Predicazioni/Romani/Buoni motivi per essere un Bastian Contrario: differenze tra le versioni

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== Buoni motivi per essere un Bastian Contrario ==
<blockquote>“Sei il solito Bastian Contrario” si dice talora a qualcuno che sembra non riuscire mai a essere d'accordo con gli altri e che fa l’anticonformista per partito preso. Viene considerata spesso una persona “strana” e disadattata. Il conformismo, piuttosto, viene considerato “più conveniente”. Vi è però un “Bastiano” che ha buone ragioni per essere anticonformista: è il discepolo del Salvatore Gesù Cristo che prende sul serio quanto la Sua parola gli dice: “Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente” (Romani 12:2). Questo è il testo che esamineremo oggi nella nostra riflessione biblica settimanale.</blockquote>


= Non conformatevi: le implicazioni sociali e politiche di un appello evangelico =
=== Anticonformismo ===
Sicuramente è più facile trovare dei conformisti che degli anti-conformisti, dei “Bastian Contrario” perché la natura della maggior parte della gente è essere gregaria, “seguire il gregge” perché vi vede dei “vantaggi”. Nel linguaggio comune, l'espressione “Essere dei Bastian Contrario” viene spesso utilizzata con una connotazione leggermente negativa o critica, per descrivere qualcuno che sembra non riuscire mai a essere d'accordo con gli altri, rendendo difficile il dialogo o la collaborazione. "Gianni è sempre il solito Bastian Contrario, non è mai d'accordo con niente di quello che diciamo!”. Questa o simili espressioni la usano spesso i conformisti per sottolineare la loro riprovazione per qualcuno che sembra avere un comportamento di opposizione sistematica, una persona che per natura o abitudine contraddice sistematicamente gli altri, spesso prendendo una posizione opposta rispetto alla maggioranza o a ciò che viene comunemente accettato. Spesso, però, “Bastiano” ha i suoi buoni motivi per fare così perché ha un sano e necessario spirito critico.


<span style="line-height:100%">La Parola di Dio esorta i cristiani in questo modo: ''“'''''''Non conformatevi'''<nowiki/>''<i>'''''a questo mondo,'''''<i>ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia </i>''<span style="font-weight:normal">la volontà di Dio,</span>''''<nowiki/>''la buona, gradita e perfetta volontà[[Predicazioni/Romani/Non conformatevi: le implicazioni#sdfootnote1sym|<sup>1</sup>]]”'' (Romani 12:2 NR).''</span>
L’espressione “essere un Bastian Contrari” [1] ha a che fare con la storia del Piemonte. Una delle teorie più accreditate a questo riguardo, si riferisce, infatti, al conte di San Sebastiano. Durante la battaglia dell'Assietta nel 1747, egli aveva disobbedito all’ordine di ritirata del suo re, riuscendo, grazie al supporto di alcuni granatieri, a determinare l'esito favorevole dello scontro contro l'esercito franco-ispanico che minacciava il Piemonte. Questa sua ostinazione, contraria agli ordini ricevuti, ha contribuito a diffondere l'uso del termine per indicare chi si oppone alle direttive, ma con buona causa e con successo. Un'altra interpretazione popolare si collega a un bandito chiamato Bastiano, vissuto tra il XVII e XVIII secolo, che, secondo alcune leggende, era noto per la sua natura ostinata, ribelle e anticonformista e ...che era finito impiccato! Infine, la prima attestazione scritta del termine risale al 1819, grazie al giornalista e scrittore torinese Ludovico di Breme [2], che pubblica un articolo usando questo soprannome per indicare chi si opponeva alle idee dominanti.


<span style="line-height:100%">Lo studio dei concetti neotestamentari che stanno dietro ai termini originali greci per ciò che viene generalmente tradotto come “non conformarsi” [il verbo συσχηματίζω (suschematizó)] e “questo mondo” [τῷ αἰῶνι τούτῳ (tò aióni touto)] può essere molto illuminante, soprattutto perché le attuali versioni bibliche italiane da sole non rendono completamente il significato di questi termini e potrebbero persino sviarci!</span>
=== Un’esortazione biblica ===
Come discepoli del Salvatore Gesù Cristo, però, la Parola di Dio ci chiama a non conformarsi all’andazzo di questo mondo e a mantenere sempre un sano spirito critico. Il conformismo, infatti, contrariamente a quanti molti ritengono, porta solo alla rovina. L’appello a non conformarsi a questo mondo lo troviamo, uno fra tanti, nella lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma, all’inizio del capitolo 12. Ascoltiamone i primi due versetti in una traduzione in lingua corrente:<blockquote>''“Dio ha manifestato la sua misericordia verso di noi. Vi esorto dunque, fratelli, a offrire voi stessi a Dio in sacrificio vivente, a lui dedicato, a lui gradito. È questo il vero culto che gli dovete. Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a lui gradito, perfetto”'' (Romani 12:1-2).</blockquote>Paolo scrive questa lettera ai cristiani di Roma, una comunità mista di origine ebraica e pagana, per offrire una sintesi della sua teologia e per incoraggiarli a vivere in modo conforme al Vangelo. Nei primi undici capitoli, Paolo sviluppa una complessa argomentazione teologica sulla giustificazione per fede, la grazia di Dio e il ruolo di Israele nel piano di salvezza. Quando arriva al capitolo 12, Paolo introduce una serie di esortazioni pratiche. Il riferimento alla "misericordia di Dio" in Romani 12:1 si basa sulle verità teologiche che ha già esposto: la misericordia è la risposta di Dio al peccato umano, manifestata nella vita, morte e resurrezione del Cristo. Il concetto di "offrire i vostri corpi come sacrificio vivente" richiama l'immagine dell'Antico Testamento del sacrificio, ma qui Paolo la rielabora in chiave cristiana. Invece di offrire sacrifici rituali di animali, i credenti sono chiamati a offrire sé stessi, l’intera loro vita, come un sacrificio continuo, vivente, santo e gradito a Dio. Questo rappresenta il "culto spirituale" o "logico", cioè un servizio razionale e consapevole a Dio. Il versetto 2 continua così con un invito ad una vita realmente trasformata dalla grazia di Dio. Letteralmente dice: "Non conformatevi a questo mondo” o “secolo”. Qui, "questo mondo" rappresenta il sistema di valori e comportamenti che, in contrasto con la volontà rivelata di Dio, sono prevalenti nella società umana. Invece di conformarsi, i cristiani devono essere trasformati attraverso il rinnovamento della loro mente. Questo rinnovamento permette di discernere la volontà di Dio, riconoscendo ciò che è buono, gradito e perfetto. Romani 12:1-2 rappresenta perciò un appello ad una trasformazione radicale, una vita offerta a Dio come culto razionale e una mente rinnovata per discernere e praticare la Sua volontà rivelata, buona, giusta e salutare.


<span style="line-height:100%">Occupiamoci prima di tutto di αἰών (aión).</span>
Del versetto 2 che dice: “Non conformatevi a questo secolo”, vorrei oggi soffermarmi sul significato di due parole qui usate: “questo secolo” (o mondo) e “non conformatevi”.


== αἰών (aión) ==
=== Cos’è “questo mondo” ===
Il termine tradotto come “questo mondo” o “questo secolo” è (aión). Gli ebrei distinguevano fra due ere o epoche [3]: questa epoca, il tempo prima dell’arrivo del Messia e “l’era che verrà”, il tempo dopo l’arrivo del Messia. Nello stesso modo, la maggior parte degli scrittori del Nuovo Testamento fanno una distinzione [4] fra “questa epoca”, il tempo prima del ritorno di Cristo, e quella futura, quella che verrà. L’epoca che stiamo vivendo, l’attuale epoca è ancora caratterizzata come un periodo di instabilità, debolezza, empietà, malvagità, calamità e miseria. L’era futura [5], l’era dopo il ritorno di Cristo in maestà come il periodo del compimento, dello stabilimento del regno di Dio con tutte le sue benedizioni. '''Il cristiano anticipa quel tempo testimoniando fin da oggi “lo stile di vita” che caratterizzerà l’era nuova'''. C’è dunque una contrapposizione fra l’attuale “stile di vita” e quello che caratterizzerà la nuova era.


Gli ebrei distinguevano fra due ere o epoche: <font face="Lohit Devanagari">הַזֶּה הָעולָם </font>(hazé haolam, quest’epoca) il tempo prima dell’arrivo del Messia, e <font face="Lohit Devanagari">הַבָּא הַעולָם </font>(habba’ haolam, l’era che verrà) il tempo dopo l’avvento del Messia. Nello stesso modo, la maggior parte degli scrittori del Nuovo Testamento fanno una distinzione fra ὁ αἰών οὗτος (''aion outos'' oppure semplicemente ὁ αἰών questa epoca), il tempo prima del ritorno del Cristo [cioè la παρουσία (parusìa)] e quella futura (ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος).
Questo tempo, quest’era, “questo secolo”, tradotto anche “questo mondo” è pieno di gente che si occupa di interessi e sollecitudini del tutto futili (gli “impegni mondani”, “cure mondane”), le cose di cui si occupano coloro che soffocano la Parola di Dio seminata in loro come su un terreno spinoso (Matteo 13:22, Marco 4:19).


L’epoca che stiamo vivendo, l’attuale epoca è caratterizzata come un periodo di instabilità, debolezza, empietà, malvagità, calamità e miseria. L’era futura [anche αἰών μέλλων (aion mellon)], l’era dopo il ritorno di Cristo in maestà come il periodo del compimento, dello stabilimento del regno di Dio con tutte le sue benedizioni.''''''Il cristiano anticipa quel tempo testimoniando ''''''fin da oggi ''''''lo stile di vita che caratterizzerà ''''''l’era nuova'''. C’è dunque una contrapposizione fra l’attuale “stile di vita” e quello che caratterizzerà la nuova era.
Il Signore e Salvatore Gesù Cristo è centrale in questa trasformazione di epoche. Egli è ''“...al di sopra di ogni principato e autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire”'' (Efesini 1:21). Egli è venuto per “strapparci”, sottrarci, dallo stile di vita che caratterizza questa epoca. Infatti, Egli ''“ha dato sé stesso per i nostri peccati per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre”'' (Galati 1:4) (o “dalla presente malvagia età” ND).


''Questo ''<span style="font-style:normal">tempo, quest’era, “questo secolo”, tradotto anche “questo mondo[[#sdfootnote2sym|<sup>2</sup>]]” (NR) è caratterizzato da interessi e sollecitudini futili (gli “impegni mondani” NR, “cure mondane” Riv., “la sollecitudine di questo secolo” Di.), </span><span style="font-style:normal">quelli in cui si ingaggiano coloro che </span><span style="font-style:normal">soffocano la Parola </span><span style="font-style:normal">di Dio </span><span style="font-style:normal">seminata in </span><span style="font-style:normal">loro come su</span><span style="font-style:normal">un terreno spinoso, Matteo 13:22, </span><span style="font-style:normal">Marco 4:19</span><span style="font-style:normal">.</span>
Quei cristiani che sono ricchi “nel presente secolo”, “in questo mondo”, secondo i criteri di questo mondo, vengono così esortati: ''“...ordina che non siano d'animo altero, che non ripongano la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci fornisce abbondantemente ogni cosa perché ne godiamo”'' (1 Timoteo 6:17). Così Dema, collaboratore dell’apostolo Paolo, sedotto dai valori di questo mondo, aveva abbandonato l’apostolo, ''“...avendo amato il presente secolo”'' (2 Timoteo 4:10). Egli aveva ''“preferito il secolo presente”'' (CEI 1974).


<span style="font-style:normal">Il Signore e Salvatore Gesù Cristo è centrale in questa trasformazione di epoche. Egli è </span>''“...al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e d'ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire” ''''(''''E''''fesini''''1:21, “non solo in questo secolo, ma ancora nel secolo avvenire''<span style="font-style:normal">” </span><span style="font-style:normal">Di)</span><span style="font-style:normal">.</span>
La grazia di Dio, però, ''“ci insegna a rinunciare all'empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e piamente”'' (Tito 2:12). Infatti: ''“...ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli”'' (Efesini 2:2)


<span style="font-style:normal">Egli</span> <span style="font-style:normal">è venuto per “strapparci”, sottrarci, dallo stile di vita che caratterizza questa epoca. Infatti, Egli</span> ''“ha dato se stesso per i nostri peccati affin di strapparci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre”''<span style="font-style:normal">(Galati 1:4) (ὁ ἐνεστὼς αἰών “dalla presente malvagia età” ND).</span>
Gesù stesso descrive la nuova futura era come sostanzialmente diversa da questa: ''“... quelli che saranno reputati degni di avere parte al mondo a venire e alla risurrezione dai morti non sposano e non sono sposati”'' (Luca 20:35). Tant’è vero che, dice: ''“Io vi dico in verità che non c'è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor dell'evangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna”'' (Marco 10:29-30). Fin da oggi, dunque, noi cristiani siamo stati ''“…  risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù”'' (Efesini 2:6-7).


<span style="font-style:normal">Q</span><span style="font-style:normal">ue</span><span style="font-style:normal">i cristiani che sono ricchi </span><span style="font-style:normal">“nel presente secolo” (ὁ νῦν αἰών“) “in questo mondo”, </span><span style="font-style:normal">secondo i criteri di questo mondo, vengono così esortati:</span> ''“...ordina che non siano d'animo altero, che non ripongano la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci somministra copiosamente ogni cosa perché ne godiamo”''<span style="font-style:normal">(1 Timoteo 6:17).</span>
L’artefice, il protagonista della trasformazione di questo mondo è lo Spirito Santo, così importante che: ''“… Chiunque dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli”'' (Matteo 10:32). I cristiani sono coloro che stanno pregustando l’opera dello Spirito Santo, che già: ''“...hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire”'' (Ebrei 6:5).


<span style="font-style:normal">Dema, collaboratore dell’apostolo Paolo, </span><span style="font-style:normal">sedotto dai valori di questo mondo, </span><span style="font-style:normal">aveva abbandonato </span><span style="font-style:normal">l’apostolo</span><span style="font-style:normal">, </span>''“...avendo amato il presente secolo”''<span style="font-style:normal">(2 Timoteo 4:10), o “questo mondo”. Egli aveva “preferito il secolo presente” (CEI1974).</span>
Le cose, quindi, che appartengono a questa epoca sono menzionate negativamente nel Nuovo Testamento come qualcosa che i cristiani devono abbandonare, perché saranno presto superate. I “figli di Dio” sono messi in contrapposizione ai “figli di questo secolo” (o mondo), sono caratterizzati da tratti diversi, sebbene: ''“... i figli di questo secolo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più accorti dei figli della luce”'' (Luca 16:8).


<span style="font-style:normal">La grazia di Dio </span>''“ci ammaestra a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze ''<span style="font-style:normal">[passioni mondane]</span>'', per vivere in questo mondo''<span style="font-style:normal">[“nel presente secolo” Di.] </span>''temperatamente, giustamente e piamente”''<span style="font-style:normal">(Tito 2:12). </span><span style="font-style:normal">Infatti: </span>''“...ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo (''<span style="font-style:normal">κατά τόν αἰῶνα τοῦ κόσμου τούτου)</span>'', seguendo il principe della potestà dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli”''<span style="font-style:normal">(Efesini 2:2)</span>
Fra chi appartiene a questo mondo, che sta bene in questa epoca, e i figli del mondo a venire c’è pure una differenza cognitiva: ''“... fra quelli che sono maturi, noi esponiamo una sapienza, però una sapienza non di questo secolo né dei dominatori di questo secolo che stanno per essere annientati”'' (1 Corinzi 2:6). ''“...per gli increduli, dei quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro”'' (2 Corinzi 4:4). E’ Satana che domina i pensieri e la condotta di chi appartiene a “questa età”. Tale sapienza è piena di errorI, arroganza, ed ostilità all’Evangelo.


<span style="font-style:normal">G</span><span style="font-style:normal">esù stesso descrive la nuova futura era come sostanzialmente diversa da questa: “</span>''quelli che saranno reputati degni d'aver parte al secolo avvenire'' (ὁ αἰών ἐκεῖνος, quel mondo, quel secolo, l’altra età ND) ''e alla risurrezione dai morti, non sposano e non sono sposati”'' (Luca 20:35).
L’attuale epoca sta per essere vanificata, superata. Che senso avrebbe rimanere attaccati ai suoi valori? ''“Ora, queste cose avvennero loro per servire d'esempio e sono state scritte per nostra ammonizione,'' [noi] ''che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi”'' (1 Corinzi 10:11). Ne siamo consapevoli?


“''Ed egli disse loro: Io vi dico in verità che non v'è alcuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figliuoli per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nel secolo avvenire'' [ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος - nell'età futura Riv. nel tempo che verrà CEI, nell’età a venire ND, nei secoli avvenire Di.] ''la vita eterna” ''(Luca 18:29-30; Marco 10:30).
=== Non conformarsi ===
Se dunque l’andazzo di questo mondo è ormai condannato e giungerà presto a termine, a noi, discepoli del Salvatore Gesù Cristo, viene ordinato di “non conformarci” ad esso. Traduciamo così dall’originale verbo greco:  Συσχηματίζω (Suskēmatizō) composto da syn e schématizó (schema) [6] vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, schema, stampo: “non lasciatevi mettere nello stesso stampo”.  È molto significativo che l'essere "conformati" al mondo presente sia visto come una nozione passiva, poiché potrebbe suggerire che ciò accada, in parte, inconsapevolmente, ma qui c’è anche una certa consapevolezza del conformismo in atto, una certa compiacenza, quindi “Non lasciatevi conformare” e “non compiacetevi di essere come tutti gli altri”, pensando che sia per voi “più conveniente”. Non è e non sarà così. Questo verbo può essere inteso passivamente con “non siate conformati” che attivamente: “non conformatevi”. Esso ricorre nel nuovo Testamento solo due volte. L’altro versetto è: ''<nowiki/>'...come figli ubbidienti, non conformatevi alle concupiscenze del tempo passato quando eravate nell'ignoranza”'' (1 Pietro 1:14). I “figli ubbidienti” sono, di fatto, le persone caratterizzate dall’ubbidienza a Dio.


Fin da oggi, dunque, i cristiani sono stati “… ''risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne' luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire'' [οἱ αἰῶνες οἱ ἐπερχόμενοι nei tempi futuri NR, nelle età che verranno ND] ''l'immensa ricchezza della sua grazia, nella benignità ch''''e ''''Egli ha avuta per noi in Cristo Gesù”'' (Efesini 2:6-7).
E’ consuetudine, poi, intendere il “non conformatevi” soltanto in ambito morale privato, individuale, al conformismo rispetto al mondo ribelle a Dio, a ciò che esso ritiene un valore, all’immoralità o concupiscenza. Il “mondo” in questo senso esercita un’influenza che riguarda la moralità e l’etica. Quando però il mondo, come succede oggi, si struttura ideologicamente e pretende ed impone l’omologazione, quest’esortazione assume tutto un altro peso, di opposizione sistemica e militante ad un mondo che Dio ha condannato all’estinzione. Non si tratta, quindi solo di “usi e costumi” da respingere a livello personale. Spesso i regimi politici ci vorrebbero omologare ad un modello, i programmi politici ed economici del globalismo come quello promosso dal World Economic Forum di Davos. Essi teorizzano e promuovono uno schema prestabilito di cittadini o sudditi sottoposti al loro potere. Vorrebbero controllare se e come lo facciamo, e reprimerci se opponiamo resistenza o ci ribelliamo.


<span style="font-style:normal">L’artefice, il protagonista della trasformazione di questo mondo è lo Spirito Santo, così importante che: </span>''“… chiunque parli contro il Figliuol dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo'' [né in questa età né in quella futura ND; né in quello avvenire]” (Matteo 10:32). I cristiani sono coloro che stanno pregustando l’opera dello Spirito Santo: ''“...e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire ''[δυνάμεις τοῦ μέλλοντος αἰῶνος, le meraviglie del mondo futuro CEI1979]” (Ebrei 6:5).
Il “non conformatevi”, quindi, implica la nostra resistenza e lotta contro le forze del conformismo politico e sociale che ci vorrebbero forzosamente omologare ai loro modelli. Quello che ci rivolge la Parola di Dio, quindi, è molto di più che di un imperativo morale, ma qualcosa che ha implicazioni sociali e politiche. E’ anche a questo punto che si collega la pretesa di certi circoli cristiani a sottometterci acriticamente a tutto ciò che le autorità civili ci comandano, spesso sulla base di una malintesa interpretazione di Romani 13. Si può quindi ben chiedere anche a loro come essi vedano in quel quadro l’esortazione della Parola di Dio di cui abbiamo trattato oggi: ''“Non conformatevi a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”'' (Romani 12:2).


Le cose, quindi, che appartengono a questa epoca sono menzionate negativamente nel N. T. come qualcosa che i cristiani devono abbandonare, perché saranno presto superate.
=== Conclusione ===
Molti, così, ritengono che “fare il bastian contrario” sia una mania di persone strambe e disadattate... Quando, però, “Bastiano” è un uomo o una donna che intende essere discepolo coerente del Signore e Salvatore Gesù Cristo; quando “Bastiano” rifiuta di lasciarsi mettere nello stampo impostoci dai dominatori di questo mondo ed è trasformato dallo Spirito Santo di Dio mediante i rinnovamento della sua mente; quando “Bastiano” fa esperienza di quale sia  la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà, egli ha più che buoni motivi per fare quello che fa, perché, in ubbidienza al suo Signore, ha un sano e necessario spirito critico. Egli sa che ''“i dominatori di questo secolo stanno per essere annientati”'' (1 Corinzi 2:6) e che questo è ineluttabile. La storia non va nella direzione che essi futilmente vorrebbero che andasse. “Bastiano” vuole stare “dalla parte giusta della storia”, quella che corrisponde agli eterni propositi rivelati di Dio e che si stanno realizzando in Cristo - certamente anche fuori dalle chiese corrotte, conniventi e vendute all’establishment!


<span style="font-style:normal">I “figlioli di Dio” sono messi in contrapposizione ai “figlioli di questo secolo” </span><span style="font-style:normal">(</span><span style="font-style:normal">o</span><span style="font-style:normal">mondo), sono caratterizzati da tratti diversi. “</span>''E il padrone lodò il fattore infedele perché aveva operato con avvedutezza; poiché ''''<span style="text-decoration:none">i figliuoli di questo secolo</span>'''', nelle relazioni con que''''i''''della loro generazione, sono più accorti dei figliuoli della luce” ''(Luca 16:8).
Paolo Castellina, 16 Agosto 2024


Fra chi appartiene a questo mondo, che sta bene in questa epoca, e i figlioli del mondo a venire c’è pure una differenza cognitiva: “''Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de' principi ''<span style="font-style:normal">(ἄρχων)</span>''di questo secolo che stan per essere annientati”'' (1 Corinzi 2:6). ''“...per gl'increduli, dei quali l'iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro”'' (2 Corinzi 4:4). E’ Satana che domina i pensieri e la condotta di chi appartiene a questa età. Tale sapienza è piena di errore, arrogante, ostile all’Evangelo.
=== '''Note''' ===
[1] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Bastian_contrario 


“''Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? ''[“il sottile ragionatore di questo mondo” CEI1973] Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondo?” (1 Corinzi 1:20 NR).
[2] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_di_Breme 


“''...ché, in questo caso, avrebbe dovuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine de' secoli ''[συντέλεια τῶν αἰώνων, nel compimento de' secoli, Di.], ''è stato manifestato, per annullare il peccato col suo sacrificio”'' (Ebrei 9:26).
[3] הַזֶּה הָעולָם (hazé haolam, quest’epoca) il tempo prima dell’arrivo del Messia, e הַבָּא הַעולָם (habba’ haolam, l’era che verrà) il tempo dopo l’avvento del Messia.


<span style="font-style:normal">L’attuale epoca sta per concludersi. Che senso avrebbe rimanere attaccati ai suoi valori?</span>''“Or queste cose avvennero loro per servire d'esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi'' [τά τέλη τῶν αἰώνων la fase conclusiva delle epoche NR, noi, che ci troviamo alla fine delle età ND](1 Corinzi 10:11).
[4]  ὁ αἰών οὗτος (aion outos oppure semplicemente ὁ αἰών questa epoca), il tempo prima del ritorno del Cristo [cioè la παρουσία (parusìa)] e quella futura (ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος).


== Συσχηματίζω ==
[5] Anche αἰών μέλλων (aion mellon). Nel Nuovo Testamento, αἰών μέλλων (aion mellon) è un'espressione che compare in 1 Corinzi 2:7 e in Apocalisse 1:6. È un termine greco che può essere tradotto in italiano come "età futura" o "età che verrà". In 1 Corinzi 2:7, Paolo scrive: "Ma noi abbiamo ricevuto lo Spirito che è αἰών μέλλων, perché siamo figli di Dio" (Ma noi abbiamo ricevuto lo Spirito che è l'età futura, perché siamo figli di Dio). In questo contesto, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui lo Spirito Santo sarà pienamente manifestato e in cui i cristiani saranno glorificati. In Apocalisse 1:6, Gesù dice: "E ho visto il Cielo aperto, e un cavallo bianco, e colui che sedeva su di esso chiamato Fedele e Verace, e in mezzo ai sette candelieri sette stelle della Chiesa. E disse: 'Io sono il Alpha e l'Omega, il principio e la fine. Chiunque ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Scrivi ciò che ti vedo: αἰών μέλλων, il quale deve venire, è vicino'" (E ho visto il Cielo aperto, e un cavallo bianco, e colui che sedeva su di esso chiamato Fedele e Verace, e in mezzo ai sette candelieri sette stelle della Chiesa. E disse: 'Io sono il Alpha e l'Omega, il principio e la fine. Chiunque ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Scrivi ciò che ti vedo: l'età futura, la quale deve venire, è vicina'). In questo contesto, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui Gesù tornerà e instaurerà il suo regno. In generale, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui Dio realizzerà la sua volontà e in cui i cristiani saranno glorificati. Tuttavia, è importante notare che il significato esatto di questo termine può variare in base al contesto in cui compare. Inoltre, è interessante notare che il termine αἰών μέλλων non è un termine tecnico o teologico specifico, ma piuttosto un'espressione che si trova anche in altri testi greci antichi. Tuttavia, nel contesto del Nuovo Testamento, αἰών μέλλων assume un significato specifico e teologico che è strettamente legato alla dottrina cristiana.


Ecco allora il senso dell’appello a non conformarsi a tutto ciò che caratterizza questa epoca, questo mondo. Che cosa significa questo verbo?
[6] Συσχηματίζω. Che cosa significa questo verbo? Συσχηματίζω (Suskēmatizō) è un verbo greco antico che significa "ordinare", "organizzare", "disporre" o "ordinare in ordine". In senso più specifico, il verbo Συσχηματίζω può avere i seguenti significati:  Organizzare o disporre qualcosa in modo ordinato o sistematico: (1) Preparare o predisporre qualcosa per un uso o un fine specifico. (2) Creare o stabilire un ordine o una struttura per qualcosa. Nella letteratura cristiana, il verbo Συσχηματίζω è spesso utilizzato per descrivere l'attività di Dio di creare e organizzare il mondo e la storia umana. Ad esempio, in 1 Corinzi 8:6, Paolo scrive: "ma noi abbiamo un Dio che ci ordina (Συσχηματίζω) e ci dà la grazia" (la traduzione italiana utilizza il verbo "ordinare", ma il significato originale è più vicino a "organizzare" o "disporre"). Συσχηματίζω [suschématizó] da syn e schématizó (schema) vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, stampo, conformarsi allo stesso modello. Sebbene συσχηματίζεσθε [suschēmatizesthe] possa essere un passivo o un medio-passivo, il passivo è più probabile poiché altrimenti dovrebbe essere un medio diretto ("conformatevi") e, come tale, sarebbe piuttosto raro per il greco del N.T.


<span style="line-height:100%">Συσχηματίζω [suschématizó] da syn e schématizó (schema) vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, stampo, conformarsi allo stesso modello.</span>
[[Category:Predicazioni]]
 
[[Category:Romani]]
<span style="line-height:100%">Sebbene συσχηματίζεσθε [suschēmatizesthe] possa essere un passivo o un medio-passivo, il passivo è più probabile poiché altrimenti dovrebbe essere un medio diretto ("conformatevi") e, come tale, sarebbe piuttosto raro per il greco del N.T. È molto significativo che l'essere "conformati" al mondo presente sia visto come una nozione passiva, poiché potrebbe suggerire che ciò accada, in parte, inconsapevolmente. Allo stesso tempo, il passivo potrebbe benissimo essere un "passivo permissivo", suggerendo che potrebbe esserci una certa consapevolezza del conformismo in atto, una certa compiacenza: passivamente ed attivamente. Molto probabilmente, è una combinazione di entrambi. Questo verbo ricorre nel nuovo Testamento solo due volte. L’altro versetto è:''''“...come figliuoli d'ubbidienza, '''''''non vi conformate'''''<i>alle concupiscenze del tempo passato quand'eravate nell'ignoranza” </i>(1 Pietro 1:14). I “figlioli di ubbidienza sono le persone caratterizzate dall’ubbidienza a Dio.</span>
 
<span style="line-height:100%">E’ consuetudine intendere il “non conformatevi” soltanto in ambito morale privato, individuale, al conformismo rispetto al mondo ribelle a Dio, a ciò che esso ritiene un valore, all’immoralità (v. concupiscenza). Il “mondo” in questo senso esercita un’influenza che riguarda la moralità e l’etica. Quando però il mondo si struttura ideologicamente e pretende ed impone l’omologazione, quest’esortazione assume tutto un altro peso, di opposizione sistemica e militante ad un mondo che Dio ha condannato all’estinzione. Non si tratta, quindi solo di “usi e costumi” da respingere a livello personale. Spesso i regimi politici ci vorrebbero omologare ad un modello, il loro, ad uno schema prestabilito di cittadini o sudditi sottoposti al loro potere, controllare se e come lo facciamo, e reprimerci se opponiamo resistenza o ci ribelliamo. E’ tipico di tutti i regimi totalitari come quelli fascisti o socialisti.</span>
 
<span style="line-height:100%">Il “non conformatevi”, quindi, implica la nostra resistenza e lotta contro le forze politiche e sociali che ci vorrebbero forzosamente omologare ai loro modelli. Si tratta, quindi, molto di più che di un imperativo morale, ma qualcosa che ha implicazioni sociali e politiche. E’ a questo punto che si collega la pretesa di certi circoli cristiani a sottometterci acriticamente a tutto ciò che le autorità civili ci comandano e questo sulla base di una malintesa interpretazione di Romani 13. Si può quindi ben chiedere loro come essi vedano in quel quadro l’esortazione della Parola di Dio di cui abbiamo trattato oggi: ''“'''''''Non conformatevi'''''<i>'''''a questo mondo,'''''<i>ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia </i>''<span style="font-weight:normal">la volontà di Dio,</span>''''la buona, gradita e perfetta volontà[[#sdfootnote3sym|<sup>3</sup>]]”'' (Romani 12:2 NR).</span>''''
 
<span style="line-height:100%">Paolo Castellina, 22 dicembre 2021</span>
 
 
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== Dalla predicazione dell11-1-2004 ==
 
=== Conformisti ed anticonformisti ===
 
La seconda conseguenza dell’aver compreso e ricevuto le multiformi misericordie che Dio ci dà in Cristo, è quella di vivere in modo critico, vivere come persone che hanno il senso del discernimento. Il mondo ragiona, vive e si comporta in molti modi avversi e sgraditi alla volontà di Dio. Il cristiano identifica ciò che è sgradito a Dio e se ne distanzia, assumendo come sua regola di pensiero e di condotta la volontà rivelata a Dio. Egli non si conforma a questo mondo e trasforma il proprio modo d’essere secondo la volontà rivelata di Dio. L’Apostolo, infatti, dice: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”. La “conformazione mentale” del cristiano deve essere determinata e modellata dalla conoscenza che ha dell’Evangelo, mediante l’azione efficace dello Spirito di Dio e dagli interessi dell’età a venire, non dalle mode passeggere del tempo in cui vive. L’Apostolo approfondisce questo tema nelle sue epistole, ma soprattutto nel capitolo 8 e 13 di questa lettera. Il mondo “pensa alle cose della carne”, cioè vive in funzione della soddisfazione dei propri impulsi animali incontrollati con nessuno o scarso riguardo a criteri etici e morali stabiliti da Dio per il nostro miglior bene. I cristiani, “che sono secondo lo Spirito”, invece, quelli cioè che lo Spirito di Dio ha riscattato in Cristo dal peccato e che sta rinnovando ad immagine Sua, “pensano alle cose dello Spirito”, hanno come prima preoccupazione quella di compiacere Dio, perché sanno che questo è buono e giusto, promuove la vita, l’armonia e la pace. Il mondo vive come nemico di Dio e “non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo” e, come unico risultato, produce solo morte, in ogni accezione del termine. I cristiani, invece, quelli che sono stati riscattati “dal vano modo di vivere” di questo mondo, sono quelli che non si muovono più secondo i criteri prevalenti in questo mondo, perché lo Spirito di Dio abita in loro. Essi “appartengono a Cristo”, seguono e servono Lui. Non sono e non possono essere “come gli altri” (Ro. 8:5-9). I cristiani “gettano via le opere delle tenebre”, perciò con gioia si adeguano all’esortazione dell’Apostolo che dice: “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Ro. 13:11- 14). I cristiani hanno "lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne" (2 Co. 4:18). Essi sanno che: "...il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (1 Gv. 2:17). Solo attraverso un tale rinnovamento (che la Scrittura chiama “santificazione”) il cristiano è reso sufficientemente sensibile a discernere il comportamento che in ogni situazione concreta e reale (quello che qui chiama “esperienza”) è maggiormente in linea con la volontà rivelata di Dio, quella che egli ha visto buona, gradevole e perfetta. Egli è stato fatto oggetto, in Cristo, di una misericordia sconfinata da parte di Dio. Egli è stato beneficato e gratificato da Dio, perfettamente salvato (benché non lo meritasse). Come non potrebbe essere altrettanto buona, gratificante, perfetta e produttiva quella Sua volontà rivelata destinata a regolare il nostro comportamento quotidiano? L’esperienza cristiana potrebbe essere definita un’autentica “metamorfosi”. Il problema è che chi si affida a Cristo ed è da Lui rinnovato, continua a vivere in un mondo “vecchio” ed egli stesso deve combattere in sé stesso contro molte forze che lo vorrebbero spingere a tornare nella forma, nello schema, di questo mondo. C’è tensione ed incompatibilità fra l’essere del cristiano e questo mondo. Non per nulla lo stesso Cristo chiama i Suoi discepoli “non di questo mondo”. Il cristiano sa di essere in situazione di conflitto e di tensione. Che fa allora? Molla la presa ed acconsente a tornare al “così fan tutti” di questo mondo, “per amor di pace”? No, anche se gli può costare molto, egli resiste e non si fa incasellare, resiste e “non si conforma”. Egli sa che, a suo tempo, sarà lui a vincere la sua battaglia sul mondo, sarà lui ad aver ragione. “Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1 Gv. 5:4)
 
 
== Note<br/> &nbsp; ==
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[[#sdfootnote1anc|1]]Μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ, ἀλλὰ μεταμορφοῦσθε τῇ ἀνακαινώσει τοῦ νοὸς εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τί τὸ θέλημα τοῦ θεοῦ, τὸ ἀγαθὸν καὶ εὐάρεστον καὶ τέλειον.
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[[#sdfootnote2anc|2]]Tradurre “questo mondo” può darci una falsa impressione, perché l’Evangelo non si propone di trasportare i credenti su “un altro mondo” e quindi di farli disinteressare a questo, ma di cambiare i loro valori, di trasformare il loro stile di vita in questo mondo.
</div> <div id="sdfootnote3">
[[#sdfootnote3anc|3]]Μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ, ἀλλὰ μεταμορφοῦσθε τῇ ἀνακαινώσει τοῦ νοὸς εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τί τὸ θέλημα τοῦ θεοῦ, τὸ ἀγαθὸν καὶ εὐάρεστον καὶ τέλειον.
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Versione attuale delle 18:18, 16 ago 2024

Ritorno


Buoni motivi per essere un Bastian Contrario

“Sei il solito Bastian Contrario” si dice talora a qualcuno che sembra non riuscire mai a essere d'accordo con gli altri e che fa l’anticonformista per partito preso. Viene considerata spesso una persona “strana” e disadattata. Il conformismo, piuttosto, viene considerato “più conveniente”. Vi è però un “Bastiano” che ha buone ragioni per essere anticonformista: è il discepolo del Salvatore Gesù Cristo che prende sul serio quanto la Sua parola gli dice: “Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente” (Romani 12:2). Questo è il testo che esamineremo oggi nella nostra riflessione biblica settimanale.

Anticonformismo

Sicuramente è più facile trovare dei conformisti che degli anti-conformisti, dei “Bastian Contrario” perché la natura della maggior parte della gente è essere gregaria, “seguire il gregge” perché vi vede dei “vantaggi”. Nel linguaggio comune, l'espressione “Essere dei Bastian Contrario” viene spesso utilizzata con una connotazione leggermente negativa o critica, per descrivere qualcuno che sembra non riuscire mai a essere d'accordo con gli altri, rendendo difficile il dialogo o la collaborazione. "Gianni è sempre il solito Bastian Contrario, non è mai d'accordo con niente di quello che diciamo!”. Questa o simili espressioni la usano spesso i conformisti per sottolineare la loro riprovazione per qualcuno che sembra avere un comportamento di opposizione sistematica, una persona che per natura o abitudine contraddice sistematicamente gli altri, spesso prendendo una posizione opposta rispetto alla maggioranza o a ciò che viene comunemente accettato. Spesso, però, “Bastiano” ha i suoi buoni motivi per fare così perché ha un sano e necessario spirito critico.

L’espressione “essere un Bastian Contrari” [1] ha a che fare con la storia del Piemonte. Una delle teorie più accreditate a questo riguardo, si riferisce, infatti, al conte di San Sebastiano. Durante la battaglia dell'Assietta nel 1747, egli aveva disobbedito all’ordine di ritirata del suo re, riuscendo, grazie al supporto di alcuni granatieri, a determinare l'esito favorevole dello scontro contro l'esercito franco-ispanico che minacciava il Piemonte. Questa sua ostinazione, contraria agli ordini ricevuti, ha contribuito a diffondere l'uso del termine per indicare chi si oppone alle direttive, ma con buona causa e con successo. Un'altra interpretazione popolare si collega a un bandito chiamato Bastiano, vissuto tra il XVII e XVIII secolo, che, secondo alcune leggende, era noto per la sua natura ostinata, ribelle e anticonformista e ...che era finito impiccato! Infine, la prima attestazione scritta del termine risale al 1819, grazie al giornalista e scrittore torinese Ludovico di Breme [2], che pubblica un articolo usando questo soprannome per indicare chi si opponeva alle idee dominanti.

Un’esortazione biblica

Come discepoli del Salvatore Gesù Cristo, però, la Parola di Dio ci chiama a non conformarsi all’andazzo di questo mondo e a mantenere sempre un sano spirito critico. Il conformismo, infatti, contrariamente a quanti molti ritengono, porta solo alla rovina. L’appello a non conformarsi a questo mondo lo troviamo, uno fra tanti, nella lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma, all’inizio del capitolo 12. Ascoltiamone i primi due versetti in una traduzione in lingua corrente:

“Dio ha manifestato la sua misericordia verso di noi. Vi esorto dunque, fratelli, a offrire voi stessi a Dio in sacrificio vivente, a lui dedicato, a lui gradito. È questo il vero culto che gli dovete. Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a lui gradito, perfetto” (Romani 12:1-2).

Paolo scrive questa lettera ai cristiani di Roma, una comunità mista di origine ebraica e pagana, per offrire una sintesi della sua teologia e per incoraggiarli a vivere in modo conforme al Vangelo. Nei primi undici capitoli, Paolo sviluppa una complessa argomentazione teologica sulla giustificazione per fede, la grazia di Dio e il ruolo di Israele nel piano di salvezza. Quando arriva al capitolo 12, Paolo introduce una serie di esortazioni pratiche. Il riferimento alla "misericordia di Dio" in Romani 12:1 si basa sulle verità teologiche che ha già esposto: la misericordia è la risposta di Dio al peccato umano, manifestata nella vita, morte e resurrezione del Cristo. Il concetto di "offrire i vostri corpi come sacrificio vivente" richiama l'immagine dell'Antico Testamento del sacrificio, ma qui Paolo la rielabora in chiave cristiana. Invece di offrire sacrifici rituali di animali, i credenti sono chiamati a offrire sé stessi, l’intera loro vita, come un sacrificio continuo, vivente, santo e gradito a Dio. Questo rappresenta il "culto spirituale" o "logico", cioè un servizio razionale e consapevole a Dio. Il versetto 2 continua così con un invito ad una vita realmente trasformata dalla grazia di Dio. Letteralmente dice: "Non conformatevi a questo mondo” o “secolo”. Qui, "questo mondo" rappresenta il sistema di valori e comportamenti che, in contrasto con la volontà rivelata di Dio, sono prevalenti nella società umana. Invece di conformarsi, i cristiani devono essere trasformati attraverso il rinnovamento della loro mente. Questo rinnovamento permette di discernere la volontà di Dio, riconoscendo ciò che è buono, gradito e perfetto. Romani 12:1-2 rappresenta perciò un appello ad una trasformazione radicale, una vita offerta a Dio come culto razionale e una mente rinnovata per discernere e praticare la Sua volontà rivelata, buona, giusta e salutare.

Del versetto 2 che dice: “Non conformatevi a questo secolo”, vorrei oggi soffermarmi sul significato di due parole qui usate: “questo secolo” (o mondo) e “non conformatevi”.

Cos’è “questo mondo”

Il termine tradotto come “questo mondo” o “questo secolo” è (aión). Gli ebrei distinguevano fra due ere o epoche [3]: questa epoca, il tempo prima dell’arrivo del Messia e “l’era che verrà”, il tempo dopo l’arrivo del Messia. Nello stesso modo, la maggior parte degli scrittori del Nuovo Testamento fanno una distinzione [4] fra “questa epoca”, il tempo prima del ritorno di Cristo, e quella futura, quella che verrà. L’epoca che stiamo vivendo, l’attuale epoca è ancora caratterizzata come un periodo di instabilità, debolezza, empietà, malvagità, calamità e miseria. L’era futura [5], l’era dopo il ritorno di Cristo in maestà come il periodo del compimento, dello stabilimento del regno di Dio con tutte le sue benedizioni. Il cristiano anticipa quel tempo testimoniando fin da oggi “lo stile di vita” che caratterizzerà l’era nuova. C’è dunque una contrapposizione fra l’attuale “stile di vita” e quello che caratterizzerà la nuova era.

Questo tempo, quest’era, “questo secolo”, tradotto anche “questo mondo” è pieno di gente che si occupa di interessi e sollecitudini del tutto futili (gli “impegni mondani”, “cure mondane”), le cose di cui si occupano coloro che soffocano la Parola di Dio seminata in loro come su un terreno spinoso (Matteo 13:22, Marco 4:19).

Il Signore e Salvatore Gesù Cristo è centrale in questa trasformazione di epoche. Egli è “...al di sopra di ogni principato e autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire” (Efesini 1:21). Egli è venuto per “strapparci”, sottrarci, dallo stile di vita che caratterizza questa epoca. Infatti, Egli “ha dato sé stesso per i nostri peccati per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre” (Galati 1:4) (o “dalla presente malvagia età” ND).

Quei cristiani che sono ricchi “nel presente secolo”, “in questo mondo”, secondo i criteri di questo mondo, vengono così esortati: “...ordina che non siano d'animo altero, che non ripongano la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci fornisce abbondantemente ogni cosa perché ne godiamo” (1 Timoteo 6:17). Così Dema, collaboratore dell’apostolo Paolo, sedotto dai valori di questo mondo, aveva abbandonato l’apostolo, “...avendo amato il presente secolo” (2 Timoteo 4:10). Egli aveva “preferito il secolo presente” (CEI 1974).

La grazia di Dio, però, “ci insegna a rinunciare all'empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e piamente” (Tito 2:12). Infatti: “...ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli” (Efesini 2:2)

Gesù stesso descrive la nuova futura era come sostanzialmente diversa da questa: “... quelli che saranno reputati degni di avere parte al mondo a venire e alla risurrezione dai morti non sposano e non sono sposati” (Luca 20:35). Tant’è vero che, dice: “Io vi dico in verità che non c'è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor dell'evangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna” (Marco 10:29-30). Fin da oggi, dunque, noi cristiani siamo stati “…  risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù” (Efesini 2:6-7).

L’artefice, il protagonista della trasformazione di questo mondo è lo Spirito Santo, così importante che: “… Chiunque dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli” (Matteo 10:32). I cristiani sono coloro che stanno pregustando l’opera dello Spirito Santo, che già: “...hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire” (Ebrei 6:5).

Le cose, quindi, che appartengono a questa epoca sono menzionate negativamente nel Nuovo Testamento come qualcosa che i cristiani devono abbandonare, perché saranno presto superate. I “figli di Dio” sono messi in contrapposizione ai “figli di questo secolo” (o mondo), sono caratterizzati da tratti diversi, sebbene: “... i figli di questo secolo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più accorti dei figli della luce” (Luca 16:8).

Fra chi appartiene a questo mondo, che sta bene in questa epoca, e i figli del mondo a venire c’è pure una differenza cognitiva: “... fra quelli che sono maturi, noi esponiamo una sapienza, però una sapienza non di questo secolo né dei dominatori di questo secolo che stanno per essere annientati” (1 Corinzi 2:6). “...per gli increduli, dei quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro” (2 Corinzi 4:4). E’ Satana che domina i pensieri e la condotta di chi appartiene a “questa età”. Tale sapienza è piena di errorI, arroganza, ed ostilità all’Evangelo.

L’attuale epoca sta per essere vanificata, superata. Che senso avrebbe rimanere attaccati ai suoi valori? “Ora, queste cose avvennero loro per servire d'esempio e sono state scritte per nostra ammonizione, [noi] che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi” (1 Corinzi 10:11). Ne siamo consapevoli?

Non conformarsi

Se dunque l’andazzo di questo mondo è ormai condannato e giungerà presto a termine, a noi, discepoli del Salvatore Gesù Cristo, viene ordinato di “non conformarci” ad esso. Traduciamo così dall’originale verbo greco:  Συσχηματίζω (Suskēmatizō) composto da syn e schématizó (schema) [6] vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, schema, stampo: “non lasciatevi mettere nello stesso stampo”.  È molto significativo che l'essere "conformati" al mondo presente sia visto come una nozione passiva, poiché potrebbe suggerire che ciò accada, in parte, inconsapevolmente, ma qui c’è anche una certa consapevolezza del conformismo in atto, una certa compiacenza, quindi “Non lasciatevi conformare” e “non compiacetevi di essere come tutti gli altri”, pensando che sia per voi “più conveniente”. Non è e non sarà così. Questo verbo può essere inteso passivamente con “non siate conformati” che attivamente: “non conformatevi”. Esso ricorre nel nuovo Testamento solo due volte. L’altro versetto è: '...come figli ubbidienti, non conformatevi alle concupiscenze del tempo passato quando eravate nell'ignoranza” (1 Pietro 1:14). I “figli ubbidienti” sono, di fatto, le persone caratterizzate dall’ubbidienza a Dio.

E’ consuetudine, poi, intendere il “non conformatevi” soltanto in ambito morale privato, individuale, al conformismo rispetto al mondo ribelle a Dio, a ciò che esso ritiene un valore, all’immoralità o concupiscenza. Il “mondo” in questo senso esercita un’influenza che riguarda la moralità e l’etica. Quando però il mondo, come succede oggi, si struttura ideologicamente e pretende ed impone l’omologazione, quest’esortazione assume tutto un altro peso, di opposizione sistemica e militante ad un mondo che Dio ha condannato all’estinzione. Non si tratta, quindi solo di “usi e costumi” da respingere a livello personale. Spesso i regimi politici ci vorrebbero omologare ad un modello, i programmi politici ed economici del globalismo come quello promosso dal World Economic Forum di Davos. Essi teorizzano e promuovono uno schema prestabilito di cittadini o sudditi sottoposti al loro potere. Vorrebbero controllare se e come lo facciamo, e reprimerci se opponiamo resistenza o ci ribelliamo.

Il “non conformatevi”, quindi, implica la nostra resistenza e lotta contro le forze del conformismo politico e sociale che ci vorrebbero forzosamente omologare ai loro modelli. Quello che ci rivolge la Parola di Dio, quindi, è molto di più che di un imperativo morale, ma qualcosa che ha implicazioni sociali e politiche. E’ anche a questo punto che si collega la pretesa di certi circoli cristiani a sottometterci acriticamente a tutto ciò che le autorità civili ci comandano, spesso sulla base di una malintesa interpretazione di Romani 13. Si può quindi ben chiedere anche a loro come essi vedano in quel quadro l’esortazione della Parola di Dio di cui abbiamo trattato oggi: “Non conformatevi a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2).

Conclusione

Molti, così, ritengono che “fare il bastian contrario” sia una mania di persone strambe e disadattate... Quando, però, “Bastiano” è un uomo o una donna che intende essere discepolo coerente del Signore e Salvatore Gesù Cristo; quando “Bastiano” rifiuta di lasciarsi mettere nello stampo impostoci dai dominatori di questo mondo ed è trasformato dallo Spirito Santo di Dio mediante i rinnovamento della sua mente; quando “Bastiano” fa esperienza di quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà, egli ha più che buoni motivi per fare quello che fa, perché, in ubbidienza al suo Signore, ha un sano e necessario spirito critico. Egli sa che “i dominatori di questo secolo stanno per essere annientati” (1 Corinzi 2:6) e che questo è ineluttabile. La storia non va nella direzione che essi futilmente vorrebbero che andasse. “Bastiano” vuole stare “dalla parte giusta della storia”, quella che corrisponde agli eterni propositi rivelati di Dio e che si stanno realizzando in Cristo - certamente anche fuori dalle chiese corrotte, conniventi e vendute all’establishment!

Paolo Castellina, 16 Agosto 2024

Note

[1] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Bastian_contrario 

[2] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_di_Breme 

[3] הַזֶּה הָעולָם (hazé haolam, quest’epoca) il tempo prima dell’arrivo del Messia, e הַבָּא הַעולָם (habba’ haolam, l’era che verrà) il tempo dopo l’avvento del Messia.

[4]  ὁ αἰών οὗτος (aion outos oppure semplicemente ὁ αἰών questa epoca), il tempo prima del ritorno del Cristo [cioè la παρουσία (parusìa)] e quella futura (ὁ αἰών ὁ ἐρχόμενος).

[5] Anche αἰών μέλλων (aion mellon). Nel Nuovo Testamento, αἰών μέλλων (aion mellon) è un'espressione che compare in 1 Corinzi 2:7 e in Apocalisse 1:6. È un termine greco che può essere tradotto in italiano come "età futura" o "età che verrà". In 1 Corinzi 2:7, Paolo scrive: "Ma noi abbiamo ricevuto lo Spirito che è αἰών μέλλων, perché siamo figli di Dio" (Ma noi abbiamo ricevuto lo Spirito che è l'età futura, perché siamo figli di Dio). In questo contesto, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui lo Spirito Santo sarà pienamente manifestato e in cui i cristiani saranno glorificati. In Apocalisse 1:6, Gesù dice: "E ho visto il Cielo aperto, e un cavallo bianco, e colui che sedeva su di esso chiamato Fedele e Verace, e in mezzo ai sette candelieri sette stelle della Chiesa. E disse: 'Io sono il Alpha e l'Omega, il principio e la fine. Chiunque ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Scrivi ciò che ti vedo: αἰών μέλλων, il quale deve venire, è vicino'" (E ho visto il Cielo aperto, e un cavallo bianco, e colui che sedeva su di esso chiamato Fedele e Verace, e in mezzo ai sette candelieri sette stelle della Chiesa. E disse: 'Io sono il Alpha e l'Omega, il principio e la fine. Chiunque ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Scrivi ciò che ti vedo: l'età futura, la quale deve venire, è vicina'). In questo contesto, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui Gesù tornerà e instaurerà il suo regno. In generale, αἰών μέλλων sembra riferirsi all'età futura in cui Dio realizzerà la sua volontà e in cui i cristiani saranno glorificati. Tuttavia, è importante notare che il significato esatto di questo termine può variare in base al contesto in cui compare. Inoltre, è interessante notare che il termine αἰών μέλλων non è un termine tecnico o teologico specifico, ma piuttosto un'espressione che si trova anche in altri testi greci antichi. Tuttavia, nel contesto del Nuovo Testamento, αἰών μέλλων assume un significato specifico e teologico che è strettamente legato alla dottrina cristiana.

[6] Συσχηματίζω. Che cosa significa questo verbo? Συσχηματίζω (Suskēmatizō) è un verbo greco antico che significa "ordinare", "organizzare", "disporre" o "ordinare in ordine". In senso più specifico, il verbo Συσχηματίζω può avere i seguenti significati:  Organizzare o disporre qualcosa in modo ordinato o sistematico: (1) Preparare o predisporre qualcosa per un uso o un fine specifico. (2) Creare o stabilire un ordine o una struttura per qualcosa. Nella letteratura cristiana, il verbo Συσχηματίζω è spesso utilizzato per descrivere l'attività di Dio di creare e organizzare il mondo e la storia umana. Ad esempio, in 1 Corinzi 8:6, Paolo scrive: "ma noi abbiamo un Dio che ci ordina (Συσχηματίζω) e ci dà la grazia" (la traduzione italiana utilizza il verbo "ordinare", ma il significato originale è più vicino a "organizzare" o "disporre"). Συσχηματίζω [suschématizó] da syn e schématizó (schema) vuol dire assumere una certa forma, figura, modellarsi allo stesso modello, stampo, conformarsi allo stesso modello. Sebbene συσχηματίζεσθε [suschēmatizesthe] possa essere un passivo o un medio-passivo, il passivo è più probabile poiché altrimenti dovrebbe essere un medio diretto ("conformatevi") e, come tale, sarebbe piuttosto raro per il greco del N.T.