituzione/Citazioni commentate/Necessità di riferimenti trascendenti: differenze tra le versioni
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# Elevare i pensieri a Dio: Calvino sottolinea l'importanza di rivolgere la mente e il cuore a Dio, trascendendo i limiti della prospettiva umana. Questo significa contemplare la natura e il carattere di Dio, il cui essere è perfetto e santo. È un invito a riconoscere che il criterio ultimo della giustizia, della saggezza e della forza non è stabilito dall'uomo, ma da Dio stesso. | <blockquote>"Se incominciamo a elevare i nostri pensieri a Dio e a riflettere su chi Egli sia e quanto eccellente sia la perfezione della sua giustizia, saggezza e forza, a cui ci dobbiamo conformare, subito quanto ci soddisfaceva pienamente sotto il falso aspetto della giustizia avrà l'odore cattivo dell'iniquità; quello che ci deliziava sotto l'etichetta di saggezza apparirà non essere che follia, e quello che aveva una apparenza di forza si rivelerà debolezza" (Giovanni Calvino, Istituzioni, 1:1:2).</blockquote> | ||
# Il falso aspetto della giustizia umana: Secondo Calvino, ciò che l'uomo percepisce come giusto può essere distorto o superficiale. Quando i nostri pensieri sono rivolti a Dio e alle Sue perfezioni, ciò che prima sembrava giusto si rivela per quello che è realmente: iniquità. Questo riflette la natura imperfetta della giustizia umana che, se non confrontata con la giustizia divina, può facilmente essere ingannevole o corrotta. | |||
# La saggezza e la forza umane come illusione: Calvino estende il discorso alla saggezza e alla forza umane. Quelle che noi consideriamo decisioni sagge e potenti possono, in confronto alla sapienza e alla potenza di Dio, apparire insensate e deboli. La vera saggezza, per Calvino, è quella che deriva dalla conformità a Dio e alla Sua volontà, mentre la forza autentica risiede nella dipendenza da Dio, non nelle capacità umane. | Questa affermazione di Giovanni Calvino invita a riflettere sulla distanza tra i nostri criteri umani e le perfezioni divine, evidenziando il contrasto tra ciò che appare giusto, saggio e forte secondo il giudizio umano e la vera essenza di queste qualità in Dio. L'argomentazione si sviluppa in tre fasi principali: | ||
# '''Elevare i pensieri a Dio:''' Calvino sottolinea l'importanza di rivolgere la mente e il cuore a Dio, trascendendo i limiti della prospettiva umana. Questo significa contemplare la natura e il carattere di Dio, il cui essere è perfetto e santo. È un invito a riconoscere che il criterio ultimo della giustizia, della saggezza e della forza non è stabilito dall'uomo, ma da Dio stesso. | |||
# '''Il falso aspetto della giustizia umana''': Secondo Calvino, ciò che l'uomo percepisce come giusto può essere distorto o superficiale. Quando i nostri pensieri sono rivolti a Dio e alle Sue perfezioni, ciò che prima sembrava giusto si rivela per quello che è realmente: iniquità. Questo riflette la natura imperfetta della giustizia umana che, se non confrontata con la giustizia divina, può facilmente essere ingannevole o corrotta. | |||
# '''La saggezza e la forza umane come illusione''': Calvino estende il discorso alla saggezza e alla forza umane. Quelle che noi consideriamo decisioni sagge e potenti possono, in confronto alla sapienza e alla potenza di Dio, apparire insensate e deboli. La vera saggezza, per Calvino, è quella che deriva dalla conformità a Dio e alla Sua volontà, mentre la forza autentica risiede nella dipendenza da Dio, non nelle capacità umane. | |||
In sintesi, Calvino afferma che ogni qualità che l'uomo ritiene di possedere è illusoria se non ancorata al confronto con la perfezione divina. L'apparente giustizia si trasforma in peccato, la saggezza in stoltezza e la forza in debolezza quando vengono valutate alla luce della gloria e della maestà di Dio. L'idea centrale è un invito all'umiltà: riconoscere che ogni pretesa di giustizia, saggezza o forza umana, senza la luce divina, non è che una distorsione della verità. | In sintesi, Calvino afferma che ogni qualità che l'uomo ritiene di possedere è illusoria se non ancorata al confronto con la perfezione divina. L'apparente giustizia si trasforma in peccato, la saggezza in stoltezza e la forza in debolezza quando vengono valutate alla luce della gloria e della maestà di Dio. L'idea centrale è un invito all'umiltà: riconoscere che ogni pretesa di giustizia, saggezza o forza umana, senza la luce divina, non è che una distorsione della verità. | ||
[[Categoria:Giovanni Calvino]] | |||
[[Categoria:Istituzione della Religione cristiana]] | |||
[[Categoria:Articoli]] |
Versione attuale delle 10:04, 24 set 2024
Necessità di riferimenti trascendenti
"Se incominciamo a elevare i nostri pensieri a Dio e a riflettere su chi Egli sia e quanto eccellente sia la perfezione della sua giustizia, saggezza e forza, a cui ci dobbiamo conformare, subito quanto ci soddisfaceva pienamente sotto il falso aspetto della giustizia avrà l'odore cattivo dell'iniquità; quello che ci deliziava sotto l'etichetta di saggezza apparirà non essere che follia, e quello che aveva una apparenza di forza si rivelerà debolezza" (Giovanni Calvino, Istituzioni, 1:1:2).
Questa affermazione di Giovanni Calvino invita a riflettere sulla distanza tra i nostri criteri umani e le perfezioni divine, evidenziando il contrasto tra ciò che appare giusto, saggio e forte secondo il giudizio umano e la vera essenza di queste qualità in Dio. L'argomentazione si sviluppa in tre fasi principali:
- Elevare i pensieri a Dio: Calvino sottolinea l'importanza di rivolgere la mente e il cuore a Dio, trascendendo i limiti della prospettiva umana. Questo significa contemplare la natura e il carattere di Dio, il cui essere è perfetto e santo. È un invito a riconoscere che il criterio ultimo della giustizia, della saggezza e della forza non è stabilito dall'uomo, ma da Dio stesso.
- Il falso aspetto della giustizia umana: Secondo Calvino, ciò che l'uomo percepisce come giusto può essere distorto o superficiale. Quando i nostri pensieri sono rivolti a Dio e alle Sue perfezioni, ciò che prima sembrava giusto si rivela per quello che è realmente: iniquità. Questo riflette la natura imperfetta della giustizia umana che, se non confrontata con la giustizia divina, può facilmente essere ingannevole o corrotta.
- La saggezza e la forza umane come illusione: Calvino estende il discorso alla saggezza e alla forza umane. Quelle che noi consideriamo decisioni sagge e potenti possono, in confronto alla sapienza e alla potenza di Dio, apparire insensate e deboli. La vera saggezza, per Calvino, è quella che deriva dalla conformità a Dio e alla Sua volontà, mentre la forza autentica risiede nella dipendenza da Dio, non nelle capacità umane.
In sintesi, Calvino afferma che ogni qualità che l'uomo ritiene di possedere è illusoria se non ancorata al confronto con la perfezione divina. L'apparente giustizia si trasforma in peccato, la saggezza in stoltezza e la forza in debolezza quando vengono valutate alla luce della gloria e della maestà di Dio. L'idea centrale è un invito all'umiltà: riconoscere che ogni pretesa di giustizia, saggezza o forza umana, senza la luce divina, non è che una distorsione della verità.