Signor! Perché lasciato m'hai? (Salmo 22)

1.

Signor! Signor! Perché lasciato m'hai?

Perché lontan da mia salute stai?

Lontan da' ruggiti e penosi lai

Dei miei martìri?

Di giorno grido, colmo di sospiri,

Di notte ancor, eppur non odi, Dio!

Né dai risposta al fiacco cuore mio

Nel suo dolor?

 

2.

Eppure il Santo, il Permanente sei,

Benigno inverso i giusti, ed anche quei,

Che nell'error invocan falsi dei.

Da figli grati

Si sono i nostri padri confidati

In Te, Signor!

Tu li salvati insieme

Giustificando appieno l'alta speme

De' loro cuor.

 

3.

A Te gli sguardi mesti anzarono su,

E l'umil loro orare udito fu

Da Te, qual protettor della virtù;

Ma chi sono io?

Sprezzato dall'umano germe rio,

Ognun di me

Si beffa e scuote il capo,

Dicendo: "Nel Signore s'è confidato,

Premiati n'è.

 

4.

Rifugio fin dai primi giorni miei,

Ricetto vero, come a tutti quei,

Che in Te confidan, oggi ancor mi sei.

Allontanarti,

Or che l'angoscia vien da tutte parti,

Da me non dei;

Di questo afflitto cuore

Chi mai sarìa Salvatore,

Se tu no'l sei?

 

5.

Nemici, che non hanno umano cor,

Mi stan d'intorno, e l'odio e l'ira lor

Si pasce con piacer del mio dolor,

Già quasi spento

Il cuore, l'ossa pur sconnesse sento;

Già vuol da me

La morte cruda il fiato;

Lo stuolo dei maligni mi ha forato

Le mani e i piè.

 

6.

Tirando poi la sorte questi rei,

Spartiscono vili i vestimenti miei:

Perciò, Signor, che mia fortezza sei,

Non star lontano,

Onde salvarmi stendimi la mano!

Ti loderò

Poi nelle radunanze;

che tutti in Te ripongan le speranze,

Predicherò.

 

7.

Lodatelo, dirò, ch'Egli è il Signor,

Pietoso amico d'ogni afflitto cor,

Perché la faccia mai nasconde allor.

Quando il cercate.

La terra si empirà di genti grate;

I padri poi

Ai figli annunzieranno

La grazia del Signor e canteranno

I fatti Suoi.

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