Teologia/Vi sono dottrine non essenziali nella Bibbia: differenze tra le versioni
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Vi sono oggi molti che, sia pure ispirati dal sincero desiderio di realizzare l’unità fra tutti coloro che fanno riferimento a Gesù Cristo, affermano che certe dottrine della fede cristiana siano “essenziali”, mentre altre sarebbero secondarie o “non essenziali” e quindi trascurabili per quanto riguarda la comunione fra cristiani. | Vi sono oggi molti che, sia pure ispirati dal sincero desiderio di realizzare l’unità fra tutti coloro che fanno riferimento a Gesù Cristo, affermano che certe dottrine della fede cristiana siano “essenziali”, mentre altre sarebbero secondarie o “non essenziali” e quindi trascurabili per quanto riguarda la comunione fra cristiani. |
Versione attuale delle 08:47, 29 mag 2022
Vi sono dottrine non essenziali nella Bibbia?
Vi sono oggi molti che, sia pure ispirati dal sincero desiderio di realizzare l’unità fra tutti coloro che fanno riferimento a Gesù Cristo, affermano che certe dottrine della fede cristiana siano “essenziali”, mentre altre sarebbero secondarie o “non essenziali” e quindi trascurabili per quanto riguarda la comunione fra cristiani.
Questo concetto, però, è assente dalla Bibbia, che anzi afferma che non sia possibile dividere in questo modo la dottrina rivelata. “La fede che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 3) si riferisce non solo all’Evangelo, ma all’intero complesso di verità trasmessoci dagli apostoli del Signore per ispirazione dello Spirito Santo. La fede non è semplicemente una serie di dottrine, ma un unico corpo di verità, e per esso dobbiamo essere pronti a combattere. Se un credente non prende posizione per tutto l’insegnamento della Bibbia, come può sapere per quale porzione combattere? Dove mai gli apostoli ci insegnano che certe dottrine della Scrittura siano essenziali, mentre altre siano non essenziali?
Certo riconosciamo che non ogni insegnamento della Scrittura abbia uguale importanza, ma la Bibbia non divide la dottrina fra ciò che è essenziale e ciò che è nonessenziale: non dobbiamo disprezzare o minimizzare nulla che la Scrittura chiaramente insegni.
Timoteo viene esortato a fare in modo che nessuno insegni DOTTRINE DIVERSE (1 Ti. 1:3). Qui non c’è evidenza alcuna che indichi come alcune porzioni della dottrina apostolica siano “non-essenziali”. L’apostolo Paolo anzi afferma “io non mi sono tratto indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio” (Atti 20:27). Questo include tutto ciò che la Bibbia insegna sulla chiesa, sulla profezia, sulla santità personale, sulla santificazione, sulla separazione dal mondo, sui doni spirituali, ecc. Compito della chiesa è determinare ciò che la Bibbia dice su ogni cosa e prendere posizione inequivocabilmente per questo.
Per esempio, l’ecclesiologia e l’escatologia non sono chiaramente altrettanto importanti come la soteriologia o la cristologia, ma questo non rende le prime due “non essenziali”. Secondo alcuni, però, dottrine come l’ecclesiologia e l’escatologia sono secondarie o non-essenziali, o terziarie, e su di essere non merita fare fra cristiani molte questioni. Secondo la Bibbia, però, non è così.
La prima lettera a Timoteo fu scritta soprattutto per impartire la verità al riguardo della chiesa, l’ecclesiologia (1 Ti. 3:15). Essa contiene cose come i criteri di condotta per i responsabili della chiesa, sul come prendersi cura delle vedove ed il ruolo che deve occupare la donna nel ministero cristiano. Paolo chiude l’epistola con queste parole: studiati “di conservare questo comandamento senza macchia ed irreprensibile, fino all’apparizione del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Ti. 6:14). Timoteo doveva osservare dettagliatamente queste cose come un solenne comandamento del Signore. Quali cose? Le cose che riguardano la chiesa. Cose al riguardo di pastori, diaconi, vedove e predicatrici. Non sembra che qui l’ecclesiologia sia considerata secondaria o “non essenziale” agli occhi di Dio.
In molte chiese oggi vengono insegnate delle false dottrine. Ci si può domandare se i maestri che le insegnano di fatto considerino l’Evangelo stesso come “nonessenziale”. Se è così, come si può andare sotto braccio, per esempio, con cattoliciromani che considerano i sacramenti essenziali alla salvezza e come parte integrante dell’opera di Cristo? Noi non siamo affatto d’accordo che lo sia e che questo sia insegnato dalla Bibbia. Il credente che cerca di essere fedele ad ogni dettaglio della verità del Nuovo Testamento, come può trovarsi a suo agio in un ambiente “ecumenico” dove preziosi punti dell’insegnamento biblico vengono considerati secondari e trascurabili?
Come osservò un uomo saggio: “Dovete scegliere: o una comunione limitata o un messaggio limitato”. In quasi ogni caso la frase: “Nell’essenziale l’unità – nel nonessenziale la carità” è una cortina fumogena che nasconde la disubbidienza al comandamento della separazione da ciò che non è fedele alla Scrittura.