Perché lontano te ne stai, Signor (Salmo 10)

1.

Perché lontano te ne stai, Signor,

ché Ti nascondi in tempi di avversità.

L’empio superbo violenze fa,

Ma nella trappola lui stesso poi cadrà.

L’empio si gloria della sua empietà,

Nei suoi pensieri dice: “Dio non vive”.

Ei ride forte di ciò che capire ei non sa.

 

2.

Dice in cuor suo “Smosso mai sarò,

non accadrà mai alcun male a me”.

Piena ha la bocca di maledizion,

di frode, inganno, perversione, iniquità.

In agguato sta innocenti a colpir,

l’infelice spia nel segreto,

come il leone in agguato vuole ghermir.

 

3.

Chino e quatto egli se ne stà,

e gli infelici non reggono a lui.

“Dio non cura” dice nel suo cuor,

“la faccia Lui nasconde, mai lo vedrà”.

Levati o Dio, leva la santa Tua man,

non Ti scordare dei poveretti.

Perché mai l’empio sprezza il Signore dei signor?

 

4.

Dice in cuor suo: “Non ne risponderò”,

Ma Tu hai visto la perversità.

Ripagherai, si,  con la Tua man,

L’infelice si rimette solo a Te.

Intervieni blocca la malvagità,

Tu il Sovran, gli umili ascolti,

dai lor ragione, coraggio e forza ognor avran.

 

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Il canto dei salmi nella Chiesa cristiana